Nel corso di una piacevole conversazione, è emersa l’esigenza di approfondire il termine vanità, spesso usato in senso negativo e non pertinente. Sono così affiorati pareri diversi degni, quasi tutti, di riflessione .
Partire dal presupposto che la vanità sia un peccato, chiaramente veniale, ha stuzzicato il mio desiderio di analisi supportato dal bisogno di fare chiarezza in un ambito nel quale c’é anche spazio per l’ autocritica.
E’ anzitutto necessario distinguere tra “vanità” e “coscienza del proprio valore” perché, se ci sono reali e concrete qualità di fondo, l’essere consci di una qualche bella prerogativa che ci riguarda è – a mio avviso – un ulteriore valore. Che poi un positivo riconoscimento rechi gioia e appagamento, é naturale conseguenza legata alla sensibilità individuale.
Per quanto attiene a quella sottile, impalpabile voglia di luce che spinge ad affacciarsi alla ribalta - quando non è arido protagonismo - vi si può ravvisare il desiderio di scansare la banalità . Traguardo questo che è spesso pagato a caro prezzo in moneta di impegno, dedizione, sacrificio, rare gratificazioni e...meschina invidia.
Solo in assenza di valori la vanità si identifica con la presunzione e palesa il suo profilo totalmente negativo.
Inoltre, mentre la vanità é sterile, una giusta dose di ambizione è sempre indispensabile per progredire. Tutto ciò, ovviamente, secondo il mio personale (incerto) parere...per quello che vale. E il vostro ?
Partire dal presupposto che la vanità sia un peccato, chiaramente veniale, ha stuzzicato il mio desiderio di analisi supportato dal bisogno di fare chiarezza in un ambito nel quale c’é anche spazio per l’ autocritica.
E’ anzitutto necessario distinguere tra “vanità” e “coscienza del proprio valore” perché, se ci sono reali e concrete qualità di fondo, l’essere consci di una qualche bella prerogativa che ci riguarda è – a mio avviso – un ulteriore valore. Che poi un positivo riconoscimento rechi gioia e appagamento, é naturale conseguenza legata alla sensibilità individuale.
Per quanto attiene a quella sottile, impalpabile voglia di luce che spinge ad affacciarsi alla ribalta - quando non è arido protagonismo - vi si può ravvisare il desiderio di scansare la banalità . Traguardo questo che è spesso pagato a caro prezzo in moneta di impegno, dedizione, sacrificio, rare gratificazioni e...meschina invidia.
Solo in assenza di valori la vanità si identifica con la presunzione e palesa il suo profilo totalmente negativo.
Inoltre, mentre la vanità é sterile, una giusta dose di ambizione è sempre indispensabile per progredire. Tutto ciò, ovviamente, secondo il mio personale (incerto) parere...per quello che vale. E il vostro ?
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8 commenti:
A parer mio la giusta dimensione nel proprio modo di essere dovrebbe esser "il piacersi" a prescindere da altri.
Quindi non per stupire fuori di se, ma per trovare equilibrio dentro se stessi.
Qualcuno ha disequilibri tali da focalizzare in un punto sbagliato il proprio valore, quello percepito da un punto al di fuori di se.
Se qualcuno vuol giudicare, anche il mio aspetto, dovrebbe interpretare il mio modo di essere sempre partendo da chi sono, difficilmente applicabile nei rapporti di tutti i giorni, auspicherei lasciare il beneficio d'inventario a chi che sia.
Dunque collocherei la presunzione dal lato di chi guarda, dove il rischio di sforare oltre le oggettive apparenze è in agguato, vizio comune è giudicare "con la vista". (Chiederei ad un cieco per sapere su cosa basa le sue prime impressioni incontrando qualcuno, forse non chiederà "come sei pettinato, come sei vestito, come sei truccata, sei abbronzato, hai la pancia e le occhiaie ?")
La vanità la trovo comunque negativa, proprio perchè la riferisco al cercar approvazione altrui per cosa vacua.
Ma il concetto è estendibile ad atteggiamenti che vanno oltre l'aspetto esteriore, infatti è soprattutto nel modo di porsi che si riconosce un vanitoso.
Quindi auguro a tutti di esser moderatamente "vanitosi" quel poco che basta a non sentirsi trascurati, per il resto cercare di "esporre" altro dei propri valori, magari qualcosa di edificante con patos, in fin dei conti si indugia in vanità per "contattare" gli altri.
Buongiorno Renatuzza, la mia mosca ronzava e così mi son detto, se ronza lei pozzo anch'io, si pozzo, cercando di dire qualcosa di profondo. (senza mai prendermi troppo sul serio)
Sei tornato alla grande caro Lucignolo. Benvenuto !
Mi ha toccato il riferimento al cieco che ha percezioni autonome e non disturbate da ciò che è esteriore.
Come il mio testo che voleva porre l'accento su ciò che prova un individuo nei confronti di se stesso.
Non intendevo parlare di ciò che gli altri pensano, ma di ciò che la persona pensa di sé.
Hai azzeccato nelle prime righe là dove poni l'accento sul "piacersi".
Come la vanità si esprime o viene accolta, è secondario.
Buon fine settimanae . Il mio abbraccio e un po' di zucchero alla tua mosca.
Condivido il commento di Lucignolo dove dice che "la giusta dimensione nel proprio modo di essere dovrebbe esser "il piacersi" a prescindere da altri"
Se poi la vanità si riferisce al cercar approvazione altrui come l'approvazione incondizionata dei post nei notri blog ad esempio, e non si accetta la critica, la trovo negativa e indisponente.
Bentornato Lucignolo e grazie Renata di aver stimolato la mosca di Lucignolo a ronzare di nuovo nel tuo blo
"Vanità delle vanità, tutto è vanità", ci ricorda l' Ecclesiaste!
Come dire, anche se distinguiamo, siamo sempre nel solo campo del "vanity fair".
Un saluto!
Io credo si debba fare un distinguo.
Una cosa è l'esibizione di un talento che non si possiede..E QUELLA PER ME E' VANITA'...ben diverso,è avere consapevolezza del proprio talento..
Arianna
Ciao cara Muccina.
Innanzitutto sono davvero contento che ti sia piaciuto il mio post sugli italiani e ti ringrazio per le tue dolci parole.
Riguardo invece il distinguo che hai analizzato nel tuo post, mi ha un attimo spiazzato. A dire il vero non mi ero mai soffermato sulla differenza tra vanità e coscienza del proprio valore. "Coscienza del proprio valore"... quindi sarebbe questo quello che mi ha sempre spinto a raggiungere i miei obiettivi, sicuro che li avrei raggiunti? Davvero interessante...
Cara Luigina, senti che siamo tutti rfavorevoli a Lucignolo. PIACERSI è abbastanza positivo, se si sconfina !
Buona domenica.
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Ciao VIANDANTE, le sottilissime distinzioni non hanno suscitato il tuo interesse. Hai voglia di serenità e fai bene. Ti abbraccio forte.
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ARIANNA - se vogliamo cavollare, l'esibizione di un talento che non si possiede è una forzatura che è assimilabile "al presumere" quindi alla presunzione. Questo per addentrarsi un po'. Ma quello che volevi dire è ugualmente chiaro. Un bacione.
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Eccolo qui "il mio" Mastermax. Mio, nel senso de "il Mastermax che intuisco !"
E quando affermi :
"Coscienza del proprio valore"... quindi sarebbe questo quello che mi ha sempre spinto a raggiungere i miei obiettivi, sicuro che li avrei raggiunti? "
Mi dici in pratica che hai afferrato in pieno il messaggio. Bacioni a volontà. muccina.
Rettifiche
nel testo per Luigina: leggesi "se NON si sconfina"
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per arianna . Se vogliamo CAVILLARE.
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O inizio a rimbambire o sento aria festiva.
Ho deciso : Sento aria di festa.
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