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Nelle casette scomode di cento metri appena,
gli "alloggi popolari"della ricotruzione
pittati a calce e temperacome si usava allora,
nero, pesante, lucido,affittato dalla SET,
entrava il mostro magico della “modernità”.
Un bene preziosissimo mai visto fin allora,
se non nei consolati,in guerra o nelle regge.
Ora era dato a tutti, pagando un tanto all’ora,
di alzare il corno magico e parlare con in mondo!
“Pronto!” e ti sentivi il padrone del vapore.
il re dell’universo,in casa del tuo amore.
“Vorrei parlar, se posso, con la sua signorina,
sono un suo conoscente compagno di liceo,
ed il mio nome è Marco”.“Non c’è alcun problema!
”diceva il padre affabile (però con quel vocione
da far tremar le gambe) “che gliela chiamo subito!
però siate solleciti, che qui la linea, serve”
(voleva dire “costa”, però discretamente).
E allor quel bacio rapido,quel “t’amo” detto in breve
nel soffio d’un sospiro valeva quanto il sogno d’una nottata intera.
Lucio Musto 6 agosto 2008
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3 commenti:
che bello! una volta bastava un istante... sentire la voce del proprio amato/a per sentirsi ripagati... oggi si può fare l'amore virtualmente e non si è ancora contenti.... cissà dove andremo a finire.....
JASNA - Sempre allo stesso punto, andremo a finire perchè cambia il mondo, e molte cose si deteriorano, ma l'amore NO !
Eh, Renata...
io sono un'inguaribile sognatrice, e questo post l'ho trovato bellissimo, semplicemente bellissimo.
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