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Nel parco adiacente alla mia abitazione, mi godo la fresca brezza del
mattino ed ho voglia di sorridere al mondo. Nei vialetti qualche
solitario passante e, poco distante, un ragazzo di colore approfitta
dell’acqua che sgorga da una fontanella, per lavarsi i denti con vigore.
Un uomo corpulento e iroso, passando in bicicletta, lo apostrofa con
epiteti irripetibili. Mi auguro che il ragazzo non riesca a tradurre il
disprezzo del quale é destinatario. Quanta inutile
cattiveria, quanto astio offensivo ! E a me, torna in mente una strofa
della toccante poesia del Giusti (Sant’Ambrogio) che - parlando degli
stranieri costretti sul nostro territorio da eventi bellici - li
definiva “povera gente, lontana dai suoi, in un Paese, qui, che gli vuol
male”. Quindi, nel constatare che anche eventi squallidi e
inconcludenti sono purtroppo ripetitivi, mi accorgo che il mio residuo
sorriso è diventato amaro.
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