mercoledì 2 aprile 2008

Rincorrendo il successo !

Se ne parlava tra donne, con leggerezza, mentre si insinuavano battute, punzecchiature, provocazioni…. Di successo si parlava, di quanto appaga, di quanto stritola durante il percorso, di cosa rimane quando l’ombra torna a rinfrescare il cammino.

Ad un tratto si avverte sospesa nell’aria l’amarezza che impregna una frase che giunge lapidaria, nonostante il tono sommesso. A pronunciarla è una giovane moglie che dichiara di non voler partecipare ad una ulteriore, recente ascesa imprenditoriale del marito. “Lo vuoi punire?” chiedo. “Assolutamente no! Lo amo e rispetto anche questa sua scelta, ma questa volta dovrà gestirla da solo. Forse lo ha sempre fatto, ma finora, io ho creduto di offrirgli consapevolmente le mie rinunce di donna.

Adesso so che a queste rinunce lui non è interessato. Non le ha considerate nella parte negativa del bilancio. Anche in questo ultimo caso, non le ha ritenute importanti….non lo coinvolgono…non gli peseranno. Vedere scorrere gli anni, i miei anni, senza di lui che sarà presente nella mia vita e in quella dei suoi figli solo perché io sarò la cronista diligente e fedele degli eventi…non lo rattrista, non è intimamente interessato. Forse, senza saperlo, non ci ama. O ci ama in un modo sbagliato, ingeneroso, marginale.” Parole gravi, incisive, consapevoli, amare.

L’atmosfera è mutata e ognuna di noi è in attesa che il disagio si diradi quando l’ingresso di una nuova, inattesa presenza ci toglie tutte dall’imbarazzo. Ma il pensiero rimane e più tardi, rimasta sola, sento riaffiorare sensazioni soffocate, perplessità non espresse. Rivedo una situazione che aveva tutti i presupposti per una riuscita soddisfacente, una coppia come tante che senza scosse palesi ha contribuito alla costruzione di un solido edificio economico e – apparentemente – anche affettivo. Un uomo stimabile, totalmente impegnato in una carriera giunta ai vertici, inesausto nell’assumersi responsabilità e una moglie e madre di consistente spessore che ha certamente avvertito qualche crepa, formatasi nel corso di vacanze solitarie, di pasti riscaldati in attesa di un rientro che si sposta nel vuoto di serate solitarie.

Colloqui rinviati, baci affrettati, ribellioni soffocate nel silenzio, sacrifici sostenuti in attesa di un traguardo che restituisca spazio a valori più veri. Invece, improvvisa la scoperta: l’assunzione di una nuova responsabilità fuori casa palesa che l’ambizione non prevede traguardi conclusivi, non ci saranno pause per ritrovarsi. Così, mentre l’ingranaggio che sospinge verso il potere continua l’impietoso logorio silenziosamente intrapreso, é esploso il dolore manifestato oggi nelle parole di una splendida moglie… che ha smesso di sperare.

Personalmente mi sento spronata a rivalutare, ancora una volta, il mio convincimento sull’efficacia della pausa. Quella che esorta a ricollocarsi davanti alla scala dei valori per ricordare quali sono veramente prioritari. E’ vero che ognuno stabilisce in proposito una personale graduatoria, ma è altrettanto vero che salute, copia, lavoro, sono – in questo ordine – basilari. Vale la pena di pensarci in tempo per evitare di esercitare, qualche volta inconsapevolmente, la più subdola forma di crudeltà: l’indifferenza. r.m.
---------------------------------------------
da Passeggiando nella vita ed.2005 -

12 commenti:

digito ergo sum ha detto...

Gli uomini e le donne NON sono uguali. Voi siete avanti. Anni luce. Noi seguiamo con la lingua fuori. Alcuni ammirati, altri stizziti dalla vostra superiorità.

Un uomo può solo intuire le necessità femminili. Voi, dal canto vostro, dovreste scendere al nostro livello per aiutarci.

Vi abbraccio. Tutte.

Renata ha detto...

Gentile "Digito". Certo che non siamo uguali, ma nemmeno superiori l'uno all'altro. Diversi, questo si, ma complementari. Noi ragazze abbiamo bisogno di voi maschietti. Sempre. Tutto di noi reclama la vostra attenzione il vostro affetto la vostra considerazione.Noi donne non dobbiamo scendere, dobbiamo solo cercare di restare al vostro fianco. La parolima magica e "ASSIEME". Io credo. Bacio.

Lara ha detto...

Un'analisi molto penetrante hai postato, Renata.

Hai toccato punti che da sempre sono attuali: fino a che livello una donna può aiutare il suo compagno, senza che il suo aiuto diventi scontato?
Fino a che punto un uomo può anteporre alla compagna, ai figli, la sua carriera?

E come coltivare se stessi e chi ci è vicino per non arrivare a quel fondo pieno di ghiaccio che è l'indifferenza?

Grazie Renata.

Renata ha detto...

Dama mia cara! Una tua domanda colpisce al centro il problema:
"Cosa può fare una donna affinché il suo aiuto (assieme alla sua efficienza e alla sua molteplicità) non sia ritenuto scontato?" La risposta (se c'è) configura l'equilibrio. Cosa disturba DAVVERO la donna? La scarsa considerazione! Un'amica che palesava il suo sfinimento dopo una giornata "pesante" come casalinga, si è sentita rispondere (da un ometto) "Che colpa ne ho io, se sei nata donna". E questa è una sintesi, spinta all'eccesso ,ma.........Se questo tipo di squallore( sotto forma diversa, ma identica nella sostanza) si insinua in una coppia...la coppia non c'é più. Io credo.

aeo ha detto...

Condivido al 100%.
Ma c'è anche, credo, la questione del capire. Non nel senso di quanto aiuto il partner può dare, bensì di capire quanto l'altro partner stia aiutando, sacrificandosi, rinunciando, cedendo.
wow forse ce l'ho fatta a are una riflessione profonda... forse però
:D

Lucignolo ha detto...

Quando è che uno perde l'occasione per parlare ?

Possibile che,
che sia nella coppia,
o da osservatori esterni,
dobbiamo aspettar un grido d'aiuto per parlar del disagio che già era nell'aria, che amici siamo ?

E dopo il grido,
attoniti ancora esitiamo,
scordando il gesto elementare del porger un'ascolto sincero e pronto.

Cosa ci allontana così dai nostri simili ?

Forse la stessa che allontana i coniugi o compagni che di ora in ora, di giorno in giorno, lascian scivolare fra le loro dita la sabbia di quel castello costruito quando si era in Due, quando lo "scambio" era fitto, fitto, quando la voglia di capire era il pane quotidiano...

E con noi stessi ?
Ci parliamo ancora ?
O siamo così pigri da gridare aiuto solo quando soffocati ?

E' un mondo difficile, per tutti.

Al bando il quieto viver, verità ad ogni costo, costantemente, per non trovarsi con uno/a sconosciuto/a, un giorno... un giorno qualsiasi.

(come quelli lasciati scorrer)

ByBy

Renata ha detto...

Caro Angelo, certo che ce l'hai fatta! Ma la parola chiave per l'uomo è "aiutando" (materialmente e moralmente) perché le altre tre "sacrificandosi, rinunciando, cedendo" si configurano alla pari. Non credi? Per quel poco che so di te direi che sei tra i migliori (almeno in quest'ultimo periodo!) Dimmi che non sbaglio.
-----------------------------------
Dama Verde - il tuo secondo interrogativo mi ha impegmato molto."Fino a che punto un uomo può anteporre alla compagna, ai figli, la sua carriera?"
Lo deve decidere l'uomo in base alla sua scala dei valori. (es. per me è : salute - coppia - lavoro - Incorporando la famiglia, nella parola Coppia". Io credo.

Renata ha detto...

Lucignolo !!!! Sono piacevolmente stupita dal tuo prorompere di grandi, ma spesso ignorate verità. Mantenere vivo SEMPRE il parlarsi FITTO FITTO. non aspettare l'acqua alla gola, ma appena senti un po' di umidità ai piedi, parla, lascia che ti porga (l'altro) l'asciugamano. Unica malaugurata ipotesi sta nel fatto che l'altro "non senta" "sia distratto " o addirittura "altrove". Capita sai!. E magari, quando chi aspetta invano l'asciugamano...ama ancora!

Lucignolo ha detto...

Urla più forte !
Urla prima dell'umido !
E' abbastanza grande questo amore per farsi maltrattare ?
Se l'altro non ascolta, a parer mio sei già oltre.
Se scegli l'amore incondizionato, non gridare " Aiuto ! ". (questa è una provocazione non lo penso veramente )
Eppure son convinto che ci si accorge dell'allontanarsi lentamente; ma nessuna strategia attuata, ne ho viste di coppie e di amici.
Quale alibi avranno avuto ?
L'amavo troppo per ferirlo ?

Saluti da un miscredente.

jasmine ha detto...

ciao renata!
Approdo anche io nel tuo mondo e decido di scriverti.
E' da un pò che passo da qui senza lasciare traccia alcuna.
Questa sera mi sono decisa!
Ho letto i tuoi ultimi post e mi sono lasciata trascinare dale tue parole.
Leggerti mi ha trasmesso una sensazione di pace interiore.
Ed è incredibile come ad ogni dubbio o domanda che ho letto nei commenti tu sia riuscita a dare la risposta giusta....
penso proprio che tornerò spesso!
ciao e buona serata!
anna

Renata ha detto...

A Lucignolo - Ho sempre pensato che se urli, ti fai sentire ma, se parli ...ti fai ascoltare. Quindi, da subito,parlare fitto fitto. Penso anche che quando si arriva a urlare, la partita è al finale. Ma forse sbaglio. Chi sa ?
----------------------------------- Anna, sei la benvenuta !E ti prego, torna quando vuoi e fatti sentire. Buona nanna anche a te e grazie.

JANAS ha detto...

a Renata...è una vita che a lucignolo gli dico la stessa cosa!!! (mi riferisco a non farsi prendere troppo dalla "veemenza" nel parlare!)