giovedì 11 gennaio 2018

Educare o diseducare.

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Educare non è impresa facile. ma se ci tocca NON possiamo esimerci dal farlo nel modo giusto.
Non mi stancherò mai di ripetere che l’educazione comincia dalla culla e che la responsabilità dei genitori – nell’ambito educativo – è grande. 

Educare vuol dire seguire un tracciato che consente all’individuo di crescere nel rispetto delle esigenze “dell’altro”. E la definizione “educato” o “maleducato” viene assegnata in funzione di un comportamento che riconosce e accetta il diniego. Si comincia dalle piccole cose e il “no” deve essere pronunciato con la dolcezza pari alla fermezza che è doverosa per preparare l’adulto di domani all’accettazione delle regole. 

E’ facile e comodo assecondare le richieste di un fanciullo ed assicurarsi il suo sorriso, ma è questo il primo errore da evitare con cura anche se sappiamo bene che ci vuole determinazione e forza morale per addestrare un bimbo all’accettazione del “no”. E’ sbagliato distrarre l’attenzione del piccolo davanti ad una proibizione. Meglio è spiegare il senso del “no” , senza scappatoie e tentennamenti. 

Se un bimbo non tollera la proibizione - e reagisce con pianti e capricci - siete voi educatori che avete fallito. Non dimentichiamolo.

N.B. Aspetto pareri (anche discordi, ma motivati )
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