martedì 30 giugno 2009

Diario di una calda mattina di giugno.

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Che resti tra noi, ma ieri che mattinata ragazzi !

Mi sono svegliata tardi e dopo la doccia ho sentito uno strano friccicorino. Era voglia di vita e desiderio di inventarmi la giornata. Una spalmatina di profumata crema per il corpo, due gocce di profumo sui lobi e capelli al vento (anzi il vento se ne è portati via un po'. Li trovo dappertutto!) e finalmente....vestizione!

Intenzionata a regalarmi un po’ di felicità ignoro con spavalderia il responso della bilancia: 65 chili ( cinque di più della passata stagione). La prima gonna a pois bleu si è arenata all'altezza cosce e non ha voluto salire fino al giro vita. Poco male ! Vado sul bianco/nero di un'altro ensemble molto chic che supera gloriosamente i fianchi, ma ....si scuce quasi del tutto a retro. Ma non demordo.

Afferro un abitino intero, che mi scivolava sul corpo lasciando soltanto intravedere le delizie celate; tutto aperto con graziosi bottoncini, ma stavolta le asole non riescono a raggiungere i bottoni. Inutile insistere e intanto... si è fatto quasi mezzogiorno.

Sudata e avvilita decido di saltare il pasto. Poi penso che un filettino al limone, con una patatina all’olio, mi tirerebbe su di morale e procedo. Infatti riprendo coraggio e mi preparo anche mezza scatola di gelato (ottima stracciatella). Aspetto che si commuova, sciogliendosi e raccolgo le sue lacrime col cucchiaino che porto voluttuosamente alle labbra. Bon !!

La vita riserva ancora qualche piacere, diciamocelo !E poi ci sarà qualcuno tra di voi che mi spronerà a sdrammatizzare, se mai ce ne fosse bisogno. E, magari...troverà anche il coraggio di dirmi che 65 kg. spalmati sui miei 160 centimetri di statura rendono soltanto più burroso l'insieme!

Ciao ragazzi. In fondo, ci vogliono ben altri motivi per rattristare un giorno di sole come questo!

Giusto ?
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domenica 28 giugno 2009

Quando è arrivato il telefono !

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Nelle casette scomode di cento metri appena,
gli "alloggi popolari"della ricotruzione
pittati a calce e temperacome si usava allora,
nero, pesante, lucido,affittato dalla SET,
entrava il mostro magico della “modernità”.
Un bene preziosissimo mai visto fin allora,
se non nei consolati,in guerra o nelle regge.
Ora era dato a tutti, pagando un tanto all’ora,
di alzare il corno magico e parlare con in mondo!
“Pronto!” e ti sentivi il padrone del vapore.
il re dell’universo,in casa del tuo amore.
“Vorrei parlar, se posso, con la sua signorina,
sono un suo conoscente compagno di liceo,
ed il mio nome è Marco”.“Non c’è alcun problema!
”diceva il padre affabile (però con quel vocione
da far tremar le gambe) “che gliela chiamo subito!
però siate solleciti, che qui la linea, serve”
(voleva dire “costa”, però discretamente).
E allor quel bacio rapido,quel “t’amo” detto in breve
nel soffio d’un sospiro valeva quanto il sogno d’una nottata intera.
Lucio Musto 6 agosto 2008
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sabato 27 giugno 2009

Il tuo cane.

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Se vivi solo
ad ogni rientro, lo scodinzolare festoso del tuo cane,
ti ricorda che NON SEI SOLO, ma LIBERO

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giovedì 25 giugno 2009

Ma io, che parlo a fa' ?

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Ma io, che parlo a fa'?
Me lo chiedo perché tu sei come una diga alla quale apron la chiusa.
Gorgogliante e in piena, sfoci con tutta l'energia a lungo trattenuta
e vai e vai e vai, portando con te - rivitalizzati - tutti i tuoi sogni.

Ma io, che parlo a fa'?
Vorrei dirti di centellinare la gioia, ma tu non sentiresti!
Vorrei dirti di invitare la cautela ai tuoi gioiosi fasti. Ma tu non lo farai.
Vorrei spargere sulle ardenti brace, quanto basta di cenere,
affinché il calore duri a lungo. Ma tu adori la fiamma.

Ma io, che parlo a fa'?
Vorrei parole scritte con maggior semplicità
vorrei che la delusione non ti potesse troppo in fretta intristire.
Ma ci vuole troppo coraggio a smorzare un entusiasmo
capace di dar vita ad agonizzanti aspettative.

Ma noi - siamo sedute di fronte.
Tu, così come sei e io, così come sono. Leali e sincere.

Hai tutto il mio affetto, tu mi conosci e io so di te
Resto al tuo fianco e assisto al tuo divenire.

Ma io, che parlo a fa'.

martedì 23 giugno 2009

Lettera a un'amica.

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Bresciaoggi del 23 giugno 2009- il contributo.
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Abbiamo tutti una persona, più o meno vicina, alla quale vorremmo scrivere una lettera come quella che segue. Io l’ho fatto, quasi con amore.
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Mi rammarico davvero quando mi scopro intollerante verso la teoria del lamento. E mi riferisco a quella lamentosità colpevole che impedisce di apprezzare privilegi che non devono essere ignorati.
E così ho reagito male. Ma tu hai l’hai provocata la mia reazione con quel tuo enfatico sproloquio sulla tua perdita di memoria, sui dolori cronici che sono corredo dell’età. Perché non solo te ne lamenti, ma ne fai la drammatica componente delle tue giornate. Ecco perché vorrei esortarti ad esaminare la tua condizione con obiettività : situazione economica nella norma, stato di salute (che pur presentando disagi compatibili con l’età) può considerarsi accettabile e contesto affettivo appagante. Certamente i figli vivono la loro vita com’è nel loro diritto, però non hai motivo di preoccuparti per loro o per la loro salute (ed è già molto). Sei intelligente ed è perciò che la mia ribellione di fronte alla tua visione catastrofica del vivere si è manifestata.


Ma come ? Hai un’età rispettabile quindi le aspettative di efficienza dovrebbero ridimensionarsi e - accertato che i tuoi inconvenienti sono tutti riconducibili alla nomale usura - vanno accettati cercando di sdrammatizzare. Aiuta, sai!Ciò che di negativo ci disturba non deve ossessionare fino a tradursi in abituale lagnanza e dico abituale perché ho avuto occasione di incontrarti frequentemente e sempre la lamentela affiorava con connotazioni preoccupanti. E’ doveroso, a mio avviso, ricordare che la nostra situazione è privilegiata! Quante sono le persone che superati i settanta, settantacinque anni si ritrovano sempre con piacere in occasioni che attestano affetto e simpatia? Quante sanno di poter tornare nelle loro confortevoli case dove il confort materiale è tangibilmente presente? Quante persone possono affrontare serenamente costi di una gestione normale ? Ma insomma vogliamo renderci conto dei nostri privilegi e comportarci conseguentemente? Cosa aspettiamo a capire che accettare le negatività che l’età impone deve essere considerato un dovere?


Che diritto abbiamo di considerarci diversi da chi soffre, da chi vive quotidianamente il disagio di un reddito insufficiente, da chi non ha nessuno a cui rivolgersi, da chi non ha più amici? Gli acciacchi ci sono, la perdita di memoria c’è, i dolori ci danno poco respiro, ma abbiamo ancora la possibilità e la voglia di reagire. Ci ritroviamo sempre con piacere e ci vogliamo bene! E allora? Sorridiamo delle nostre piccole deficienze e guardiamo riconoscenti ai nostri trascorsi, a ciò che abbiamo fatto di buono ripromettendoci di fare ancora e sempre il possibile per non dimenticare che sta peggio di noi.Concludiamola il più tardi possibile, la nostra vita, affrontandola ogni giorno dignitosamente. Otterremo maggiore ascolto lasciando affiorare la piacevolezza del dialogare e se soffocare la voglia di lamentarci risulta difficile, consideriamo che rovesciare sugli altri il fardello delle nostre pene non ce le toglie di mezzo. E allora?


Cara amica, nella mia reazione c’è senz’altro un po’ di insofferenza, ma c’è soprattutto il desiderio di cercare sempre la parte rosa del panorama. Perché aiuta, aiuta davvero. E voglio un’attenuante anche per la mia insofferenza ai lamenti quando sono monotoni e ripetuti. Pensi davvero che il mio sorriso rispecchi una privilegiata situazione nella salute, o sotto il profilo economico e anche in quello affettivo? Siamo concrete: c’è un bel fardello che attende tutti e nessuno ne è esentato. Cosa facciamo? Ne parliamo continuamente? Parliamo solo di questo? Per favore, dimentichiamoci un po’ di noi.

Per favore! Parliamo d’altro!
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lunedì 22 giugno 2009

Pensiero del giorno,

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Una volta un cane stava per essere eletto il più intelligente
degli animali, ma poi si scopri che si fidava degli uomini e
......... perse la candidatura !
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sabato 20 giugno 2009

Scene di ricorrente disumanità.

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Il 18 giugno u.s. il quotidiano La Stampa nella persona del suo Direttore Mario Calabresi, commentava la vicenda del musicista rom ammazzato davanti ai passanti nella metro napoletana affermando, tra l’altro :"Penso che certi comportamenti terribili facciano parte della natura umana da sempre.”

Nel testo riportava inoltre l’affermazione dello psicologo Piero Bocchiaro che ammette di «provare amarezza ma nessuna sorpresa».

I due concetti confermano che l’umanità – dalle caverne ai giorni nostri – non è mutata. Migliorano o peggiorano alcuni aspetti del vivere, ma Caino e Abele troneggiano sullo sfondo.

Questo va detto in via preliminare e in subordine, ma non tanto, vorrei però collocare - comunque e sempre - la speranza perché sono convinta che, fino a quando personaggi come Madre Teresa e Martin Luther King si affacceranno alla ribalta del mondo......
la speranza è d’obbligo.

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P.S. Ricordiamo sempre che c'è - ed è innegabile - una parte splendida dell'umanità che non deve essere ignorata.
Eroi silenziosi della quotidianità che rispendono quando le emergenze si palesano oppure, nel silenzio e nell'ombra, operano e confortano.
Sarebbe irriconoscente volerli ignorare. Sono loro che consentono la continuità di un mondo disastrato e splendido.

Sono loro, la nostra speranza.

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giovedì 18 giugno 2009

L'amore è coraggioso.

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Il cammino attraverso la foresta non spaventa
se si ama la persona che si va a trovare.
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martedì 16 giugno 2009

Ma l'amore, no !

Pubblicato da http.www.la mescolanza.com di Cesare Lanza
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La così detta “buona stagione” è cominciata, le giornate si sono allungate e le serate sono calde e dolcissime. Perché non inserire, anche qui un soffio briosa lievità? Io ci provo e vi affido le mie sensazioni.
Oggi, h. 15, un libro di poesie, qualche foglio gelosamente conservato, una lettera, tutto posato sulla scrivania, mentre le mie dita scorrono lievi sulla tastiera del computer. Tutto parla d’amore e dimostra ancora una volta che –fortunatamente - niente apporterà varianti al più alto, gratificante, tormentoso, paradisiaco sentimento che si chiama amore.
Tutto cambia, nel bene e nel male, "ma l'amore, NO!" E ne parlo perché è giusto farlo. Perché è la parte migliore di noi e non vorrei limitarlo all’amore di coppia. L’amore è quello universale, immenso che si innalza superbo, altero, invincibile tra gli eventi del passato e quelli del vivere attuale.
Che il dipanarsi delle stagioni non riesca a scalfirlo o deteriorarlo è evento degno di nota. Dopo aver vissuto e amato, ascoltato figli, e nipoti e palpitato con loro e ascoltando i turbamenti dei giovani e dei meno giovani prendo atto con gioia che le mode passano, mutano i comportamenti, si evolvono o si involvono talune situazioni ma, inamovibile, rimane
“amor che move 'l sol e anche le stelle”.
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domenica 14 giugno 2009

Maschio collaborativo.

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Qualche secondo dopo essere rimasto a guardare la lavatrice, grida:
"Quale ciclo utilizzo per la lavatrice?'"

" Dipende, gli rispondo, cosa c'è scritto sulla maglietta?"

E lui sempre gridando mi risponde: "INTER" :-)
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sabato 13 giugno 2009

Cosa c'entra la vanità ?

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Nel corso di un piacevole rapporto epistolare, un amico esternava il suo compiacimento per i miei positivi commenti nei suoi confronti, affermando che (cito testualmente) : “tra i miei difetti c’è anche un bel po’ di vanità”.

Il peccato, chiaramente veniale, ha stimolato il mio desiderio di analisi supportato dal desiderio di fare chiarezza in un ambito nel quale c’é anche spazio per l’ autocritica.

Se ci sono realistici valori di fondo, il termine vanità non è pertinente perché é doveroso distinguere tra vanità e coscienza del proprio valore, e l’essere coscienti di una qualche bella prerogativa che ci riguarda è – a mio avviso – un ulteriore valore.

Che poi un favorevole riconoscimento rechi gioia e appagamento, é naturale conseguenza legata alla sensibilità individuale.

Per quanto attiene a quella sottile, impalpabile voglia di luce che spinge ad affacciarsi alla ribalta (quando non è arido protagonismo) vi si può ravvisare il desiderio di scansare la banalità...il mediocre . Traguardo questo che è spesso pagato a caro prezzo in moneta di impegno, dedizione, sacrificio, rare gratificazioni e...meschina invidia.

Inoltre, mentre la vanità é sterile, una giusta dose di ambizione è sempre indispensabile per produrre.
Questo é ciò che l’attenta analisi ha lasciato affiorare. Sbaglio ?
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giovedì 11 giugno 2009

Martin Luther King.

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Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,
a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato
l'arte di vivere come fratelli.

Martin Luther King
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martedì 9 giugno 2009

Non voglio mica la...luna !

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Vorrei parlare di un malessere generalizzato che posso esternare ricordando le parole di una vecchia canzone in voga anni fa. ""Sei cattivo ? E ti tirano le pietre! Se sei buono, ti tirano le pietre ! "" Mi pare, ricordandola, che l’abitudine “di dare addosso” “ di entrare nel gregge, di partecipare prima ancora di approfondire e di scegliere, sia preponderante nella nostra società.

Un esempio ?
In prossimità di un raggruppamento di giovani accalorati e urlanti, arriva correndo un ragazzo che dà immediatamente il suo contributo agli schiamazzi e poi chiede ad un coetaneo “Cos’è? Una manifestazione o uno sciopero ? ”.

Squallidina la cosa, anche se accompagnata dall’invito a non generalizzare. Però, se la collochiamo nello spazio dei mugugni ci accorgiamo che è vera, Uno o due dissentono e altri si uniscono al coro, prima ancora di considerare il rovescio che appartiene ad ogni medaglia.

Perché il tono pacato non paga? Perché è dilagante in ogni ambito, la prevaricazione, il tono alto?. Nei dibattiti televisivi, il parlarsi sopra, il blaterare contemporaneamente è diventato comportamento normale.

Ci siamo dimenticati che “se urli ti farai sentire, mentre se parli ti farai ascoltare ?” Cos’è ? Maleducazione, insicurezza, mancanza di padronanza ? O addirittura l’astioso intento di non lasciare all’altro la possibilità di spiegare ?

Quale che sia la risposta, resta allo spettatore il senso profondo dell’ impotente amarezza. E. al pensiero che tutto questo nelle giovani menti può fungere da subdolo, corrosivo esempio, l’amarezza si trasforma in sorda ribellione e vien voglia di ricordare ai protagonisti che il loro comportamento sarebbe riprovevole anche se adottato nel bar sottocasa.

Figuriamoci davanti ad una platea di utenti che vorrebbero essere rispettati nel loro ruolo di ascoltatori.
Provo a concludere con un altro ritornello ?

“Non voglio mica...la luna ...”

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domenica 7 giugno 2009

William Faulkner.

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Non preoccuparti solo di essere migliore
dei tuoi contemporanei o dei tuoi predecessori.

Cerca solo di essere migliore di te stesso.

William Faulkner
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sabato 6 giugno 2009

Caro papà in attesa.

Bresciaoggi - lo spazio dei lettori - 11 giugno 2009
Libero ...........................................12 giugno 2009
Giornale di Brescia........................ 15 giugno 2009
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Mi può parlare della gravidanza ? Me lo chiede un uomo con uno sguardo attento e pieno d’amore. Vuole sapere cosa prova la mamma in attesa per condividere le sensazioni di sua moglie che aspetta il loro primo figlio.Dovrebbe essere facile, ma non lo è.

La prima gravidanza ha come componente anche l’inquietudine. Talvolta anche un po’ di paura. In seguito alcuni veli cadono e ci si preoccupa più di quel seme, che di sé.

Frugo tra sensazioni sopite e rivivo gli attimi di quell’attesa lunga nove mesi. Ne seguo l’evoluzione e la costante metamorfosi che si sviluppa dentro di me. I pensieri si spintonano, mulinellano e sono dolcemente preoccupati che a “quel cosino” non accada nulla di spiacevole.Sarà come il suo papà, avrà i miei occhi, maschio, femmina ...fino a quando la prima ecografia illumina angoli bui.

Maschio ! Femmina! Cosa importa, la parola attesissima è “SANO ! “

Ed a quel punto insieme, attentamente si pensa al nome ci si lavora su a lungo, ma non si tiene conto che ormai l’assillo del giovani. è la brevità, la sintesi, il risparmio di tempo. In concreto poi, Emanuela diventerà... Manu! Sabina, diventerà...Sabi , Maria Giovanna sarà Marigiò e così via.

Si salverà Aldo, Marco, Mauro, ma soccomberà clamorosamente Gian Luigi che diverrà Giangi, ma andrà bene lo stesso.

Caro neo-papà non sarò esauriente, ma so che molto capirai guardando tua moglie che accarezza il suo grembo con amorosa delicatezza, o quando lei ti annuncerà: “si muove!”.

Se però vuoi fare qualcosa di utile, quando il suo corpo sarà molto cambiato, sussurrale ogni tanto “ Sei bellissima!”.

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giovedì 4 giugno 2009

a proposito di compleanni !

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Gli anni arrugano la pelle,
ma la vita senza entusiasmi raggrinza l’anima.
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4 giugno.

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Oggi è un giorno speciale per me e per renderlo luminoso e bello, brindo con voi all'amicizia !

Brindo con gli amici antichi e nuovi,
con quelli che vedo tutti i giorni e quelli che vedo di rado,
quelli che mi scrivono e quelli che vorrebbero farlo,
ma se ne dimenticano,
quelli importanti per il mondo
e quelli semplici, importanti per me,
quelli che mi sono rimasti accanto
e quelli che mi hanno solo sfiorato,
quelli che riconosco per strada e quelli virtuali
che non riconoscerei , ma che conosco.


Oggi, è il mio compleanno e io ....vi cerco.
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martedì 2 giugno 2009

Charles Bukowski.

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La gente è il più grande spettacolo del mondo.
E non si paga il biglietto.
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