giovedì 22 ottobre 2015

Amarcord

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La Casina delle Rose era un grande gazebo che si ergeva in un giardinetto in centro città sulle cui pareti in legno si arrampicava una marea di roselline rosse soffici e profumate. E, negli anni della mia primavera, alle 16 in punto di ogni giorno , si spandevano le note dell’allora famosa canzone “Parlami d’amore Mariù” che era la sigla di apertura di un’ orchestrina formata da tre elementi, (piano, violino e chitarra). Non c’erano altoparlanti e la musica conservava la sua carezzevole armonia che invitava a sognare. Lì si davano appuntamento i giovani dell’epoca per dedicarsi all’ascolto, per cercarsi con lo sguardo. L’atmosfera è rimasta ferma nella nicchia del tempo e pare improponibile ai giorno nostri e io me ne rammarico perché dubito fortemente che nelle chiassose discoteche ci sia spazio per i sogni. Anche se sono certa che i sogni albergano ancora intatti e prepotenti, nei cuori dei nostri ragazzi.
La Casina delle Rose è tornata stanotte, nitida nei miei sogni e ve la offro in visione, dipinta con le parole, mentre busso alla porta del vostro cuore per chiedere: “ Ho motivi sufficienti per rimpiangerla ? “.
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