giovedì 8 ottobre 2015

Dopo la paura.

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Al risveglio, i sorriso ha un’intensità difficile da descrivere. Lo sguardo accarezza, grato, ogni dettaglio, valorizzandolo. Sfiora i mobili, quel ritratto, quell’oggetto che porta dolcemente alla ribalta un ricordo. Mi colpevolizzo e subito mi assolvo per la naturale, trascorsa superficialità del vivere che ha connotato il mio percorso. Mi assolvo perché so che è naturale corredo degli anni verdi. Mi assolvo perché ho rimediato, in questi successivi lunghi anni, con una consapevolezza intensa e radicata.
Già ero grata per questa mia vecchiaia, ma quest’ultimo richiamo alla provvisorietà, ha ulteriormente reso tangibile la gratitudine verso la vita che ha voluto, ancora una volta, essere generosa. Prendo a prestito le parole di una nota canzone per  iniziare il canto : “Gracias a la vida che mi ha dato tanto. Che  mi ha dato il riso, che mi ha dato il pianto, Così io distinguo la felicità dal rimpianto I due materiali che formano il mio canto”

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