Il Giornale 3 febbraio 2008 (lettere al Direttore)
Bresciaoggi e Giornale di Brescia
Mi risulta che nelle scuole inglesi, per non discriminare i bambini adottati dalle coppie lesbo-gay, sarà vietato agli alunni di pronunciare le parole «mamma» e «papà». Ma prima delle scuole ci sono gli asili e prima ancora gli asili nido. Chi lo dirà ai neonati ? Chi impedirà loro, il tenero balbettio che - nel congiungere ripetutamente le labbra - formula il primo richiamo? È ovvio che questa è provocazione, ma la decisione inglese crea concrete, legittime perplessità. È vero che (consentita l’adozione alle coppie lesbo - gay) il problema si pone, però all’interno dei nuovi nuclei, il nome di battesimo dei componenti può essere risolutivo. Ma al di fuori? Nella scuola? Come si può pensare di favorire una minoranza, discriminando la maggioranza? È evidente che la definizione «genitore» risolve il problema di pochi, ma gli altri? Non potranno nominare la loro mamma - come tale - e non potranno citare il papà. È giusto? L’impatto con la nuova normativa (che fortunatamente non ci coinvolge come italiani) è scioccante! Ma qualche riflessione è d’obbligo. Chi si sente di esprimersi? Chi vuole intervenire attivando intelligenza e disponibilità? Davanti ad ogni fatto inconsueto, la prima opportunità da cogliere sta nel prenderne atto con serietà. Che il fatto non riguardi il nostro Paese non significa che sia opportuno ignorarlo. Ecco perché termino dicendo: «Parliamone?». Renata Mucci
2 commenti:
E vai! Ti linko mi piaci!
Ciao Jasna,mi scusi l'involontario ritardo ? Mi impegno a recuperare. Buon lavoro, buon relax, buona notte per starera e buona giornata per domani. Bacio. Renata
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