giovedì 23 dicembre 2010

La gazza ladra. 3/a puntata.

Dopo il Prof.Chiesa, interviene Elena Alberti Nulli, poeta :

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Mi è piaciuto subito il titolo la “Gazza ladra”, perché Renata veramente ruba alle cose, alle persone agli animali autentiche storie che poi racconta a tutti noi con eleganza di stile e vivacità di immagini. Lei guarda la cose le case i bar le strade, ferma gli sguardi nel gancio delle parole, li cuce, li lega, li incolla. Renata ferma il tempo e lo divide ordinatamente nei vari cassetti del pensiero. I fazzoletti di tutti i giorni da una parte e i gioielli delle emozioni speciali dall’altra- Infatti io al posto di “raccolta di riflessioni” io avrei scritto furto di emozioni. Robin Hood…..

Noi che conosciamo Renata la ringraziamo di essere leggera sognante positiva, l’amica del sorriso" , Lei così elegante, così bella, così signora-bene, lei, l’amica del bicchiere sempre mezzo pieno si siede per noi sulla sua seggiolina davanti al pc e si aggrappa al filo dei ricordi e li tira su dal pozzo delle memorie, e nascono pagine che ubbidiscono al gusto romantico di ciò che è passato, ma soprattutto Renata osserva ciò che è presente. Guarda legge ascolta la vita, consiglia con garbo i piccoli trucchi per tante piccole felicità

Ma ci deve pur essere qualcuno che diventa la sua memoria, lo scrigno dei suoi segreti qualcosa da “lasciare” e ecco allora “La gazza ladra” che come la famosa sinfonia di Rossini ci delizia con pagine di tenerezza, con lettere indirizzate a ciascuno di noi, lettere che sono racconti, fotografie canti preghiere rabbia e letizia

Pagine che si susseguono in uno stato di assoluto equilibrio emotivo, che va da un respiro di religiosità profonda a un tocco di lieve intelligente ironia.

Meditazione, tempo e riflessioni si fondono in un'unica voce che è dentro la vita, in ogni spazio, nei suoi rumori e nei suoi silenzi. Riflessioni che diventano anche atto di liberazione capace di confortare la malinconia del cuore. La sofferenza, pulsante nella condizione umana, dà a volte l'impressione di piegare l'anima di Renata, ma Renata, pur accettando che si può piangere , non cede mai alla rassegnazione.

Ogni immagine raccontata da Renata è un pretesto per rievocare un paesaggio interiore teso a dividere, con gli altri uomini, il prodigio di vivere nella certezza che non esiste inverno che non abbia già in cuore la primavera.

I rumori familiari, campane, orti e giardini e tutti gli aspetti consueti delle cose sono attorno a Renata e lei soffia l’anima dentro le cose nello spazio privilegiato di una sapiente consapevolezza.

Lei ripete sempre che le persone felici non sempre hanno il meglio in ogni cosa, ma da ogni cosa traggono il meglio.

E mi piace ricordare alcuni dei suoi pensieri più belli:

Infatti Saggia e divertente, Renata Mucci, dichiara di “avere raggiunto la primavera della vecchiaia” “di avere passato metà della vita a cercare l’amore e l’altra metà a cercare gli occhiali”. Da giovane partiva con la valigia piena di sogni adesso la riempie di medicine, da giovane mostrava foto orgogliose di smaglianti sorrisi adesso confronta rassegnata le squallide radiografie. Ma quello che conta è il buon senso, la meraviglia della conclusione: ritrovare gli occhiali e servirsi delle medicine.

Fantastica Renata

Termino con una paginetta che le ho dedicato :

Dolce Renata che reciti la vita

con il tic tac leggero del computer,

nelle tue mani l’anima del mondo

è una tempesta che s’abbatte e tuona,

ma è sempre primavera di alberi fioriti.

Disegni la letizia sopra i tasti

con lettere d’amore e di saggezza,

rinchiudi lo splendore dell’Immenso

nel fiume in piena di parole accese.

Dolce Renata che passi le tue notti

a risciacquare l’abito dei giorni,

tu porti nelle case il cantico dei vespri,

il volo dei colori in ogni stanza.

Li benedica Iddio tutti quei fogli

cuciti di sapiente tenerezza,

aquiloni di carta di giornale

sempre sospesi tra la terra e il cielo

a contemplare il mondo dalle stelle.

Elena Alberti Nulli

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