martedì 2 dicembre 2008

L'elogio della casalinga.

trascritta in facebook il 25 aprile 2014
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“Sua moglie lavora ? ” “No, no ha scelto di stare a casa con i figli!”
Per favore, non scherziamo e formuliamo diversamente la domanda : “Sua moglie guadagna?” e, forse, in questo caso la risposta può essere “No”. Dico forse, perché una moglie oculata fa guadagnare alla famiglia lo stesso importo che fa risparmiare. Mi spiego, il lavoro di gestione è davvero un lavoro!
Amministrare, fare compere, gestire tutto l’andamento preparando colazione pranzo, merenda e cena, tutto con un importo generalmente fisso e generalmente non lauto è arte e qualche volta, quasi magia, ma anche quando il margine è confortevole, “starci dentro” è sempre impegnativo e questa donna che si improvvisa psicologa, infermiera, cuoca, stiratrice, insegnante non lavora e non guadagna ?
Io ho lavorato per anni fuori casa ed ho sempre ammirato (e invidiato) la donna che può dedicarsi a “tirar su” i suoi figli, seguendoli, indirizzandoli, godendoli. Estenuante come lavoro, ma quanto può essere appagante! Oggi è sempre più utile un apporto in moneta anche da parte della moglie e riuscire a conciliare il lavoro fuori e dentro casa richiede da parte del marito un apporto di collaborazione continuativo che, pare, venga anche accettato di buon grado. Bene. Ma per favore, se una signora non lavora anche fuori casa, non diciamo che non lavora ! Ammiro molto la signora che si occupa di tutto e di tutti con un lavoro non remunerato e oscuro, ritenuto dovuto e in molti casi poco apprezzato. C'é una storiella significativa in proposito che vuole raffigurare il lavoro monotono, ripetitivo e frustrante di chi si occupa continuamente di tutti in famiglia e paragona la casalinga ad un muratore che costruisce un muretto e che ogni mattino lo trova abbattuto. La casalinga si trova davanti al suo muretto abbattuto, al letto sfatto, alla cucina in disordine, alla cesta con la biancheria da stirare, per giorni e giorni, per anni e anni. Senza nemmeno la prospettiva...della pensione. Niente di tragico,ma da applauso, certamente.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Santissime parole, Renata. Mia madre è sempre stata casalinga ed è una delle più tenaci lavoratrici che conosca!

Manolita ha detto...

Buon giorno muccina.
E' questa una cosa che lascia sempre una sensazione amara ed è una vergogna per la nostra "civiltà".
Una sonrisa :-) y mil besitos.....

riri ha detto...

Lode alla casalinga...
Cara Renata, sono daccordo con te,spesso si dice erroneamente che la donna "non lavora",quando si occupa dell'economia familiare!!E' assurdo e vergognoso,conoscendo le due realtà,ti dico solo che a 39 a.l'azienda multinazionale dove lavoravo da 20 a. chiuse,perchè definita ramo secco,mi ritrovai senza lavoro,con un figlio di 14 a.e tanta rabbia..poi capii che la famiglia poteva riempire anche "il mancato guadagno monetario" in affetto e maggiore partecipazione.Da allora, quando i miei conoscenti mi chiedono "lavori ancora"? io rispondo : sì, sono un managemant family:-)
L'idea di qualcosa da ricostruire ogni giorno è decisamente perfetta, penso che sia alienante, però è anche un dovere ed un atto d'amore da compiere per se stessi e per gli altri.Se non cambieranno le leggi, l'anno prossimo dovrei avere la sospirata pensione a 60 a.
Un abbraccio e grazie muccina

Vale ha detto...

Vero, vero.

Renata ha detto...

Ciao Stellavale – Benvenuta e soddisfatta per la condivisione. Io credo fermamente in ciò che scrivo. Bene il lavoro fuori, ma con molta attenzione al proprio àmbito. A presto

ALIANORAH - Tanto di cappello alle casalinghe, cara Alianorah.
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ZAHXARA. Si dovranno accontentare della gioia che deriva dal dovere compiuto. Del resto...non è poco.
Ti abbraccio con l'affetto di sempre.
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RIRI- Sono contenta che anche tu apprezzi il lavoro oscuro, importantissimo di chi coltiva con amore "il suo orticello". Sono certa che una donna possa fare bene anche il lavoro fuori casa offrendo sè stessa anche alla società, ma il problema va gestito sempre con molta attenzione al tempo che si sottrae alla famiglia.
Senza dimenticare che la società di domani è nelle culle di oggi. Un abbraccio.muccina.
3 dicembre 2008 13.07

M!KA ha detto...

Sai cosa? se riuscissi ad avere un marito che guadagna tanto quanto serve per permettermi di stare a casa, farei volentieri la moglie-casalinga-mamma.. ha il suo fascino prendersi cura della casa e dei familiari.. certo, parlo ora che sono figlia. Ti farò sapere, renata, quando avrò un lavoro.. o quando non ce l'avrò! intanto, ti abbraccio forte forte! a presto!

Stefi ha detto...

già..non l'ho mai capita nemmeno io questa cosa di dire:non lavora, fa la casalinga.
ma poi mi è venuta in mente una cosa: esser casalinghe è una vocazione, non un mestiere!!
e la cosa che più mi ha sempre stuzzicata è che in inglese si distingue tra:
housewife (casalinga) e housekeeper (chi mantiene l'ordine della casa)

ciao renata!

Renata ha detto...

Ciao Stefi, sono in ritardo ma sempre in tempo (spero!)per dirti che mi piace molto l'idea di definire "vocazione" quella di scegliere la vita da casalinga. Hai ragione ! Ci vuole proprio una vocazione e io plaudo a chi la sente perché sono convintissima che nel fare il bene della famiglia fa anche il bene di tutti noi. Ciao STEFI e....GRAZIE !