giovedì 6 agosto 2015

Agosto in città. Amarcord

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Nel parco adiacente alla mia abitazione, mi godo la fresca brezza del mattino ed ho voglia di sorridere al mondo. Nei vialetti qualche solitario passante e, poco distante, un ragazzo di colore approfitta dell’acqua che sgorga da una fontanella, per lavarsi i denti con vigore. Un uomo corpulento e iroso, passando in bicicletta, lo apostrofa con epiteti irripetibili. Mi auguro che il ragazzo non riesca a tradurre il disprezzo del quale é destinatario. Quanta inutile cattiveria, quanto astio offensivo ! E a me, torna in mente una strofa della toccante poesia del Giusti (Sant’Ambrogio) che - parlando degli stranieri costretti sul nostro territorio da eventi bellici - li definiva “povera gente, lontana dai suoi, in un Paese, qui, che gli vuol male”. Quindi, nel constatare che anche eventi squallidi e inconcludenti sono purtroppo ripetitivi, mi accorgo che il mio residuo sorriso è diventato amaro.
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