martedì 1 luglio 2008

Voci dal passato e vecchi mestieri

Pubblicato dal Giornale di Brescia il 15 luglio 2008
a titolo di "Contributo dei lettori"

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All'ombra di un albero o in spiaggia, sotto l'ombrellone o nella quiete della vostra casa vi propongo la lettura di un breve racconto. Se vi annoio ditelo! Con garbo, ma...ditelo. Muchas gracias.Vi ho informato che sto sperimentando el lindo castellano ?
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La giovane donna camminava affrettatamente sul marciapiede gettando sguardi distratti verso le vetrine, quando un profumo invitante le carezzò le narici e inconsciamente sorrise. Lo stuzzicante effluvio annunciava che la sua meta era ormai prossima.

Si fermò ammirando la vetrina della bella forneria del centro dalla quale proveniva insinuante il profumo del pane, caldo e fragrante esposto, nelle forme più varie e - in grandi ceste - croissants, krapfen, biscotti caserecci, che invitavano a indulgere a veniali peccati di gola.

Entrò e la sorridente commessa le chiese: “Il solito?” “Si…ma vorrei anche una fetta di questo pane con i fichi, e anche di quello con l’uva”.

I due grossi pani, bene in vista sul grande bancone vennero presi, e mentre la commessa tagliava da ognuno una bella fetta, un chicco di uva sultanina si staccò da uno dei pani rimanendo in bilico sul bordo del bancone; la ragazza lo prese al volo e se lo mise in bocca guardando con aria
complice la cliente e allargò le braccia come per dire “Non avevo scelta!”.

Il pacco fu ritirato, pagato e la giovane uscì dal negozio. Guardò i rari passanti e a conclusione di un suo pensiero che classificava inelegante mangiucchiare per strada… fece spallucce e tolse dal pacco la fetta di pane, quella con l’uvetta, e camminando la gustò soddisfatta, a piccoli morsi.

Fatti pochi passi il profumo di caffè che usciva da un bar l’allettò con insistenza, ma decise che – per quel giorno – era già stata molto indulgente con se stessa e continuò la sua passeggiata .

Il suo passo agile la condusse nella via centrale dove si fermò ad osservare il tram che passava sferragliando sulle rotaie che si snodavano al centro della strada.

A breve distanza, un calessino attirò la sua attenzione perché il rubicondo conducente faticava un po’, tirando energicamente le briglie, a tenere a freno il cavallo.

La giovane si sentiva inspiegabilmente felice e assaporava l’atmosfera della bella giornata di sole cercando di cogliere, di ogni cosa, l’aspetto migliore sentendosi privilegiata per il solo fatto di appartenere a quella atmosfera che le sembrava stranamente irreale.

Il portone di una grande, bella casa era aperto e nel vasto cortile un materassaio era intento al suo lavoro : le mani abili ponevano sul ripiano di legno la lana arruffata e compatta mentre il piede muoveva ritmicamente un’asse chiodata, lievemente ricurva, posta a poca distanza dal piano di lavoro e restituiva la stessa lana divenuta soffice e più bianca che ricadeva in un capiente cesto.

Camminando si sorprese ad ascoltare divertita la voce di uno “strillone” che, per stimolare i pochi passanti ad acquistare i giornali , annunciava fortune e catastrofi con tonalità accattivanti e interruzioni argute: “Donna trovata nuda nel letto …del fiume!” stava urlando in quel momento cercando di sovrastare la voce sonora di uno straccivendolo che invitava le massaie a cedergli, ovviamente per pochi spiccioli, ciò che poteva essere divenuto inservibile.

Una donna si affacciò alla finestra di un piano rialzato facendogli cenno di avvicinarsi; parlottarono a lungo, accalorandosi nella laboriosa contrattazione giungendo ad un accordo che consentì lo scambio di poche povere cose (un ombrello rotto, scarpe inservibili, vecchi giornali e altro) in cambio di poche monete.

La passeggiata continuò tranquillamente mentre sulla strada alcuni passanti in bicicletta pedalavano verso le loro mete. Passo dopo passo giunse nei pressi della periferia cittadina e fu attratta dal parlottare di alcune donne che lavavano i panni ad un lavatoio ben attrezzato che consentiva la perfetta sciacquatura nella capiente vasca.
La faticosa operazione faceva parte del quotidiano e non la stupì. Si reputò però, riflettendo, molto fortunata perché disponeva della possibilità di lavare in casa la sua biancheria, nella vasca nel piano terra della sua piccola, confortevole abitazione alla quale giunse, quasi senza avvedersene.

In una stretta viuzza infatti, la giovane si fermò davanti ad un portoncino e, infilata la chiave nella toppa aprì : un breve atrio e una scala, non proprio agevole, la portò al piano superiore dove era la cucina fornita dell’essenziale: tavolo, quattro sedie, una credenza di proporzioni modeste, un’unica finestra con le tendine, a metà, candide.

Sul tavolo un vaso piccolo con un geranio rosso in piena, trionfante fioritura. La stanza era silenziosa e fresca; la giovane tolse il pane dal sacchetto e mise con cura amorevole in un piattino la fetta di quello con i fichi e lo portò nella moscaiola appesa vicino alla credenza pregustando il piacere di porgerlo a lui quando sarebbe rientrato stanco dal lavoro.

La loro vita era semplice e le conquiste verso il benessere, graduali e sofferte, ma erano entrambi sereni e appagati: erano sani … e si amavano. Lui aveva un lavoro sicuro e potevano carezzare l’idea di avere, in un futuro non lontano, un figlio.

Sorridendo entrò nella camera accanto e si sdraiò sul lettone matrimoniale, senza spogliarsi. Si addormentò sentendosi sproporzionatamente felice.

Si svegliò poco dopo improvvisamente colpita da un rumore assordante: un aereo solcava il cielo, automobili, motorini sulla strada le trasmettevano fastidiose sensazioni.

Si alzò, confusa e si guardò attorno : la sua camera era diversa, elegante, estranea! Nel recarsi in cucina avvertì chiaramente che l’agilità l’aveva abbandonata e prese atto di essere in un’altra realtà: un divano bianco, due poltrone dall’aspetto confortevole, un televisore e mentre il traffico incessante le ronzava nelle orecchie, turbata raggiunse la cucina e guardò la lavastoviglie, il microonde, un altro piccolo televisore.

Fugate le perplessità comprese: aveva sognato! Non le serviva uno specchio per capire che le avrebbe rimandato l’immagine di una donna con i capelli d’argento, molte rughe e tanti sogni intatti.

Quante conquiste! Il prezzo? Ripensò al recente sogno e avvertì, pungente, dolcissima e ineludibile...... la nostalgia dei suoi verdi anni! r.m.
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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Un bellissimo racconto, (credo) autobiografico ! In effetti io Vedo Te, in quella giovane donna.
Questa mattina, dal tuo fornaio, acquista anche del pane con l'uva e quello con i fichi. Sono certo che potrai "avvertire dolcissima ed ineludibile....la nostalgia".
I soliti Cari Saluti.
Mario

Manolita ha detto...

Buon giorno!!!
Eccomi quì di nuovo.... devo recuperare quello che mi sono persa nei giorni di oscuramento internet!
Ahora estoy solo de paso y voy de prisa pero, cuanto antes, en un momentin de aliento volveré para leer todo.
Una lluvia de besitos sobre de ti, mi queridisima amiga! :-)

Michele Giordano ha detto...

bel raccontino...altro che noia!!!
interessantissimo leggerlo e soffermarsi....

P.S. dalle mie parti c'è qualcosa anche per te!

Renata ha detto...

Caro Mario, mi fa sempre piacere leggerti.

Sentirti presente e attento è gratificante.

Grazie. Buena tarde.
-----------------------------------ZAHXARA - te l'ho gia detto che mi sai offrire deliziose vitamine per l'anima?

Ho sempre paura di annoiare quando racconto "i fatti miei" Perciò lo faccio con cautela.

So che la Stagione è per te "alta stagione" quindi riguardati tanto....il blog può attendere.

Un besito mas "caliente"
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Michele Giordano ! Che piacere!

Ti ringrazio, senza dilungarmi perchè sono passata da te.

Ma, almeno, ti auguro un bella notte serena e grazie per la visita.