E pure, inconsciamente, anche la mia Ketti mi insegna qualcosa! Imparo da lei, guardandola vivere serenamente
i suoi giorni, e ne colgo i motivi e le contraddizioni. Ketti si sveglia felice
di ritrovarmi al suo fianco e si esprime liberamente, senza infingimenti.
Scodinzola, zampetta su di me, si gode le mie carezze e sollecita la mia
attenzione ai suoi bisogni, corre verso il terrazzino dove si libera dei suoi
ingombri e fatto ciò aspetta il compenso (un goccino di latte o altro) e poi
comincia il gioco. Mi offre il suo piccolo peluche o una pallina o il suo osso
di plastica Indovina, da ogni mia mossa quella che sarà la parte che la riguarda.
Accetta i condizionamenti, felice se usciamo e serena se restiamo in casa. Non
arriva ai due chili di peso ma nella sua esigua consistenza alberga l’amore e l’inconscia rassegnazione all’appartenenza.
E sono convinta che il segreto sella sua serenità sia tutto nel non porsi
domande o nel non favorire contorsionismi mentali che non troverebbero risposta.
L’insegnamento ineluidibile e concreto sta
nel fatto che il suo impegno primario E’ VIVERE !
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