giovedì 3 dicembre 2015

Il tempo d'un sospiro.

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Sono appena caduta, pesantemente, stupidamente,ma sono riuscita a rimettermi in piedi. Niente di ché, ma poteva andare peggio. Mentre giacevo in terra ho sorriso allo scampato pericolo e ho evocato questa bellissima canzone di Vecchioni

La Viola d'inverno

Arriverà che fumo o che do l'acqua ai fiori,
o che ti ho appena detto:
"scendo, porto il cane fuori",
che avrò una mezza fetta di torta in bocca,
o la saliva di un bacio appena dato,
arriverà, lo farà così in fretta
che non sarò neanche emozionato... 


Arriverà che dormo o sogno,
o piscio o mentre sto guidando,
la sentirò benissimo suonare mentre sbando,
e non potrò confonderla con niente,
perché ha un suono maledettamente eterno:
e poi si sente quella volta sola la viola d'inverno. 


Bello è che non sei mai preparato,
che tanto capita sempre agli altri,
vivere in fondo è scontato
che non t'immagini mai che basti
e resta indietro sempre un discorso
e resta indietro sempre un rimorso...
E non potrò parlarti, strizzarti l'occhio,
non potrò farti segni,
tutto questo è vietato da inscrutabili disegni,
e tu ti chiederai che cosa vuole dire tutto quell'improvviso starti intorno
perché tu non potrai, non la potrai sentire la mia viola d'inverno.


E allora penserò che niente ha avuto senso
a parte questo averti amata, amata in così poco tempo;
e che il mondo non vale un tuo sorriso,
e nessuna canzone è più grande di un tuo giorno
e che si tenga il resto, me compreso, la viola d'inverno.
E dopo aver diviso tutto:
la rabbia, i figli, lo schifo e il volo, questa è davvero l'unica cosa
che devo proprio fare da solo e dopo aver diviso tutto
neanche ti avverto che vado via, ma non mi dire pure stavolta
che faccio di testa mia: tienila stretta la testa mia.

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