mercoledì 14 novembre 2012

Polenta e bottaggio.

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Non so se mi piacerebbe un clima uniforme, invariabile. Perché tutte le sensazioni che si rinnovano ad ogni stagione, mi sono care. La convivialità, per esempio, mi rallegra. Mi piacciono i piatti tipici, regionali e della stagione.


Quando abitavo a San Felice del Benaco novembre vedeva avvicinarsi il tradizionale rendez-vous che consentiva di servire calda, odorosa e fumante “la cosola” con la dieresi sulla seconda “o”. In italiano “bottaggio”. Un piatto invernale che cucinavo alla maniera tradizionale, che aveva dato prestigio alla trattoria “dei miei”. Bisognava aspettare il gelo e solo allora il contadino mi consegnava le verza che, gelate, divenivano tenere e dolcissime.


Nella capiente padellona venivano poste, in poco olio, costine di maiale, salamelle e cotiche. Appena rosolate e lievemente salate aspettavano le verza, finemente affettate, colorate con acqua e salsa, coperte e lasciate cuocere lentamente e con molta cura. Si serviva con la polenta e buon vino rosso ad una ventina di amici che ci raggiungevano festosi anche da Brescia.


Si accontentava la gola, si soddisfava il cuore e si godeva l’amicizia nei suoi aspetti anche prosaici e molto appaganti. Semplicemente.
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1 commento:

Luigina ha detto...

Hai risvegliato dei gustosi ricordi anche in me muccina con la tua cassoeula, che però mi risulta essere un piatto tipico milanese/varesotto/lariano, ma non per questo meno buono se cucinato sulle rive del nostro lago. Ti abbraccio