venerdì 31 ottobre 2008

Uno sguardo sulla strada.

Giornale di Brescia del 22 novembre 2008
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Sono le 7,50 di una qualsiasi mattina di ottobre, quando alzo la tapparella alla finestra nella mia camera e getto uno sguardo sulla strada insolitamente deserta. E’ sabato e chi ha fatto tardi, dorme ancora. La giornata si presenta con un aspetto indefinibile , grigiastro. In mezzo alla strada, zizagando procede con andatura svogliata un ragazzo con lo zainetto sulle spalle. Quattordici anni, (presumibilmente) ben vestito lo sguardo perso di chi ha ben altro per la mente.

Sorrido da dietro le tende, lo accarezzo con lo sguardo mentre cerco di indovinare i suoi pensieri : “Cavolo, questa scuola anche di sabato, che stress! “ questo lascia presumere il suo annoiato procedere sulla strada. Volo idealmente ai miei verdi anni e mi pongo al suo fianco. Lo spintono un po’. “Dai muoviti, non vedi che è tardi ?" E lui si affretta appena, appena con l’aria di concedersi. Mi avrà sentito ?

Io, a scuola, arrivavo sempre di corsa, un po’ affannata. Spesso avevo già speso i pochi spiccioli che mi venivano consegnati per la filovia e mi facevo una bella scarpinata quasi correndo. I libri, tenuti assieme da una cinghia e il cuore sempre teso a qualche nuova conquista. Avida di conoscenza, entusiasta, protesa verso l’ignoto che avrei voluto scandagliare....tutto in una volta. Alla sua età, frequentavo la terza media, c’era la guerra, avevo sempre fame e vivevo, come tutti, in ristrettezze e qualche volta, passavo la notte nella cantina umida e insicura (eletta a “rifugio”) durante i bombardamenti.

Questo ignaro adolescente avrà dormito in una casa ben riscaldata e certamente avrà consumato una buona colazione. Ma naturalmente non è consapevole dei privilegi che la sorte gli ha riservato. Lui non conosce il mio vivere e io, a malapena, riesco a rendermi conto del suo. Classi miste che accolgono ragazzi e bambine di diversa provenienza geografica e – a seconda di ciò che “si portano da casa” - avranno atteggiamenti di accoglienza o discriminatori.

Perché è indubbio che arrivano a scuola già intrisi di convincimenti assorbiti in famiglia . I ragazzi oggi sono esperti in ogni diavoleria elettronica, in attività sedentarie, in tutto ciò che offre la tecnologia più avanzata. Per contro non possono correre sicuri sulle strade, non giocano “a mondo” a cicotti sul marciapiede, non sanno niente dei cortili, delle sedie fuori dall’uscio, delle chiacchiere dei vecchi, dell’abito della festa, della cena a base di caffé/latte, dei pranzi a polenta e uova all’olio, delle lenzuola gelide. Non so nemmeno se hanno un salvadanaio, se conoscono l’attesa di un giocattolo, di una vacanza, di un premio.

Hanno molto di più e tanto di meno. Però, loro e noi (giovani di ieri) siamo virtualmente accomunati da una indimenticabile, fuggevole ricchezza che “ha un nome lungo e breve.....giovinezza !” r.m.

giovedì 30 ottobre 2008

Non rinunciamo ai nostri sogni.

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“Non rinunciare ad un sogno perché pensi
che ti ci vorrà troppo tempo per realizzarlo.

Il tempo…..passerà comunque !”

anonimo

mercoledì 29 ottobre 2008

Un Bar aperto 24 ore su 24.

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La gratificante frequentazione nel mio Blog è indicativa di molti consolanti aspetti del convivere. Primo fra tutti, il desiderio di pulizia morale seguito dalla necessità di comunicare e da una buona disponibilità all’ascolto. Questo leggo nei numeri e tra le righe.
In un mondo che presenta lati oscuri, destabilizzanti e spesso crudeli, tutto questo è rassicurante e apre alla speranza. Non è poco !

Mi piace ascoltare il palpito delle menti che rivelano e cercano riferimenti da utilizzare come àncora al riparo dei marosi. Leggo parole che rivelano ansie, aspettative, dolore, scetticismo, amore. Parole che scoprono fragilità, irruenza, saggezza, malinconia e svelano aspetti della quotidianità. Leggo di famiglie unite attorno a valori inamovibili, di amori importanti, di trepide speranze.

Nascono qui piacevoli consuetudini, legami, simpatie, perfino amicizie! Qualche visitatore è assiduo, altri passano di tanto in tanto, qualcuno si affaccia e sosta e c’è chi non trova quello che cerca e se ne va. Ma io ho in mente un profilo morale di alcuni di voi e per ognuno ho un sorriso. Vi aspetto e vi leggo con piacere e comincio bene le mie giornate se vi trovo, solerti, nonostante siate ancora attivamente coinvolti in tante incombenze improrogabili. Il lavoro, accompagnare i figli a scuola e quant’altro attiene alla quotidianità.

Inizialmente vedevo questo spazio come un salotto, poi con l’arrivo del caldo ho preferito immaginarlo come un giardino fresco e ben ombreggiato, ma adesso torna il cattivo tempo e allora ? Propongo una sosta accogliente col profumo di buon caffè espresso, con brioche freschissime, dolci e salate, succhi di frutta e comode poltroncine. Un Bar con la scritta “qui vi aspetta la muccina, fin dall’alba, ogni mattina”. Può andare ? E’ un po’ lungo, ma è ipotetico e deve piacere solo a voi.

Mi piace l’idea del libero accesso forse perché quando mi sono affacciata alla vita i miei genitori avevano una di quelle vecchie trattorie tradizionali del tipo “giovedì gnocchi” e “sabato trippa”. La domenica, casoncelli al burro “versatile” come diceva una ragazza che serviva in tavola. Tovaglie candide, il sorriso della mia mamma, le partite a carte del “mi babbo” che doveva fare “il quarto”. La mamma non sopportava di veder uscire clienti scontenti e se in tre volevano giocare a carte papà era il quarto, disponibile.

Ho fatto i primi traballanti passi tra le gambe dei tavoli e dei clienti; Ho ricevuto carezze che mi infastidivano e altre che sollecitavo, sempre circondata da esemplari della varia umanità e ...dal profumo intenso del brasato al vino rosso.

Oggi, che tutti siamo consapevoli del degrado morale e ambientale che ci circonda, io vi chiedo : la ricordate la mia teoria sull’orticello ? Vuole rammentare che – se ognuno di noi coltiva con cura il suo orto - realizzerà il sogno di una pianura uniformemente verdeggiante e produttiva. E io continuo a ritenerlo possibile !

Quindi, teniamoci per mano e andiamo avanti. La porta è aperta. Il bar è tiepido, lindo accogliente. e io... sono qui. Non alla cassa perché qui c’è una rara nota positiva...è tutto gratuito!
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P.S. Sulle proprietà terapeutiche della trippa ho scritto qualcosa, diversi anni fa dilungandomi un po’, ma - quando penso di riproporlo -mi frena il timore di annoiare. (forse, in due puntate, chi sa !)

martedì 28 ottobre 2008

Quattro regole fondamentali. La quarta :

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Infine, la quarta regola, la più preziosa dei valori, è la fedeltà. Fedeltà alle promesse, ai contratti, agli altri, a sé stessi.
BISOGNA ESSERE DI COLORO SUI QUALI SÌ PUÒ CONTARE.
La fedeltà non è una virtù facile. Mille tentazioni ostacolano l'impegno preso. "La fedeltà nel matrimonio - diceva Bernard Shaw - non è più naturale all'uomo di quanto lo sia la gabbia alla tigre". Senza dubbio. Nessuna fedeltà è "naturale". Nasce da una decisione volontaria, senza tregua rinnovata, che ci fa superiori alla nostra natura. Ma ci procura la gioia duratura di essere in accordo con noi stessi. Io mi rifiuto un piacere presente per assicurarmi l'immensa felicità futura: di riguardare il mio passato senza vergogna, persino con chiarezza. Ogni società i cui cittadini non vivano che per i loro piaceri fuggitivi, ogni società in cui gli uomini non hanno più fiducia gli unì negli altri; ogni società i cui membri sì abbandonano e cessano di volere, è una società condannata. Le tecniche cambiano i modi di agire; non cambiano né il valore dell'azione, né le ragioni che la muovono, né il dovere della fedeltà. Fu così al principio e sarà così alla fine. André Maurois

lunedì 27 ottobre 2008

Quattro regole fondamentali. La terza :

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La terza regola è che bisogna credere nella potenza della volontà. Non è vero che l'avvenire è determinato. Un grande uomo può determinare il corso della storia. Ogni uomo che ha il coraggio di volere può modificare il suo avvenire. Naturalmente ognuno di noi non è onnipotente; la libertà di ogni uomo ha i suoi limiti. La libertà vive sulla frontiera tra il possibile e la volontà. Non dipende da me impedire la guerra, ma io posso esercitare un'azione che moltiplicata per milioni d'altre, sarà efficace. Non dipende da me vincere una battaglia; dipende da me essere un soldato coraggioso, al mio posto,"in posizione". E siccome questo limite della volontà dipende da ciò che sì osa, bisogna sempre, senza preoccuparci del limite, comportarsi il meglio che sì può. (André Maurois )
a domani !

domenica 26 ottobre 2008

Quattro regole fondamentali. La seconda :

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La seconda regola è che bisogna agire. La gioia dell'anima è nell'azione. Invece di lamentarci dell'assurdità del mondo,tentiamo di trasformare il piccolo angolo nel quale siamo capitati. Non è mai impossibile. Non possiamo cambiar tutto l'universo, ma chi desidera cambiare tutto l'universo? I nostri obiettivi sono più vicini e più semplici: fare il nostro mestiere, conoscerlo bene, divenirne padroni. Ciascuno agisca nel suo campo: io scrivo libri, il falegname mette insieme le assicelle della mia biblioteca, il vigile dirige la circolazione, l'ingegnere costruisce, il ministro governa. Le azioni utili: tutti se sono sovraccarichi di lavoro che sanno fare bene sono felici. Ed é così vero che, quando gli uomini hanno delle ore di libertà, di riposo, s'impongono delle azioni,in apparenza inutili, che sono i giochi e gli sport. Quanto alle azioni utili, noi sappiamo per esperienza che sono efficaci: un sindaco attivo fa una città prospera, un sacerdote attivo fa una parrocchia vivente. Felici coloro negli occhi dei quali gli uomini cercano l'ordine. (André Maurois )
a domani!
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sabato 25 ottobre 2008

Quattro regole fondamentali. La prima :

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Ho ritrovato ancora tra le mie carte, un buon testo di un certo André Maurois (morto nel 1967) che detta QUATTRO REGOLE FONDAMENTALI ovviamente riferite al vivere e al convivere, ma io ho scelto di sottoporvele una alla volta.
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André Maurois inizia così :
Vi racconteranno molte storie: che il mondo è assurdo, che tutto è cambiato, che i vecchi valori morali hanno raggiunto le vecchie lune. Tutto questo non ha alcun senso e se andate a cercare la realtà sotto le parole che la mascherano, ritroverete l'uomo eterno. I valori sicuri non sono stati inventati a piacere da moralisti senili. Sono in quanto senza di loro né una società, né una felicità possono sopravvivere. Ecco qui alcune regole, antiche quanto la civiltà, che restano vere,
malgrado le tecniche nuove e le filosofie crudeli.

La prima è che bisogna vivere per qualcosa d'altro che per sé stessi. L'uomo che medita senza fine su sé stesso trova mille ragioni d'essere infelice. Non ha mai fatto quello che avrebbe voluto o dovuto fare; mai ha ottenuto tutto quello che, pensa, meritava di ottenere; raramente è stato amato come sognava d'esserlo. Ma se vive fuori di sé, per la sua fede, per il suo Paese, per il suo gruppo, per la sua famiglia, per una donna, allora dimentica in modo meraviglioso queste inutili preoccupazioni. Poiché ha cercato di fare la felicità degli altri, egli ha in sovrappiù, fatta la sua. (Il vero mondo interiore è il vero mondo esteriore).
a domani !

venerdì 24 ottobre 2008

Preghiera.

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Signore,

= preservami dall’abitudine di esprimere un’opinione
su ogni argomento e in ogni occasione;

= toglimi l’ardente desiderio di sistemare gli affari degli altri ;

= aiutami ad arrivare al dunque, senza perdermi in superflui
dettagli;

= spronami a porgere orecchio alle altrui sofferenze;

= aiutami a tollerare con pazienza e benevolenza;

= insegnami la bella lezione secondo la quale “Io posso anche
avere torto.”

= suggella le mie labbra sui miei dolori e sulle mie pene

= mantienimi ragionevolmente dolce e fa che io ricordi sempre che
“una persona inacidita è una delle supreme opere del demonio”;

= dammi la capacità di vedere in ognuno, qualcosa di buono e fammi
trovare le parole adatte per dirlo;

= fa che io non sia mai né lunatico, né prevaricatore ;

= aiutami o Signore ad ottenere tutto ciò perché tu lo sai che io
vorrei riuscire........ a tenermi qualche amico !

giovedì 23 ottobre 2008

Un po' di cautela !

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Chi rivela i segreti altrui è un traditore.
Chi rivela i propri è uno sciocco. anonimo
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mercoledì 22 ottobre 2008

Autostima.

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Lettere ad un'amica
(che, per l'occasione, chiamerò Edvige)

10/7/2005 - "Non cercarti fuori di te" è una massima filosofica di Aulo Flacco Persio (poeta satirico latino Volterra 34 d.c.- Roma 62 da "Satire") e la trascrivo perché so che la inserirai (quale legge inderogabile di vita) anche nell'animo di tua figlia.
Abbiamo avuto occasione recentemente di parlarne. Quello che ti aspetti dall'esterno (dagli altri per intenderci) è facile fonte di delusione, ma ciò che riusciamo a costruire, pazientemente, giorno per giorno dentro di noi ci darà quella tranquilla, serena consapevolezza che ci sosterrà nel procedere. Fiducia in noi stessi, in conclusione.
In concreto : Autonomia! Ecco la vera ricchezza. Non so se condividi, ma conoscendo la tua bella mente, ci conto. Un abbraccio e un bacio lieve da Renata.
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11/7/2005 Renata : Se mi regali uno spazio nel tuo tempo, vorrei continuare il nostro difficile approfondimento sull'autostima. Ritengo che il primo dovere verso noi stessi sia quello di saperci guardare con serena obiettività per vedere se possiamo trarre alcune confortanti certezze.
Considerato che tu sei - in questo momento - il mio interlocutore, provo a permettermi un esperimento esemplificativo:
Davanti ad un ipotetico specchio vorrei collocare l'amica Edvige e dirle: "guardati!" Hai intelligenza, grinta, capacità d'impegno, sensibilità, accattivante aspetto e se non ti basta...confrontati.
Confrontati con la variegata umanità: quante volte hai trovato nei tuoi simili (e in quale percentuale)la tua stessa disponibilità? Ti sarà certamente capitato di trovarti a stretto contatto con l'invidia e la meschinità più inaspettata e imprevedibile!
Per contro, avrai avuto (inattese) anche tante belle dimostrazioni di bellezza interiore ma...tra le une e le altre avrai notato che la sproporzione è altissima. E ti sarà quindi facile assegnarti il ruolo che ti compete in virtù dei tuoi meriti.
Il tuo dovere rimane quello di prenderne atto evitando di assegnare ad altri (che spesso non hanno comprovati meriti) posizioni privilegiate. Perché anche tu sei unica, irripetibile e puoi essere fiera dell'uso che hai saputo fare dei talenti che ti sono stati dati in sorte. La fiducia hai diritto di averla verso te stessa perché i tuoi pregi sono concreti, sia quelli naturali come quelli che ti sei conquistata.
Nei contatti con gli altri preferirei, invece, ricordare che (se errori, irruenze, slanci, nel bene e nel male sono corredo imprescindibile dei verdi anni) la maturità ci deve arricchire del pregevolissimo dono della cautela. Quella che ci esorta a ricordare che la fiducia "istintiva" è gemella della cieca credulità. Il mio abbraccio è affettuoso. A presto Renata

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Edvige è stata molto collaborativa ed ha risolto egregiamente quello che poteva diventare un problema. Se ho contribuito, non lo so, ma sono molto contenta per lei. Questo è certo.

martedì 21 ottobre 2008

Eroi e galantuomini.

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E’ più facile essere eroi che galantuomini
perché eroi si può essere una volta sola,
galantuomini bisogna esserlo sempre !
Luigi Pirandello

lunedì 20 ottobre 2008

Solitudine !

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Non è vero che la parola “solitudine” definisce uno status. Non è vero ! Sono talmente tanti gli aspetti di questa sofferenza – perché di ciò in concreto si tratta – che circoscriverla, significa non conoscerla.

C’è l’ isolamento di chi si chiude fra quattro mura, adattandosi ad un comportamento imposto prevalentemente dalla sofferenza fisica.

C’è la solitudine vissuta tra la folla. Preclude l’approccio, radica nell’intimo fino a divenire parte integrante della personalità e si manifesta, generalmente, con mutismo e scarso ascolto.

Il rifiuto della banalità pone a volte l’individuo nella condizione di selezionare eccessivamente i contatti nelle vana speranza di accostarsi soltanto al meglio.

Molta influenza nell’instaurarsi della solitudine è dovuta alla scarsa autostima e al pessimismo. Ciò rende le persone poco disponibili alla cordialità che, anche a livello superficiale, è sempre gratificante.

La solitudine, all’interno della coppia è forse la più disarmante e dolorosa. Vivacchiare l’uno di fianco all’altro senza dialogo, senza compiacenza senza condivisione, instaura uno squallido panorama più frequente di quanto si possa immaginare.

La solitudine dovuta ad una qualche delusione è di solito scelta come rifugio ed ha carattere fortunatamente temporaneo.

E’ comunque una situazione che chiude a prospettive che - nel bene e nel male - fanno parte integrante del vivere e del convivere. Ed è facile constatare che, frequentemente, chi è solo (o si sente solo) cerca conforto nel cibo, nella sedentarietà, in ogni atteggiamento passivo che, alla lunga, coinvolge anche il fisico e ne altera le funzioni.

Strategie ? Forse “guardarsi dentro” in modo disincantato e valutare la situazione per quello che è. E’ un problema e come tale deve essere risolto prima che apra l’accesso alla depressione. In concreto reagire !

Impresa non facile, ma non impossibile. Siamo fragili e abbiamo bisogno di aiuto, come tutti gli individui tendenzialmente socievoli. Il primo passo, sempre efficacie, potrebbe essere quello di aprirsi al sorriso. E....provare, non costa niente ! r.m.

domenica 19 ottobre 2008

Buona domenica e...buona lettura !

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Se puoi cominciare la giornata senza caffeina,
Se puoi andare avanti senza pillole stimolanti,
Se riesci ad essere festoso ignorando dolori e sofferenze,
Se eviti di lamentarti, annoiando la gente con i tuoi problemi,
Se puoi mangiare lo stesso cibo ogni giorno ed esserne grato,
Se riesci a capire quando le persone che ami sono troppo occupate per darti retta,
Se passi sopra al fatto che chi ami ti dà erroneamente la colpa se qualcosa va storto,
Se accetti critiche e rimproveri senza risentirti,
Se ignori la cattiva educazione di un amico ed eviti di correggerlo,
Se tratti i ricchi come i poveri,
Se affronti il mondo senza bugie o inganni,
Se sai vincere la tensione senza l'aiuto di un medico,
Se sei capace di rilassarti senza uso di liquori,
Se riesci a dormire senza l'aiuto di farmaci,
Se puoi affermare in tutta onesta che, al fondo del tuo cuore,
sei privo di qualsiasi pregiudizio su religione, colore, credo politico,

Allora, sei buono QUASI quanto il tuo cane!
anonimo
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sabato 18 ottobre 2008

Presunzione o vanità ?

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Nel corso di una piacevole conversazione, è emersa l’esigenza di approfondire il termine vanità, spesso usato in senso negativo e non pertinente. Sono così affiorati pareri diversi degni, quasi tutti, di riflessione .

Partire dal presupposto che la vanità sia un peccato, chiaramente veniale, ha stuzzicato il mio desiderio di analisi supportato dal bisogno di fare chiarezza in un ambito nel quale c’é anche spazio per l’ autocritica.

E’ anzitutto necessario distinguere tra “vanità” e “coscienza del proprio valore” perché, se ci sono reali e concrete qualità di fondo, l’essere consci di una qualche bella prerogativa che ci riguarda è – a mio avviso – un ulteriore valore. Che poi un positivo riconoscimento rechi gioia e appagamento, é naturale conseguenza legata alla sensibilità individuale.

Per quanto attiene a quella sottile, impalpabile voglia di luce che spinge ad affacciarsi alla ribalta - quando non è arido protagonismo - vi si può ravvisare il desiderio di scansare la banalità . Traguardo questo che è spesso pagato a caro prezzo in moneta di impegno, dedizione, sacrificio, rare gratificazioni e...meschina invidia.
Solo in assenza di valori la vanità si identifica con la presunzione e palesa il suo profilo totalmente negativo.

Inoltre, mentre la vanità é sterile, una giusta dose di ambizione è sempre indispensabile per progredire. Tutto ciò, ovviamente, secondo il mio personale (incerto) parere...per quello che vale. E il vostro ?
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venerdì 17 ottobre 2008

Morire a quindici anni.

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Muore a quindici anni mentre si intrattiene con gli amici, sul marciapiede, vicino a casa ! Falciato così, perchè un incosciente beve un po’ troppo, si rimette in macchina....e va.
Senza malvagità, ma con colpevole incoscienza. E dov’è la differenza ?

A livello cerebrale indubbiamente! E’ deficiente senza dubbio un individuo che - stupidamente - non si pone davanti alle sue responsabilità.

“ Non sei solo al mondo !” Vorrei urlargli nell’orecchio, fino a stordirlo. E non potendo urlarlo in faccia al colpevole di questa morte assurda, lo grido ai giovani, agli adulti a coloro che si mostrano indifferenti nei confronti degli altri.

Ogni nostra azione coinvolge gli altri e l’indifferenza è già di per sé una colpa ! Sarà stato “allegro” quell’ incosciente, mentre distruggeva i sogni di un ragazzo, gettando nella disperazione una madre, una famiglia. E l’ha fatto...allegramente!. Pensateci, pensiamoci tutti ricordando che gli altri...siamo noi!

E veniamo alla possibilità di perdono che il padre del ragazzo, pare abbia ventilato nei confronti dell’assassino di suo figlio. Soggettivamente ognuno può assumere gli atteggiamenti che ritiene opportuni ma, la Giustizia NO !

La Giustizia non può e non deve concedere attenuanti a chi stronca la vita di un innocente. Mi chiedo frequentemente perchè le leggi vengono interpretate, anziché applicate. Concedere attenuanti privilegiando il responsabile, relegando nell’ombra l’innocente è irrispettoso verso le vittime e verso le famiglie.
Le pene, severamente applicate sono un deterrente! Cavarsela con poco è esemplarmente dannoso. Per favore ! Poniamoci tutti, davanti alle nostre responsabilità e rispettiamo la vita. r.m.

giovedì 16 ottobre 2008

Noi decidiamo per noi !.

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Nessuno può farti sentire inferiore, senza il tuo consenso.
(Kennet Blanchard)

mercoledì 15 ottobre 2008

Vorrei soltanto capire.

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Sappiamo bene che le tempeste ormonali che coinvolgono e inducono ad un rapporto intimo non sono sempre ispirate dal desiderio di procreare.

Affinché un amplesso, magari deludente non costringa un donna a portar avanti una fecondazione sgradita, la scienza ha realizzato “la pillola del giorno dopo”, ma questa nuova alternativa sembra aver suscitato vivaci contrasti d’opinione.

Esiste già l’anticoncezionale che regolarmente assunto pone al riparo da conseguenze indesiderate e anche l’uso del profilattico viene consigliato senza creare problemi, se non quelli legati alla religione.

Quindi, perché la sostanza introdotta nella donna, ed espulsa entro 24 ore, con l’ausilio di una pillola, ne sta creando invece moltissimi ?

Gli spermatozoi costretti a lasciare - in tempi brevi - la sede dell’eventuale fecondazione, in che cosa sono diversi da quelli ai quali è stato vietato l’ingresso?

Eludo in questa sede l’eventualità della violenza, per esaminare con onestà un’ipotesi piuttosto ricorrente : pulsioni indipendenti dal saggio preordinare, attirano una coppia ad assecondare naturali esigenze sessuali .


Se, per vanificare conseguenze indesiderate e frequentemente del tutto inopportune, si può ricorrere all'uso della tanto discussa “pastiglia del giorno dopo” in alternativa all’uso del consueto anticoncezionale, quale remora si può legittimamente interporre ?

Vorrei soltanto capire. r.m.

martedì 14 ottobre 2008

Pro-memoria per giovani leoni !

Mi ha detto un giorno, una cara amica :

"Ho molti quadri, però, son sempre quelli ! Quello che varia colori e panorama, è la finestra della mia cucina, che cambia di colore, ogni mattina. "

....ed ha ragione !Se a volte il cielo è cupo....e penso “Pioverà!” aggiungo :“Farò polenta” per evocare il giallo del mio sole. Ma quando il sole vero inonda la mia casa, il sorriso radioso...poi scompare! E mi guardo attorno con un po’ di malumore.

Perchéééé ? Perchè il sole illumina ogni dove e un briciolo di polvere, che col buio scompare, é lì ad imporsi, a dirmi cosa fare. E l’attributo che mi fa dubbiosa, ecco riappare. "regina della casa” ! ? E’ una definizione che , se son stanca morta, mi dà da pensare.

L’avrà inventata un uomo.... che ci sapeva fare! E che ha capito in fretta che poco può bastare!

“Cara, sei un tesoro “ - “Mmmmm, ma é squisito !” - “ Smetti tesoro – dai - non ti stancare !”E ancor oggi basterebbe, ma molti l’han scordato. Cosa appaga una donna, hanno dimenticato.

Ecco perché vi prego, giovani leoni, fatevi micioni e la vostra regina, dispenserà bacioni !

lunedì 13 ottobre 2008

Spazio al sorriso.

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Ogni mattina arrivo a piedi fino all’edicola poco distante da casa e acquisto il mio “quotidiano”. E’ una serena consuetudine che coltivo da anni e non ho mai voluto il recapito domiciliare perché amo indulgere a questo inizio di giornata così impostato. Due parole con i simpatici gestori della rivendita e il rientro a casa per un buon caffè.

Recentemente ho incontrato un amico che mi ha gradevolmente intrattenuta con una punta di curiosità riferita alla mia recente assenza. “Vacanze?” “No” – ho ammesso - ma relax e riposo (un po’ forzato) in una Clinica cittadina” “Tutto bene?” ”Tutto bene davvero” è stata la mia sollecita risposta seguita però dall’affettuosa insistenza per conoscere maggiori dettagli che (considerato il rapporto non superficiale con l’amabile interlocutore) ho fornito brevemente.

Spiego che la diagnosi è di una certa gravità ma, che per come la vedo io, è anche confortevole. Infatti la sto traducendo in un avvertimento perché mi è stato detto con molta chiarezza che ho superato una crisi, ma devo considerarmi a rischio. In concreto, oltre ai controlli periodici e all’utilizzo dei medicinali, dovrò avere più cura di me e costringermi ad affrontare gli eventi con maggiore distacco. Ed é questo che, ringraziando la sorte, mi predispongo a fare.

E ridendo aggiungo :"Anche se lo spirito è rimasto indomito, l'anagrafe non rinuncia a preesentare il conto, ma se si è fortunati...si può pagare a rate !"

“Scrivi tutto questo Renata! Può servire, credimi.” E’ stato l’accorato appello dell’ amico al quale ho esternato la mia reazione all’evento. Lo faccio con la speranza che ciò possa aiutare chi è costretto a porsi davanti alla consapevolezza della precarietà del vivere. In effetti, a 80 anni si può già ritenere di essere stati privilegiati dalla sorte, ma arrivarci senza scosse a senza guai è chiedere troppo.

Un’anca scricchiola o cede, capita di tornare su argomenti già esposti, la cervicale rovina qualche ora nella giornata, le sedute dal dentista sono più ravvicinate, l’ esteriorità richiede cure più attente, il cuore batte con aritmia costante o intervengono guai più consistenti, ma ciò che resta... può rimanere gradevole se diamo il nostro contributo minimizzando per quanto è possibile, evitando di descrivere i nostri guai in un verbale bollettino quotidiano a larga diffusione.

Mi sono recentemente sorpresa a rispondere dopo l’abituale “Buongiorno, come sta?”di una conoscente “ Se io le dico che sto bene ... lei mi promette che farà altrettanto? Avrei proprio voglia di passare con lei qualche minuto piacevole. Ci sta?” Abbiamo fatto una risata e abbiamo riflettuto entrambe sull’utilità di occultare le negatività del vivere.

Abbiamo bisogno tutti di qualche contatto umano, ma se ci ostiniamo a rovesciare i nostri guai sul prossimo, faremo il vuoto intorno a noi e non saremo utili a noi stessi. Nemmeno le sventure ci autorizzano a proclamarci protagonisti. E se conserveremo la capacità di ritagliare uno spazio per far posto al sorriso, forse ne riceveremo uno in cambio.

E sarà bellissimo. r.m.

domenica 12 ottobre 2008

Buona, serena domenica !

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A ognuno un augurio fatto col cuore affinché siano liete le prossime ore,
ma un contributo anche tu dovrai dare,il pelo nell’uovo non devi cercare!
Sorvola, sorridi, guardati intorno, ricorda che l’oggi non avrà più ritorno.
Sorseggia le ore, gusta la vita, impegnati sempre e vincerai la partita.


f/to : muccina

sabato 11 ottobre 2008

Pensiero del giorno.

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Di tutte le perversioni sessuali, la castità è la più strana.
Anatole France -
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leggo "perversione" come "comportamento innaturale". r.m.

venerdì 10 ottobre 2008

Un pomeriggio qualunque.

Pubblicato da Bresciaoggi il 25 ottobre 2008
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L’ autunno tiepido che sa di fine estate invita anche me, che mi sono un po’ impigrita, a lasciare la tana. Sono uscita e mi sono recata, nel pomeriggio nell’accogliente parco che si distende invitante, vicino a casa. Quest’ampia zona verde confina con un asilo adiacente ad una scuola elementare e, al termine, ha sede una scuola media. Ovviamente, bimbi, e ragazzetti circolano numerosi, ma io sosto al parco giochi vicino all’asilo e ascolto i gridolini, il cinguettio e il vociare dei più piccini. E li osservo.

I loro occhi sono ancora fiduciosi, ma già preludono a quelli che saranno gli atteggiamenti successivi. Questi piccoli individui che si realizzeranno domani offrono indicazioni precise. Il più timido, raramente ammesso al gioco collettivo, si colloca in disparte mentre il prepotente dirige e dispone i suoi sudditi improvvisati. “Tu, là in fondo ! Voi due sull’altalena. Lasciate lo scivolo a mia sorella con le sue amiche “ Ordina con una lieve inflessione di compatimento. Femmine !

Piccole donne, infatti. Già maliziose, con innata civetteria osservano...i maschi che maldestri, irruenti e chiassosi, le ignorano. Sono le 16,30 e si scatenano dopo la lunga seduta sui banchi e per quelli che hanno frequentato l’asilo c’è la cronistoria da raccontare alla mamma. C’è la bimba petulante, e quella riservata, in disparte le due amichette confabulanti e tanti bimbi di ogni estrazione sociale. E mi rincuora vedere la naturalezza dei più piccini nel contatto con la cinesina e con il bimbo di colore.

Molte famiglie indiane gravitano nella zona e non è raro incontrare donne sapientemente avvolte nelle tuniche lunghe, colorate che accompagnano i loro bambini, davvero belli con i grandi occhi scuri e denti bianchissimi. Noto anche una piccina che sta accanto alla sua mamma che porta il foulard ben assestato in capo. Il mondo ! Questo campionario di umanità uguale e diversa con le stesse aspirazioni e gli stessi disagi, questo mondo vario che qui si inserisce serenamente mi ha trasmesso fiducia.

Peccato che gli adulti complichino la vita di questi fanciulli che si accettano con tanta naturalezza! Mi alzo e mi accingo a rientrare con il desiderio di descrivere questo pomeriggio qualunque.

Ma è davvero.....qualunque ?

giovedì 9 ottobre 2008

Trilussa docet.

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Che cane buffo! E dove l' hai trovato? -
Er vecchio me rispose:
"E brutto assai, ma nun me lascia mai !
S' é affezionato.
L' unica compagnia che m' é rimasta,
fra tanti amichi... é ' sto lupetto nero.
Nun é de razza, é vero,
ma m' é fedele e basta.
Io nun faccio questioni de colore:
l' azioni bone e belle
vengheno su dar core
sotto qualunque pelle.""
Trilussa

mercoledì 8 ottobre 2008

Pensiero del giorno.

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Si può comprare tutto ciò che serve al corpo,
ma pochissimo di ciò che serve all’anima. r.m.

martedì 7 ottobre 2008

Briciole !

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Ho scritto due righe ad un’amica che amo profondamente. Questo è il motivo per cui le parole scorrevano veloci, dettate “dal di dentro”. Alla fine un pensiero ha indugiato nella mia mente : “Perché non dirlo a chi vive la sua pagina bella." "Perché non sollecitare affettuosamente invitando alla consapevolezza ?” Credo di essere la decana tra i bloggers ed è con affetto che vi offro qualche briciola di ciò che ho raccolto nella mia passeggiata nella vita. Così, la lettera per l'amica, la trascrivo per ognuno di voi :
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“”Mia cara amica/o, sei sempre in movimento a quanto sento, ! E' bellissimo però. Nei miei frenetici anni con l'attività di lavoro che non bastava e che integravo facendo l'assicuratore e tenendo alcune contabilità in casa e traducendo depliant pubblicitari (con vocabolario tecnico a lato) rubando ore al sonno e alla gioia, non mi accorgevo del dono meraviglioso costituito proprio "dal poterlo fare".
Non davo la dovuta importanza al fatto che una mezz'ora di sonno mi faceva tornare nuova. Al fatto che bastava quello sguardo per agitare il sangue e la mente. Al fatto che i bisogni di mio figlio mi facevano sentire importante, utile, indispensabile, e vi accudivo senza stancarmi. Al periodo in cui pensavo che avrei avuto tempo per tutto. Al tempo in cui ero convinta che avrei recuperato ciò a cui rinunciavo. Al tempo in cui non pensavo che la buona salute e l’efficienza fisica, erano privilegi.
La consapevolezza è un grande dono. Questo voglio dirti, con questa irruenza dettata dall'affetto. Consapevolezza.! E’ il sale della vita, credimi! Assapora la vita, gustala, centellina ogni attimo ! Sii consapevole dei privilegi, della tua agilità della facilità di recupero delle forze, della salute e non aspettare che sia compromessa...per apprezzarla. Abbi cura di te, del tuo corpo, della tua efficienza. In concreto “àmati” ! Un abbraccio stritolante e affettuosissimo. Renata “”
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E’ così naturale, così umano non pensare alle nuvole quando si è carezzati dal sole. E io non voglio sciupare niente, vorrei solo che le giornate di sole fossero vissute consapevolmente. Senza sbuffare, senza dare spazio alla noia, ma spalancando tutte le finestre dell’anima, alla gioia, al sorriso.
Considerato che questo “vagar per l’etere” – ci pone a contatto con la varia umanità, con la quale si tesse un rapporto più o meno intenso, sempre cordiale e qualche volta affettuoso - penso che non debbano esistere argomenti tabù.
Facciamo due chiacchiere nel salotto che la tecnologia ci mette a disposizione e ci sentiremo meno soli. Mi sono dilungata ? Ho abusato della vostra partecipazione ? Pardon. L’ho fatto col cuore.

domenica 5 ottobre 2008

Mai abusare della parola "amore".

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“Stavolta è proprio amore !” Mi annuncia gioiosamente una giovane amica. E io le sorrido teneramente senza intervenire. Perché gettare ombre sul suo bell’entusiasmo?

Ma io “so” che non bisogna mai abusare della parola amore ! Anche se ognuno ne ha un suo personale concetto, amare non è soltanto essere amati.

Amare è corrispondere, è sintonia di giorno e di notte. E' complicità, sostegno, stima e dopo l'attrazione (o assieme ad essa)....tanta, tanta tenerezza..

Troppo per essere così a portata di mano.

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sabato 4 ottobre 2008

Ancora sul sovvertimento dei valori.

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Nel post precedente i commenti vertono tutti sul caso del professore che ha "minacciato " di bocciatura una studentessa. e - dallo stesso post - ho scorporato l'altro quesito che sottopongo in questa sede.

Vorrei dare il giusto risalto ad un'altra sentenza , anch'essa in favore e a tutela di chi non intende mediare tra le proprie aspirazioni e le necessità del vivere.

La Corte ha deliberato che “I figli vanno mantenuti finché si realizzano.”

Ed è a questo punto che mi torna in mente un caso che illustra la grama vita di una signora che ha avuto questo gioiello di figlio (per fortuna unico) a trentacinque anni e dopo averlo fatto studiare con notevoli sacrifici, suoi e del coniuge si ritrova a settant’anni con un “bamboccione” laureato da sei anni che – alla bella età di 34 anni cerca “di realizzarsi” ! ! Ha rifiutato lavori, poco soddisfacenti, ha lasciato un impiego “deludente” e vive adesso – ancora – a carico dei due genitori che hanno come unico reddito due magre pensioni. !

Tutto ciò con l’appoggio e il conforto della legge. Ci si mette quindi anche il legislatore a offrire ulteriori privilegi per la realizzare i sogni dei fannulloni. Perché – diciamolo chiaramente – chi ha di suo, sufficiente dignità e spirito di sacrificio non si avvarrà certamente di norme coercitive nei confronti dei genitori . Rifiutare un umiliante ruolo parassitario, accettare un lavoro non del tutto appagante in attesa di eventuali migliori occasioni, è una risorsa per chi aspira all’autonomia.

Fortunatamente molti bravi giovani sono ancora lieti di prodigarsi senza sfruttare in modo vergognoso l’aiuto ad oltranza dei genitori . A loro è doveroso esternare stima e plauso ricordando che, nello specifico, è meglio affidarsi alle leggi del cuore. r.m.

Il sovvertimento dei valori !

pubblicato sul Giornale di Brescia l'8 ottobre 2008
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“Proverò a chiedere a “Chi l’ha visto ?” Chiederò semplicemente “Avete visto, per caso, da qualche parte la logica ? L’ultima volta è stata vista in compagnia della coerenza, anch’essa scomparsa !

Leggendo e ascoltando le “ultimissime”, mi è sembrato di cogliere qualcosa di preoccupante e sostanzialmente sconcertante.

Il professore non può dire “Fai attenzione, perché se non studi, ti boccio!”

E’ no ! Poveri ragazzi ! Questa è una minaccia E ad affermarlo è una sentenza della Cassazione che mi ricorda quei genitori che hanno regalato la vettura nuova al figlio che non aveva superato la maturità. “Era tanto avvilito, poverino!”
Posso anche capire che la sfortuna ci metta qualche volta lo zampino e in tal caso una certa comprensione è d’obbligo, ma se il ragazzo ha agito con superficialità, lo premiamo perché non pianga ?

Cosa sta succedendo in questa nostra disastrata società , dove sta prendendo stabile collocazione il sovvertimento dei valori ?! “Do ut des” dicevano i latini e “Do se dai” insegna costantemente la vita. Non scherziamo sulle cose serie !
Lo spauracchio della bocciatura è sempre servito, fin dai più lontani tempi come avvertimento e monito per superare prevedibili cedimenti. r.m.

venerdì 3 ottobre 2008

Precetto cinese

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IL DENARO
può comprare una casa, ma non una famiglia;
può comprare un letto ma non il sonno;
può comprare un orologio ma non il tempo;
può comprare un libro ma non la conoscenza;
può comprare una posizione ma non il rispetto;
può pagare il medico, ma non la salute;
può comprare perfino il sangue, ma non la vita;
può comprare il sesso ma non l'amore.
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giovedì 2 ottobre 2008

L'amore, a portata di mano !

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Capita ! Ci si sente sfiniti e ci si impone una pausa. O.K. Mi riposo, in poltrona, con le mani tra le mani. In quel dolce far niente., che di dolce non ha un bel niente. Non mi appaga, non ho propensione per l’inattività, non è nel mio DNA ! Ci soffro....e mi guardo le mani: inutilizzate.

Le mie, le vostre, tutte le mani sanno essere....meravigliose!

Per prime ci accolgono dal grembo materno, ci girano ci rivoltano ci lavano ci rendono presentabili e ci affidano a quelle materne che amorevoli ci porgono il seno, il nutrimento....la vita. Poi, qualcuno ci prenderà per mano e ci condurrà a contatto con gli altri all’asilo, a scuola.
E quando arrivano i primi turbamenti le mani si cercano, l’una all’altra si affidano, si trasmettono tenerezza e amore.

Mani congiunte in silente preghiera. Manine piccole di bimbo, mani bianche o nere di giovani in preghiera, mani giunte di madri pensose, mani nodose di contadino, mani di lavoratore, mani belle e curate. Mani che rendono più efficace la parola con gesti incisivi ed eloquenti. Le mani ci rivelano.

E guardo le mie segnate dal tempo, con la loro storia e so che, forse, sono state avare di carezze, ma......... quante crostate hanno impastato, per regalare un sorriso. Mani laboriose, certamente e certamente hanno diritto al riposo...che odio. La vita contemplativa, quella statica, le mie mani, come me, non l’ amano.

Le mie mani si muovono sempre alacremente. Complici di un vissuto lungo e intenso, indugiano sul mio volto anch’esso segnato, la cui sola luce è emanata dallo sguardo ancora attento. Uno sguardo che mi e vi sorride, sempre !

Sono stata avara di carezze ? Ma no ! Non è vero ! Io accarezzo ancora adesso in modo meno tradizionale. Ascolto, partecipo e – da quasi quindici anni - scrivo. Le mie mani .......interpreti del mio amore, corrono sulla tastiera per andare incontro alla gente, agli amici per raccontare, trasmettere, accarezzare. Perché so farlo solo così.
Sarà stato utile ? E’ ancora utile ? Chi sa ? ! r.m.

mercoledì 1 ottobre 2008

Pensiero del giorno.

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“L’amore è una malattia
senza la quale non si riesce a star bene! "

(anonimo)
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