Premessa.(collaborazione tra bloggers) Il racconto che segue é giunto all’amico SALVO che – attualmente impegnato in altre imprese -l’ha inoltrato a Stella e a me. L’abbiamo ritenuto meritevole di divulgazione e Stella ha ceduto a me il piacere della pubblicazione. Se lo apprezzerete il plauso sarà comunque tutto e soltanto per l’anonimo autore. Salvo, Stella e Renata sono soltanto i gioiosi pony/express che ve l’hanno recapitato. Buona lettura. r.m.
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Due uomini, entrambi molto malati, occupavano da tempo la stessa stanza d'ospedale.
Ad uno dei due - che aveva il letto vicino all’unica finestra della stanza - era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio. L'altro, invece, era costretto a restare sempre disteso nel suo letto.
Col tempo, i due fecero amicizia e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro,del trascorso servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
Dall’altro letto, l’infermo, cominciò a vivere in attesa di quelle ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre ed i cigni giocavano nell'acqua, i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo e i giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città che si intravedeva in lontananza.
Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto nei minimi dettagli, l'altro chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
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Due uomini, entrambi molto malati, occupavano da tempo la stessa stanza d'ospedale.
Ad uno dei due - che aveva il letto vicino all’unica finestra della stanza - era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio. L'altro, invece, era costretto a restare sempre disteso nel suo letto.
Col tempo, i due fecero amicizia e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro,del trascorso servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
Dall’altro letto, l’infermo, cominciò a vivere in attesa di quelle ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre ed i cigni giocavano nell'acqua, i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo e i giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città che si intravedeva in lontananza.
Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto nei minimi dettagli, l'altro chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l’ amico descrisse perfino una parata che stava passando. L'altro si meravigliò di non riuscire a sentire la banda, pensò ad un calo dell’udito e subito si consolò perché poteva almeno vederla con gli occhi della mente, così come l'uomo alla finestra gliela descriveva.
Passarono giorni e settimane. Un brutto giorno l'infermiera di turno portò loro l'acqua per l’igiene del mattino, ma trovò il corpo senza vita del paziente vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno.
L'infermiera, diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo e l'altro si affrettò a chiedere di essere trasferito nel letto dell’amico. Voleva prendere posto accanto a quella finestra . L'infermiera lo accontentò prontamente e dopo poco si allontanò.
Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò appoggiandosi faticosamente ad un gomito, ansioso di vedere per la prima volta il mondo esterno. Si girò lentamente e vide che la finestra si affacciava...su un muro bianco ! .
Deluso e stupito chiese poi all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico a descrivere delle cose così meravigliose, ma inesistenti. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. “ 'Forse, voleva farle coraggio.”' disse.
E forse anche l’uomo cieco aveva provato un'immensa felicità nel rendere felice il suo amico che viveva una situazione già parecchio critica. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità condivisa è raddoppiata.
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
Anche l’oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente. The end
Passarono giorni e settimane. Un brutto giorno l'infermiera di turno portò loro l'acqua per l’igiene del mattino, ma trovò il corpo senza vita del paziente vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno.
L'infermiera, diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo e l'altro si affrettò a chiedere di essere trasferito nel letto dell’amico. Voleva prendere posto accanto a quella finestra . L'infermiera lo accontentò prontamente e dopo poco si allontanò.
Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò appoggiandosi faticosamente ad un gomito, ansioso di vedere per la prima volta il mondo esterno. Si girò lentamente e vide che la finestra si affacciava...su un muro bianco ! .
Deluso e stupito chiese poi all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico a descrivere delle cose così meravigliose, ma inesistenti. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. “ 'Forse, voleva farle coraggio.”' disse.
E forse anche l’uomo cieco aveva provato un'immensa felicità nel rendere felice il suo amico che viveva una situazione già parecchio critica. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità condivisa è raddoppiata.
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
Anche l’oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente. The end