domenica 20 aprile 2008

Gioie e dolori del vivere a lungo

Ho recentemente sentito definire la vecchiaia "capolinea" "traguardo" inarrestabile degrado" e - pur nel rispetto del malessere evidenziato dall'uso di aggettivi tanto deprimenti - mi concedo la libertà di discutere un po' sul tema perché ritengo che il pianeta anziani possa essere esaminato anche in un'ottica meno pessimistica.

Il vivere a lungo è, in fondo, realtà relativamente nuova e bisogna imparare ad affrontarla. È una conquista che stiamo tentando di gestire al meglio per riservarle un più consapevole spazio. Chi ha il privilegio di raggiungere questa stagione della vita, sa bene che la serenità è conquista difficile anche perché, quando crediamo di averla raggiunta, ci accorgiamo che è discontinua.

Senza preavviso, improvvisamente ci abbandona, la fatica del vivere si fa sentire e convivere con gli inevitabili acciacchi è compito gravoso. Del resto qualsiasi fase della vita pone problemi: l'adolescenza (acne giovanile compreso) ha i suoi problemi; la maturità ne prospetta altri; la cosiddetta mezza età non risparmia momenti di crisi.

Forse noi, le nuove pantere grigie, possiamo aiutarci (so che è difficile) cercando di sorridere di noi stessi, delle nostre disattenzioni, dei vuoti di memoria, della nostra agilità sparita, dei pisolini improvvisi, delle nostre insicurezze. Sorridere di sé e agli altri è sempre valida terapia, non essere curiosi ma, interessati a tutto e a tutti.

Nel raggiungere quella che ho chiamato "primavera della vecchiaia" ho fatto delle riflessioni. Ad esempio: "noi donne passiamo metà della vita a cercare l'amore, e l'altra metà a cercare gli occhiali". E ancora: "Una volta partivo per le vacanze con la valigia piena di sogni; adesso è piena di medicine". Al ritrovarci di allora ci mostravamo foto piene di sorrisi. Adesso confrontiamo le radiografie.

Quello che conta è ritrovare gli occhiali e servirsi delle medicine. Accettare gli inevitabili cambiamenti e non permettere che la perdita di vigore inacidisca il cuore, anche questa è terapia. Sedersi in panchina anche soltanto per assistere ai giochi, anche questa è terapia

Sono certa che con un po' di disponibilità e con un certo quotidiano allenamento impareremo. In attesa cancelliamo dal nostro vocabolario la parola "ormai" e, anche, la malinconica frase "ai miei tempi".

Quest'ultima può essere sostituita con la più serena " quand'ero più giovane" perché i miei tempi sono indubbiamente anche questi, gli attuali, i nostri!

Forza ragazzi! Cogliamo i fiori di questa nostra diversa primavera e...attenti alla schiena !
r.m.

12 commenti:

Lucignolo ha detto...

Giorno Buono !

Sensazione: la gioia dell'aver scollinato, ancora tempo, di più !

Fra le stagioni della vita non ce ne è una in cui si impara ed una in cui si insegna, siamo tutti "lavoratori in progressione", siamo vecchi se pensiamo di aver già finito di costruire !

Spaventa che alcuni dei quarantenni di oggi si sentono ancora "ragazzi" ed hanno l'arroganza di comportarsi come tali, togliendo spazi ai veri giovani, quando mai prenderanno la responsabilità ?

Dimmi tali atteggiamenti erano anche dei tuoi 40 anni, ho è tipico di questi tempi ? Temo pensando alla vecchiaia di questi 40enni.

Commento faceto:
Quando ai scritto dei problemi da giovani mi è venuto in mente che in un'estate dei miei 17 anni, nel classico "far niente" sul lungomare di sera ci prendevamo in giro dicendo
"che problemi hai ?
i brufoli ?
i capelli grassi ?
nooo !
è che non scopamo mai ! "
Ironia dunque ad ogni età è la medicina giusta (oltre quelle vere, mi dicono) per aiutarci nelle difficoltà.

Buongi Buongi

Renata ha detto...

Lucignolo : Niente di nuovo sotto il sole! Da secoli! Cambiano i mezzi, gli strumenti, i giocattoli (che diventano sempre più pericolosi). Gli individui hanno fatto solo conquista materiali ma, i cervelli, sono allo stesso livello DA SEMPRE ! Io credo.Bella la finale "è che non scopiamo mai!"
Nel concreto, nei secoli Sempre la stessa ricorrente, viscerale necessità. Credimi! Mi ritrovo a dire e pensare cose che dieceva e pensava mio padre. Sintomatico, no ?

Anonimo ha detto...

Cara Renata,nonnostante non sia un giovincello ,nonostante le batoste ai miei ideali,mi trovo in una strana dimensione.mi piange il cuore nel vedere i giovani sempre precari..senza nessuno che li difende.

Lara ha detto...

Oggi mi è capitato di pensare a Marcello Mastroianni ricordando alcune sue frasi che mi hanno sempre affascinato. Te ne riporto una qui Renata.
"Secondo Proust i paradisi migliori sono i paradisi perduti. Forse uno smette veramente di essere giovane quando riesce solo a rimpiangere, ad amare solo i paradisi perduti."

Buona giornata, sei sempre perfetta nel delineare le situazioni!

Renata ha detto...

@ Holden -Che amarezza nelle tue parole e soprattutto...nel loro significato. Però la mia adolescenza in piena guerra non mi ricorda panorami più confortanti. Qui c'è il precariato - allora c'erano le bombe e la morta dietro l'angolo. Eppure..... Quindi non abbandoniamo la voglia di lottare per i nostri ideali. Buona domenica
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@ Dama !Magnifica la frase di Mastroianni! Toglierei soltanto la parola " FORSE " Guardare avanti ! Lo faccio ancora anch'io che ho il mio futuro (come è gia stato detto)alle mie spalle ma, il vostro, quello dei nostri ragazzi, dei miei nipoti e pronipoti...è molto caro al mio cuore. buona domenica, cara Dama.

Luigina ha detto...

Una splendida lezione di vita Renata, condita con una sana autoironia. Spero di saper invecchiare come te.Buona domenica

Gianna ha detto...

Sei simpatica e ironica!Non invecchierai mai!
Complimenti

Renata ha detto...

Luigina! Complimenti per la foto. Grazie per l'attenzione e....buona serata.
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Stella, grazie. Sapessi come mi piace il tuo consiglio ! ! Io mi impegno: promesso!

Gianna ha detto...

Ciao Renata,
guarda che le promesse si mantengono ! Evviva l'ottimismo per noi.
Frequento l'unitre e sono stata piacevolmente colpita di vedere tanti "giovani " anziani partecipare attivamente alle lezioni. Questo mi ha rallegrata molto, perchè provenivo da un'altra realtà triste, conosciuta in una casa di riposo.
Un docente ha affermato : Io non ho paura della morte, ma della vecchiaia. Sono pienamente d'accordo con lui, perciò cara Renata godiamoci quest'altra bella stagione della vita.

Fernando pannone Pessoa ha detto...

Rientri nel mio modo di vedere e giudicare. coomplimenti per quello che scrivi.da Tony Pannone.

salvo ha detto...

Ciao Renata, pure io non sono più un giovanotto e miei 73 anni li porto abbastanza bene.
Io sono convinto che il benessere mentale della nostra matura età, deriva dal fatto che riflettiamo molto sui fatti della vita e quindi facciamo una ginastica mentale che malgrado il corpo è vecchio, la nostra mente diventa sempre più giovane, più giovane di tanti giovani di età. da i tuoi scritti penso che se tu ti guardi indietro, riesci a vedere il futuro e non è cosa da poco.
un affettuoso abbraccio
Salvo

Renata ha detto...

Scusate il ritardo.Ieri sera ho fatto bisboccia ! (;-)))
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Ciao Stella, al docente che afferma "non ho paura della morte, ma della vecchiaia" aggiungo un mio pensiero "non ho paura della vecchiaia ma della sofferenza" La vecchiaia è un chiaro privilegio al quale molti hanno dovuto rinunciare.Meglio accogliera come tale. Un abbraccio.
-----------------------------------A Tony pannone il mio gioiso benvenuto. Grazie per la condivisione. Che ne dici di un abbraccio ?
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A Salvo, giovane gagliardo di 73 vigorosi anni due baciotti festosi. Hai ragione! E aggiungo che guardare al futuro è sempre ottima terapia. Poco importa se non mi riguarda! Il futuro ESISTE !