Nel luglio 1993 ho concluso un lungo iter lavorativo fuori casa ed cominciato a non oppormi più al richiamo dello scrivere. Ma ho voluto anche analizzare l’impulso, porgendo orecchio ad alcuni interrogativi.
Perché scrivere? Qual’ è la pulsione? Senza evitare l’invito all’analisi, all’approfondimento, appago la mia stessa curiosità cercando la risposta che sento latente.
E’ l’inconscio sogno nel cassetto? E’ la risposta alla domanda “cosa avresti voluto fare da grande?” E’ il desiderio di mettere ordine nei pensieri?...... Forse !
E pensieri ce ne sono tanti! Accumulati, non analizzati, inopportuni, repressi, inconfessati, sovrapposti, ricorrenti. Pensieri intervallati da ricordi, esperienze, malinconie, ma il desiderio di indulgere alla nostalgia viene spintonato da stimoli più recenti che si propongono con arroganza, forti di un presunto diritto alla priorità.
Alla base però c’è – ovviamente – la facilità del procedere. La motivazione primaria è proprio la fluidità, la piacevolezza, la congenialità che ci pone con gioia davanti al progetto.
Si comincia pregustando il piacere di esprimersi senza essere fuorviati da inopportune interruzioni, assaporando la gioia di coinvolgere che è, infine, l’essenza stessa dell’appagamento. Stimolare e rendere partecipe il lettore affinché condivida l’intensità delle emozioni.
Si insinua poi il desiderio di rivisitare strade abbandonate , rispolverare i ricordi, togliere ragnatele, indulgere alla nostalgia e – anche – puntare i fari su incontri che hanno, in un modo o nell’altro, arricchito il nostro mondo.
Un amico che scrive con piacere mi ha confidato : “Quando mia moglie mi vede immobile, a fissare un punto indefinito, non capisce che...sto lavorando !”
In effetti anch’io realizzo l'impostazione prima di avvicinarmi al computer e quando mi siedo per mettere “nero su bianco” ho la sensazione che qualcuno mi detti “dal di dentro” .
Perché scrivere? Qual’ è la pulsione? Senza evitare l’invito all’analisi, all’approfondimento, appago la mia stessa curiosità cercando la risposta che sento latente.
E’ l’inconscio sogno nel cassetto? E’ la risposta alla domanda “cosa avresti voluto fare da grande?” E’ il desiderio di mettere ordine nei pensieri?...... Forse !
E pensieri ce ne sono tanti! Accumulati, non analizzati, inopportuni, repressi, inconfessati, sovrapposti, ricorrenti. Pensieri intervallati da ricordi, esperienze, malinconie, ma il desiderio di indulgere alla nostalgia viene spintonato da stimoli più recenti che si propongono con arroganza, forti di un presunto diritto alla priorità.
Alla base però c’è – ovviamente – la facilità del procedere. La motivazione primaria è proprio la fluidità, la piacevolezza, la congenialità che ci pone con gioia davanti al progetto.
Si comincia pregustando il piacere di esprimersi senza essere fuorviati da inopportune interruzioni, assaporando la gioia di coinvolgere che è, infine, l’essenza stessa dell’appagamento. Stimolare e rendere partecipe il lettore affinché condivida l’intensità delle emozioni.
Si insinua poi il desiderio di rivisitare strade abbandonate , rispolverare i ricordi, togliere ragnatele, indulgere alla nostalgia e – anche – puntare i fari su incontri che hanno, in un modo o nell’altro, arricchito il nostro mondo.
Un amico che scrive con piacere mi ha confidato : “Quando mia moglie mi vede immobile, a fissare un punto indefinito, non capisce che...sto lavorando !”
In effetti anch’io realizzo l'impostazione prima di avvicinarmi al computer e quando mi siedo per mettere “nero su bianco” ho la sensazione che qualcuno mi detti “dal di dentro” .
Scrivere è questo e....altro ancora !
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Luglio 2008 - a distanza di anni, posso forse rispondere ai miei inziali interrogativi. Perché respiro ? Per vivere ! Perché scrivo ? Per la stessa ragione
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4 commenti:
Bene così, non servono sempre tutte le risposte, anche il tenere qualcosa in sospeso ci fa sentire ancora in moto, con un percorso da fare.
Personalmente non ho mai scritto molto, non ho mai avuto diari o appunti o quaderni; in questa dimensione blog uso la scrittura come se parlassi (meditando, nemmeno troppo), voglio dire che sono per la comunicazione immediata, non a posteriori.
Quindi, non troppo ordine e qualche emotività, come nella vita, quella in cui tutti respiriamo, e molti scrivono.
ByBy
ciao Renata... hai fatto sobbalzare il mio cuore con questa forte emozione di scrittura... inconsciamente pensavo la stessa cosa ma non ero in grado di analizzarla... mi hai dato una bella lezione di vita... ci sono persone che nella vita lasciano un' impronta nella tua formazione perché hanno saputo farti ragionare facendoti pensare... il nucleo è dentro di noi bisogna saperlo far esplodere... io ho sempre avuto il timore di far leggere le mie cose... perché la paura di sbagliare era più forte... alla fine quando ho mollato il freno... è esploso un vulcano che per troppo tempo era stato tarpato... buona notte... mia dolce amica.
sei proprio fortunata, hai un grande dono e lo dividi con noi, grazie A.
Lucignolo, sempre piacevoli i tuoi interventi ! Una augurio per una buona domenica.
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Jasna ! Hai cambiato la foto. Buona anche questa. Il sobbalzare, è condivisione quindi ne sono contenta, A presto.
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ALIZA - grazie per aver messo a fuoco nel tuo stringato commento, l'essenza della scrittura : comunicare a condividere. un bacio.
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