domenica 30 settembre 2012

Le donne di oggi e le contadine del passato.

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GIORNALE DI BRESCIA - DOMENICA, 30 SETTEMBRE 2012

Le donne di oggi e le contadine del passato

Nei sentieri, tra le vigne e le stoppie arricciate del mais corrono, in questa tiepida sera di settembre, le giovani donne con la tuta sgargiante e l'inseparabile mp3 nelle orecchie. Le guardo piena di letizia, mi piace la fila colorata che si snoda tra i muretti a secco e gli orti e i rovi. Una specie di arcobaleno danzante ai miei occhi.

All'improvviso scivolo negli anni e sono altre le donne che mi vengono incontro. Le conosco benissimo queste femmine di campagna che mi porto nel cuore come reliquie. Immagini sbiadite e accese nel vestito scuro, il grande grembiule, la corona in tasca, la sciarpa nera di lana ricciolina. Le vedo con i veli leggeri di pizzo per la chiesa, con le ciabattine per la festa, con le trecce legate a corona, le trecce colore di luna.

Donne di campagna impastate di terra e di sudore. Ho dentro di me i loro volti color seppia, color malinconia, color rabbia. Custodisco, nel sacrario della memoria, il loro libro di preghiere, grosso come un mattone, con la copertina nera e i labbri rossi, le parole scritte grandi come un sillabario. Le vedo ancora quelle mani rattrappite dal manico della zappa, mani come radici: non mi sarei stupita se le avessi viste una mattina con le stimmate.

Donne di campagna con la schiena curva a rastrellare e mietere, inginocchiate ai lavatoi sulle rive del Mella del Chiese dell'Oglio.

Carretto cavallo e cose e cose da lavare, da battere sulla pietra: nonne mamme bambine che si spaccano i reni a risciacquare con le mani screpolate, rosicchiate dal fuoco della lisciva che candeggia la biancheria dei «signori»!

Donne di campagna lasciate sole dai mariti emigrati in Svizzera e nel Belgio: «Vedove di uomini vivi - lasciate senza carezze - nella stagione del sangue caldo - a sospirare in un letto troppo grande»(Mirka Bertolaso).

Donne di campagna, con un figlio l'anno, chiamate dal paese a fare le balie. Era una provvidenza quel seno pieno di latte che dava la pappa a un bambino di città e la paga del mese andava a casa dove il piccolo figlio cresceva con una nonna vecchia che gli dava il pancotto.

Donne di campagna, guance bianche e rosse di bambine: mi incanto a guardarvi tornare dal campo con il cesto di uve mature e con l'estate che vi scoppia nella camicetta. Mi piace fermavi così, odorose di fieno e di sapone, statue colorate di un prezioso altare.

Adesso vedo tornare la schiera delle ragazze in tuta e, nella luce di questi ultimi giorni di settembre, mi sembrano fiori che scappano. Alzano la mano, allegre, in segno di saluto.

Elena Alberti Nulli Monticelli Brusati (BS)



4 commenti:

Luigina ha detto...

Un racconto come un quadro del miglior pittore impressionista che rievoca ambienti, suoni,persone,profumi e ricordi anche della mia infanzia che mi porterò nel cuore e nella mente per cancellare il dolore del presente e sperare in un futuro migliore. Grande Elena!

Renata ha detto...

Spero che Elena legga le tue incoraggianti parole. Le faranno senz' altro piacere. Cos' come hanno fatto piacere a me. Davvero grande Eena.

Luigina ha detto...

Lo spero anch'io. muccina. Gabriele ed io sabato abbiamo pianto insieme di commozione leggendo i bellissimi e toccanti auguri che lei gli ha mandato per il suo onomastico

Renata ha detto...

A me gli onomastici scappano, ma spero che Gabriele accetti i miei anche se in ritardo. Con affetto.