mercoledì 11 marzo 2015

I Figli dei Fiori e i giovani d'oggi.

Giornale di Brescia 15 marzo 2015
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 Molti ancora ricordano il 1968 che fu l’anno in cui esplose  la voglia di libertà assoluta e incondizionata che i giovani di allora hanno trasmesso alla loro prole. E io che ho vissuto l’epoca precedente intrisa di condizionamenti, divieti e costrizioni, ho guardato con favore a quella sollevazione che proponeva diversi e più liberi orizzonti sociali. Ma devo constatare che l’essere passati bruscamente dai troppi NO al troppi SI ha escluso quell’equilibro che avrebbe potuto monitorare il cambiamento e renderlo compatibile con le esigenze di tutti. Si è del tutto cancellato il rispetto dei ruoli che erano alla base dei rapporti  tra insegnante e allievo esautorando il maestro o il docente dalla sua posizione di educatore. Se ieri eravamo schiavi dei genitori ci ritroviamo oggi, sempre più spesso, schiavi dei figlie dei loro bisogni e, obiettivamente - anche se non mi sento di dire che “si stava meglio quando si stava peggio”- non mi sento nemmeno di affermare che i risultati possano essere considerati soddisfacenti . In concreto, hanno conservato una rassicurante autorevolezza  sia nella famiglia che nella scuola coloro che hanno allentato le briglie continuando però a tenerle saldamente in pugno puntando sui tre valori fondanti che sono RISPETTO, RISPETTO, RISPETTO .
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