sabato 21 maggio 2011

Il buon pane dello straniero.

trascrivo da LA STAMPA del 21 maggio 2011 LETTERE
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In questi giorni mi è accaduto un fatto che mi ha colpito e su cui vale la pena di meditare. Abito in una casa con un grande giardino che si affaccia su una pista ciclabile; nel giardino c’è un grande ciliegio. Passa un ragazzino di 12-13 anni a nome Muhammad (Maometto), marocchino o algerino, non so bene; comunque ci chiede educatamente se può prendere qualche ciliegia. Va bene! Lo facciamo entrare. Unica limitazione: non gli diamo la scala per evitare problemi se dovesse cadere e farsi male; raccoglie il suo sacchetto di ciliegie, saluta e se ne và. Il giorno dopo rieccolo sulla pista ciclabile, ci saluta e qualcuno magari potrà pensare... vuole altre ciliegie. No, ci dà un sacchetto con del pane fatto in casa da sua mamma, ancora caldo. Mediti chi vuol meditare.


PS: il pane era buonissimo. Massimo Cova. Asti

2 commenti:

Luigina ha detto...

Questi episodi mi riconciliano con la vita e mi fanno dimenticare la cattiveria di alcuni uomini

Renata ha detto...

Così è, cara Luigina. Le persone come te, come noi, esistono. Questo fatto mantiene l'equilibrio del mondo.Per fortuna.