Bresciaoggi - 25 giugno 2011
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Il mio percorso scolastico si è concluso con il diploma di “avviamento al lavoro” conseguito al termine della scuola media. E oggi ripenso a come era intesa – a quel tempo- la scuola e l’insegnamento.
Sette/otto ore ogni giorno (compreso un efficace doposcuola.) Niente scioperi, una giusta dose di severità, importanti "compiti delle vacanze", buoni e talvolta ottimi insegnanti e il senso del dovere precocemente inculcato. Ecco com'è stata la mia scuola media che mi ha consentito di seguire mio figlio fino al diploma senza difficoltà riscontrando notevoli lacune rispetto ai programmi svolti ai miei tempi. E quando è venuto il turno delle mie nipoti le carenze sono emerse in modo ineludibile.
Oggi lo attestano fior di Magistrati che compiono vergognosi errori d’ortografia e ignorano la grammatica e si palesa in vari settori una dilagante miseria intellettuale! Le mie nipoti non conoscono un poeta italiano e quel poco che sanno l'hanno appreso per scelta personale. Un po’ triste il panorama.
E'stato detto "aboliamo il nozionismo! Cosa serve mandare a memoria brani di poesia ?"
BENE ! Ma il nozionismo cos’é ? un insieme di nozioni. Ed è questo un male? Imparare a memoria le poesie, è un male? Ma per favore! Io recito ancora a memoria le poesie del Pascoli, del Leopardi, del Carducci del Giusti (Sant’Ambrogio in particolare) e mi fanno ancora compagnia i brani dei Promessi Sposi, dell’ Iliade e dell’Odissea e sono viva, vegeta e piena di gioia.
Non credo sia lo scarto generazionale ad ispirare le mie parole ma, piuttosto il rammarico per il dispendio di tempo e di energie al quale vengono comunque sottoposti i nostri ragazzi in una scuola che sembra far acqua da tutte le parti. Almeno guardando i risultati su alcuni diplomati e laureati che dovrebbero rimboccarsi le maniche per imparare veramente.
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venerdì 17 giugno 2011
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4 commenti:
I tempi erano diversi, ma funzionava molto bene la scuola, non ti nascondo, che spesso mi è capitato di trovare errori in tesi di laurea, non parliamo degli articoli di alcuni scrittori e/o giornalisti..la scuola ha bisogno di un forte cambiamento in meglio, ci vuole tempo, ma soprattutto investimenti ed amore per il proprio "mestiere di insegnante"..aspetteremo fiduciosi...che qualcosa migliori.
Baci Muccina, ma un salutino sul mio blog delle ricette non lo fai mai? Donna impegnata fosti:-))Un bacio
CARA RIRI, HAI RAGIONE SU TUTTO, MA PER I MIEI MANCATI ACCESSI ALLE RICETTE, HO "LA GIUSTIFICA" !
Da tre anni,ormai,non cucino quasi più perchè - per me sola- ho perso il piacere di farlo. Sono spesso fuori casa anche, magari, per un tostino, compro qualcosa di pronto e sto intere settimane senza accendere il gas. Fine anche con gli inviti (che facevo numerosi e con tanto piacere perchè è diventato impegnativo in tutti i sensi, Mi accontento di essere autosufficiente nella quotidianità. So che non mi crederai, ma.....non sono più né giovanissima, né giovane. (;-) E per rendere completa la sgradevole confessione aggiungo che sono diventata....inconcludente.
Ma mi mantengo gioiosa e serena anche perché so che mi darai la tua comprensione. Un bacione.
Muccina, ma le ricette di Rirì sono un po' "speciali" mica solo di cucina, ma di ...vita ...un po' come le tue.
Per quanto riguardo la situazione disastrosa della scuola attuale non credo proprio sia colpa degli insegnanti, ma sia il risultato di una strategia mirata a rendere il popolo più ignorante per poterlo meglio dominare ed asservire al potere dominante.Questo articolo è molto illuminante a questo proposito, anche se un po' impegnativo
a Luigina : niente da eccepire su quanto affermi, che condivido incondizionatamente. Sono andata a leggere l'interessante disquisizione sul tema e di mio aggiungo che l'esperanto non ha trovato impiego proprio perché "i potenti" hanno sempre temuto la conoscenza tra i popoli e l'eccessiva evoluzione degli stessi. Ti ringrazio anche per il chiarimento sul blog di Riri. andrò senz'altro a curiosare. Un bacione.
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