domenica 5 marzo 2017

Quando la vecchiaia, aumentava il prestigio !

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block nores di renata mucci
Giornale di brescia di domenica 5 marzo 2017

"Una vecchiaia onorata ha così grande autorevolezza che vale di più di tutte le forze della giovinezza". Questo evidenziava Cicerone nel 44 avanti Cristo, nel "Cato Maior" (trattato sull'avanzare degli anni). 

Ma è quel “vale di più” che dà voce alle mie perplessità. Riservando al grande saggio, tutto il rispetto che merita, mi permetto affermare che accostare la giovinezza alla vecchiaia, è come  paragonare la primavera all'autunno, l'alba  al tramonto, lo scheletro alla muscolatura. Proprio perché ciascuno di questi elementi ha peculiarità proprie e non trasferibili e, ognuno, ha diverse ma essenziali autonome prerogative . E nessuna di esse “vale di più” di un’altra. 

Comunque Cicerone ha ragione finché si attiene ai tempi in cui la vecchiaia poteva fregiarsi degli aggettivi “onore e autorevolezza”, depositari di ricordi ed esperienze che venivano tramandati dalla loro viva voce. Ma era anche l’epoca dei tempi lunghi, dei passi lenti che sono ormai soltanto un vago ricordo. 

Oggi abbiamo tutti insensatamente fretta e abbiamo lasciato che si insinuasse nelle nostre menti e nelle nostre vite, lo stres e la depressione. I vecchi hanno finito per assumere un ruolo ingombrante che tende, sempre più abitualmente. a relegarli in spazi ritenuti idonei, ma al di fuori del contesto familiare. Con tutto ciò che ne consegue. 

Se Cicerone potesse tornare tra noi, rimarrebbe basito davanti a tanta disinvoltura, ma possiamo invitarlo a ridimensionare le sue reazioni, volgendo lo sguardo verso quella moltitudine che ancora si occupa e si preoccupa degli anziani riservando loro, sollievo e assidue attenzioni.

 La bellezza dell’anima, fortunatamente, esiste e resiste ! r.m.
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