giovedì 20 agosto 2009

Mamma a 14 anni.

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Una profonda amicizia basata sulla stima reciproca, mi lega da tempo ad un giovane Professore (che sorriderà alla parola “giovane” – pertinente per me che lo considero un figlio- mentre lui si reputa idoneo per la pensione ). In virtù di questa rapporto e dell’amore che condividiamo nei confronti dei giovani, mi passa talvolta le esperienze che sono parte integrante della sua professione. Quella che trascrivo è un insopprimibile moto d’amore e di condivisione che merita divulgazione.
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Ricevo da un amico-Mamma a 14 anni -In coda alla cassa del supermercato incontro una giovanissima donna col velo.Spinge il carrello ed una carrozzina blu con un bimbo di pochi mesi. Elegante nel suo vaporoso abito verde smeraldo, ha scelto ogni accessorio con gusto, in modo che i colori paiono cantare insieme. Ci guardiamo in cerca di una conferma. Non oso rivolgerle per primo la parola. Se mi sbagliassi sarebbe una gaffe imperdonabile. Un estraneo che rivolge parola ad una donna pakistana sposata potrebbe essere ritenuto sconveniente da qualche suo conterraneo lì presente.

“Professore!” - Si. È lei: una ex allieva dell’anno scorso. La ricordo perfettamente a scuola: vivace e sempre sorridente, attenta, ordinata, impegnata. Una delle migliori allieve della sua classe. Per questo all’esame di terza media meritava un otto senza regali, ma noi insegnanti preferimmo darle nove perché ci piaceva guardare avanti. Sapevamo che la famiglia difficilmente avrebbe investito sui suoi studi e volevamo invece fare capire che sarebbe stato un bene per tutti se avesse potuto proseguire. Maryam avrebbe potuto diventare un ottimo dottore o un eccellente avvocato.
“ Di chi è questo bel bambino?” A volte mi capita di condividere la gioia di allieve che mi presentano con orgoglio un fratellino appena arrivato ad ampliare la famiglia. Vedo questi piccolini quando le mamme vengono a scuola per prendere “la bambina” più grande. Questa volta temo di conoscere già la risposta. “ È mio! “ Risponde con dolce prontezza mescolando orgoglio, pudore e persino timore del mio possibile stupore. Sono già pronto. Non la deluderò. Solo parole di festa e complimenti, come è incondizionatamente giusto e doveroso davanti al dono della vita.
“Appena finita la scuola media i miei genitori mi hanno fatto tornare in Pakistan e mi hanno fatto sposare” Lo dice col suo solito sorriso sicuro. Ora è donna. Ora è mamma, a 14 anni.“Mi hanno fatto”. Tre parole che non volevo sentire ma che accetto perché le rivoluzioni più vere e profonde iniziano sempre con un sì piuttosto che con un no. Forse anche la Madonna aveva 14 anni quando andò sposa. Credo che prese marito per obbedienza e non per libero amore.
A Maryam non serve la ribellione: serve la forza della grande donna che ha dentro di sé. Nella nostra scuola ha imparato a conoscere parole come giustizia, eguaglianza, libertà, diritto. Non sarà più come prima. Ha accettato, ma non chinerà la testa per sempre, me lo dicono quei suoi occhi orgogliosi e consapevoli.
Un passo alla volta. Le chiedo: “Ora resti in Italia ?” “ Si.” Risponde senza esitazione. Suo fratello entrerà in prima media l’anno prossimo.Mi spiega dove abita e la invito a venirci a trovare a scuola. Il suo bambino è un nuovo italiano. Ha una mamma nuova. Una mamma che non si vergogna di essere donna e che sa quanto vale. Sono le mamme che cambiano la storia.Piano piano, Un passo alla volta. Buona Festa della Madonna anche a te, buon Ferragosto, Maryam, fiera mamma a 14 anni.
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Trascritta e inoltrata da renata mucci – brescia
pubblicata da IL GIORNALE mercoledì 19 agosto 2009.
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4 commenti:

jasna ha detto...

Ciao Renata... e brava mi hai fregato... amichevolmente. Premetto che condivido pienamente la stima per questo eccezionale prof. io lo vedo più come un padre , ma la stima e l'affetto non cambia. Credo profondamente che la divulgazione di pezzi di questo calibro vadano divulgati e soprattutto letti con attenzione, per capire ,io per prima che il futuro sarà fatto di una civiltà unica e multirazziale dove la condivisione , il rispetto per una cultura diversa dalla nostra va capita . ma soprattutto bisogna cercare di aiutare questi nuovi cittadini del mondo ad integrarsi in una civiltà diversa dalla loro, con regole usanze e modi di vivere. questa giovane mamma è la partenza per un cammino difficile... ma è qualcosa mi auguro con tutto il cuore che suo figlio e le generazioni future capiscano che il rispetto per la donna come per l'uomo deve avere lo stesso peso ... ponendo il singolo individuo a fare scelte proprie di libertà. buona giornata.

educatore ha detto...

Brava Renata! Grazie per la condivisione. Un forte abbraccio a te e all'impareggiabile amica Jasna.

riri ha detto...

Ciao Muccina, ci sono episodi di vita che si commentano da soli, anzi, sono stati ampiamente commentati:-)
Un abbraccio

Manolita ha detto...

Buon giorno muccina.
Rieccomi di nuovo.
Tanti pensieri, tanti dubbi, tante emozioni suscita questo tuo post. Mi sono teneramente commossa ma non riesco a condividere l'ottimismo del prof; certe cose sono ahimè profondamente radicate nei "codici genetici" dei popoli e con molta difficoltà questi si aprono ad una integrazione con costumi ed abitudini diverse. Del resto la cronaca di ogni giorno ci insegna che neanche nella nostra civile Italia certe discutibili abitudini siano state abbandonate; non si "fanno" più sposare le figlie ma il rispetto per la "donna" esiste davvero nella mente dell'uomo?
Parlo naturalmente in generale, non intendo di certo fare di tutta l'erba un fascio.

Besitos muccina......... ci rivedremo spesso da ora in poi, dammi solo il tempo di riprendermi :-))