giovedì 25 agosto 2011

Ragazzi, tocca a noi !

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L’Italia è un Paese straordinario: creatività e senso pratico sono doti che ci contraddistinguono e rendono unici. Tuttavia, il nostro individualismo, le ambizioni e mancanza di fiducia reciproca minano le fondamenta del sentire comune.
Come molti ragazzi, ho studiato all’estero (negli Usa) scoprendo una realtà completamente diversa dalla nostra: meritocrazia e rispetto reciproco sono parte del quotidiano.
Chiedere alla classe dirigente di fare un passo in questa direzione è irrealistico: nepotismo e sete di potere non lo permettono. Eppure, la voglia di pensare solo a se stessi, lasciando l’Italia per mete più allettanti, non può prendere il sopravvento.
Tocca a noi giovani fare un passo in avanti. Le parole guida sono: umiltà e impegno. Siamo cresciuti con l’idea di poter avere tutto quello che vogliamo, senza combattere e lamentandoci sempre. Se guardiamo ai nostri nonni, ci accorgiamo come alzarsi alle 4 del mattino per andare a lavorare fosse normale.
Al Paese diciamo: scommettete su di noi. Dateci una possibilità di mostrare che abbiamo un progetto e dei valori.
Al governo: innalzate l’età pensionabile, aprite alle liberalizzazioni degli ordini professionali e dismettete le partecipazioni statali.
Ai sindacati chiediamo una maggiore apertura: l’impegno nella tutela dei più deboli non può precludere il confronto con tematiche come la contrattazione collettiva o la flessibilità dei contratti.
Le opposizioni dovrebbero avere più senso di unità nazionale.Far cadere il governo non è la soluzione. Presentate un programma in termini di politiche economiche e sociali.
Infine a noi giovani dico di non mollare, di non accettare il presente come qualcosa di dato. Abbiamo a disposizione lo strumento più grande che la democrazia ci abbia dato: l’esercizio del diritto di voto.

Enrico Reghini bancario, 24 anni, Torino
Da Editoriale dei lettori – LA STAMPA 25 agosto 2011
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2 commenti:

Adriano Maini ha detto...

In verita, a parte una riedizione del largo ai giovani, che ci sta tutta, dice quasi tutte cose secondo me sbaglate, a cominciare dalle lodi agli USA. Ma il dicorso porta lontano ...

Renata ha detto...

Il 25 aprile di ogni anno dovrebbero essere ricordati i giovani americani che sono morti per noi, per liberarci dai gioghi tirannici. Solo un sguardo alle innumerevoli croci poste sulle spoglie di migliaia di giovani americani dovrebbe spronarci ad una riconoscenza eterna. Questo alla kluce di un incontestabile "IO C'ERO".