sabato 3 novembre 2018

Lasciamoci così, senza rancore.

Giornale di Brescia - 3 novembre 2018 
 Lettere al Direttore
Tutto ciò che ha un inizio avrà una fine, in un modo o in un altro e sarebbe auspicabile che si facesse propria, in ognuno, questa imprescindibile verità. Possiamo amarci, possiamo fare un pezzo di strada insieme nella vita, ma le nostre strade possono anche divergere.

Niente è per sempre e, soprattutto non si può possedere un individuo che ha diritto alle sue scelte personali e al totale rispetto, anche nel dolore di una separazione. Nella nostra connaturata incoerenza, non ci facciamo domande quando l’amore nasce, ma ce ne poniamo, perfino di assurde quando un amore finisce. Ci chiediamo perché? Da quanto? Come mai? e se alla base c’è l’infedeltà, ecco che si farà strada quello spiritello maligno pronto a sibilare “te la farò pagare”.

Nascono a questo punto rancori che spesso si esplicitano con ripicche che hanno per oggetto i figli. Si cavilla anziché venirsi incontro e si dimentica quell’amore genitoriale che dovrebbe essere alla base del rapporto genitori/figli.  Quando si decide di uscire da una situazione logora e divenuta ambigua, certo non conviene rimanere incerti al bivio. Una volta presa una decisione sarà imprescindibile ricordare che “si può cessare di essere una coppia ma non si smette di essere genitori”. 

Sottovalutare questa sacrosanta verità ci rende colpevoli- Se i figli sono piccoli potrà bastare la discrezione e l'affetto, mentre è consigliabile il coinvolgimento, se i figli transitano nel loro periodo adolescenziale o se l’hanno già superato. In questi casi i ragazzi avranno già avuto sentore dei travagli coniugali, ma comunque e in ogni caso è bene che diventino partecipi e non vittime di una situazione già difficile.    

renata mucci -Brescia 
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