giovedì 2 ottobre 2014

Siamo seri !

Il GIORNALE con replica del dr:Mario Cervi - 4 ottobre 2014
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Premesso che è  giusto e sacrosanto che l’invalidità preveda - nei casi di accertato diritto - la concessone  dell’assegno di accompagnamento, c’è una domanda che sorge spontanea.

Perché questo diritto non viene subordinato al reddito ? In breve, se un cittadino è ampiamente in grado di reggere i costi che la patologia richiede, perché deve essere sovvenzionato ? La vogliamo ammettere la diversità tra un pensionato o un lavoratore a reddito fisso e un contribuente che fruisce di un reddito privilegiato ?

  Vogliamo  riconoscere una vistosa differenza tra un Agnelli (tanto per fare un none) e la sua colf ? Ecchecavolo ! Sovvenzionare soltanto in base alla patologia andrebbe bene in un Paese che gode di autonomia economica, ma in un Paese fortemente indebitato la norma è scandalosa.

E lo stesso criterio vale per la pensione di reversibilità quando il superstite può comodamente reggersi con il suo reddito personale ed autonomo. Porre limiti di reddito per beneficiare di alcune sovvenzioni mi sembrerebbe ragionevole ed anche auspicabile. Mi sembra immorale che i grandi capitalisti godano delle stesse  agevolazioni che sono vitali per i numerosi travet  Sbaglio ?
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2 commenti:

Luigina ha detto...

Non sbagli Muccina!

Renata ha detto...

Grazie signora Lù
!