sabato 19 gennaio 2008

Il giorno della memoria

Lo sterminio nei campi di concentramento, l'orrore dell'olocausto vengono ricordati "nel giorno della memoria" per invitarci a non dimenticare e, mentre immagini strazianti tornano alla ribalta, l'angoscia si ripropone. Ma, per quella inesauribile magia che agita la mente sono tornata alle sensazioni che hanno animato questo inizio d'anno, alle strette di mano più calorose, agli auguri scambiati in un periodo (quello festoso di Natale e Copodanno) che, nel contempo, rende più amare esistenze squallide, miserie radicate, situazioni dolorose. Anche se, qualche volta affiora l'impulso di tendere una mano, di porgere aiuto (dai! è Natale!).

Strana l'atmosfera di questo periodo, che esteriormente si è riproposto con l'aspetto rassicurante di sempre. Questo nostro mondo inquieto, pieno di ricorrenti tragici eventi, ha dato spazio al disagio che ha trovato in noi stabile collocazione. Personalmente ho trovato conforto alla mia inquetudine leggendo il libro di Gabriele Nissim titolato "Il tribunale del bene" che ci introduce nel "giardino dei giusti" che hanno indicato, con l'esempio, il cammino verso un futuro migliore. Il testo ricorda che, anche nei giorni terribili dell'olocausto, l'altruismo e l'impegno di pochi è riuscito a riaccendere la speranza nello sguardo annebbiato di coloro ai quali era stata tolta perfino l'identità personale. Se l'altruismo ha saputo emergere da quel pantano permeato di sordida malvagità è evidente che ha in sé la forza sulla quale può saldamente ancorarsi la speranza.

Porsi - ad esempio - come traguardo l'immediata soluzione di problemi legati alla difficile convivenza tra i popoli è utopistico, ma a piccoli passi è possibile, invece, coltivare il prezioso seme della generosità di cuore, favorendone la crescita e l'espansione. Sarebbe bello dare un duplice senso al "giorno della memoria" ! Ricordare le vittime ed estirpare dal nostro intimo qualsiasi parvenza di prevaricazione di cattiveria, di ottusità, di odio. In conclusione servirci del ricordo per migliorare.

L'augurio è rivolto anzitutto ai giovani che gestiranno il futuro. Per chi è più maturo e fatica ad essere tollerante verso culture che non conosce, riporto un concetto espresso da Somerset Maugham (scrittore inglese 1874-1965 ) "I deboli, danno un'importanza esagerata al fatto di non cambiare idea". Modificarsi, aggiustare l'ottica è già vincere resistenze che precludono la speranza di un futuro di pace "per tutti" ! Tutto ovvio? Tutto scontato? Forse, comunque tutto appassionatamente sincero. r.m.

1 commento:

educatore ha detto...

Cosa meravigliosa è l'educare: grazie Renata per il tuo contributo. Parlare al cuore delle persone per aiutarci l'un l'altro a crescere insieme è come portare l'acqua ai fiori di un giardino assolato. Senza consapevolezza non c'è vera umanità.