Il termine “arma impropria” indica qualsiasi oggetto in grado di ferire il corpo nella sua materialità. Ma vorrei oggi considerare la vulnerabilità dello spirito, dell’anima. Oltre alla violenza psicologica, che si palesa con atteggiamenti prevaricanti o costrittivi che mortificano slanci e aspirazioni, anche l’indifferenza, la scarsa considerazione, il rifiuto all’ascolto,il disprezzo palese o sottinteso, il sarcasmo e l’egoismo sono “armi improprie” distruttive e laceranti.
Possono ferire, oltraggiare, alterare – spesso irreparabilmente – l’interiorità dell’individuo. Stupisce perciò il fatto che,frequentemente, armi come quelle indicate vengano usate con noncurante leggerezza anche da persone abitualmente collocabili tra le “brave persone” che nemmeno si accorgono della scia di mortificazione e di dolore che si lasciano alle spalle.
Usare inconsciamente un atteggiamento indifferente lascia inascoltate le mute (a volte disperate) richieste che aleggiano intorno a noi. Purtroppo siamo tutti – chi più, chi meno – coinvolti nel frenetico ingranaggio della quotidianità e non troviamo più il tempo per sostare, considerare e riflettere sulle conseguenze di comportamenti troppo superficiali e disattenti.
Eppure è capitato a tutti di sentirsi inaspettatamente rassicurati e confortati da uno sguardo attento, da un sorriso partecipe, da un’inattesa cortesia, da un po’ di attenzione.
Dovrebbe quindi risultare facile capirne l’importanza. Proviamo a fermarci per prestare attenzione a chi gravita nel nostro ambito e non solo. Rallentando l’andatura riusciremo a vedere meglio e di più. L’osservazione partecipe porta in superficie componenti non rare dei rapporti con gli altri , lascia affiorare aspetti non secondari del convivere e indubbiamente...ci migliora. r.m.
Possono ferire, oltraggiare, alterare – spesso irreparabilmente – l’interiorità dell’individuo. Stupisce perciò il fatto che,frequentemente, armi come quelle indicate vengano usate con noncurante leggerezza anche da persone abitualmente collocabili tra le “brave persone” che nemmeno si accorgono della scia di mortificazione e di dolore che si lasciano alle spalle.
Usare inconsciamente un atteggiamento indifferente lascia inascoltate le mute (a volte disperate) richieste che aleggiano intorno a noi. Purtroppo siamo tutti – chi più, chi meno – coinvolti nel frenetico ingranaggio della quotidianità e non troviamo più il tempo per sostare, considerare e riflettere sulle conseguenze di comportamenti troppo superficiali e disattenti.
Eppure è capitato a tutti di sentirsi inaspettatamente rassicurati e confortati da uno sguardo attento, da un sorriso partecipe, da un’inattesa cortesia, da un po’ di attenzione.
Dovrebbe quindi risultare facile capirne l’importanza. Proviamo a fermarci per prestare attenzione a chi gravita nel nostro ambito e non solo. Rallentando l’andatura riusciremo a vedere meglio e di più. L’osservazione partecipe porta in superficie componenti non rare dei rapporti con gli altri , lascia affiorare aspetti non secondari del convivere e indubbiamente...ci migliora. r.m.
15 commenti:
complimenti, gran bel post... ripasserò presto di qui!
ste
Benvenuto ad un nuovo ospite! La parola amico, la uso con cautela.Grazie per l'apprezzamento che mi fa tanto piacere-Ho notato che le tue propensioni politiche sono ben delineate e non ti dispiacerà se ti pongo una domanda. Tutti adamantini...gli altri? Personalmente, auguro alla nostra amata Patria, il meglio. Da qualunque parte venga.Un cordiale saluto e l' augurio di un domani migliore per l'Italia e per gli italiani.
Cara Renata, tocchi stamattina, un argomento attuale in tutti gli aspetti della nostra società.
E lo fai, come sempre, in punta di piedi - ma esponendo il cuore.
Tutti pretendiamo di essere compresi, ma pochi riescono a farlo con gli altri.
La sensibilità interiore è in calo, anche se non mancano persone sensibili che spesso sanno come regalare un sorriso.
Grazie per la riflessione.
A presto!
grazie per il benvenuto ;)
pian piano anche il mio blog prenderà forma, anche se è ben delineato il suo scopo spero che ogni tanto tu possa passare a leggermi! Non posso che augurarmi anche io il meglio per un italia che ha bisogno di crescere e migliorare, ma sarà difficile in questo strano periodo politico e sosciale...
Ciao Caska, mi piaci quando ti leggo qui, dove mi lasci leggere il tuo equilibrio e la tua obiettività. Non ho dubbi circa il successo del tuo blog. Conosco un pochino (poco) gli uomini e da quando andavano a vedere il combattimento dei galli, sono cambiati poco. E la cosa mi mette tristezza. Sono contenta di conoscerti. Qualcosa mi attira verso di te come persona.
Ciao Dama! Sei un'amica gentile e sempre ben disposta nei miei confronti. E' inutile dire che questo mi fa piacere e ti ringrazio. Buon risultato a tutti !
Buon giorno, Renata ... sono anch'io convinta che a volte una parola detta senza riflettere sia molto più tagliente di un coltello affilato. Fi da bambina sono stata molto sensibile hai rimproveri... che mi venivano posti difronte a delle marachelle... col crescere per non subire delle mortificazioni ho modificato il mio carattere rendendolo mite... Ora forse per questo sono rimasta sensibile... senza farmi mettere i piedi in testa da nessuno.
Spero che la mia latitanza non sia sentita come indifferenza Renata. Tu sai che sei sempre nei miei pensieri. Buona serata
# - Jasna, ho già notato i segni che - impressi nella bambina che eri - sono rimasti nella donna che sei. Ma, anche se ha un prezzo altissimo é meglio l'eccessiva sensibilità, piuttosto che l'insulsaggine. Due coccole, vanno bene?
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# - Luigina, la nostra amicizia è "datata". Non abbiamo bisogno di contro prove. Capisco benissimo che anche in tempi normali i tuoi impegni sono molto più gravosi dei miei, e in questo periodo poi.....
Grazie comunque e un abbraccio.
Ciao Renata grazie per le tue parole. volevo avvisarti che la mia dolce metà ti ha dedicato un pensiero nel post che ho pubblicato oggi... Non è che fa molti complimenti... ma è molto sincero.
Ti mando il bollino verde per identificare che il tuo blog è pulito. se ti va te lo potrai appuntare come una medaglia ciao Renata.
Jasna, sei molto gentile e vorre appuntare subito il bollino sul mio blog ma.....non so da che parte cominciare. Vedrò di provvedere al piu presto Un bacione e un grazie. Adesso vado a vedere cosa mi dice tuo marito.
Chiedi a luigina lei ti spiegherà come fare
Interessante il tuo articolo e dama esprime indiscutibilmente bene anche il mio pensiero!
Aggiungo solo che spesso l'eccessivo parlare denota un vuoto interiore che vuol esser colmato. Tanto maggiore è il vuoto, altrettanto maggiore è il bisogno di chiasso, di confusione. E, purtroppo, dove non c'è "quiete", non è neppure possibile concepire una "giusta" parola, ne consegue una maggior diffusione di parole "violente" (vere armi improprie insomma).
Questo penso.
La mia, più volte dichiarata, ignoranza mi spinge a scrivere e leggere lentamente questo mi permette di misurare meglio il mio pensiero e conseguentemente di dosarlo.
Non significa assolutamente che io non usi armi improprie, anzi, purtroppo a volte non sono un vero e proprio carnefice (soprattutto quando c'è troppo "chiasso" e dimentico di collegare il cervello alla bocca)!
Ma ci provo!
Grazie renata per avermi fatto riflettere un po' di più!
ANGELO DEI BOSCHI - Dubitare di sé è un chiaro segno di intelligenza ! Lo metterò tra i pensieri del giorno. E' il padreternismo il difetto più grave. Però, anche l'eccesso di umiltà può diventare un difetto. Se farai qualche errore di grammatica- considerati i contenuti delle tue parole - lo imputeremo al computer. Hai pregi più prezioni della cultura.
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