giovedì 14 novembre 2013

Vecchiaia, si può dire. Non è una parolaccia !

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Spesso nel bel mezzo di un0 scambio di opinioni, io mi ritrovo come quando da bambina usavo in cascina la candela per salire nella mia cameretta. Il tenue chiarore illuminava spazi limitati, angolature particolari, ma una chiara visione d’insieme non c’era mai. E, come allora, mi limita il timore di inciampare, di fare un passo falso, di deludere. Ma purtroppo, nella maggioranza dei casi intervengo di getto e senza cautele.

Un esempio ? Recentemente, dissertando sul tema vecchiaia qualcuno afferma “per i maschi la perdita di vitalità e virilità è catastrofica” e io intervengo d’impulso, affermando : “Male, perché in ciò che voi uomini custodite tanto orgogliosamente tra le cosce non c’è la parte migliore di voi e comunque non la più importante”!

Ne consegue qualche reazione stupita e uno dei presenti ricorda che per il giornalista Raffaele Crovi, l’eros è “nutrimento alla vita e all’immaginazione”. Concordo e affermo che l’eros appaga carnalità e sentimento in modo irripetibile e sottovoce ammetto che il solo ricordo ancora m’incanta.

Con la candela in mano, cantavo per farmi coraggio e in questo caso, a mia discolpa affermo che la mia reazione vuole soltanto ricordare che i cicli vitali sono destinati ad esaurirsi e un eccessivo rimpianto disturba gli anni successivi che hanno, tutti, qualcosa da offrire, da cogliere, da assaporare. E se ad affermarlo è un’ impavida ottuagenaria, il concetto può proporsi in una veste accettabile. In concreto, intendo colorare di positività qualsiasi periodo della vita Tutto qui.
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