venerdì 4 novembre 2011

Gli educatori dei nostri figli.

Pubblicato su OGGI.it - 4 novembre 2011
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Un’amica mi confida di aver lasciato prematuramente l’insegnamento perché le risultava difficile ottenere il rispetto degli allievi quasi sempre tutelati anche dal Preside, sollecitato da genitori a loro volta insubordinati. Un vero peccato perché il fatto, non è isolato e non è positivo.
Gli educatori, gli insegnanti, coloro che traghettano i nostri figli dalla famiglia alla società verso il mondo del lavoro , hanno il sacrosanto diritto al rispetto del loro ruolo. Questo  prescindere dalla stima che si conquisteranno come persone o dall’antipatia che susciteranno..

 Come in ogni categoria  tra loro ce ne sono di carenti, di meritevoli e di molto meritevoli, ma non sarebbe il caso di restituire il rispetto dovuto agli insegnanti, in quanto tali ? Fino a non molti anni fa nelle famiglie, in qualsiasi famiglia, nessuno si sarebbe mai azzardato a sminuire l’autorità di un educatore.

Oggi, pare prevalga tra i genitori l’atteggiamento di difesa incondizionata dei propri figli, anche in ambito scolastico mentre  sarebbe invece opportuno valutare ogni lagnanza con molta cautela, prima di prendere posizione. E soprattutto aspettare sempre di sentire l’altra campana. E, comunque, andrebbe salvaguardata anche la figura dell’insegnante se la situazione lo consente.

Non dimentichiamo che i nostri ragazzi si trovano a contatto per molte ore, con i loro insegnanti e favorire un’atmosfera adeguata è davvero doveroso e opportuno.  E,in subordine, siamo certi di usare la stessa  obiettività che useremmo in presenza di un “imputato” che non fosse nostro figlio ? L’amore è cieco, per antonomasia e temo che anche quello genitoriale sia talvolta pericolosamente annebbiato. 
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4 commenti:

Adriano Maini ha detto...

In un modo o nell'altro non ho mai perso di vista il mondo della scuola, per cui posso dire che mi ritrovo largamente in quanto hai qui scritto.

Renata ha detto...

Siamo ancora in tanti a persarla così. Dobbiamo soltanto alzare la voce quel tanto che basta per farci sentira. Buon fine settimana, caro Adriano.
P.S. passo sempre da te, ti leggo e apprezzo tanto ciò che ci regali ma faccio molta fatica a commentare.
i commenti, spariscono e l'accesso é complicato.

flavio ha detto...

Un esempio banale: mio figlio (seconda media, anno 1983) si è trovato con un professore di matematica dal seguente curriculum: spedito dalla scuola di un grosso paese della bassa bresciana per venire in un paesetto meno importante. Laureato in biologia,
provenienza Salerno; capacità uditive carenti, visive come sopra: didattiche, basta pensare che gli alunni lo richiamavano anche sghignazzando per aver scritto alla lavagna un problema errato, ecc.
La fatica che facevo per far sì che mio figlio non si permettesse di
deriderlo, come tutta la classe!
Un giorno mi decisi a incontrarlo
e gli chiesi un consiglio per dare
a me modo di stimolarne l'interesse
per lo studio. Mi spiegò che la
lettura gli avrebbe giovato, come
da me prospettato, e che senz'altro
avrebbe stimolato la sua capacità
di apprensione!
Gli risposi solo che l'apprensione era soltanto mia.
Viva la scuola italiana e democratica.
Flavio con la stima di sempre.

Renata ha detto...

Dobbiamo tornare a rispetto dei ruoli, o scriveremo pagine amare. Grazie Flavio