domenica 11 ottobre 2009

Il racconto mai scritto.

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Premio “Il racconto mai scritto”

Nel febbraio 2006 l’Associazione “Donne del vino” ha indetto un concorso al quale ho partecipato. Bisognava iniziare con le prime dieci righe di un romanzo da scegliere tra i dieci indicati e sviluppare il tema, a piacere. Unico obbligo parlare in qualche modo del vino. Ne sono arrivati 400 e tutti sono stati pubblicati, ma nessuno venne premiato. Lo ripropongo, qui di seguito.

Da Vaniglia e cioccolato di Sveva Casati Modignani

Caro Andrea, disgrazia della mia vita,

ho minacciato tante volta di andarmene e non l’ho mai fatto. Adesso, me ne vado. Sai quanto sia lenta ma tenace nelle mie decisioni.

In diciott’ anni di matrimonio ho misurato il tuo egoismo, la tua capacità di mentire, le tue paure, il tuo infantilismo.

Non voglio sapere come riuscirai a cavartela senza di me, visto che da solo non sei in grado neppure di aprire una lattina di birra.

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Esplodeva con queste amare, incisive parole un malessere covato troppo a lungo e a lungo analizzato con coerente consapevolezza. Con obiettiva autocritica si era costretta ad ammettere che parte del comportamento di Andrea era stato favorito dal suo atteggiamento. Cullandosi nella certezza che l’uomo che amava non si sarebbe mai infilato nel ruolo riduttivo del bambinone viziato, l’aveva accudito con la stessa amorevole sollecitudine che aveva in seguito riservato ai figli. Ma Andrea si era invece comodamente adagiato nel ruolo del sultano, lasciando affiorare imprevedibili, palesi indizi di superficialità e di egoismo. Lentamente l’amarezza, il dolore e infine la ribellione si erano instaurati nell’animo di Penelope ponendola disarmata di fronte alla deludente realtà dell’universo maschile. Sapeva che la fuga dall’approfondimento contrassegna spesso il comportamento dell’uomo che, ad ogni accenno di bufera si eclissa con un comodo “Passerà!”... ma sapeva anche, ormai, che Andrea non faceva eccezione. Si era adagiato nelle sue rassicuranti certezze, ignorandola fino a improntare negativamente il rapporto avviandolo verso la spaccatura definitiva.

Con parole che la dilaniavano aveva voluto mettere la parola fine ad un rapporto ormai irrecuperabile, ben sapendo che l’amore non è facile da soffocare. Non si estingue perchè gli si contrappongono valide ragioni per farlo, non é così arrendevole! Scorgeva davanti a sé un percorso difficile e doloroso ma, non intravedendo alternative, si sentiva ormai risoluta.

Niente lasciava quindi presagire che la totalità del contesto avrebbe potuto invece rimodellarsi proprio con il tramite dell’insperata presa di coscienza di Andrea e del tenacemente radicato amore di entrambi.

Quasi sempre, davanti ad esplicite ribellioni, l’uomo é preda di reazioni improntate allo stupore: “Non mi ero accorto del tuo disagio....!” oppure “ Pensavo tu fossi nervosa con i ragazzi...! e altre amenità. Fortunatamente, in Andrea – che incredulo e sbigottito si trovò tra le mani la lettera di Penelope – prevalse invece lo sgomento.

Gli sembrò di scoprire proprio in quel momento la profondità dell’amore che nutriva per la sua Pepe e all’idea di perderla si sentì vulnerabile e perso. Ebbe immediata la percezione elle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare ma, per recuperare l’amore di sua moglie, si sentiva pronto a impegnarsi traendo forza dalle sue stesse inequivocabili emozioni.

Il percorso fu ovviamente lungo, tribolato e sofferto, ma tra altalenanti dubbi e speranze, si concluse però felicemente sfociando in questa imprevedibile alba nuova, che trovò Penelope supina nel lettone matrimoniale mentre assaporava la tenera percezione del calore del corpo di lui che, permeando le coltri, confluiva verso le sue membra. Aleggiavano su di lei le sensazioni della sera prima quando erano giunti nel gelido appartamento in montagna, intabarrati e increduli per la gioia del ritrovarsi. Mentre attendevano che il riscaldamento prontamente avviato desse qualche risultato, avevano acceso il grande camino del soggiorno, poi in piedi senza parlare si erano stretti in un intenso, lungo abbraccio. Ripensò al brivido di freddo e di forte emozione che la scosse e rivide lui che - senza parlare - la sospingeva verso il divano, dove la fece sedere e le pose il caldo plaid sulle ginocchia. La baciò lievemente e si diresse verso l’alta credenza, l’aprì e tornò trionfante verso di lei con una bottiglia in mano. “Ti ricordi?” mormorò. Certo che ricordava! Vini di qualità prodotti e invecchiati nella prestigiosa cantina di famiglia – nella quale lei stessa aveva profuso amorevole, entusiastico, proficuo impegno – avevano spesso siglato importanti eventi scanditi nel percorso familiare, ma consentirne l’uso in quella circostanza...le sarebbe sembrata una profanazione. In quella sera lontana lei, soffocando il pianto, gli aveva tolto dalle mani quella stessa bottiglia e l’aveva riposta nella credenza imponendo con fermezza : “Torniamo a casa”. La decisione preludeva drastiche conclusioni ma, fortunatamente il tempo e l’amore avevano compiuto il miracolo riportandoli - più consapevoli e innamorati – proprio lì dove il colloquio si era interrotto. Lo rivide con gli occhi dell’anima mentre toglieva con calma il tappo alla bottiglia e versava nei tondi bicchieri a stelo, il liquido rosso come il rubino, al quale andavano legittimamente attribuite valide qualità terapeutiche per il corpo e per l’anima.

Mentre tutto riaffiorava nitido in lei colorando di tenui, adescanti colori il suo risveglio, protese la mano e cercò sotto le coltri quella di lui che l’accolse con trepida tenerezza. renata mucci

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5 commenti:

Iris Le Piane ha detto...

Una
M-E-R-A-V-I-G-L-I-A!!!!!!!!!!!!!
Ti adoro.

Renata ha detto...

IRIS LE PIANE. Il giudizio che mi arriva da una bella mente di non facile accontentatura, mi lusinga.

L'apprezzamento di una persona che mi è particolaremente cara,mi coccola l'anima.

Va bene un abbraccio stritolante ?

riri ha detto...

Sei una persona con una dote speciale, sai scrivere e dolcemente analizzare i comportamenti delle coppie...complimenti e..grazie:-))
Ti abbraccio Muccina

Renata ha detto...

Cara RIRI,
"salute - coppia - lavoro " Questa, e in quest'ordine, è la mia scala dei valori. Sulla salute abbiamo un potere molto limitato e il lavoro, va fatto al meglio per dare sostegno alla coppia intesa anche come famiglia.

Possiamo contribuire molto "sulla coppia". Ed è questo il risultato del mio continuo osservare. Grazie, cara Riri per il tempo che mi hai dedicato. Un bacino per la buona notte.

Manolita ha detto...

Senza parole!!!!!!!!!!!!!!!!!