Giornale di Brescia 17 aprile 2018 -Lettere al Direttore
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Quando
io ero bambina, la cucina era il centro per dell’intera famiglia. Era
il luogfo del ritrovo e lì si sostava, sempre piacevolemte. Il tavolo
era grande e consentiva a me e a mia sorella di svolgere i compiti di
scuola, mentre la mamma compiva il quasi quotidiano miracolo che sue le mani esperte realizzavano.
Mentre noi sbirciavamo curiose, lei faceva scivolare, una alla volta le uova fresche nella
farina bianca e impastava alacremente fino ad ottenere una palla liscia
e bionda per dare inizio alla fase più attraente e concreta. Stendere
l’impasto col mattarello, fino ad ottenere una sfoglia larga e sottile,
uniforme leggera e miracolosamente resistente che veniva poi arrotolata.
A quel punto, le sue mani disadorne, che sapevano di pulito, brandivano un grosso coltello affilato e con una velocità infallibile tagliava le fettuccine, tutte millimetricamente uguali e disfaceva poi
quelle strane matassine per posare sul panno bianco le invitanti
tagliatelle. All’altro lato del tavolo, papà leggeva il giornale e
comunicava a mamma le notizie salienti.
Insieme, in cucina,
serenamente e - in quell'accogliente, rassicurante atmosfera gli
sguardi erano più eloquenti delle parole.
Renata Mucci - Brescia
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