Due uomini, molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. Quello che aveva il letto vicino alla finestra poteva mettersi a sedere sul letto per un'ora ogni pomeriggio. L'altro era costretto a restare sempre disteso. Col tempo, presero a parlare tra loro del loro passato e ogni pomeriggio, l'uomo vicino alla finestra raccontava al suo compagno di stanza le cose che poteva vedere all’esterno.
Dall’altro letto, l’infermo, cominciò a vivere in attesa di quelle ore nelle quali il suo mondo si colorava dei colori del mondo esterno. Seppe così che la finestra dava su un parco con un delizioso laghetto nel quale le anatre ed i cigni nuotavano e i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Seppe di giovani innamorati che camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore.
Mentre l'uomo descriveva, l'amico dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l’ amico descrisse perfino una parata che stava passando. ma non riuscì a sentire la banda, a causa della sua lieve sordità,ma si consolò perché poteva almeno vederla con gli occhi della mente.
Passarono i mesi, ma un brutto giorno l'infermiera di turno trovò il corpo senza vita del paziente vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera, comunicò la triste notizia all'altro che si affrettò a chiedere di essere trasferito nel letto dell’amico. Voleva avvicinarsi a quella finestra e appena trasferito l'uomo si sollevò appoggiandosi faticosamente ad un gomito, ansioso di vedere il mondo esterno.
Si girò lentamente e vide che la finestra si affacciava...su un muro bianco !
Deluso e stupito chiese poi all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico a descrivere delle cose così meravigliose, ma inesistenti. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. “ 'Forse, voleva farle coraggio.”' disse sicura che il cieco aveva provato un'immensa felicità nel rendere felice il suo amico. Sapeva bene che un dolore condiviso è dimezzato, ma la felicità condivisa è raddoppiata.
Dall’altro letto, l’infermo, cominciò a vivere in attesa di quelle ore nelle quali il suo mondo si colorava dei colori del mondo esterno. Seppe così che la finestra dava su un parco con un delizioso laghetto nel quale le anatre ed i cigni nuotavano e i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Seppe di giovani innamorati che camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore.
Mentre l'uomo descriveva, l'amico dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l’ amico descrisse perfino una parata che stava passando. ma non riuscì a sentire la banda, a causa della sua lieve sordità,ma si consolò perché poteva almeno vederla con gli occhi della mente.
Passarono i mesi, ma un brutto giorno l'infermiera di turno trovò il corpo senza vita del paziente vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera, comunicò la triste notizia all'altro che si affrettò a chiedere di essere trasferito nel letto dell’amico. Voleva avvicinarsi a quella finestra e appena trasferito l'uomo si sollevò appoggiandosi faticosamente ad un gomito, ansioso di vedere il mondo esterno.
Si girò lentamente e vide che la finestra si affacciava...su un muro bianco !
Deluso e stupito chiese poi all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico a descrivere delle cose così meravigliose, ma inesistenti. L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. “ 'Forse, voleva farle coraggio.”' disse sicura che il cieco aveva provato un'immensa felicità nel rendere felice il suo amico. Sapeva bene che un dolore condiviso è dimezzato, ma la felicità condivisa è raddoppiata.
anonimo
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2 commenti:
molto bella, grazie!silvia61
Ciao Silvia 51. Hai ragione ! E' la rappresentazione di quanto può dare un'anima bella. che trae NEL DARE, un'appagante senzazione di pace.
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