venerdì 22 novembre 2019

Giornale di Brescia del 18 nov. 2019  
Sarebbe bello…
Superati novant’anni – che è un’età davvero auspicabile – sarebbe bello (ove lo si desideri ) poter lasciare dignitosamente la vita. Ma NON è previsto, non è possibile, e io – che vorrei potermi congedare serenamente mi trovo, invece, costretta a vivere giornate piene di dolore perché tutti gli organi ormai usurati urlano la loro fatica. La vista e l’udito sono ormai carenti e, ripeto, penso che sarebbe bello poter dire finalmente :
“Ringrazio per questi lunghi anni vissuti pienamente. Passo e chiudo !”
Non potendo "andare altrove" lasciandovi un sorriso mi ritengo condannata a vivere, e mi appresto ad affrontare i giorni con tutto il coraggio necessario, cercando di godere la vita e gli affetti che la rendono ancora accettabile. Compreso il vostro, cari amici !
Però insisto…” Sarebbe bello !” 
Renata Mucci Brescia . classe 1927  

GdB del 21 nov. 2019 
Ad maiora SEMPER

La mia riflessione pubblicata sul Giornale di Brescia, tra le “lettere al Direttore” ha registrato numerosi  riscontri, giunti e mezzo telefono e tramite mail (remucc@tim.it) tutti graditissimi. Numerosi lettori hanno espresso la loro condivisione, ma alcuni hanno palesato un chiaro disagio in relazione al concetto espresso. Ringrazio tutti con per l’affettuosa partecipazione, riservando alcune considerazioni a chi ha letto tra le righe un pessimismo che non  è nei miei sentimenti. Anzi, ho cercato semplicemente di essere realista perché – se è vero che superare i novant’anni di età è traguardo desiderabile è altrettanto palese che conservare la dignità del comportamenti  è desiderio legittimo e condivisibile anche perché – è inutile negarlo -  il degrado fisico è fisiologico e inevitabile. E questo comporta la dipendenza totale da terze persone con costi e disagi che non possono essere sottovalutati  e – NON in subordine – c’è la preoccupazione  di pesare anche soltanto sentimentalmente sui figli. A proposito desidero precisare che, personalmente, sono ancora intenzionata e lasciare al mio unico figlio (classe 1950) un buon esempio comportamentale. Per lui cerco di ritrovare il sorriso, e con questa intenzione, reagisco e insisto nel trovare ogni giorno un qualche aspetto positivo nelle mie giornate. Invito che rivolgo affettuosamente  anche ai lettori, specialmente a quelli che mi seguono da tempo e sanno  - perché lo ripeto da sempre – che è nelle piccole cose che possiamo trovare la  serenità che cerchiamo. Dopo un periodo particolarmente difficile, ho ritrovato la lucidità mentale che mi permette il contatto con gli amici e con la carta stampata. Un grande grazie con il solito augurio di una “ BUENA VIDA” per tutti.
Renata Mucci - Brescia

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