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Bloc notes di  renata mucci - 
 Giornale di Brescia  domenica 3 settmbre 2017
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 Eccolo qui il promettente settembre che – ancora caldo del sole 
d’agosto – dolcemente ci traghetta verso l’autunno. E  con i suoi 
turgidi grappoli nei filari dei vigneti, il  mese vendemmiatore, mite e 
gioioso, è pronto a mantenere tutte le sue promesse.
 E. oggi che la vendemmia impiega operai stagionali tutelati – com’è 
giusto - da norme previdenziali,  oggi mi chiedo se si sentono ancora i 
canti e le risate che hanno connotato per anni le vendemmie che io ben 
ricordo. Erano i tempi in cui tutti davano volentieri una mano 
scambievolmente di buona lena.
 E mentre uomini, donne e ragazzi 
si davano da fare nei vigneti, c’era chi sull’aia e nel cortile si 
apprestava a rifocillare i lavoratori che rientravano ovviamente 
affamati, con le ceste piene di bei grappoli ammassati alla rinfusa. 
Nelle famiglie contadine si preparava la polenta sulla quale si 
adagiavano le uova al burro cotte nella vasta teglia col buon burro 
salato e profumato. Due uova per ognuno e poi pane e salame, 
formaggella, acqua freschissima e qualche fiasco di vino e ancora canti e
 risate. 
 Me lo ricordo il carro che i i buoi trascinavano carico
 di ceste piene d’uva ed era festa genuina e gioiosa. Per i bambini – 
che erano sempre tanti in cascina – era una vittoria salire su quel 
carro che rientrava trionfante col suo prezioso carico. Tutti erano 
accaldati e felici e si rinfrescavano alla pompa dell'acqua che c'era in
 cortile e poi mangiavano di gusto e allegramente. 
 E non 
mancavani frizzi e allegre allusioni. Quanti anni sono passati ? 
Sessanta, settanta ? Preistoria quasi, ma com'è bello rivivere quelle 
semplici, preziose giornate che ancora ricordo con dolcissima nostalgia. renata mucci - Brescia
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