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da IL GIORNALE - 26 giugno 2015 La parola ai lettori
Avevo otto/nove anni quando, d’estate, andavo con la nonna sulle colline dell’entroterra gardesano per approvvigionarci di quella legna minuta che serviva per accendere il camino. Nonna portava una borsina con una bottiglia d’acqua e il pane biscottato. Raccoglievamo anche legna di vigna e ne facevamo piccole fascine che lasciavamo in un posto segreto da dove il nonno le prelevava con la carriola. La nonna usava un po’ di quella legna per scaldare nel camino, il latte della colazione che io facevo, sempre avida e felice. Ma, talvolta dal pentolino posato sul trepiede di ferro, il latte “andava di sopra” e quell’odore che oggi mi sembra profumo, disturbava la nonna, e mi faceva ridere.
Oggi nella moderna cucina linda io, nonna a mia volta, ripenso al tempo andato di cui ricordo il sereno scorrere fino a quel maledetto 1940 che ci ha trascinati nell’orrore e nella paura. Ma questo è un altro discorso. renata mucci
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sabato 27 giugno 2015
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