su la Stampa del 29 dicembre 2011 lettere
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1) Vorrei che qualcuno fosse contento di avermi incontrato
2) Vorrei che i sindacalisti e i politici avessero compensi dignitosi senza trattamenti accessori di favore
3 ) Vorrei che gli uomini (tutti) imparassero a lottare senz’armi.
renata mucci
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sabato 31 dicembre 2011
giovedì 29 dicembre 2011
Un poster nella mia casa e nel mio cuore.
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da Elena Alberti Nulli, poeta, a renata mucci
Dolce Renata che reciti la vita
con il tic tac leggero del computer,
nelle tue mani l’anima dell’uomo
è una tempesta che s’abbatte e tuona
è primavera di alberi fioriti.
Disegni la letizia sopra i tasti
con lettere d’amore e di saggezza,
rinchiudi lo splendore dell’Immenso
nel fiume in piena di parole accese.
Dolce Renata che passi le tue notti
a risciacquare l’abito dei giorni,
tu porti nelle case il cantico dei vespri,
il volo dei colori in ogni stanza.
Li benedica Iddio tutti quei fogli
cuciti di sapiente tenerezza,
aquiloni di carta di giornale
sempre sospesi tra la terra e il cielo
contemplare il mondo dalle stelle.
elena alberti nulli.
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da Elena Alberti Nulli, poeta, a renata mucci
Dolce Renata che reciti la vita
con il tic tac leggero del computer,
nelle tue mani l’anima dell’uomo
è una tempesta che s’abbatte e tuona
è primavera di alberi fioriti.
Disegni la letizia sopra i tasti
con lettere d’amore e di saggezza,
rinchiudi lo splendore dell’Immenso
nel fiume in piena di parole accese.
Dolce Renata che passi le tue notti
a risciacquare l’abito dei giorni,
tu porti nelle case il cantico dei vespri,
il volo dei colori in ogni stanza.
Li benedica Iddio tutti quei fogli
cuciti di sapiente tenerezza,
aquiloni di carta di giornale
sempre sospesi tra la terra e il cielo
contemplare il mondo dalle stelle.
elena alberti nulli.
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martedì 27 dicembre 2011
Dillo a me, solo a me, in segreto.
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Non celare il segreto del tuo cuore.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l'udrà, non le mie orecchie.
La notte è fonda, la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli son coperti di sonno.
dimmi tra lacrime esitanti,tra sorrisi titubanti,
sussurralo sommessamente,tra dolore
e dolce vergogna, il segreto del tuo cuore.
Tagore
Non celare il segreto del tuo cuore.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l'udrà, non le mie orecchie.
La notte è fonda, la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli son coperti di sonno.
dimmi tra lacrime esitanti,tra sorrisi titubanti,
sussurralo sommessamente,tra dolore
e dolce vergogna, il segreto del tuo cuore.
Tagore
domenica 25 dicembre 2011
25 dicembre 2011.
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Ciao ragazzi, alle dodici vado "dai miei". Oggi mi godrò la famiglia e i pro/nipoti, i magnifici quattro. Marta 9 anni, Giulia 7, Pietro 5 e Luca 3 mesi. Un bell'assortimento.
Mio figlio avrà preparato le sue teglie di lumache al forno e l'allegria sarà sovrana. Porterò con me il Natale dei miei ricordi diversi e belli perché rivissuti con il sorriso nel cuore e senza rimpianti.
I bimbi d’oggi avranno i loro ricordi ai quali sorrideranno domani perché tutto passa e tutto si rinnova. Ognuno potrà dire “ai miei tempi” perché sono i tempi dei verdi anni, riservati ad ognuno.
Infine tornerò volentieri a casa, sulla mia seggiolina a guardare quel mondo virtuale che si è conquistato la mia gratitudine.
Vi auguro la salute che è la premessa indispensabile ad un percorso sereno e vi dedico un abbraccio, gioiosamente natalizio.
La vostra vecchia amica muccina !
venerdì 23 dicembre 2011
Se fossi un cane !
Ho letto tempo fa, in un prestigioso quotidiano, questo accorato richiamo e l'ho già sottoposto all' attenzionme. Lo riscrivo perchè mi sembra ancora attuale e sempre meritevole d'attenzione.
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Se fossi un cane verrei accarezzato; se qualcuno mi dovesse abbandonare commetterebbe un illecito e chiamerebbero bastardo quel tale che si comporta come un animale.
Se fossi un cane mi chiamerebbero amore, avrei un pasto e un posto; la sera nel parco perfino i miei escrementi sarebbero raccolti.
Se fossi un cane sarei protagonista di almeno un programma settimanale; se qualcuno mi dovesse smarrire, la mia foto sarebbe affissa sui pali e sui muri di tutto il paese.
Se fossi un cane, piccolo, grasso, storpio e con una storia triste alle spalle, l’Italia si disferebbe pur di potermi adottare e chiamerebbero criminali quei tali che si comportano come disumani.
Invece sono solo un clandestino. Solo.
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mercoledì 21 dicembre 2011
Il contributo delle donne nella società-
pubblicato su OGGI.it del 22 dicembre 2011
" su Bresciaoggi 30 dicembre 2011
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" su Bresciaoggi 30 dicembre 2011
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Sono da sempre convinta della necessità che le donne siedano più numerose e determinanti, là dove si esercita il potere. Ottenere il 50% delle candidature politiche per le donne è traguardo degno del massimo impegno e introdurre al più presto - in ambito legislativo - tale criterio, è doveroso oltre che auspicabile. Fortunatamente si è ormai consolidato l’apprezzamento che le donne si sono meritate nell’interagire in ogni campo ed è innegabile l’apporto calmieratore che spesso gestiscono sia in famiglia che nel lavoro.
Oltre a ciò collocarci a fianco dei nostri uomini per condividere ogni sfumatura del vivere, compresa quindi la gestione di tutto ciò che è sociale, non può che aumentare il patrimonio di idee che supporta ogni azione. E’ quindi indispensabile introdurre modifiche ed integrazioni alle norme elettorali per assicurare alle donne il 50% delle presenze in tutte le consultazioni elettorali, dalle amministrative alle politiche, nel proporzionale e nel maggioritario.
Un progetto di legge popolare è stato presentato in tal senso alla Corte di Cassazione nel febbraio 2002 dalla Senatrice Elena Marinucci e dall’esperto di diritto costituzionale Vincenzo Cerulli. Ma il progetto si sé dissolto nel nulla, ma continuo a credere che la partecipazione attiva e massiccia delle donne consentirebbe di progettare, anche per i nostri figli, un futuro migliore.
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lunedì 19 dicembre 2011
Un pensiero illuminante.
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Trascrivo per voi un pensiero espresso dalla D.ssa Gianna Schelottonella sua rubruca "Questioni d'amore" sul Corriere della Sera.
Trascrivo per voi un pensiero espresso dalla D.ssa Gianna Schelottonella sua rubruca "Questioni d'amore" sul Corriere della Sera.
Gli "slanci" per definizione sono un moto spontaneo dell'anima e dunque è impossibile insegnarli. Anche le persone poco inclini a certe manifestazioni affettive sono però in grado di trovare proprie modalità per esprimere sentimenti ed emozioni. Ciò che conta è mettersi in condizioni di leggerle e non cadere nell'errore di pensare che gli unici linguaggi possibili siano i propri!"
Veramente illuminante e fantastico-muccina
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domenica 18 dicembre 2011
Io ci provo !
pubblicata su OGGI.it lettere del 20 dicembre 2011
pubblicata su Bresciaoggi " del 22 " "
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pubblicata su Bresciaoggi " del 22 " "
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Io ci provo !
Voglio provare a rasserenare i cuori, ma pur sapendo che mi assumo un compito gravoso, tenterò di distrarre la vostra attenzione dall’attualità per portarvi con me, indietro nel tempo. Molto indietro , addirittura quando io avevo quindici anni e imperversava la guerra già da due anni.
A quel tempo, sentivo mia madre che guardando me i mia sorella sussurrava “povere figlie, chi sa cosa ne sarà di loro ? Finirà questa guerra infame? E poi?” Mia sorella aveva tre anni più di me e sorrideva con me delle materne preoccupazioni perché noi….noi… ci ritenevamo invulnerabili!
E intanto scorrevano gli anni e da quel 1942 passammo altri anni di privazioni e rinunce fino al 1945.Intorno a noi macerie, case distrutte, ferite ancora aperte,ma tanta voglia di ricominciare. Arrivò così un relativo benessere , il boom economico e la rinascita.
Per questo oggi, con la crisi e il malessere generale, la sfiducia, la delinquenza e il fenomeno dell’immigrazione, il traffico, l’inquinamento, sento qualche nonna che guarda i nipoti e ripete le stesse parole che allora uscivano dalle labbra di mia madre.
Ma ce la faremo anche stavolta. Guardo i giovani, quelli con le magliette sporche di fango, quelli sulle Ambulanze, guardo la parte migliore della società e continuo a sperare. Ce la faremo ! Con questo augurio vorrei che ci avvicinassimo al Natale con uno stato d’animo rivolto a giorni migliori! Questo è il mio augurio per tutti ! Col cuore . muccina-----------------------------
sabato 17 dicembre 2011
A volte, per caso !
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Ci sono eventi che si rivelano gratificanti,
pur essendo l'opposto di ciò che avevamo programmato.
pur essendo l'opposto di ciò che avevamo programmato.
muccina -----------------------
mercoledì 14 dicembre 2011
lunedì 12 dicembre 2011
Filastrocca per gli amici.
pubblicata su OGGI.it lettere 14 dicembre 2011
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Un pensiero per gli amici che vorrei saper felici
e ,pur senza esagerare, li vorrei rasserenare.
Ma, se e qui mi è consentito, sulla piaga metto il dito
e rivolgo le mie brame a chi invece, ha freddo e fame.
A chi è solo, a chi è malato e non va dimenticato.
A chi da poco ha perso tutto, a chi soffre per un lutto.
Ecco a chi va il mio pensiero con l’affetto più sincero
perché tutti, brutto o belli, son tra noi come fratelli.
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sabato 10 dicembre 2011
Su La Stampa del 10/12/2011
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Conosco alcuni Professori che sono andati in pensione avviliti da un contesto che non riescono a gestire. E ne conosco alcuni che reggono, lottano e di dedicano nella speranza di recuperare attenzione, ma sono supportati almeno dal Preside. Un Preside deve saper valutare anche le lamentele dei genitori che difendono a oltranza i figli e sostenere gli Insegnanti.
renata mucci - brescia
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renata mucci - brescia
giovedì 8 dicembre 2011
Lasciamoli sognare !
Pubblicata su Libero-lettere del 7 dicembre 2011
" su Bresciaoggi del 12 "
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" su Bresciaoggi del 12 "
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Ho gli occhi lucidi e il cuore che sorride perché mi è capitata una cosa straordinaria. Un foglietto stropicciato e umido vicino alla ruota della mia vettura in sosta, ha attirato la mia attenzione e l’ho raccolto, ma mi si rompeva tra le mani e a stento ho decifrato la scrittura infantile che ho copiato per voi. Si commenta da sé ed è qualcosa di veramente speciale.
“Io lo so che tu mi ascolti, caro Babbo Natale ! me l’ha detto la mia maestra Chiara che non dice le bugie. E allora ascoltami, i doni che volevi portare a me portali a quei bambini neri col pancione, magri magri che ho visto in televisione. Porta i biscotti e i dolci e anche il miele che fa bene, e i pistacchi, il torrone. Io ho i giocattoli dell’anno scorso che mi piacciono ancora e una di queste notti mettero fuori della mia porta quelli che voglio dare a quei bambini. Tu, ti ricorderai di passare a prenderli ? Tanto io ho nove anni e sono grande. Non dimenticarti. Ciao. “
Vorrei dire al bimbo che l'ha scritta che la sua lettera non è andata perduta, l'ho messa in una busta e l'ho imbucata. Certamente Babbo Natale la riceverà. ---------------------------------------------------------
martedì 6 dicembre 2011
Natale é alla porta.
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Si avvicina a grandi passi il Natale. Carte colorate,vetrine sfavillanti e alberi adorni di allegre luci. L’atmosfera è festosa, ma il mio pensiero torna a ritroso negli anni della mia giovinezza e risento nelle narici insoddisfatte, il profumo del brodo che veniva offerto a metà mattina, caldo e fumante in una scodellina, al nonno in attesa, a guisa di aperitivo family.
Era un brodo importante che non poteva prescindere dall’aggiunta di un bel pezzo di manzo e dal grosso tacchino, la costa di sedano, una cipollina e mi pare di ricordare la mamma che aggiungeva, due chiodi di garofano.
Sulla tavola della vasta cucina, un panno candido onorava il lavoro delle donne di casa presentando in fila come soldatini, gli amati agnolini. Di lato la grattugia pronta accanto al pezzo di grana da grattugiare all’ultimo momento per favorirne la fragranza. Un paio di bottiglie di “vino buono”, il cestino del pane fresco e il piattone ovale in attesa del tacchino ripieno. Lo avrebbe tagliato il babbo con quel suo trinciapollo di cui era quasi geloso.
Il cesto con i mandarini attirava i bambini eccitati e gioiosi che guardavano la porta chiusa che si sarebbe aperta sulla sala, al momento giusto. In quella sala, intorno al tavolo allungato per l’occasione, tutte le sedie della casa pronte ad accogliere la famiglia.
C’erano tutti perché le trasferte in montagna erano inimmaginabili, in quei tempi. Niente regali perché la tredicesima del babbo era già ipotecata da tempo, ma ricordo l’anno in cui incluse anche le scarpine nuove per me e mia sorella. E fu quasi felicità.
I profumi, riempivano l’aria benché soltanto adesso mi accorgo….che riempivano i cuori. ------------
domenica 4 dicembre 2011
Amare costa .
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Costa, dire “Hai ragione”
.........., dire “Perdonami”
............dire “E’ colpa mia”
........... dire “Non importa”
.............essere paziente
........... dimenticare un’offesa
........... mantenere un tono pacato
........... essere sempre disponibili
........... cercare di capire
........... ascoltare in silenzio
........... glissare, sorvolare
........... sorridere ai difetti
............ accettare interessi differenti
........... sopportare la lontananza
........... rinunciare, rinviare
........... talvolta, perfino essere fedeli
Amare....costa
ma che investimento, ragazzi !
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venerdì 2 dicembre 2011
Natale antico.
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Correvan gli anni della mia gioventù quando dalla strada saliva il suono delle cornamuse e intono la neve. Un piatto di caldarroste, una filastrocca, la bottiglia di vino buono per papà, il presepio con il laghetto in carta stagnola, qualche mandarino, il torrone, il residuo panettone e i nonni sorridenti e presenti rendevano speciali e indimenticabili i pomeriggi del giorno di un Natale veramente Santo.
muccina
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mercoledì 30 novembre 2011
Una favola vera.
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Due uomini, molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. Quello che aveva il letto vicino alla finestra poteva mettersi a sedere sul letto per un'ora ogni pomeriggio. L'altro era costretto a restare sempre disteso. Col tempo, presero a parlare tra loro del loro passato e ogni pomeriggio, l'uomo vicino alla finestra raccontava al suo compagno di stanza le cose che poteva vedere all’esterno.
Dall’altro letto, l’infermo, cominciò a vivere in attesa di quelle ore nelle quali il suo mondo si colorava dei colori del mondo esterno. Seppe così che la finestra dava su un parco con un delizioso laghetto nel quale le anatre ed i cigni nuotavano e i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Seppe di giovani innamorati che camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore.
Mentre l'uomo descriveva, l'amico dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l’ amico descrisse perfino una parata che stava passando. ma non riuscì a sentire la banda, a causa della sua lieve sordità,ma si consolò perché poteva almeno vederla con gli occhi della mente.
Passarono i mesi, ma un brutto giorno l'infermiera di turno trovò il corpo senza vita del paziente vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera, comunicò la triste notizia all'altro che si affrettò a chiedere di essere trasferito nel letto dell’amico. Voleva avvicinarsi a quella finestra e appena trasferito l'uomo si sollevò appoggiandosi faticosamente ad un gomito, ansioso di vedere il mondo esterno.
Si girò lentamente e vide che la finestra si affacciava...su un muro bianco !
Deluso e stupito chiese poi all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico a descrivere delle cose così meravigliose, ma inesistenti. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. “ 'Forse, voleva farle coraggio.”' disse sicura che il cieco aveva provato un'immensa felicità nel rendere felice il suo amico. Sapeva bene che un dolore condiviso è dimezzato, ma la felicità condivisa è raddoppiata.
Dall’altro letto, l’infermo, cominciò a vivere in attesa di quelle ore nelle quali il suo mondo si colorava dei colori del mondo esterno. Seppe così che la finestra dava su un parco con un delizioso laghetto nel quale le anatre ed i cigni nuotavano e i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Seppe di giovani innamorati che camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore.
Mentre l'uomo descriveva, l'amico dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l’ amico descrisse perfino una parata che stava passando. ma non riuscì a sentire la banda, a causa della sua lieve sordità,ma si consolò perché poteva almeno vederla con gli occhi della mente.
Passarono i mesi, ma un brutto giorno l'infermiera di turno trovò il corpo senza vita del paziente vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera, comunicò la triste notizia all'altro che si affrettò a chiedere di essere trasferito nel letto dell’amico. Voleva avvicinarsi a quella finestra e appena trasferito l'uomo si sollevò appoggiandosi faticosamente ad un gomito, ansioso di vedere il mondo esterno.
Si girò lentamente e vide che la finestra si affacciava...su un muro bianco !
Deluso e stupito chiese poi all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico a descrivere delle cose così meravigliose, ma inesistenti. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. “ 'Forse, voleva farle coraggio.”' disse sicura che il cieco aveva provato un'immensa felicità nel rendere felice il suo amico. Sapeva bene che un dolore condiviso è dimezzato, ma la felicità condivisa è raddoppiata.
anonimo
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lunedì 28 novembre 2011
Un arrivederci alle mie betulle.
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Tre splendide, eleganti betulle del giardino condominiale, concludono la loro trionfante stagione con un'esplosione giallo oro delle foglie ancora stranamente compatte. Ci sorridiamo, io e loro riaffermando un'affetto datato. Ci cerchiamo e di ritroviamo da molti anni sempre con un alone di rassicurante serenità. Fra poco, ceduto l'oro delle foglie, tenderanno le scarne braccia al cielo, riservandosi di offrire, ancora una volta in primavera i teneri germogli che preludono al loro rifiorire. Sono fortunate le mie belle amate betulle. E anch'io....finché potrò bearmi della loro bellezza ! (;-)muccina
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Tre splendide, eleganti betulle del giardino condominiale, concludono la loro trionfante stagione con un'esplosione giallo oro delle foglie ancora stranamente compatte. Ci sorridiamo, io e loro riaffermando un'affetto datato. Ci cerchiamo e di ritroviamo da molti anni sempre con un alone di rassicurante serenità. Fra poco, ceduto l'oro delle foglie, tenderanno le scarne braccia al cielo, riservandosi di offrire, ancora una volta in primavera i teneri germogli che preludono al loro rifiorire. Sono fortunate le mie belle amate betulle. E anch'io....finché potrò bearmi della loro bellezza ! (;-)muccina
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sabato 26 novembre 2011
Se.... se....se....
pubblicato su OGGI.it - lettere 29 novembre 2011
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Se vi hanno insegnato a salutare quando entrate in un ambiente,
se vi hanno abituato a dare del lei agli adulti come forma di rispetto,
se vi hanno detto che negli autobus il posto si lascia alle donne incinte e a quelli più grandi di voi,
se vi hanno insegnato che i beni comuni vanno rispettati più dei propri,
se vi hanno insegnato che l'onestà è un valore imprescindibile,
se siete cresciuti con il cibo fatto in casa,
se avete giocato per strada per ore,
se non avevate i vestitini firmati.
se la vostra casa non era a prova di bambino,
se vi punivano quando vi comportavate male,
se non siete stati da uno psicologo e uno scappellotto ogni tanto l'avete preso;
se i negozi chiusi la domenica e avete bevuto l' acqua del rubinetto.
se il rispetto per gli insegnanti era la prima regola
se non conoscevate l'inglese a 6 anni e non avevate il telefonino a 9 ma sapevate bene cos'era l'educazione
dimostrate che siete sopravvissuti in un mondo di valori e regole ancora VALIDISSIMI
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Se vi hanno insegnato a salutare quando entrate in un ambiente,
se vi hanno abituato a dare del lei agli adulti come forma di rispetto,
se vi hanno detto che negli autobus il posto si lascia alle donne incinte e a quelli più grandi di voi,
se vi hanno insegnato che i beni comuni vanno rispettati più dei propri,
se vi hanno insegnato che l'onestà è un valore imprescindibile,
se siete cresciuti con il cibo fatto in casa,
se avete giocato per strada per ore,
se non avevate i vestitini firmati.
se la vostra casa non era a prova di bambino,
se vi punivano quando vi comportavate male,
se non siete stati da uno psicologo e uno scappellotto ogni tanto l'avete preso;
se i negozi chiusi la domenica e avete bevuto l' acqua del rubinetto.
se il rispetto per gli insegnanti era la prima regola
se non conoscevate l'inglese a 6 anni e non avevate il telefonino a 9 ma sapevate bene cos'era l'educazione
dimostrate che siete sopravvissuti in un mondo di valori e regole ancora VALIDISSIMI
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giovedì 24 novembre 2011
La legalità inizia dalle piccole cose.
Oggi.it (rivista)23 novembre 2011
Giornale di Brescia 25/11/2011
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Non è utopia !
Sono convinta che saranno bambini “tirati su bene”a migliorare il mondo. Un bambino abituato a dire grazie, a non rubare il posto a sedere in virtù di una velocità soggettiva, aduso ad aspettare convinto da subito che non basta chiedere per ottenere, pronto a meritare.
Un bambino che divide la sua merenda con l’altro, che presta volentieri il suo giocattolo, che non interrompe gli altri quando parlano, che apprezza il piacere di un buon bagno e indossa abitini puliti, mantenendo una certa indifferenza verso l’eventuale griffe.
Un bambino che rispetta le persone nei loro ruoli (es. insegnanti) gli anziani, i deboli, i sofferenti, un bambino abituato a riporre le cose al loro posto, che non sporca la strada, che si attiene alla raccolta differenziata (lo farà con giocosa naturalezza se sarà abituato a vederlo fare) che vede i genitori rispettare pazientemente in fila, quando la necessità lo impone… SARA’ UN UOMO capace di gratitudine, rispettoso delle priorità, desideroso di dare qualcosa in cambio di ciò che riceve,generoso con l’altro,concreto nell’essere e relativamente indifferente nell’apparire.
Sarà altruista, rispettoso dei ruoli e dell’ambiente, autonomo e saprà affrontare disagi anche imprevisti. E sono certa che farà tutto ciò che serve senza avvertire costrizione perché gli verrà naturale se sarà coadiuvato dall’esempio genitoriale. Credetemi, non è utopia, si potrebbe fare e ne guadagneremmo TUTTI. Le radici mantengono sicuro l’albero.
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Giornale di Brescia 25/11/2011
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Non è utopia !
Sono convinta che saranno bambini “tirati su bene”a migliorare il mondo. Un bambino abituato a dire grazie, a non rubare il posto a sedere in virtù di una velocità soggettiva, aduso ad aspettare convinto da subito che non basta chiedere per ottenere, pronto a meritare.
Un bambino che divide la sua merenda con l’altro, che presta volentieri il suo giocattolo, che non interrompe gli altri quando parlano, che apprezza il piacere di un buon bagno e indossa abitini puliti, mantenendo una certa indifferenza verso l’eventuale griffe.
Un bambino che rispetta le persone nei loro ruoli (es. insegnanti) gli anziani, i deboli, i sofferenti, un bambino abituato a riporre le cose al loro posto, che non sporca la strada, che si attiene alla raccolta differenziata (lo farà con giocosa naturalezza se sarà abituato a vederlo fare) che vede i genitori rispettare pazientemente in fila, quando la necessità lo impone… SARA’ UN UOMO capace di gratitudine, rispettoso delle priorità, desideroso di dare qualcosa in cambio di ciò che riceve,generoso con l’altro,concreto nell’essere e relativamente indifferente nell’apparire.
Sarà altruista, rispettoso dei ruoli e dell’ambiente, autonomo e saprà affrontare disagi anche imprevisti. E sono certa che farà tutto ciò che serve senza avvertire costrizione perché gli verrà naturale se sarà coadiuvato dall’esempio genitoriale. Credetemi, non è utopia, si potrebbe fare e ne guadagneremmo TUTTI. Le radici mantengono sicuro l’albero.
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martedì 22 novembre 2011
Il mondo intorno a noi.
La mattina è gelida e le strade sono deserte. Imbacuccata vado verso l'edicola e guardo gli spazzi verdi che si imbiancano sotto la brina. Palesemente intirizzito, accovacciato sul bordo del marciapiede, un giovane di colore avvolge il corpo con le sue stesse braccia per trasmettersi un po’ di calore.
Si alza e viene verso di me con passo agile e veloce e, quasi balbettando sussurra :“Signora, puoi offrirmi un caffè?” Il suo italiano è corretto, ma le parole sembrano uscire gelate dalle labbra violacee. Gli sorrido senza parlare e gli porgo quanto serve e lo osservo mentre corre verso il bar agitando una mano in un gesto che è un saluto e un grazie sincero. Spero lo servano in fretta.
Rientro nella mia casa calda e accogliente, ripenso ai tanti ragazzi sfortunati, lontani dai loro affetti essenziali e rivolgo un pensiero alle coste martoriate del nostro Paese augurando, a chi ancora si gode il tepore delle coltri, di essere baciato da quella consapevolezza che apre la strada alla solidarietà.
Si alza e viene verso di me con passo agile e veloce e, quasi balbettando sussurra :“Signora, puoi offrirmi un caffè?” Il suo italiano è corretto, ma le parole sembrano uscire gelate dalle labbra violacee. Gli sorrido senza parlare e gli porgo quanto serve e lo osservo mentre corre verso il bar agitando una mano in un gesto che è un saluto e un grazie sincero. Spero lo servano in fretta.
Rientro nella mia casa calda e accogliente, ripenso ai tanti ragazzi sfortunati, lontani dai loro affetti essenziali e rivolgo un pensiero alle coste martoriate del nostro Paese augurando, a chi ancora si gode il tepore delle coltri, di essere baciato da quella consapevolezza che apre la strada alla solidarietà.
domenica 20 novembre 2011
L' I.C.I. e la risata della cicala.
Bresciaoggi 22 novembre 2011
Quindi, tornerà l' ICI sulla prima casa per sancire, in concreto, il trionfo della cicala.Infatti.la formica che inserisce nella quotidianità alcune rinunce ( di vacanza, di svago, di cenette fuori casa, ecc.) per creare per sé e per la sua famiglia un margine di tranquillità e sicurezza si sentirà beffata da chi consuma le sue entrate fino all’ultima briciola all’inno spensierato del "carpe diem".
Non mi soffermo sulla valutazione delle scelte, ma mi limito a constatare che ne esce premiata la cicala – ampiamente gratificata dal suo stesso comportamento - mentre la formica, dopo le rinunce, vedrà ricomparire la mano rapace del Fisco che avanzerà, nuovamente, diritti già ampiamente soddisfatti.
Mentre rivedo col pensiero l’ormai riposto salvadanaio (simbolo del risparmio) e penso a privazioni accettate in vista di una stabile garanzia per il futuro, sento una agghiacciante sarcastica risata : é la cicala.Quindi l’ultima a ridere sarà lei…a buon diritto! muccina
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venerdì 18 novembre 2011
Il bicchiere mezzo pieno, SEMPRE !
Un po' di ottimismo e una giusta dose di serena positività sono un'ottima terapia per i molti mali della nostra inquieta società.
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giovedì 17 novembre 2011
L'amicizia vera.
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L'amicizia vera è in genere quella che ci fa accettare (e perdonare) i difetti e gli errori degli amici. Non è una partita doppia nella quale ciascuno è tenuto a restituire quello che ha ricevuto. A volte accade, a volte no. Ma ciò che si fa per gli amici è uno slancio di generosità, non un conto aperto che prima o poi l'altro deve saldare.
Gianna Schelotto - Corriere della Sera
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martedì 15 novembre 2011
domenica 13 novembre 2011
La sindrome "piazzale Loreto"
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Carla Boroni
Ricercatore e Docente presso Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Brescia
Renata Mucci :
Seminare odio é pedagogicamente scorretto, umanamente scorretto, socialmente scorretto e deleterio PER TUTTI . Carla Boroni é una grande educatrice. Chapeau.
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Carla Boroni
Ricercatore e Docente presso Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Brescia
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Ho l'impressione che gli italiani ad ogni cambiamento, recuperino la sindrome "piazzale Loreto" ... e questo non è bello... nè intelligente!
Per me è un fatto puramente estetico... uno può pensarla come vuole, ma c'è dignità e dialettica in ogni cambiamento... chi ha bisogno di capri espiatori è ...uno sciocco... Viva Hegel e la sua idea di tesi, antitesi e sintesi...Magari qualcuno ci crede ancora...
Bisogna insegnare ai nostri ragazzi a non odiare... bisogna imparare a discutere e ad ascoltare... se una cosa non va si cerca di cambiarla... e la si cambia... ma bisogna disincentivarli a "qualsiasi" caccia alle streghe! Che ci siano anche aspetti pedagogici in queste storie...
--------------------Ho l'impressione che gli italiani ad ogni cambiamento, recuperino la sindrome "piazzale Loreto" ... e questo non è bello... nè intelligente!
Per me è un fatto puramente estetico... uno può pensarla come vuole, ma c'è dignità e dialettica in ogni cambiamento... chi ha bisogno di capri espiatori è ...uno sciocco... Viva Hegel e la sua idea di tesi, antitesi e sintesi...Magari qualcuno ci crede ancora...
Bisogna insegnare ai nostri ragazzi a non odiare... bisogna imparare a discutere e ad ascoltare... se una cosa non va si cerca di cambiarla... e la si cambia... ma bisogna disincentivarli a "qualsiasi" caccia alle streghe! Che ci siano anche aspetti pedagogici in queste storie...
Renata Mucci :
Seminare odio é pedagogicamente scorretto, umanamente scorretto, socialmente scorretto e deleterio PER TUTTI . Carla Boroni é una grande educatrice. Chapeau.
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venerdì 11 novembre 2011
Novembre del grande Giosué.
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La nebbia agli irti colli, piovviginando sale
E sotto il maestrale urla e biancheggia il mar
Ma per le vie del borgo al ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de’ vini, l’anime a rallegrar
Gira su ceppi accesi lo spiedo, scoppiettando
Sta il cacciatori fischiando, sull’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi stormi d’uccelli neri
Com’esuli pensieri, nel vespero a migrar
La nebbia agli irti colli, piovviginando sale
E sotto il maestrale urla e biancheggia il mar
Ma per le vie del borgo al ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de’ vini, l’anime a rallegrar
Gira su ceppi accesi lo spiedo, scoppiettando
Sta il cacciatori fischiando, sull’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi stormi d’uccelli neri
Com’esuli pensieri, nel vespero a migrar
mercoledì 9 novembre 2011
Voi pensate a vivere. Io vi aspetto qui.
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martedì 8 novembre 2011
Nel destino dell'uomo c'é LA DIMENTICANZA.
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E' inutile sperare che l'uomo possa trarre insegnamento dalle tragedie vissute.
Le nuove generazioni nascono ingenue, spavalde e senza ricordi.
muccina
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E' inutile sperare che l'uomo possa trarre insegnamento dalle tragedie vissute.
Le nuove generazioni nascono ingenue, spavalde e senza ricordi.
muccina
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domenica 6 novembre 2011
Bacone docet.
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Alla natura si comanda solo ubbidendole. Bacone
Ma sto Homo Sapiens del cavolo, non impara proprio niente ?!
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Alla natura si comanda solo ubbidendole. Bacone
Ma sto Homo Sapiens del cavolo, non impara proprio niente ?!
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venerdì 4 novembre 2011
Gli educatori dei nostri figli.
Pubblicato su OGGI.it - 4 novembre 2011
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Un’amica mi confida di aver lasciato prematuramente l’insegnamento perché le risultava difficile ottenere il rispetto degli allievi quasi sempre tutelati anche dal Preside, sollecitato da genitori a loro volta insubordinati. Un vero peccato perché il fatto, non è isolato e non è positivo.
Gli educatori, gli insegnanti, coloro che traghettano i nostri figli dalla famiglia alla società verso il mondo del lavoro , hanno il sacrosanto diritto al rispetto del loro ruolo. Questo prescindere dalla stima che si conquisteranno come persone o dall’antipatia che susciteranno..
Come in ogni categoria tra loro ce ne sono di carenti, di meritevoli e di molto meritevoli, ma non sarebbe il caso di restituire il rispetto dovuto agli insegnanti, in quanto tali ? Fino a non molti anni fa nelle famiglie, in qualsiasi famiglia, nessuno si sarebbe mai azzardato a sminuire l’autorità di un educatore.
Oggi, pare prevalga tra i genitori l’atteggiamento di difesa incondizionata dei propri figli, anche in ambito scolastico mentre sarebbe invece opportuno valutare ogni lagnanza con molta cautela, prima di prendere posizione. E soprattutto aspettare sempre di sentire l’altra campana. E, comunque, andrebbe salvaguardata anche la figura dell’insegnante se la situazione lo consente.
Non dimentichiamo che i nostri ragazzi si trovano a contatto per molte ore, con i loro insegnanti e favorire un’atmosfera adeguata è davvero doveroso e opportuno. E,in subordine, siamo certi di usare la stessa obiettività che useremmo in presenza di un “imputato” che non fosse nostro figlio ? L’amore è cieco, per antonomasia e temo che anche quello genitoriale sia talvolta pericolosamente annebbiato.
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mercoledì 2 novembre 2011
A quando, l'emancipazione maschile ?
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E' ancora una strada impervia quella che porterà tutti gli uomini a guardare con rispetto la donna. In pratica si tratta - per l'uomo di alcune religioni - di rinunciare a privilegi riservati, tradizionalmente, soltanto al suo sesso.
L'uomo può sposare più donne e alla donna viene imposta l'assoluta fedeltà e i matrimoni combinati, sono per la donna LA REGOLA.
Quante vite sono già state immolate sull'altare dell'emancipazione femminile ? Che, a ben guardare, attiene piuttosto all'emancipazione maschile che avverrà quando l'uomo sentirà il bisogno di essere amato e non soltanto accettato o peggio subìto.
Quando non gli basterà più “usare” una donna, ma vorrà veramente, unirsi a lei.
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lunedì 31 ottobre 2011
Tutti in piedi per Sandro Usai.
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Noi ci alziamo in piedi pensando all'eroe SANDRO USAI che ha immolato consapevolmente la sua vita per salvare altre vite. Sandro USAI ha la nostra stima, accorata e partecipe e noi di Internet siamo vicini alla sua famiglia con il pensiero e con la preghiera. LO STATO DOVRA' tangibilmente sostenere la famiglia di questo eroe silenzioso e questo dobbiamo chiedere a gran voce noi da internet.
DIFFONDIAMO CON IL NOSTRO COPIA INCOLLA. tutti insieme a gran voce.
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Noi ci alziamo in piedi pensando all'eroe SANDRO USAI che ha immolato consapevolmente la sua vita per salvare altre vite. Sandro USAI ha la nostra stima, accorata e partecipe e noi di Internet siamo vicini alla sua famiglia con il pensiero e con la preghiera. LO STATO DOVRA' tangibilmente sostenere la famiglia di questo eroe silenzioso e questo dobbiamo chiedere a gran voce noi da internet.
DIFFONDIAMO CON IL NOSTRO COPIA INCOLLA. tutti insieme a gran voce.
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sabato 29 ottobre 2011
Tutti insieme appassionatamente.
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Il mio puffo ambasciatore questa sera offre un fiore
a chi oggi è mesto in viso, perché trovi qui un sorriso !
Siamo amici virtuali, certo e non siamo tutti uguali
ma ignorando la mestizia qui brindiamo all'amicizia !
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venerdì 28 ottobre 2011
Col cuore in Liguria.
Rivista Oggi.it - 26 ottobre 2011
Giornale di Brescia - 28 ott. 2011
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Non finirà mai la speculazione edilizia ? I morti di oggi e di ieri, serviranno a risvegliare le coscienze ? Ce lo auguriamo ! se non altro, per lenire l’angoscia.
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Giornale di Brescia - 28 ott. 2011
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Succede a tutti di cercare un prato o una valle con la voglia di ritrovarlo com’era nel ricordo e vedere invece un residence, una serie di villette, qualche condominio. E avviene anche per secolari pinete in riva al mare o spazzi “ au bord du lac “, spazzati via dal cemento.
Seconde case, case residenziali, motivo di appagamento per chi le abiterà ma, al territorio avrà pensato qualcuno, con la dovuta competenza e con una mano sulla coscienza ? Il cittadino qualunque ci pensa nelle occasioni di frane, allagamenti e disastri vari che trascinano via i sogni e le vite umane come fossero fuscelli. E non secondaria, riemerge la rabbia.
I lutti e la tragedia hanno coinvolto e sconvolto in questi giorni la Liguria, Monterosso, le cinque terre, splendide zone divenute irriconoscibili negli ultimi vent’anni. Ma gli addetti all’urbanistica, quelli tra loro che con eccessiva superficialità hanno fatto insensate concessioni all’edilizia, si porranno qualche domanda oppure moderni Pilato se ne laveranno le mani.
La pioggia in quantità imprevedibile non basta ad assolverli, perché l’autunno ritorna ogni anno con identiche caratteristiche. Gli alberi con le loro radici, rinsaldano il terreno e questo lo sanno anche gli incompetenti. Non finirà mai la speculazione edilizia ? I morti di oggi e di ieri, serviranno a risvegliare le coscienze ? Ce lo auguriamo ! se non altro, per lenire l’angoscia.
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mercoledì 26 ottobre 2011
La normalità della città che si sveglia.
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Tutto piacevolmente normale! Mi piace osservare la città che si sveglia.
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Mi piace osservare la città che si sveglia. I parcheggi ancora deserti, le rare vetture che transitano, la pioggia che cade leggera e i rari pedoni infreddoliti, Il tempo di formulare un pensiero e i parcheggi sono quasi interamente occupati mentre il traffico si fa intenso. La voce di un vigile ammonisce un automobilista "Non si fanno unversioni di marcia agli incroci !".Studenti a frotte si avviano chiacchierando verso la scuola.
Tutto piacevolmente normale! Mi piace osservare la città che si sveglia.
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lunedì 24 ottobre 2011
Cos'é la saggezza ?
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Confesso !
Mi infastidisce un po' essere definita SAGGIA quando cerco di dare voce a normalissimi pensieri. Pensieri che vengono condivisi perché sono anche vostri, ma sui quali non avete l'abitudine di soffermarvi.
Io ho questa abitudine da sempre e adesso, ho anche il tempo di esprimerli. Un "saggio" dovrebbe vivere da saggio e invece io sono ancora in balia delle mie fragilità.
Unico punto a favore (forse) é che continuo caparbiamente ad amare i miei simili. Merirevoli e non.
Buena suerte, amigos
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Confesso !
Mi infastidisce un po' essere definita SAGGIA quando cerco di dare voce a normalissimi pensieri. Pensieri che vengono condivisi perché sono anche vostri, ma sui quali non avete l'abitudine di soffermarvi.
Io ho questa abitudine da sempre e adesso, ho anche il tempo di esprimerli. Un "saggio" dovrebbe vivere da saggio e invece io sono ancora in balia delle mie fragilità.
Unico punto a favore (forse) é che continuo caparbiamente ad amare i miei simili. Merirevoli e non.
Buena suerte, amigos
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venerdì 21 ottobre 2011
La micioterapia.
Giornale di Brescia 2 novembre 2011
Quando ho dovuto rassegnarmi al fatto che un cagnolino sarebbe stato troppo impegnativo per le due uscite giornaliere improrogabili, ho deciso di prendermi un micio.
Non volevo un gatto da esibire, a pelo lungo, di razza. Lo volevo salvare dalla strada e mi è stata proposta una gatta di otto mesi, già sterilizzata che era da due mesi in custodia da una gattara. Nessuno la voleva perchè reagiva graffiando e anche mordendo.
Mi è sembrata una sfida ed ho concordato 15 giorni di prova. Porto i segni di qualche graffio, ma adesso ho una miciona affettuosa in maniera perfino morbosa.. La strada l'aveva resa diffidente e reattiva, stravolgendo quella che era la sua indole.
Un lavoro di pazienza amorevole e discreto, l'ha rassicurata. E' trascorso un mese e la prova è stata brillantemente superata, almeno spero. La osservo però sempre attentamente. E' morbida come un velluto e mi ha già "intrappolato. La sua compagnia mi rasserena, mi fa bene ed ha sostituito il Lexotan.
E poi....io non volevo una specie di peluche ! Questà gatta ha carattere.
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mercoledì 19 ottobre 2011
L'alternativa che non c'é.
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L'alternativa politica dovrebbe avere come garanti UOMINI ONESTI. e - a comprova di tale onestà di pensiero - è indispensabile che l'attività politica non garantisca trattamenti economici e privilegi adescanti ed eccessivi come gli attuali.
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lunedì 17 ottobre 2011
Il segreto che non c'é.
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Un'amica mi scrive: § Qual’è il segreto della tua serenità. E se c’è parlane, ti prego !"
Vorei capirlo anch'io ma di sicuro, non c'è nessun segreto. Forse ho assorbito, nel lungo percorso, qualche insegnamento perché ricordo che a vent'anni ero pronta ad affrontare il mondo e a conquistarlo. A trenta avevo già ridimensionato il parco delle speranze. A quaranta l'irruenza si era molto affievolita e imparavo a convivere con la realtà.
Negli anni successivi ho maturato quel desiderio di obiettività che non mi avrebbe più lasciata, poi, un po' acciaccata e dolorante ho compreso che ero vulnerabile e fragile come tutti. Ho realizzato che nel panorama esistenziale coesistono persone più o meno dotate, che ci sono le mele marce, che il mondo è nettamente diviso tra il bene e il male e che nessuna rivoluzione potrà cambiarlo se l'umanità tutta non migliorerà.
Ma se vogliamo tentare l'approccio con un sostanziale evoluzione dobbiamo contribuire a formare, fin dalla culla e nelle famiglie gli uomini di un domani imminente. Questo è in nostro potere, senza dimenticare che la positività é una indispensabile arma di difesa, l'unica capace di aiutare noi e gli altri.
E infine, consapevole d'essere un alito di vento in un cielo in tempesta, cerco riparo presso di voi e conservo la certezza che dopo ogni temporale rispunta l'arcobaleno.
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sabato 15 ottobre 2011
Per tutte le violenze consumate su di lei ......
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Per tutte le violenze consumate su di Lei,
per tutte le umiliazioni,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la lubertà che le avete negato
per la bocca che le avete imbavagliato
per le ali che le avete tarpato, per tutto questo :
“In piedi, Signori, davanti a una Donna !”
William Shakespeare
giovedì 13 ottobre 2011
Una proposta – la castrazione chimica per gli stupratori
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Affronto l’angosciante problema dello stupro come donna, mamma e nonna perché provo una pena impotente e profonda che mi trova smarrita di fronte alla bestialità ottusa e violenta. È indispensabile che vengano previsti validi deterrenti quali sono le pene immediate, drastiche, senza sconti. Una buona legge di tutela dovrebbe prevedere la castrazione chimica.
Questi vigliacchi, devono avere paura, devono essere terrorizzati come le loro vittime verso le quali non hanno avuto pietà.
Concedere attenuanti offende le donne che sono state, talvolta, sopraffatte dalla violenza brutale e perversa del branco.. I codardi, violenti e prevaricatori non devono poter circolare tra gente inerme, spaventata, indifesa. E se colpiscono devono essere puniti in maniera esemplare.
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martedì 11 ottobre 2011
Italiani brava gente.
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Non so se capita anche a voi, ma io , se mi guardo intorno, vedo tanta brava gente che convive dignitosamente con le proprie difficoltà. Quindi le potenzialità ci sono ! E’ gente che va, viene, lavora, cerca serenità, gente attiva e partecipe che dà – forse – spazio eccessivo al mugugno, al gossip, all’insignificante - ma è gente normale che ha bisogno di un po’ di ottimismo. E dove può trovarlo? Basta cercarlo e saperlo vedere, mentre vale anche chiedersi se c’è mai stato o ci sarà mai un costante benessere per tutti, una situazione di pace costante nel mondo.
Da quanto ci perviene dal passato, da quanto ci ricordano i grandi filosofi del passato ci giunge l’immagine di un mondo costantemente inquieto. O tempora o mores (che tempi, che costumi) dicevano già a i latini e noi sappiamo che tutto ciò che avviene è già avvenuto e nel frattempo e non ostante tutto la vita continua. Perché non cerca ognuno di coltivare al meglio, orgogliosamente il suo orticello ?
Perché non ci convinciamo dell’utilità di formare, in famiglia, gli uomini di domani, migliori di quelli di oggi. O almeno adoperiamoci affinché non siano peggiori. Il valore educativo che si respira in famiglia è insostituibile ed è responsabile di quel futuro che vorremmo migliore. La società che vogliamo “siamo noi”ed è soltanto migliorando noi stessi che avremo una società più onesta.
Non le rivoluzioni che cambiano i governi, daranno gi esiti sperati, ma il lavoro costante nelle famiglie, in ogni famiglia che responsabilmente sia in grado di cambiare il futuro migliorandone i componenti, "Gutta cavat lapidem.”..la goccia scava la pietra e il lavoro assiduo, costante, ininterrotto che faremo singolarmente e assieme, getterà le basi per costruire un futuro migliore.
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domenica 9 ottobre 2011
Autunno, dove sei ?
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Non sembra strano anche a voi questo ottobre ?
Dov’è quell’autunno tradizionale con le foglie che volteggiano nell’aria umida o scricchiolano sotto i nostri passi, sotto un timido sole ? Dove sono quei colori rosso ruggine che connotano questa splendida stagione?
Ma con le prime piogge l’autunno di sempre, verrà per regalarci i primi brividi che ci fanno desiderare il tepore della casa. Tornerà con i suoi profumi cari alla nostra quotidianità, con l’aroma del caffè bollente al mattino, con i profumi cari al ricordo legato ai piatti tradizionali.
Al brasato cotto ore e ore, profumatissimo, alle lasagne appena tolte dal forno, alla crostata, alle caldarroste o ai marroni bolliti con la foglia d’alloro e alla convivialità, al ritrovarsi nelle precoci serate.
Ti aspettiamo autunno con i tuoi melograni, i cachi, i sorrisi degli amici che, come noi, ritornano con piacere (a volte inconsapevole) al nido. E mentre questo sole, caldo nelle ore centrali del giorno, rende piacevole l’attesa, noi con il cuore ti apriamo le braccia.
Dov’è quell’autunno tradizionale con le foglie che volteggiano nell’aria umida o scricchiolano sotto i nostri passi, sotto un timido sole ? Dove sono quei colori rosso ruggine che connotano questa splendida stagione?
Ma con le prime piogge l’autunno di sempre, verrà per regalarci i primi brividi che ci fanno desiderare il tepore della casa. Tornerà con i suoi profumi cari alla nostra quotidianità, con l’aroma del caffè bollente al mattino, con i profumi cari al ricordo legato ai piatti tradizionali.
Al brasato cotto ore e ore, profumatissimo, alle lasagne appena tolte dal forno, alla crostata, alle caldarroste o ai marroni bolliti con la foglia d’alloro e alla convivialità, al ritrovarsi nelle precoci serate.
Ti aspettiamo autunno con i tuoi melograni, i cachi, i sorrisi degli amici che, come noi, ritornano con piacere (a volte inconsapevole) al nido. E mentre questo sole, caldo nelle ore centrali del giorno, rende piacevole l’attesa, noi con il cuore ti apriamo le braccia.
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venerdì 7 ottobre 2011
Gossip: avanti tutta !
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Chi si arricchisce seguendo la legge di mercato sa benissimo che Amanda Nox è per ora una sicura fonte di reddito. Quindi, appena tornata negli USA le hanno offerto un milione di dollari per una intervista. E’ infatti prevedibile che mezzo mondo, seguirà ogni sua mossa,spostamento o parola con enorme, morboso interesse. Allora chi vogliamo incolpare del basso livello comportamentale ?
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mercoledì 5 ottobre 2011
Tutto cambia senza mutare.
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Il testo delle leggi, e anche i costumi andavano progressivamente corrompendosi ad un ritmo impressionante, a tal punto che uno come me, all'inizio pieno di entusiasmo per l'impegno nella politica, ora, guardando ad essa e vedendola completamente allo sbando, alla fine fu preso da vertigini.
P l a t o n e
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lunedì 3 ottobre 2011
Quando gli italiani, erano emigranti !
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trascrivo un passo tratto dalla relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano relativa agli immigrati italiani negli Usa.
È del 1912. Credo sia meritevole di meditazione.
«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. «Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali?».
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trascrivo un passo tratto dalla relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano relativa agli immigrati italiani negli Usa.
È del 1912. Credo sia meritevole di meditazione.
«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. «Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali?».
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sabato 1 ottobre 2011
Guarire dal cancro, yes we can!
Oggi.it - 29 settembre 2011
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Una parola fino a ieri impronunciabile – cancro – è entrata a far parte della quotidianità e non è assolutamente più, sinonimo di condanna. Fortunatamente esiti favorevoli sono molto frequenti e premiano la ricerca, la medicina e anche l’impegno personale dei malati.
Chi riuscirà a stabilire quali e quante sono le facoltà mentali inespresse e inutilizzate che risiedono stabili nel nostro cervello ? Lo sappiamo tutti quale potere ha l’effetto placebo, ma quello che mi stupisce e mi esalta è il potere entusiasmante della positività, anche in settori come quello in tema. La positività, la voglia di reagire, la fiducia, hanno contribuito in maniera determinante in alcune guarigioni .
Collaborare, favorisce in parte il buon esito delle terapie e questo è innegabile. Non è la prima volta che ho la fortuna di accostarmi a chi “ce l’ha fatta” o a chi – con buon esito – sta lottando. Ho appena sentito al telefono una giovane donna coraggiosa che lotta e non mette in dubbio l’esito positivo che coronerà la sua battaglia collaborativa e risoluta.
La voglio ringraziare pubblicamente per l’apporto positivo che infonde in chi annaspa per darsi coraggio e fatica a trovarlo. Yes, we can ! Si può !
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Una parola fino a ieri impronunciabile – cancro – è entrata a far parte della quotidianità e non è assolutamente più, sinonimo di condanna. Fortunatamente esiti favorevoli sono molto frequenti e premiano la ricerca, la medicina e anche l’impegno personale dei malati.
Chi riuscirà a stabilire quali e quante sono le facoltà mentali inespresse e inutilizzate che risiedono stabili nel nostro cervello ? Lo sappiamo tutti quale potere ha l’effetto placebo, ma quello che mi stupisce e mi esalta è il potere entusiasmante della positività, anche in settori come quello in tema. La positività, la voglia di reagire, la fiducia, hanno contribuito in maniera determinante in alcune guarigioni .
Collaborare, favorisce in parte il buon esito delle terapie e questo è innegabile. Non è la prima volta che ho la fortuna di accostarmi a chi “ce l’ha fatta” o a chi – con buon esito – sta lottando. Ho appena sentito al telefono una giovane donna coraggiosa che lotta e non mette in dubbio l’esito positivo che coronerà la sua battaglia collaborativa e risoluta.
La voglio ringraziare pubblicamente per l’apporto positivo che infonde in chi annaspa per darsi coraggio e fatica a trovarlo. Yes, we can ! Si può !
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giovedì 29 settembre 2011
Arabia Saudita. il voto alle donne.
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Più donne al potere, più pace nel mondo.
Festeggiamolo tutti il voto alle donne in Arabia Saudita !
Più donne al potere, più pace nel mondo.
Festeggiamolo tutti il voto alle donne in Arabia Saudita !
Una maggior partecipazione delle donne alla gestione del mondo dovrebbe provocare l'unanime esultanza, perché nessuna donna tiene in grembo nove mesi un figlio, lo partorisce e lo coadiuva nel suo divenire, per poi mandarlo a morire in guerre che non comprende.
Basterebbe questo per fare ponti d'oro alle donne che - anche in politica - vogliono partecipare. Se è vero che sono l'altra metà del cielo, aiutiamole almeno a rappresentare l'altra metà della terra!
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martedì 27 settembre 2011
Non limitiamoci a chiamarli "diversamente abili"
Oggi.it 26 settembre 2011
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Il ragazzo che mi sta di fronte lascia esplodere la sua rabbia impotente verso un mondo insulso e in un certo senso iniquo. Leggo sul suo volto lo sconforto palese e mi sento quasi colpevole. 23 anni, disabile, sulla sua carrozzella lamenta l’inadeguatezza delle strutture che non gli consentono di affrontare la quotidianità come avrebbe diritto di fare.
Parla per sé e per i tanti che come lui sfoderano tutta la buona volontà per affrontare disagi già notevoli, ma guarda il mondo che, indifferente si muove intorno a lui. Bastano pochi gradini che non prevedano uno scivolo stabile e sicuro e in loro percorso si blocca.
Marciapiedi mal tenuti,mettono i difficoltà, mamme con i passeggini, anziani creano ulteriori intoppi ai disabili. Ma cosa posso io, se non unirmi alla sua invocazione? Lo faccio con il tramite di queste poche righe e con l’ausilio del giornale che cortesemente mi ospita.
Chi ha potere non dimentichi questi cittadini e soddisfi i loro diritti primari considerandolo un dovere ineludibile. La nostra fiduciosa speranza non vuole morire.
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