domenica 28 febbraio 2010

Ennio Flaiano.

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I giorni indimenticabili della vita di un uomo
sono cinque o sei in tutto.Gli altri fanno volume.
Ennio Flaiano
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C'è del vero nelle parole di Flaiano. Ci si può riflettere.

Se un po' di quel volume, dipende dal nostro atteggiamento
........ vale la pena di inserirvi il maggior numero di sorrisi.
Io ci provo!. (;-) (;-)

Buona domenica a tutti gli amici blogger e al mondo intero.
muccina
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venerdì 26 febbraio 2010

La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre”

Giornale di Brescia - 23 marzo 2010
Bresciaoggi .......... 31 marzo 2010
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Mi piacerebbe, specie in tema di religione e di politica, un po' di autocritica e un pizzico di obiettività. Invece,vedo procedere ognuno per sé e tutti contro tutti. Ma, considerato che una netta divisione tra sporchi e puliti, tra integerrimi e intrallazzatori è assurda e falsata, condivido ciò che Albert Einstein diceva: La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre”.

E nel mio lungo percorso ne ho visti di cambiamenti, nel bene e nel male ! Sappiamo di mentalità che si sono aperte a soluzioni impensabili, relative a problemi che sembravano insolubili. Se è già successo potrà ancora accadere.

Ma ognuno di noi dovrà dare un contributo di apertura e di buon senso, per il bene di tutti, nel rispetto di ognuno. Cominciando in famiglia, con scrupolosità e attenzione, tenendo ben presente che quelle spugne che sono i nostri figli…..assorbono.

La tolleranza, la comprensione, l’apertura mentale verso le diversità, la succhiano come il latte materno, in famiglia. Con una buona semina, i bambini di oggi, uomini di domani, impareranno a guardare alla politica senza astiosità e demonizzazioni. Questo renderà migliore anche la convivenza tra le diversità.

Le ostilità sono soltanto fonte di malessere anche nel mondo del lavoro e per quanto mi è possibile ricordare. nella mia famiglia, modesta e oppressa da disagi di vario genere, ho sempre sentito ripetere che il lavoratore subordinato deve contribuire scrupolosamente all’interesse del datore di lavoro.

Proprio partendo da un sano, lapalissiano, principio che mio padre, non si stancava di ribadire. “ L'imprenditore, può fare a meno di te. Ti sostituisce e va avanti per la sua strada, ma tu - che non hai avuto fortuna, che non hai soldi, che non hai avuto le occasioni (o che non hai saputo coglierle) e probabilmente non hai nemmeno le sue capacità - se lui fallisce vai col sedere per terra.”

Da sempre ho augurato prosperità e bene "al padron da le bele braghe bianche", e non sono ancora una moneta fuori corso !
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mercoledì 24 febbraio 2010

Lo afferma Shakespeare.

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Amore non è amore se muta

quando nell'altro scorge mutamenti

o se tende a recedere

quando l'altro si allontana.”

Shakespeare

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lunedì 22 febbraio 2010

Ci risiamo !

Il Giornale - 23 febbraio 2010
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E’ previsto per domenica 28 febbraio il blocco del traffico veicolare in tutto il nord Italia. E’ già stato dimostrato che a ben poco servono le plateali dimostrazioni, ma certamente - si dice - servirà ad attuare un presa di coscienza sulla gravità del problema.

Cosa ? ? Dobbiamo prendere coscienza noi ? ? Noi cittadini, noi automobilisti ? Noi pendolari ?

Ma, per favore !

Noi lo sappiamo da tempo che l’aria è irrespirabile! Sappiamo da tempo che le malattie respiratorie, gli infarti e tutte le malattie correlate ci derivano da quest’aria infetta, sporca, malata.

Urgono provvedimenti, cari governanti e noi cittadini siamo stanchi di vagheggiare la costruzione di piste ciclabili continuative su largo raggio.

Urgono mezzi pubblici efficienti a basso costo, a brevi tempi d’attesa, urgono pannelli solari obbligatori sulle nuove costruzioni e con incentivi per i vecchi edifici. Bisogna lavare le strade come fanno in Germania.

Bisogna che facciate voi al Governo ciò che deve essere fatto!

Il blocco del traffico aggiunge noie al quotidiano disagio. Siamo seri, per favore.
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sabato 20 febbraio 2010

Neve. di Sara Ferraglia

Una bella poesia dell'amica blogger Sara Ferraglia
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A malincuore sto lasciando

le impronte sulla neve

Oh, potessi volare,

lasciar che il bianco

bianco sia per sempre!

Oppur, se proprio devo,

segnar solo una traccia

che sia lieve

quasi un ideogramma,

come farebbe il passero

o il fringuello.

Invece alle mie spalle

la purezza è violata,

l’incantesimo è rotto.

Com’è bambino il mondo

dopo una nevicata!

( Sara Ferraglia )

giovedì 18 febbraio 2010

In un pacco.....un dono !

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Mi sveglio, apro gli occhi…..e lo cerco. Eccolo qui. E’ un regalo che mi incuriosisce tantissimo!

Un pacco ben avvolto che, come da istruzioni, va aperto molto lentamente e lascerà vedere parte del contenuto, gradualmente, ora per ora, fino a rivelarsi interamente verso mezza notte. L’involucro stamane è umidiccio, quindi l’esteriorità annuncia che piove! Va bene. Si puliranno le strade e l’aria. L’inizio è – in questo senso – positivo. Carico le batterie con una buona colazione.

Provvedo con la solita solerzia alla cura della mia persona, mi mando nello specchio un bacio dal palmo della mano e procedo alle solite incombenze che comprendono anche una spruzzatiina col vaporizzatore alle piante di casa e riservo coccole particolari al mio rigoglioso anturium.

Il pacco è lì, in attesa ! E pian piano, fino a sera, mi offrirà il suo prezioso contenuto. Esternamente ,leggo le istruzioni per l’uso:

“Questo pacco contiene un nuovo giorno che deve essere vissuto con obiettiva consapevolezza. In caso di gradimento potrà essere conservato a lungo e migliorerà con la stagionatura. In caso contrario non potrà essere rimandato o sostituito. Maneggiare con cura e assaporare…lentamente.”

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martedì 16 febbraio 2010

L'insicurezza del pedone.

cesare@lamescolanza.com - 16 febb.2010
Il Giornale - lettere .............. 18 febbraio 2010
Giornale di Brescia............... 22 febbraio 2010
Libero.................................. 26 " "
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Mi è capitato di ascoltare recentemente la voce angosciata di un ragazzo che si trova a dover affrontare ogni giorno l’ inquietudine del procedere a piedi, sulle nostre strade. Il ragazzo è cieco e si affida al suo cane che si rivela davvero, di gran lunga, migliore dell’uomo. ma non può aiutarlo ad evitare le buche che si trovano sui marciapiedi spesso dissestati, specialmente nelle vie meno centrali.

E non parliamo di quando nevica e ne affidiamo la pulizia all’eventuale pioggia. Questo sfortunato ragazzo infoltisce la schiera di chi pur dotato della vista, procede timoroso e preoccupato sui nostri spazzi pedonali dove , persone inqualificabili, parcheggiano disinvoltamente autovetture e motorini.

Parlo delle mamme e delle nonne con i passeggini, degli anziani e di chiunque si trovi in difficoltà. Si sparge sale sulla carreggiata, in caso di neve; si dedicano risorse e cure all’asfalto e tutta l’attenzione è rivolta al traffico su gomma ! Giustissimo e doveroso, ma uguale attenzione dovrebbe essere riservata al pedone ovviamente più esposto e indifeso.

Invece - come nella notte dei tempi - siamo tornati ad offrire sacrifici sull’altare della dea automobile. Su quell’altare vengono bruciati valori che dovrebbero essere sacri e, tra questi, il rispetto verso i più deboli.

Per favore, torniamo al buon senso, alla solidarietà, al rispetto perché questa scarsa attenzione, non è giusta e non è nemmeno tollerabile.

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domenica 14 febbraio 2010

14 febbraio.

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Siedo davanti al computer per ricordare questo giorno, mentre arriva complice, dalla radio un sottofondo musicale che ha la calda, profonda, intensa voce De André che parla d’amore. Ne parla ne La guerra di Piero, ed è amore per la vita a cui l’emblematico Piero viene strappato. Poi c’è Miché che si è “impiccato in prigione perché era stato privato del bene profondo che aveva per te”. E siamo a Marinella, a Bocca di rosa e a tutto il repertorio di un grande che ha elevato l’amore per la donna, per la vita, per la sua terra, sublimandolo.

Qualcuno ha scritto che “Il primo scherzo che ci fa l’amore, è che ci impedisce di essere felici da soli.” E, ancora “Nessun tragitto spaventa se sai che alla fine c’è chi ti aspetta.” Quando si ama il desiderio di condivisione è così intenso che ci fa sentire incompleti, in mancanza dell’altro. Vedere, sentire, gustare qualcosa, senza percepire la condivisione del partner, impoverisce l’emozione. L’amore è pieno di stupori difficili da descrivere. E’ trepido e sicuro, fragile e vigoroso, ma penso da sempre che l’amore non ha bisogno di aggettivi, se è Amore.

C’è chi ha detto “Esagerate nel volervi bene. Non sarà mai frutto di errore”. Di mio aggiungo che – pur avendone pagato il prezzo - non ho rimpianti e il ricordo dell’Amore......ancora m’incanta !

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sabato 13 febbraio 2010

In attesa di San Valentino.

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La festa degli innamorati, andrebbe vissuta in modo meno riduttivo proprio perché è la festa dell’amore. E, in quest’ ottica il significato si amplifica diventando qualcosa che appartiene a tutti.

Tutti conosciamo sentimenti che si esprimono nell’amicizia, o verso “l’altro” con esempi come quello di Madre Teresa e di Martin Luther King. Vivere l’amore l’amore in ogni sua forma, è il modo migliore per rendere ancor più festoso il San Valentino di questo 2010.

E poi, se è così estensibile.....ce ne sarà un pochino anche per me che ne sono ancora golosa !

Bacissimi per tutti. muccina.

mercoledì 10 febbraio 2010

Sabor a mi.

10/02/2010www.lamescolanza.comby Cesare Lanza

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La mia giovane vicina suona stamattina alla mia porta per chiedere se l’acqua calda scorre dai miei rubinetti. “ No, mi sono accorta anch’io. che qualcosa nel servizio di erogazione si è inceppato.” . “Meno male che ho fatto la doccia ieri sera ! O.K. stamattina dovrò rinunciare.”

Rimango sola con i miei pensieri che sono per la verità, ricorrenti Doccia al mattino, doccia la sera, nemmeno lavorasse in miniera ! Non saremo diventati tutti un po’ maniaci? E sarà questo, un atteggiamento positivo ? Non credo proprio. E io ci vedo anche il solito diffuso menefreghismo che porta disinvoltamente all’eccessivo consumo di un bene che è della collettività.

Ma vorrei riflette su di un altro aspetto relativo a questi eccessi. Ricordo una canzone spagnola ”Sabor a mi” (sapore di me) che riecheggia qualcosa di personale, unico irripetibile. L’attrazione è anche olfattiva e il "suo" profumo non dovrebbe essere acquistato in un negozio. Dovrebbe essere esclusivo ed affiorare anche dopo un’igiene attenta e accurata. Quello della sua pelle, del suo calore, l’odore "particolare" fresco e pulito della persona amata risveglia i sensi e stimola sensazioni.

Invece no! Siamo asettici, impersonali, indistinguibili. Finirà che la tua donna, avrà lo stesso odore di un tuo amico che usa lo stesso deodorante ! Siamo sempre allo stesso punto, manca l’equilibrio, il senso della misura.

Da quando a Napoli si sussurrava “l’ommo, ha da puzzà” siamo passati a questo essere eccessivi anche nell’igiene. Forse sarebbe opportuno riattivare l'intelligente mediazione, la sobrietà.

O sono io, invece, l'unica, inopportuna mosca bianca ?
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lunedì 8 febbraio 2010

L' aria è malata.

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Giornale di Brescia 07 febbraio 2010

Bresciaoggi........ 12 febbraio 2010

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Non parlerò delle inutili domeniche a piedi perché l'argomento è già stato aggetto di ampia discussione, ma ribadisco che la situazione dell’aria è preoccupante e avvilente! La concentrazione di polveri sottili nell'aria delle nostre città è superiore da due a tre volte rispetto alle soglie di attenzione. E non promette di scendere.

Giorni e giorni consecutivi di aria irrespirabile e ovviamente, siamo tutti preoccupati per noi, per i nostri figli, per i nostri nipoti. Che senso ha e cosa significa il quotidiano angosciante aggiornamento su di una situazione per la quale il cittadino è la vittima. Mi fa pensare all'amenità del cartello "Caduta sassi" posto là. dove sarebbe meglio fare in modo che i sassi non cadessero!.

E' chiaro, l’aria è malata E noi ? non lo siamo certo meno ! E’ una vergogna e varrebbe la pena di scendere in piazza e ci verrei anch’io, appoggiata al mio bastone, per difendere il diritto dei miei figli, dei miei nipoti, dei miei pro/nipoti, a respirare tranquillamente !

Mezzi pubblici a buon prezzo e con brevi intervalli, piste ciclabili efficienti il più possibile continuative. Gli addetti all’urbanistica, quelli preposti alla salute pubblica forse riuscirebbero a favorire un miglioramento, ma il dio denaro lo vieta. “Bisogna contenere i costi!” Ma vengono contenuti da una parte e sperperati dall’altra , perché la spesa sanitaria lievita, il cancro ai polmoni imperversa, i problemi cardio respiratori aumentano e la Sanità finirà col non reggere i famosi costi che si sono contenuti in altri settori.

E pensare che serve così poco…alla vita nella sua essenzialità e quel poco prevede aria e acqua SANI ! Ce lo siamo dimenticati ?

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sabato 6 febbraio 2010

Buon giorno, amici !

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Confidenziale. Dopo ore di buona nanna ristoratrice apro gli occhi e accolgo, immediato, il mulinello dei pensieri. sui programmi per la giornata. Toilette accurata e prima sosta dal parrucchiere. Una volta avrei detto “ Vado a farmi bella!”. Adesso, “Vado a farmi lavare i capelli” ma mi sentirò, comunque sollevata e presentabile mentre risuonano nell’anima le parole della mia mamma: “ La cura della persona in gioventù è un piacere e da vecchi è un dovere!”

Due spesine al supermercato e infine, la sosta nel Bar Pasticceria- dove ordinerò come d’abitudine “Un caffé e un sorriso” A conclusione di questa mattinata, un appagante rientro nel nido. Con l’abituale espressione consapevole e grata sollevo la tapparella.

Dov’è la mia città ? una fitta nebbia l’avvolge e io rimango a guardare, sorpresa per pochi secondi cercando un pensiero consolatorio. Sono solo le sette e certamente questo nebbione si solleverà e lo splendore del sole che per ora è celato, tornerà a rischiarare il giorno! E’ sabato e molti potranno godere il tepor delle coltri senza il pericolo di dover affrontare questa oscurità.

Io, intanto, procedo come da programma e in attesa di un più invitante chiarore, riassetterò la mia casetta. E anche questo chiaro segno di gratificante autonomia, è un privilegio “ Su con la vita” mi sussurro e immediato sento il desiderio di augurare anche a voi un sereno fine settimana. renata mucci - classe 1927

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giovedì 4 febbraio 2010

Il lettone della zia Isabella.

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Giornale di Brescia del 3 febbraio 2010

Vivevo a Brescia con la mia famiglia, ma le mie vacanze estive, premio del buon andamento scolastico di bambina diligente, si realizzavano in cascina dalla mia zia Isabella.

Quella cascina, nell’entroterra del Lago di Garda, rappresentava per me …..IL MONDO. Diciotto famiglie e un numero indefinito di bambini, scalzi, nemmeno tanto puliti che razzolavano nell’aia, nel cortile e nelle vigne adiacenti assieme a galline, cani, col pavone e le oche. Entravamo liberamente nelle stalle e assistevamo alla mungitura. I più grandicelli potevano assistere al parto degli animali, allo scopo di “dare una mano”. E L’esperienza si traduceva in una concreta educazione sessuale.

Ma stamattina, il mio pensiero è tornato al lettone della camera nuziale della zia Isabella. Quel lettone, che mi pareva immenso, troneggiava nella modesta camera dal pavimento scricchiolante di levigate assi di legno. La stanza, con piccole finestre ornate da tendine bianchissime e linde, era spoglia. Un lavabo, una sedia, un armadio piccolo a due sole ante e il lettone.

Candido, con cuscini rigonfi, con la pesante coperta di cotone bianco, realizzata dalla sognante zia Isabella che l’aveva portata in dote. Quattro materassi di pura lana soffice alzavano ulteriormente quel letto già imponente. Dopo un sommario lavaggio serale nel cortile della cascina, venivo presa in braccio dalla zia Isabella che mi buttava (letteralmente) al centro di quel letto sul quale non avrei potuto salire da sola, all’epoca.

Più avanti nel tempo avevo imparato a prendere la rincorsa per conquistare quella soffice montagna di nitido biancore. Le ruvide lenzuola tessute in casa , profumavano di lavanda , la zia dormiva al mio fianco e, nel dormiveglia, mi teneva la mano. Poi, il nulla beato, finché il canto del gallo annunciava il nuovo giorno.

Finite le scuole medie mi sono trovata a dover assolvere altri compiti. Ma questa è tutta un’altra storia.

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Questa mattina, i ricordi hanno trasformato in un dolce sorriso la smorfia di un dolore che non ho potuto evitare. La fitta alla schiena mentre mi chinavo per riassettare il mio lettuccio basso, ormai singolo mi ha costretto ad una sosta. Mi sono seduta per un breve intervallo e molte decine di anni del mio tempo sono spariti per riportarmi alla fanciullezza e alle mie indimenticabili vacanze in quella vastissima casa tra i canneti. Lo Scharm el Scheik del tempo di guerra.

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martedì 2 febbraio 2010

La logica della statistica.

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la statistica ti dice che con la testa nel forno

e le chiappe nel congelatore, mediamente stai bene !

Lucignolo

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