sabato 31 ottobre 2009

Perché non istituire il "servizio civile" ?

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IL GIORNALE – lettere 18 ottobre 2009

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A fronte di notizie amare e destabilizzanti, rimbalzano (consolatorie) le news sul volontariato. Migliaia di persone si adoperano nel settore dell’assistenza domiciliare, dei malati terminali, sulle ambulanze, nell’aiuto ai terremotati, dei disabili e ovunque sia utile mano-d’opera e sentimento fraterno.

Persone intimamente predisposte al bene, generose, altruiste. Encomiabili! Questo dimostra che il supporto a talune carenze dello Stato è indispensabile e già al tempo in cui si è attuato l’esonero del “servizio militare”, mi sono chiesta perché non si è pensato di istituire , in alternativa, un periodo di “servizio civile” almeno in ambiti in cui i nostri giovani fossero in grado di operare.

Sento già le obiezioni: “Per il volontariato ci vuole predisposizione!” Giusto e allora mettiamo a disposizione i ragazzi dell’ipotetico “servizio civile”, diverse possibilità d’impiego. Ci sarà chi preferisce pulire i giardini e gli argini dei fiumi, chi si sente portato verso i disabili, chi sulle ambulanze e questi squadroni di giovani volonterosi potrebbero servire la Patria creandosi un importante e significativo bagaglio di esperienze molto più preziose e nobili di quelle che acquisivano durante il “servizio militare”.

Io penso davvero che quello che “se po’ fa, s’ha da fa”! E voi ?
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giovedì 29 ottobre 2009

Autunno.

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Aprite la finestra su questo autunno morbido, lento e amabilmente tepido che ci inonda con i suoi colori caldi e pieni di fascino. Guardate il giallo intenso delle foglie, che coprono quell' albero con un mantello dorato, per attenuare i brividi dell’addio. Fermatevi ragazzi e lasciate andare come aquiloni i pensieri, dolcemente. Vi sentirete – per un attimo - leggeri e felici. Ve lo prometto. Renata

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mercoledì 28 ottobre 2009

Una vera signora.

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E' una vera signora colei che è considerata tale
...dalla sua cameriera. r.m.
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domenica 25 ottobre 2009

Morire di freddo a 6 anni !

Bresciaoggi -lettere - 30 ottobre 2009
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Dopo una notte inquieta, agitata da mille pensieri, apro gli occhi e accarezzo con lo sguardo i contorni del mio spazio ordinato e rassicurante. Rincuorata, lascio le coltri e sollevando la tapparella m’incanto davanti all’eterno spettacolo di un’ alba che si annuncia sullo sfondo rossastro di un cielo presago di sole.

Ma, improvvisi, si riaffacciano i tanti perché, che hanno disturbato la mia notte. E si ripropone la vicenda del bambino morto per le esalazioni di un braciere che doveva sostituire il calore di cui era stato brutalmente privato. Non era stata pagata la bolletta all’Ente preposto che si è immediatamente avvalso delle facoltà contrattualmente previste.

Ma mi domando perché non vengono allertati i servizi sociali nei casi di morosità, presumibilmente imputabili a scarsa disponibilità di denaro ? Sarebbe bastato un veloce sopraluogo e il successivo attivarsi al fine di evitare la tragedia. Perché non viene seguito questo semplice iter che consentirebbe ai servizi comunali di intervenire? Perché? Si danno sussidi ai drogati e si lascia nell’indigenza ingestibile un bambino che muore nel silenzio?

Si corrispondono compensi esageratamente pingui ai politici che si prendono la libertà di non presenziare a eventi importanti come la votazione di una legge. Si pagano in maniera esagerata i vari Vespa, Santoro, Fazio e altri esponenti dello spettacolo (si parla di un compenso di un milione e seicento euro l’anno per bruno Vespa). Si spendono cifre stratosferiche per interventi in video di personaggi dello spettacolo e poi….lasciamo che si verifichino eventi vergognosi per tutta l’umanità.

Non vorrei sentir dire che parlo di settori del tutto indipendenti, perché in questo mondo disastrato e splendido si deve interagire, si deve porgere ascolto oppure…ammettere che niente si evolve, niente ci esorta a migliorare. E si contrappone così - alla bellezza abbacinante di questo nuovo giorno - la miseria morale di alcuni degli individui che lo popolano e questo non è accettabile ! Alla parte buona della società, che opera senza clamorose discese nelle piazze. con generosità e altruismo affido la mia insopprimibile speranza per il mondo di domani.

Quel mondo che lasceremo ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai bambini di oggi che hanno negli occhi – intatta – “la fiducia”.

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sabato 24 ottobre 2009

L'indignazione!

bresciaoggi del 23 ottobre 2009
libero del 24 ottobre 2009
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Mamma mia, come siamo indignati! L’Italia pare finalmente unita di fronte all’insultante uso pubblicitario dell’inno nazionale. Una ditta di calze da donna sussurra sull'aria dell'inno di Mameli "Fratelli d'Italia" la pubblicità delle calze fraseggiando in musica, "Sorelle d'Italia".

Si, d’accordo, se ne può parlare, anche disapprovando, ma l’indignazione andrebbe riservata a ben altre cause. A quel bimbo morto di stenti a Napoli, con i polmoni resi asfittici dalle esalazioni di un piccolo braciere unica fonte di riscaldamento per tutta la famiglia.

Aveva sei anni ed è morto con la testa appoggiata al grembo della madre agonizzante. Voleva fare l’ingegnere, era bravo e ordinato, dicono di lui le maestre.

Oppure potremmo indignarci perché un ragazzo passa tre mesi in carcere per aver rubato un filone di pane e, per contro, otto ragazzi dopo aver stuprato a turno una dodicenne, rovinandola nel corpo e nell’anima, ricevono trattamenti offensivi per tutta l’umanità.

Magari, potremmo riservare la nostra indignazione per gli sprechi che «i governanti» fanno del denaro pubblico. O per l’astio di cui sono permeati numerosi interventi che la televisione ci propina, o perché la volgarità da caserma fa scompisciare dalle risate un pubblico sempre più vasto.
Insomma, e purtroppo, ragioni vere per indignarci, ce ne sono veramente tante.

Basta scegliere.!

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giovedì 22 ottobre 2009

si sta !

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Si sta, come d’autunno sugli alberi le foglie . G.Ungaretti

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Leggo con voi le parole di Ungaretti, ma poi, torno ad usar le mie parole, che son sempre le stesse, piene di speranza.
Perché senza speranza non c'è vita. E io... amo la vita!

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mercoledì 21 ottobre 2009

La crisi (non) è uguale per tutti.

cesarelanza@lamescolanza..com 24 sett.2009

Libero – lettere – 23 settembre 2009

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Le spese della gestione Italia lievitano in modo abnorme e ridurre il numero dei Parlamentari sarebbe un bell'esempio di buona volontà. Se ne parla e se ne sparla da un po’, ma...tutto si colloca nell’eterno inconcludente bla, bla, bla !

E l’alto numero dei parlamentari non è che una goccia nel mare dell’immoralità del nostro Paese classificato IN CRISI !. Avete visto quante sedie vuote ci sono nelle sedute del Parlamento? Allora, questi funzionari dello Stato, quando non funzionano, ci rimettono qualcosa ? Oppure il loro reddito non subisce variazioni?

Le famose auto blu, sono in numero decente? I segretari, i porta borse e tutta la varia umanità che si aggira nella sfera d’azione degli alti papaveri, sono proprio tutti indispensabili? Cari Parlamentari, vi siete dimenticati che toccherebbe proprio a voi essere d’esempio alla nazione ? Ve lo ricordate il significato della parola “probiviri?

Definiva persone dal comportamento adamantino, rassicurante, esemplare ! Persone la cui stretta di mano costituiva motivo d’orgoglio. D’accordo, apparteneva al passato, ma almeno un po’ di partecipazione alla crisi del Paese volete dimostrarla ?

Gli elettori di oggi hanno gli strumenti per valutare, occhi per vedere e cervello per distinguere. Non vi alletta, non vi stimola l’idea di godere della stima degli italiani? Quello che è certo è che il malessere serpeggia incontrastato quindi, lasciare inascoltate le legittime aspettative degli italiani non è rassicurante, per nessuno........”

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lunedì 19 ottobre 2009

Buona nanna, ragazzi!

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Nella mia insonnia aleggia il sorriso di chi fa una birichinata innocente…

nei confronti della vita.

Mi pare, infatti di rubarle qualche ora (;-)!

E questo tempo, ve lo voglio dedicare.

mi basta così poco per recuperare !

A voi ombre concrete, amici virtuali,

che siete tanti e tutti disuguali.

in questo mondo reale e irreale,

pensarvi è ormai un dolce rituale

Mentre affollate dolcemente i miei pensieri,

tornerò, della notte, a percorrere i sentieri.

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sabato 17 ottobre 2009

Giustizia, dove sei ?

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La notizia è recente : un’altra ragazzina stuprata e, senza girarci intorno vorrei dar voce all’ indignazione di molti, verso la giustizia ingiusta che ormai prevale in ogni àmbito.

Mi riferisco alla condanna dei due romeni Oltean Gavrila e Ionut Jean Alexandru (a carico dei quali erano state contestate accuse gravissime quali sequestro di persona, violenza carnale, lesioni personali gravi e rapina ai danni dei due fidanzatini di quattordici anni) rispettivamente a poco più di 11 anni e 6 anni.

E, da notare, che uno dei due è stato condannato a 11 anni solo perché autore di un altro stupro. Nel dare risalto alla notizia il giornalista chiama ripetutamente "bestie" i due bipedi che hanno sfogato con violenza i loro bassi istinti su una ragazzina e malmenato il suo ragazzo.

Se la reazione è legittima, è altrettanto intollerabile che un giudice - invece di interpretare la legge con la severità che il caso richiede - la applichi con deprecabile, colpevole indulgenza.

E qualcuno, pensa che non ci sia bisogno di scrollare dalle fondamenta un sistema che arranca nel pantano di un burocrazia di una lentezza veramente colpevoli ?

E la cosa grave è che non ci si stupisce più. Un’alzata di sopracciglia, una scrollatina di spalle e....si volta pagina. Anche questo atteggiamento è, in una certa misura, colpevole. Prendiamo atto – invece – che le riforme sono indispensabili e che il rispetto deve essere conquistato con il senso del dovere e l’espletamento costante delle proprie mansioni.

I Magistrati, i Funzionari veramente solerti ci sono, ma vengono ostacolati da un sistema che fa acqua da più parti. Ogni italiano dovrebbe compiacersi se qualcosa comincia a muoversi per consentirci, almeno, di sperare nella disattivazione di un immobilismo che offende profondamente la giustizia. Riserviamo stima, ammirazione e profonda gratitudine per quei Magistrati che hanno lavorato e lavorano con encomiabile senso del dovere. Ma, anche loro devono poter contare sull’efficienza dell’intero sistema.

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giovedì 15 ottobre 2009

Parliamo d'amore, dai !

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L’amore è un’erba spontanea, non una pianta da giardino.

Ippolito Nievo

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martedì 13 ottobre 2009

Quattro cose da sapere sulla ru 486

Premessa:

Anzitutto, pollice verso, comunque, verso l'uomo che - con colpevole leggerezza - innesca la scintilla di una vita, senza valutarne le conseguenze.

renata mucci.-------------------------------------------------------------------------

Il quotidiano La Stampa nell’editoriale dei lettori del 12 ottobre 2009 ospita il Dott. Achille Della Ragione 62 anni, ginecologo di Napoli che indica :

“Quattro cose da sapere sulla ru 486”

A prescindere dalle obiezioni personali e dalle diatribe tra laici e cattolici, ci sono alcune questioni su cui, da medico, penso sia opportuno riflettere :

In ritardo di anni rispetto al mondo civile, anche nella farmacopea italiana è stato registrata la pillola RU486, il discusso prodotto che induce l’aborto per via farmacologica, ma il calvario non è ancora terminato perché si aspetta l’inutile discussione in parlamento. La Chiesa si è scatenata, facendo ricorso tra i tanti anatemi anche alla scomunica, dimenticando che l’Italia è un paese laico.

Ci sono però alcuni argomenti fondamentali sui quali è necessario riflettere.

1) Il farmaco va assunto entro la settima settimana di gestazione, per intenderci quando la donna ha pochi giorni di ritardo e si è appena accorta della gravidanza, mentre la legge prevede tutta una serie di ostacoli burocratici: dalla riflessione di sette giorni ai colloqui e alle analisi, che costringono la paziente spesso vicino al limite dei tre mesi, in ogni caso costantemente oltre il periodo nel quale il farmaco è efficace. Senza un cambiamento della normativa vigente sarà come discutere sul sesso degli angeli.

2) Il prodotto ha un costo di pochi euro e potrebbe far risparmiare allo Stato i circa 2000 euro che rappresentano il costo di un’interruzione di gravidanza in ospedale, essendo del tutto inutile il ricovero della donna per tre giorni fino al completamento dell’espulsione del materiale abortivo (in nessuno dei Paesi dove si usa la RU486 c’è questo protocollo).

3) Il vero effetto scatenante dell’aborto è dato dalla dose di prostaglandina che viene somministrata dopo due giorni. Basterebbe questo farmaco, eventualmente associato a un contratturante uterino, per ottenere lo stesso risultato, come il sottoscritto dimostra da quasi venti anni.

4) Il gravoso problema dell’obiezione di coscienza tra il personale medico e parasanitario, che assilla e paralizza tanti ospedali, sarebbe alleviato da tale metodica. È ipotizzabile che le donne possano introdursi da sole le candelette di prostaglandina e finalmente dell’aborto non dovrebbero più interessarsi legislatori e preti, medici e assistenti sociali, facendo sì che questa scelta, difficile e dolorosa, riguardi unicamente la donna e la sua coscienza.

Achille Della Ragione

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domenica 11 ottobre 2009

Il racconto mai scritto.

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Premio “Il racconto mai scritto”

Nel febbraio 2006 l’Associazione “Donne del vino” ha indetto un concorso al quale ho partecipato. Bisognava iniziare con le prime dieci righe di un romanzo da scegliere tra i dieci indicati e sviluppare il tema, a piacere. Unico obbligo parlare in qualche modo del vino. Ne sono arrivati 400 e tutti sono stati pubblicati, ma nessuno venne premiato. Lo ripropongo, qui di seguito.

Da Vaniglia e cioccolato di Sveva Casati Modignani

Caro Andrea, disgrazia della mia vita,

ho minacciato tante volta di andarmene e non l’ho mai fatto. Adesso, me ne vado. Sai quanto sia lenta ma tenace nelle mie decisioni.

In diciott’ anni di matrimonio ho misurato il tuo egoismo, la tua capacità di mentire, le tue paure, il tuo infantilismo.

Non voglio sapere come riuscirai a cavartela senza di me, visto che da solo non sei in grado neppure di aprire una lattina di birra.

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Esplodeva con queste amare, incisive parole un malessere covato troppo a lungo e a lungo analizzato con coerente consapevolezza. Con obiettiva autocritica si era costretta ad ammettere che parte del comportamento di Andrea era stato favorito dal suo atteggiamento. Cullandosi nella certezza che l’uomo che amava non si sarebbe mai infilato nel ruolo riduttivo del bambinone viziato, l’aveva accudito con la stessa amorevole sollecitudine che aveva in seguito riservato ai figli. Ma Andrea si era invece comodamente adagiato nel ruolo del sultano, lasciando affiorare imprevedibili, palesi indizi di superficialità e di egoismo. Lentamente l’amarezza, il dolore e infine la ribellione si erano instaurati nell’animo di Penelope ponendola disarmata di fronte alla deludente realtà dell’universo maschile. Sapeva che la fuga dall’approfondimento contrassegna spesso il comportamento dell’uomo che, ad ogni accenno di bufera si eclissa con un comodo “Passerà!”... ma sapeva anche, ormai, che Andrea non faceva eccezione. Si era adagiato nelle sue rassicuranti certezze, ignorandola fino a improntare negativamente il rapporto avviandolo verso la spaccatura definitiva.

Con parole che la dilaniavano aveva voluto mettere la parola fine ad un rapporto ormai irrecuperabile, ben sapendo che l’amore non è facile da soffocare. Non si estingue perchè gli si contrappongono valide ragioni per farlo, non é così arrendevole! Scorgeva davanti a sé un percorso difficile e doloroso ma, non intravedendo alternative, si sentiva ormai risoluta.

Niente lasciava quindi presagire che la totalità del contesto avrebbe potuto invece rimodellarsi proprio con il tramite dell’insperata presa di coscienza di Andrea e del tenacemente radicato amore di entrambi.

Quasi sempre, davanti ad esplicite ribellioni, l’uomo é preda di reazioni improntate allo stupore: “Non mi ero accorto del tuo disagio....!” oppure “ Pensavo tu fossi nervosa con i ragazzi...! e altre amenità. Fortunatamente, in Andrea – che incredulo e sbigottito si trovò tra le mani la lettera di Penelope – prevalse invece lo sgomento.

Gli sembrò di scoprire proprio in quel momento la profondità dell’amore che nutriva per la sua Pepe e all’idea di perderla si sentì vulnerabile e perso. Ebbe immediata la percezione elle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare ma, per recuperare l’amore di sua moglie, si sentiva pronto a impegnarsi traendo forza dalle sue stesse inequivocabili emozioni.

Il percorso fu ovviamente lungo, tribolato e sofferto, ma tra altalenanti dubbi e speranze, si concluse però felicemente sfociando in questa imprevedibile alba nuova, che trovò Penelope supina nel lettone matrimoniale mentre assaporava la tenera percezione del calore del corpo di lui che, permeando le coltri, confluiva verso le sue membra. Aleggiavano su di lei le sensazioni della sera prima quando erano giunti nel gelido appartamento in montagna, intabarrati e increduli per la gioia del ritrovarsi. Mentre attendevano che il riscaldamento prontamente avviato desse qualche risultato, avevano acceso il grande camino del soggiorno, poi in piedi senza parlare si erano stretti in un intenso, lungo abbraccio. Ripensò al brivido di freddo e di forte emozione che la scosse e rivide lui che - senza parlare - la sospingeva verso il divano, dove la fece sedere e le pose il caldo plaid sulle ginocchia. La baciò lievemente e si diresse verso l’alta credenza, l’aprì e tornò trionfante verso di lei con una bottiglia in mano. “Ti ricordi?” mormorò. Certo che ricordava! Vini di qualità prodotti e invecchiati nella prestigiosa cantina di famiglia – nella quale lei stessa aveva profuso amorevole, entusiastico, proficuo impegno – avevano spesso siglato importanti eventi scanditi nel percorso familiare, ma consentirne l’uso in quella circostanza...le sarebbe sembrata una profanazione. In quella sera lontana lei, soffocando il pianto, gli aveva tolto dalle mani quella stessa bottiglia e l’aveva riposta nella credenza imponendo con fermezza : “Torniamo a casa”. La decisione preludeva drastiche conclusioni ma, fortunatamente il tempo e l’amore avevano compiuto il miracolo riportandoli - più consapevoli e innamorati – proprio lì dove il colloquio si era interrotto. Lo rivide con gli occhi dell’anima mentre toglieva con calma il tappo alla bottiglia e versava nei tondi bicchieri a stelo, il liquido rosso come il rubino, al quale andavano legittimamente attribuite valide qualità terapeutiche per il corpo e per l’anima.

Mentre tutto riaffiorava nitido in lei colorando di tenui, adescanti colori il suo risveglio, protese la mano e cercò sotto le coltri quella di lui che l’accolse con trepida tenerezza. renata mucci

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sabato 10 ottobre 2009

Il computer. Un amico.

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I computer sono incredibilmete veloci, accurati e stupidi.
Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati, intelligenti.
Assieme, sono una potenza che supera l'immaginazione.

Albert Einstein 1879 - 1955
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giovedì 8 ottobre 2009

Amor di Patria !

La Stampa lettere - 11 settembre 2009
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Ma noi, amiamo ancora il nostro Tricolore ?
Noi Italiani vantiamo in Patria le singole territorialità regionali con l’intento di diversificare la nostra specifica appartenenza, ma appena varchiamo i confini ci sentiamo orgogliosamente e semplicemente italiani.
E questa italianità, che riguarda tutto intero il nostro territorio, è stata conquistata attraverso il sacrificio di tante giovani vite che non possono essere dimenticate.

Quindi, perché non proviamo - per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia - a sentirci soltanto genuinamente italiani? Le diversità gastronomiche o quelle territoriali e storiche di ogni regione italiana sono la nostra ricchezza, il nostro patrimonio.

In concreto, patrimonio di ogni italiano. Se invece di additare le negatività provassimo a guardare la bellezza di TUTTO il nostro Paese e ritrovassimo un sano amor di Patria, non sarebbe gratificante?

Considerato che esponiamo ormai raramente il tricolore perché non lasciamo accarezzare dal vento la nostra bella bandiera su tutti i balconi, almeno in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’unità per la quale si immolarono tanti giovani di diverse appartenenze regionali?

Amo la mia Patria e la mia bandiera e sarò fiera di esporla bene in vista dal balcone della mia casa! Assieme a tantissime altre... spero!

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martedì 6 ottobre 2009

L'ultima Dea.

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La speranza è la sola cura universale a buon mercato,
per tutti i mali di cui soffre l'uomo.

Abraham Cowley (1618 – 1667), poeta britannico.
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domenica 4 ottobre 2009

MESSINA e i disastri ecogeologici.

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Chi ha il sacrosanto dovere di fare,non fa e chi non può intervenire subisce.
Vite stroncate, gente gettata nella disperazione sono il continuo tributo all'adescante, corruttivo dio denaro.
La terra si ribella e la rabbia tracima. Non ci resta che piangere ?
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venerdì 2 ottobre 2009

Help ! Tre giorni senza computer !

La Stampa - 6 ottobre 2009
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Ho avuto per qualche giorno il computer fermo e vorrei scrivere qualcosa sul vuoto che sentivo intorno a me.

Mi muovo poco, per vari impedimenti e... mi mancava tutto ! Il bello, il brutto, mi mancavano le cose intelligenti e perfino quelle leggere o di minore interesse.

La mia seggiolina davanti alla finestra sul mondo era al buio! Non sono schiava dalla tecnologia, anzi, considero il computer soltanto uno svago; quotidiano e talvolta rasserenante.

Di primo mattino sfoglio in Internet,i giornali che non sempre predispongono alla gioia,ma comunque informano. Poi c’è la posta che mantiene i contatti con chi già usa bene il computer.(che sono ormai numerosissimi) Ci sono i Blog degli amici o di coloro che potrebbero diventarlo.

Posso rivedere e riascoltare trasmissioni che hanno per me, un qualche interesse e inoltro velocemente i miei scritti ai giornali e so che c’è modo di tenersi aggiornati, praticamente su TUTTO.

Ma il mio intento oggi (dopo questa esperienza di solitudine) è quello di spronare chi infoltirà a breve la schiera delle pantere grigie, a predisporre uno spazio con ciò che la tecnologia mette a disposizione.

La padronanza nell'uso del computer è uno svago piacevole ed essenziale anche per gli eventuali forzati della sedentarietà.

Il geniale aiuto di un amico è servito a restituirmi i miei amici.Sono molto contenta...ADESSO! E sono sempre più convinta che alla felicità…bastano piccole cose!
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giovedì 1 ottobre 2009

meditate gente, meditate!

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L'intuizione di una donna è molto più vicina alla verità.
della certezza si un uomo.

R. Kipling
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