block notes di renata mucci
Ho il privilegio di godere dell’amicizia di un “educatore” di alta
eccellenza. Mi riferisco al prof.Gabriele Chiesa e – sistemando
stamattina la corrispondenza intercorsa – si è riproposta intatta la
commozione di allora. Era il 2003 e questo insegnante da tanto di
cappello scriveva, tra l’altro : «Nel mio ruolo di educatore, devo
quotidianamente fare i conti con abbandoni totali
e definitivi. Hai idea di cosa può succedere dicendo a una bambina:
"che belle trecce hai stamattina? Te le ha fatte la mamma?" ... ed
accorgersi dal pianto di avere squarciato un cuore? In tutte le mie
classi ci sono due o tre bambini che hanno perso uno dei genitori. Fino
dal primo giorno dalla classe prima media, so di camminare su di un
prato che nasconde nell'erba pericolosissime mine. NON si dice:
"Avvisate il papà che deve depositare la firma sul libretto scolastico".
Si dice : "Un adulto deve firmare il vostro libretto scolastico".
Quasi ogni anno porto il peso di accompagnare nel dolore qualcuno.
Anche quest'anno, purtroppo. Anche se sono in vacanza e la scuola è
chiusa, non voglio mancare al mio dovere. In questi casi cerco di
raccogliere tutti i compagni e le compagne ad abbracciarsi strettamente.
Quello che succede diventa un'occasione di crescita e maturazione per
tutti e non mi sottraggo alle necessarie riflessioni. Voglio che
crescano forti, come si dice di Ulisse "ben aduso ai colpi di sventura".
Poi ci sono gli orfani dei genitori viventi. Quanti hanno perso uno,
l'altro o entrambe i genitori perché sono con "altre" mamme o papà. Qui
nasce pure la preoccupazione della gelosia di fratelli e sorelle. Già il
problema non è lieve col fratellino "vero". Se poi la mamma, che già "è
andata via" ... vuole bene e dedica tutte le attenzioni a un fratellino
appena nato da un altro papà... Insomma ci sono un bel po' dei miei
bimbi e bimbe che debbono fare i conti tutti i giorni con l'enunciato:
perso per sempre.
Così a qualcuno che mi viene vicino scappa talvolta di dire "papà", diventa rosso, e io lo ringrazio davanti a tutti perché mi ha fatto un dono.» Il periodo Natalizio mi é sembrato opportuno per rileggere con voi questo testo, considerando la possibilità che - tra pacchetti colorati e intermittenti lucine - possa scivolare, improvvisa, una lacrima che -parafrasando Trilussa - si può definire l’astuccio trasparente di un sospiro.
Così a qualcuno che mi viene vicino scappa talvolta di dire "papà", diventa rosso, e io lo ringrazio davanti a tutti perché mi ha fatto un dono.» Il periodo Natalizio mi é sembrato opportuno per rileggere con voi questo testo, considerando la possibilità che - tra pacchetti colorati e intermittenti lucine - possa scivolare, improvvisa, una lacrima che -parafrasando Trilussa - si può definire l’astuccio trasparente di un sospiro.
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