giovedì 29 giugno 2017

In cascina - Il piacere e il dovere.

Giornale di Brescia
lettera al Direttore - 29 giugno 2017
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Quando trascorrevo in cascina le vacanze del tempo di guerra, c'era un evento ricorrente che eccitava le fanciulle ed era il bagno settimanale al fiume Chiese ! Partivamo, nel tardo pomeriggio del sabato, ognuna con il fagottino della biancheria pulita, un asciugamano e una fetta di sapone di Marsiglia conservato in una scatolina di latta. Si, d’accordo, c’era la gioia dello stare insieme, l’eccitazione per il superamento del contatto con l’acqua gelida del fiume, ma a 14, 15 o 16 anni c’era anche un altro elemento che contribuiva a rendere civettuolo il nostro procedere. I ragazzi della cascina si appostavano tra i cespugli per spiarci e noi lo sapevamo!  


Le ragazze del posto indossavano, per entrare in acqua, delle camicione larghe, di tela ruvida, senza maniche, corte fino al ginoc¬¬¬chio che non si appiccicavano al corpo, nemmeno bagnate. Ma io ero l’unica, invidiata diva del momento, ad indossare il costume da bagno di lana che spinava un po’ ma lasciava scoperte interamente le gambe. Quasi uno scandalo ! Ridevamo di tutto e per niente e ad un certo punto entravamo in quell’acqua al cui ricordo ancora il gelo. Non si nuotava ovviamente perché l'acqua era bassa e quello era un bagno dedicato all’ igiene personale e con quel sapone ci lavavamo anche i capelli. Quando i ragazzi uscivano allo scoperta fingevamo di stupirci e tiravamo loro i sassi del fiume, facendo attenzione a non colpirli. "Ma che sfacciati !" sussurravamo intimamente compiaciute

Ma finita la terza media il tempo degli svaghi si è drasticamente ridotto e io ho dovuto affrontare il mondo del lavoro. 14 anni, licenza di scuola media, vengo a colloquio con un noto commercialista in Brescia, con la mia mamma al fianco che temeva mandassi tutto all’aria con qualche risposta azzardata. E la prima è uscita nell’approccio. “Quanti anni hai ?” “14, e lei? “ Ma era una risposta così allegra, sorridente e provocatoria che ha stimolato la simpatica risposta “49, perché ? Vuoi assumermi ?” E il ghiaccio era rotto. “Cosa sai fare?” “Pochissimo, un po’ di dattilografia e un po’ di stenografia, ma ho voglia d’imparare “ Lo vedo perplesso osservare la pagella e prendere brevi appunti. “Scusi Dottore – se le può andar bene io incomincio domani, provo un mese e se le vado bene mi paga e mi tiene. Se non le vado bene la ringrazio e me ne vado “ Il dr.Zanini sorride e mi congeda con una stretta di mano : “Domani mattina alle 9, puntuale” 

Ci sono rimasta due anni, molto importanti per il mio apprendistato poi, in piena guerra – per motivi di prestigio e miglioramento economico - sono passata al Ministero delle Finanze che da Roma si era trasferito nella mia città . the end. – renata mucci - 

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martedì 27 giugno 2017

Piccole, grandi cose.

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"Ci vogliono degli spiriti straordinari
per scoprire la grandiosità delle cose ordinarie".



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lunedì 26 giugno 2017

Felice settimana !

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Non so proprio cosa dire
ma vorrei farmi sentire
vorrei dirvi tante cose
ed offrirle come rose.


E per fare un bell'effetto
io le avvolgo nell'affetto
che è sincero e assai gioioso
e non vuol trovar riposo


Io vi abbraccio bella gente
e se non riesco a dire niente
voi sentite che vi amo
e non avrò scritto invano.


Felice settimana amici !
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domenica 25 giugno 2017

Le bolle di sapone, custodi di sospiri.

block notes di renata mucci
Giornale di Brescia domenica 25 giugno 2017

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Trilussa scrisse :"La bolla di sapone è l'astuccio trasparente di un sospiro"  e mille volte mi è tornata in mente questa frase seguita da un sorriso compiaciuto e complice. Si, perché conferma che anche gli adulti e i plus agé indulgono al gioco delle bolle di sapone, ponendo in ogni bolla un sospiro. 

Quante volte, ad una virtuale bolla di sapone abbiamo affidato un rimpianto, un desiderio,  un  ricordo ? Ritengo che, generalmente, il sospiro che si affida a quell’astuccio fragile, ma anche saldo e protettivo, sia legato alla bellezza :infatti si conserva teneramente qualcosa che si rimpiange, che si vorrebbe aver vissuto o che si vorrebbe rivivere; qualcosa di sognato, di appagante insomma. Qualcosa che la memoria accarezza con tocco cauto e lieve, qualcosa che è, per noi prezioso. 

In una, io vi ho posto un brivido d’amore e in un’altra bolla una notte troppo piena di stelle. E anche un amplesso, una delusione cocente, un fiore raccolto in un prato, un moto d’orgoglio per una conquista sudata. Tutti ricordi che si accompagnano ad un dolce, tenue sospiro e anche voi, amici lettori, quanti sospiri avreste voluto conservare in quel fragile astuccio trasparente? Quante gioie e quante delusioni, quante cose – belle e meno belle – si sono concluse con un sospiro ? 

Tante, certamente e io provo un’infinita gratitudine per chi inonda di poesia le nostre semplici e normali sensazioni, i nostri sospiri. Sono quindi profondamente grata a Trilussa che eleva anche la più tenue emozione, attribuendole  valore e prestigio e rendendola degna di essere custodita in una bolla di sapone che diventa l’astuccio trasparente di in sospiro.
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venerdì 23 giugno 2017

Ritorno in cascina.

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 Tornavo in Cascina il fine settimana e “La cà de Cané” la Casa tra i canneti mi sembrava ancora più accogliente. A Brescia i bombardamenti erano continui e scarseggiava tutto. Si viveva nella paura, ma in cascina, quell’autonomia che in tempi normali poteva sembrare carente dava – nella tragica situazione di quegli anni – l’idea del privilegio. 

Lì c’era ancora il pane, la polenta, si poteva sacrificare qualche gallina, c’era il latte, c’erano le uova e frutta e verdura come in tempi normali. E la notte ci si poteva spogliare per andare a letto, senza dover rimanere pronti a scappare nei rifugi. Si sentiva però il deflagrare delle bombe sulla città e quel sollievo dalla fame, non fugava l’angoscia. Le automobili erano poche e quasi tutte utilizzate dai militari perché quelle poche di proprietà privata erano state tutte requisite. 

Anche molte case di lusso, belle villette erano state requisite per alloggiare gli alti papaveri, e gli alti gradi militari. Con l’entrata in vigore delle folli leggi raziali molti italianissimi ebrei erano stati deportati. Era il tempo dell’oro alla Patria, delle cancellate di ferro divelte perché anche il ferro serviva. Era il tempo della Repubblica di Salò, di rappresaglie, retate, mitragliamenti, smembramenti familiari. Nella stessa famiglia un giovane aderiva alla Repubblica e l’altro combatteva a suo modo in montagna. Lacerazioni di ogni genere, tempi di quotidiano terrore.


Io vedo la guerra incarnata in un enorme, gigantesco mostro senza occhi con mille braccia e mumerosi grandi piedi che schiacciano tutti noi improvvisati bonsai d’uomo che fuggono terrorizzati con in braccio i loro cuccioli e inciampano e soccombono  senza scampo. Maledetta guerra e stra/maledetti tutti coloro che – al riparo – costringono altri a subirla. 
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giovedì 22 giugno 2017

In cascina !

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20 giugno 2017

- In cascina vivevano, abbastanza autonomamente, numerose famiglie e i bambini abbondavano .Ricordo che quando ad una mamma si chiedeva “Quanti figli ha ? la risposta era sempre preceduta dalla parola “Viventi !” “Viventi 7 “ Viventi 14 “ e viventi stava a significare che i più gracili, quelli che non ce la facevano erano (quasi) nella previsione. Il freddo, la miseria, la lontananza dai centri di cura dove, per arrivarci c’erano soltanto le biciclette, quando c’erano. E le strade, d’inverno, diventavano impraticabili.
La mia zia Isabella abitava stabilmente in cascina con lo zio Vittorio e non avevano figli. Io arrivavo, attesa e amnirata dalla città, perché portavo sempre le scarpe e una ventata di curiosità animava i bambini del posto : “ Ghe riat la bresanina “ è arrivata la brescianina !
Nelle lunghe serate estive, sotto il lungo portico sistemavamo le panchine e io facevo teatro. Recitavo poesie, e inventavo scenette scegliendo tra i bimbi del posto, gli aspiranti attori. La scenetta che dovevo ripetere a furor di “bis” era la seguente: In scena con qualche straccio legato sui fianchi per farla sembrare adulta una bimba grandicella doveva chiedermi :
“Che fai bella fanciulla che guardi lontano per quella via ?” “ Oh, se sapessi –rispondevo io molto calata nella parte – quando fu morta, l’han portata di là la mamma mia, ma mi han detto che debba tornare ! “ “ Ma non sai bella bambina che i morti al mondo non tornano più ?” e io con sul viso l’espressione dell’ indomita certezza rispondevo “Tornan nel prato i fiorellini miei, tornan le stelle…TORNERA’ ANCHE LEI “e gli applausi, anche degli adulti per questa attestazione di incrollabile fiducia, erano scroscianti !
Tutto questo ci procurava quasi sempre una fettina di prezioso bossolà. (una semplice torta col buco, pieno di felicità)
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E ancora, amarcord !


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C’era a quel tempo, un evento ricorrente che eccitava le fanciulle ed era il bagno settimanale al fiume. Partivamo, nel tardo pomeriggio del sabato, ognuna con il fagottino della biancheria pulita, un asciugamano e una fetta di sapone di Marsiglia conservato in una scatolina di latta.   

Si, d’accordo, c’era la gioia dello stare insieme, l’eccitazione per il superamento del contatto con l’acqua gelida del fiume, ma a 14, 15 o 16 anni c’era anche un altro elemento che contribuiva a rendere civettuolo il nostro procedere. I ragazzi della cascina si appostavano tra i cespugli per spiarci e noi lo sapevamo! Le ragazze del posto indossavano, per entrare in acqua, delle camicione larghe, di tela grezza, senza maniche, corte fino al ginoc­­­chio che non si appiccicavano al corpo, nemmeno bagnate. Ma io ero l’unica, invidiata diva del momento, ad indossare il costume da bagno di lana che spinava un po’ ma lasciava scoperte interamente le gambe. 

Ridevamo di tutto e per niente e ad un certo punto entravamo in quell’acqua al cui ricordo ancora  gelo. Non si nuotava ovviamente perché quello era un bagno dedicato all’ igiene e con quel sapone ci lavavamo anche i capelli. Quando i ragazzi uscivano allo scoperta fingevamo di stupirci e tiravamo loro i sassi del fiume, facendo attenzione a non colpirli. Ma che sfacciati, opperbacco, sussurravamo intimamente compiaciute.  

Ma finita la terza media il tempo degli svaghi si è drasticamente ridotto e io ho dovuto affrontare il mondo del lavoro. 14 anni, licenza di scuola media, vengo a colloquio con un noto commercialista in Brescia, con la mia mamma al fianco che temeva mandassi tutto all’aria con qualche risposta azzardata. E la prima è uscita nell’approccio. “Quanti anni hai ?” “14, e lei? “ Ma era una risposta così allegra, sorridente e provocatoria che ha stimolato la simpatica risposta “49, perché ? Vuoi assumermi ?” E il ghiaccio era rotto. 

“Cosa sai fare?” “Pochissimo, un po’ di dattilografia e un po’ di stenografia, ma ho voglia d’imparare “ Lo vedo perplesso osservare la pagella e prendere brevi appunti. “Scusi Dottore – se le può andar bene io incomincio domani, provo un mese e se le vado bene mi paga e mi tiene. Se non le vado bene la ringrazio e me ne vado “ Il dr.Zanini sorride e mi congeda con una stretta di mano : “Domani mattina alle 9, puntuale” Ci sono rimasta due anni, molto importanti per il mio apprendistato poi, in piena guerra sono stata assunta in una sede del Ministero delle Finanze che da Roma si era trasferito nella mia città . Avremo tempo di parlarne ! 
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mercoledì 21 giugno 2017

Amarcord !

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Ho sempre trascorso le vacanze scolastiche e il tempo libero, dai 9 ai 17 anni IN CASCINA nell’entroterra del lago di Garda, dalla mia zia Isabella. Là è avvenuta la mia educazione sessuale dovuta all’osservazione degli animali che andavano in calore, si accoppiavano, fino ad arrivare al parto e all’allattamento in tutto il ciclo vitale. E nulla mi stupiva.

Io e Daria, una delle figlie dei contadini passavamo ore a guardare i bachi da seta che si nutrivano di freshe foglie di gelso poi, andavamo per more tra i rovi che costeggiavano il fiume Chiese dalle acque limpide, gelide e saltellanti tra i sassi. 

Nonno Momolo pescava trote nel fiume Chiese mentre noi ci arrampicavamo sulle scale a pioli appoggiate agli alberi di ciliegio per gustare i duroni che erano gustosissimi chiari e rosei.
Raccoglievamo fichi, quelli bianchi di modeste proporzioni che sapevano di ruvido miele. Cinque o sei fichi e un panino costituivano una colazione da re. 

Giornate piene di gioia, di nuovi interessi, di appaganti scoperte riferite ai doni che la natura elargiva a piene mani. Mi svegliavo davvero al canto del gallo tra quelle lenzuola di tela ruvida tessuta in casa che profumava di lavanda e sentivo subito il prepotente appetito che mi spingeva a gustare – già in attesa sul tavolo della vasta cucina - latte e caffè d’orzo col buon pane fatto nel forno sotto il portico. Pane freschissimo, ancora caldo e odoroso che - negli anni in cui il pane scarseggiava in città – era meglio della più deliziosa brioche.
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domenica 18 giugno 2017

E spesso...tornano !

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bock notes di renata mucci
Giornale di Brescia domenica 18 giugno 2017


Dal figliol prodigo al figlio separato !

E, spesso, tornano ! I figli maschi intendo, quelli che vivevano fuori casa, con le loro nuove famiglia, nel matrimonio o in una seria convivenza. I figli maschi che, generalmente, lasciano la casa all’ex compagna di vita, e tornano alla famiglia d’origine dove trovano i genitori o uno solo di essi, provocando un notevole sconvolgimento emotivo e di abitudini. 

A volte ad accogliere il figlio reduce dal fallimento di un’unione, è una madre sola che si ritrova a dover ricostruire una familiarità di notevole impegno. In un contesto anagrafico pesante si inserisce una perdita di libertà, un sovraccarico di adempimenti. che inizialmente destabilizza ma, come nota a favore, si inserisce poi un senso di maggior sicurezza per questa rassicurante presenza.
Ma preoccupazioni, anche di ordine economico si collocano stabilmente nella quotidianità di questo figlio e, non ultima, è l’incognita verso un domani tutto da ricostruire. Forse ci sarà un nuovo incontro e anche qui, l’ansia si insinua. 

E, vogliamo parlare dei nipoti ? Improvvisamente costretti a fruire dell’affetto “a ore” dei genitori, sballottati e indubbiamente disorientati, subiscono carenze difficilmente colmabili. Un miscuglio di sensazioni che hanno il sentore acre della sconfitta insieme al rimpianto per ciò che poteva esse e non è stato. Un ritorno che, purtroppo, di festoso non ha proprio nulla.
Unica nota positiva e consolante l’annientamento di quell’atmosfera insostenibile che offuscava il clima familiare.
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venerdì 16 giugno 2017

La forza di facebook

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La forza di facebook !Ce la descrive, con l’ intensità dei sentimenti, l'amico carissimo Enzo Platto che trova conforto - alle inevitabili carenze giornaliere - nel contatto con gli amici di tastiera e di vita. Ed è davvero confortevole scoprire che FB può essere un giardino accogliente, con il cancello sempre spalancato ! 

Questo spazio – se riesce ad impedire l’ingresso alla volgarità, alla villania, alla supponenza – se viene usato il con garbo e nel rispetto reciproco, si delinea come un’oasi adatta alla sosta serena e rigenerante. Consente l’instaurarsi di simpatie che si trasformano, talvolta, in vere e durature amicizie e ci fa sentire spesso meno soli. 

E io propongo una gioiosa hola inneggiante a questo spazio che si offre generosamente a impalpabili, nascoste esigenze dell’anima.
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mercoledì 14 giugno 2017

Amore e dintorni.

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Le mie mani, come farfalle impazzite disturbano la scrittura e la comunicazione con voi.
Saltano, sconvolgono e richiedono un impegno costante e molto molto amorevole 
Dominare questo tremito convulso non è facile e correggere è indispensabile e consueto. 

Ma resisto. Siete importanti, per me 
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Reminiscenza.

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" Narrami o Diva, del pèlide Achille l'ira funesta, che infiniti addusse lutti al achei." 

Questa invocazione arriva dalla notte dei tempi a testimoniare la staticità delle menti e degli eventi.
Sempre, da sempre e forse per sempre l'homo odia i suoi simili e su di essi sfoga "l'ira funesta". 

Ma se è vero che la goccia scava la pietra, vale impegnarci per cambiare la mentalità. Dirottare il pensiero verso un solidale atteggiamento verso l'altro, SI PUO' E SI DEVE.

PROVIAMOCI, ALMENO
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martedì 13 giugno 2017

Stormi !

Giornale di Brescia 14 giugno 2017
IL GIORNALE 1 LUGLIO 2017

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Uno stormo di uccelli vola basso. Otto, forse dieci si librano uniti con una decisione che sorprende.

E mi piace pensare che la loro sicurezza derivi dal sentirsi raggruppati, nel solidale intento che consente la sopravvivenza. Mi piace pensare che l’istinto di mutuo soccorso sia la forza del loro sicuro andare.

Privi di sentimenti meschini superano uniti le avversità e affrontano il loro ciclo vitale, affrontando serenamente uniti, i quotidiani eventi. 

E penso a noi, al nostro insanguinato presente, al nostro incerto futuro, minato proprio da un individualismo esasperato, e da una falsa visione di quelle che sono le nostre essenziali, irrinunciabili, vere necessità. E, una volta di più mi rendo conto del fatto che se non facessi stormo con voi.....non mi piacerebbe volare. 
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lunedì 12 giugno 2017

Un pensiero di pochi istanti fa

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Possiamo scegliere se VIVERE, SOPRAVVIVERE O VEGETARE.
E noi abbiamo la possibilità di scegliere ! 


Fantastico, amici miei !
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domenica 11 giugno 2017

La memoria fa sherzi pericolosi ? Meglio riderci su !!

bloch notes di renata mucci
Giornale di brescia-domenica 11 giugno 2017
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Comincio la mia confidenziale narrazione, ammettendo che – da qualche anno a questa parte - per quanto riguarda l’abbigliamento, mi preoccupo soprattutto di sentirmi a mio agio anche se qualche dettaglio non è corretto. Spesso non ho voglia di spostare il contenuto della borsetta che poco si adatta al colore del vestito e indulgo sempre più frequentemente alla pigrizia e sorvolo perché so bene che i giovani non mi guardano e quelli della mia età, ci vedono pochissimo. 

Ma recentemente ho potuto constatare che non è soltanto la vista che subisce un calo, ma anche la memoria ! Del resto è normale, come succede ad una vettura che – dopo anni e anni d’uso anche corretto – manifesta i segni di un inevitabile logorio. E l’usura si manifesta ! Se non è la portiera, è il fanale oppure la carrozzeria, o le fodere dei sedili ed è normale che, anche nel corpo umano si avvertano, qua e là, cedimenti e carenze.

E a proposito di memoria vi narro un fatterello che mi ha molto divertito. Incontro recentemente un vecchio amico e la commozione è reale e intensa, Nella fitta conversazione affiorano i ricordi e la conclusione prevede lo scambio dei numeri di telefono per non perderci di nuovo. E qui comincia il bello ,perché sono costretta a confessare che non mi ricordo il cognome del mio interlocutore che disorientato esclama " Ma davvero, non ti ricordi? Ma tu lo sai che sei stata l'unica donna per la quale ho pianto ? Io ti ho amato profondamente Luciana !" Scoppio in una fragorosa risata e lo metto al corrente del fatto che mi chiamo Renata ! Mortificato e ammutolito si rifugia tra le mie braccia che lo accolgono con allegra, solidale, affettuosa comprensione.(r.m.)

sabato 10 giugno 2017

Fresco look !

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Mauro, mio figlio, mi ha accompagnata dal coiffeur.

Afferma - con ragione - che un buon aspetto, allontana la depressione.
O.K. Ben fatto.Non sarò bellissima, ma quasi !

venerdì 9 giugno 2017

La femminilità non muore.

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Replay

Una senora mi chiede : “Quando si quieta la femminilità ? "

"Mai tesoro ! Si finge, ci si adatta, ci sforziamo di accettare gli insulti della vecchiaia e continuiamo a mentire, ma la femminilità muore soltanto CON NOI. e- fino alla fine - rimaniamo come eravamo ! Assetate d'amore "
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giovedì 8 giugno 2017

Il tempo fugge e se ne va.............

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E, domani, è gia vigilia ! Come vola il tempo cari amici miei, come fugge.

Trattenerlo un po', è possibile spoltanto assaporandolo. e riconoscendo la 
priosità di ogni attimo con la consapevolezza che "è senza ritorno"

Questo atteggiamento è già felicità. Garantisco !
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mercoledì 7 giugno 2017

e...riecchime !

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A gentile richiesta, trascirvo la didascalia della bella foto - sul Giornale di Brescia del 6/6 c.a pag.12.-

"Una ventata di vitalità, allegra in modo contagioso e anche un po’ trasgressivo ( ma con stile e intelligenza) ha travolto ieri la redazione del Giornale di Brescia dove la nostra collaboratrice Renata Mucci è stata invitata per festeggiare, insieme il suo novantesimo compleanno. Renata all’invidiabile traguardo dei novant’anni, in forma splendida è stata accolta dal Direttore Nunzia Vallini e dai giornalisti che le si sono stretti intorno per un augurio affettuoso. Lei ha ricambiato con il piacevole racconto di episodi della sua vita e con le battute con le quali è solita infarcire anche i suoi gustosi articoli e i numerosi post su faceboock. Ancora auguri, Renata !"
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P,S. non sono riuscita a fare la scansione dell' articolo originale con le bella foto al braccio del Direttore Nunzia Vallini, ma sono riuscita e riportare - parola per parola, la bella didascalia che mi ha lusingata e profondamente commossa.. Un grande grazie !

Pardon !

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Ieri sono stata invadente, ma per me CONDIVIDERE è una 'imperiosa necessità e farlo con voi gratifica e conforta. Grazie a tutti per la massiccia, gradita partecipazione.

Si apre un bel mercoledì, normale e piacevole. Da vivere, da gustare.

Feliz dia amici carissimi

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martedì 6 giugno 2017

Un'ora indimenticabile.

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vi coinvolgo, come sempre, negli eventi dellla mia quotidianità e vi rendo quidi partecipi di un evento lieto e straordinario che ha connotato, ieri, la mia giornata..

Nella prestigiosa sede della Redazione del Giornale di Brescia - tenuta per mano dal Direttore, dott.Nunzia Vallini, sono stata accolta come una V:I:P:e festeggiata per i miei novant'anni.
L'incontro è stato connotato da una festosa, amichevole cordialità che non dimenticherò. Sano stata bene, con l'anima in festa e - rischiando di annoiarvi - vi tengo presenti in quest'ora gratificante e molto particolare ! WOW !

Sono occasioni, queste, in cui anche una fisicità compromessa si cela dietro le gioiose sensazioni. Feliz dia anche a voi, bella gente e ad maiora, sempre !
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lunedì 5 giugno 2017

A 90, ci si vanta !

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Vagoni di ringraziamenti per chi ha voluto essere al mio fianco in questo giorno particolare, appena trascrorso. Un grazie collettivo ed entusiasta per tutti "i miei", per tutti voi amici carissimi.
Quattordici adulti e sei cocciolotti, in una bella sala riservata nel "centro Tennis" che normalmente ospita i miei sportivissimi parenti.

Magnifico tutto. Il sole, l'atmosfera i cartelloni augurali preparati dai miei pro/nipoti per la nonna bis. Fiori, regali, abbracci, sorrisi e buona cucina ad allietare un giorno già lieto. Discorsi e dediche festosi e affettuosissimi. Che dire ?

Felicemente frastornata, con qualche anti/dolorifico, ho retto bene l'assalto dolcissimo delle emozioni ! R riecchime qui nella normale atmosfera di un giorno feriale ad abbracciarvi tutti in un sorridente amplesso.

VIVA LA VITA RAGA ' !
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domenica 4 giugno 2017

bloch notes di renata mucci -Giornale di Brescia - domenica 4 giugno 2017
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   4 giugno 2017, arrivano a compimento i miei novant’anni di vita e provo a tracciare una breve panoramica, fedele e sintetica.

Sono nata lo stesso anno in cui è nata la Mille Miglia in questo secolo pieno di eventi che hanno rivoluzionato il modo di vivere e di morire. Agli albori della mia vita pochissime famiglie avevano la possibilità di fare il bagno in casa e il telefono privato era solo nei desideri. Finiva la guerra e io compivo diciotto anni, ero già entrata nel mondo del lavoro e, giovane sposa, a 23 anni festeggiavo la nascita del mio unico figlio. Nel mio percorso che si è dipanato in un contesto storico importante, sono stata felice, ho sofferto e sono stata delusa. Non mi è stato fatto alcuno sconto.
 
Ho vissuto il periodo in cui si cantava “Se potessi avere mille lire al mese” e si sognava la pace, mentre si viveva una guerra orrenda. Furono gli anni della bomba atomica e dei lager, seguiti dal boom economico, https://webmail.pc.tim.it/cp/imgalice/s.gife dalla ricostruzione e l’arrivo della mitica Vespa 125 e della storica Fiat 500, fu per molti l’euforia e la felicità, mentre gli anni scorrevano all’insegna del cambiamento tecnologico e sociale. 
 
In un secolo contrassegnato e sconvolto dal terrorismo, sembra impossibile che ci sia ancora un margine per godere della bellezza della natura e dei buoni sentimenti familiari e di quelli, altrettanto importanti dell’amicizia. Invece l’amore ha ancora un ampio spazio e la speranza conforta gli uomini di buona volontà che si pongono e a garanzia  di un futuro migliore. 
 
Sorrido agli amici sinceri che amo profondamente, guardo mio figlio, le mie nipoti, la mia tribù che conta sei pro nipoti e penso – nonostante tutto -“ Ne è valsa la pena.!”
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sabato 3 giugno 2017

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                                Facciamo cambio, dai !
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