giovedì 30 luglio 2009

Help !

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HELP ! - Guardate in giro, por favor ! Dev'essere li !

Mi è scappato un abbraccione che si portava al seguito
mil y mil besitos e sono sicura che vi cercava con antusiasmo.

Dev'essere lì, ma nel dubbio ve ne mando un altro....
stritolante e molto, molto gioioso. muccina
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mercoledì 29 luglio 2009

L'insalata non nasce al supermercato !

La Stampa 17 luglio 2009
LIBERO il 23 luglio 2009
Giornale di Brescia il 23 agosto 2009
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Dopo le legittime rimostranze di un imprenditore agricolo, che non si sente equamente remunerato, ho sentito l’esigenza di elogiare l’importante ruolo di chi sa trarre nutrimento per sé e per tutti, dalla Terra !
E’ vero, si dovrebbe parlare di più di un argomento basilare come quello dell'agricoltura. Lo faccio volentieri perché per me è relativamente facile. Infatti, ho vissuto per anni in cascina dove l'educazione sessuale era lasciata all’evidenza e gestita con naturalezza.
Nei campi o nelle stalle con la mucca in calore, il galletto con le sue frenesie, il puledrino che scalciava già prima di venire alla luce. Il parto della mucca assistita dal contadino che si svelava gentile nella collaborazione. Tutto sotto gli occhi interessati dei bimbi e dei ragazzi, pronti a “dare una mano”.
Ricordo il dipanarsi lento delle stagioni con l'attesa di “quei piselli teneri” di “quelle zucchine dolcissime”, delle prime ciliege. E a favorire e spiare tutto ciò il contadino che scrutava sempre il cielo. Quel cielo che poteva mandare alla malora sacrifici di mesi, con levatacce prima dell'alba e tanta fatica.



Rivivo la festa del raccolto, e poi la vendemmia e tutto un tradizionale suggestivo rituale che onorava il lavoro del contadino, dell'agricoltore. Scuro, rugoso, ma con una luce particolare negli occhi e la soddisfazione nell’anima. Lui che sapeva offrire una carezza gentile alla rotondità del pomodoro, il sorriso al grappolo d'uva e il dilatarsi delle narici per cogliere il profumo di quelle pesche disuguali, nostrane.



Tutto ciò grazie ad una coltivazione amorevole e purtroppo scarsamente compensata. Ne parlo con partecipe commozione, ma devo frenare l'impeto perché molto ci sarebbe ancora da evocare. Invece concludo ringraziando per l'ascolto offerto all'argomento e alla mia nostalgia.
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lunedì 27 luglio 2009

Amore o innamoramento.

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Innamorarsi può farlo chiunque :
ma amare....è tutta un'altra storia !.
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domenica 26 luglio 2009

Scuola - Il ritorno alla meritocrazia.

pubblicato da LA STAMPA il 27 luglio 2009
col titolo "Il valore del pezzo di carta"
Il Giornale - 29 agosto 2009
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Un docente di latino e greco racconta un episodio che sarebbe sconcertante se non fosse dimostrativo dell’annunciato degrado che - con attività ininterrotta e corrosiva - è arrivato al punto di rottura.
Afferma il Professore “Nei bagni del mio Liceo ho letto coi miei occhi, la confessione di un anonimo studente che , con l’arroganza dell’impunità, ha consegnato, a futura memoria, a un muro dei gabinetti: «Ho preso la maturità senza conoscere nemmeno un verbo greco».
Se uno studente arriva a vantarsi, con evidente orgoglio, di un simile risultato, è chiaro che si è toccato il fondo. Era prevedibile che il voto politico e la promozione ad ogni costo avrebbero finito con il premiare l’inettitudine, favorendo i furbastri.
Si è così portato avanti un’altalenante comportamento che tutto era fuorché formativo dell’individuo. Fortunatamente pare ci sia un ritorno a valori quali l’impegno, la buona volontà e l’abolizione di vergognose scorciatoie, che favorivano l’accesso nel mondo del lavoro a professionisti impreparati e del tutto deludenti.
Se il ritorno alla meritocrazia sarà costante ed effettivo potremo sperare che il famoso “pezzo di carta” ritorni ad essere l’attestato di meriti comprovati ed effettivi. E io credo che ci siano validi motivi per ritrovare la speranza.
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sabato 25 luglio 2009

Aperto per ferie.

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Tempo di vacanza, ma non ho quasi il tempo di accorgermi che l’amica è partita e tornata, mentre ero qui, nella mia postazione “Aperta per ferie”.
Le chiamano vacanze “mordi e fuggi” iniziano e si concludono, nel giro di una settimana/dieci giorni. Appaganti e ristoratrici.
Ma ci sono anche vacanze sostanziose, quelle di tre settimane, con tutta la famiglia e richiedono fragorosi saluti alla partenza e festeggiamenti al rientro, con intermezzi di messaggini del tipo “tutto bene, e tu ?”
Poi ci sono i patiti delle escursioni in montagna che si concludono a volte felicemente e in qualche mortificante caso, con ricordi di pioggia e inutili spese.
C’è chi ha casa al lago e, mentre i mariti fanno il quotidiano avanti/indietro , le famiglie e i figli godono libertà, sole e atmosfera di vacanza.
Ma per chi resta in città, resta da superare il fatidico periodo di ferragosto ! Negozi chiusi per ferie, mezzi pubblici da turismo lento, asfalto infuocato, giornate lunghe e il vago sgomento se il pensiero s’inoltra nel viale dell’imprevisto. Se mi viene mal di denti? Se ho bisogno dell’idraulico? Quale farmacia rimane aperta, nelle vicinanze di casa ?
E intanto gli amici partono e tornano quasi sempre felici di aver cambiato la cornice al quadro portato da casa. Chi è partito per dipingere il quadro sul posto tornerà soddisfatto – comunque – per averci provato.
Io ? Rimango qui serenamente, nella mia postazione “Aperta per ferie!” e porgo auguri affettuosi a tutti.
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giovedì 23 luglio 2009

Avanti, comunque !

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"Non importa quante volte cadi.
Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi"

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martedì 21 luglio 2009

Fine luglio 1992.

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Estate, giornate lunghe, voglia di relax, un richiamo al dolce
"far niente" e......... arrivo io a rompere l'incanto !
Voglio solo porgervi una vecchia pagina, inedita, confidenziale.
Così. affettuosamente !
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Fine luglio 1992 –

Riprendo oggi i miei appunti di viaggio. Quel viaggio nella vita che mi riguarda e che in questo afoso mese di luglio, concedo ai ricordi. Ho riletto lo scritto precedente e penso che dovrei continuare con coerenza. Ma non è questo che voglio, voglio solo fissare su queste pagine, i pensieri; e i pensieri non sono mai coerenti non si infilano sempre cronologicamente nella nostra mente. Fluttuano, indugiano, si infiammano, commuovono, riaprono ferite, rinnovano emozioni.

Loro, almeno, sono liberi. Perché imbrigliarli?


Soggiornano con me nella casetta sul Lago di Garda le mie nipoti Roberta e Paola, rispettivamente 17 e 14 anni. Un’età strana, evolutiva, spensierata e piena di aspettative. Le osservo e sorrido pensando che se esprimo un parere sul loro aspetto fisico rischio di affermare qualcosa di prevedibile (ogni scarrafone é bello a mamma soia (;-)) ma non è questo il caso.


Sono entrambe di aspetto davvero gradevole (scrivo gradevole ma penso che sono bellissime) bionde e simili nell’esteriorità sono invece caratterialmente diverse l’una dall’altra. Riservata Paola, impulsiva, imprevedibile ed esuberante Roberta. Note caratteriali in netto contrasto ma con valori di fondo ben ancorati e validi.


Mi piacciono e mi sento gratificata dal fatto che stiano volentieri qui. Nella cameretta a loro riservata due armadi contengono le loro cose personali. Uno per ognuna. Quello di Paola sembra una boutique: le gonne ben allineate, le camicetta opportunamente collocate,le cose più intime ben sovrapposte. Quello di Roberta, appena aperto per una sbirciatina mi rovescia addosso l’intero contenuto accatastato alla rinfusa.


Le guardo, guardo queste figlie del mio unico figlio e rivedo la giovane donna che ero a 22 anni quando Mauro è nato. Anche lui è un figlio profondamente buono ed altruista e lo rivedo com’era all’ età che hanno oggi le sue figlie. Anche lui aveva negli occhi la stessa luce che è data da una bella intelligenza e da una buona dose di humour che non l’ ha mai abbandonato.


Oggi, padre di famiglia, ha il privilegio di avere al suo fianco una donna particolare per la quale nutro un affetto profondo. E' una mamma splendida che ha saputo conquistarsi l’amore delle sue figlie e conservarlo. Ha le loro confidenze, conosce le loro aspirazioni in una simbiosi che io non sono mai riuscita a realizzare. Tutto ciò, amorevolmente, le invidio.

Cosa dire dei miei anni verdi? Sono volati. Ma una sensazione è rimasta intatta dentro di me: mi sembrava, allora, che i mesi avessero il doppio dei giorni segnati in calendario. Per una questione economica, ovviamente. Il mio stipendio che amministravo con parsimonia,finiva sempre troppo in fretta. Così oltre al lavoro in ufficio tenevo la contabilità di una sartoria che aveva dieci dipendenti (quindi paghe, contabilità e recupero crediti).


Saltuariamente operavo per una Compagnia di assicurazioni (ramo vita) visitando i clienti in orari comodi soltanto a loro e per un certo periodo ho tradotto dal francese depliantes illustrativi di prodotti di cosmesi. Naturalmente non potevo trascurare gli adempimenti relativi alla casa, alla cucina e riservavo poco, pochissimo tempo per me senza accorgermi che vivevo l’età più bella senza viverla.


E accudivo mio figlio, ma oggi so che accudire un figlio non vuol dire quello che ritenevo giusto allora, ma molto, molto di più. Che peccato! Se c’è la volontà e l’intelligenza si può trovare il modo di imparare di tutto, ma una scuola per essere buoni genitori non c’é. Ma se ci fosse non servirebbe se non disponesse dell’indispensabile corollario rappresentato dall’amore, da una adeguata disponibilità di tempo.
Richiede salute, comprensione, tolleranza ma talvolta tutto ciò non basta. Ho visto madri di scarso valore e anche di nessun merito ricevere amore e rispetto e ne ho incontrate altre che si sono logorate vivendo nel riflesso dei figli, raccogliere insofferenza e ingratitudine.
Personalmente, volendo analizzare gli eventuali errori ne intravedo uno che ha connotato il mio rapporto di madre. La paura. La paura che l’amore potesse offuscare l’obiettività e oltre a ciò, la stanchezza. Ho lavorato sempre molto fuori casa e i miei rientri non mi trovavano pronta ad affrontare ciò che serve per sedersi vicino ad un figlio, a intuire i suoi bisogni, condividere le sue speranze, cullare i suoi sogni.
Ma non ho rimorsi. Faccio solo delle constatazioni. Non ho rimorsi perché ho fatto sempre e farò finché avrò vita tutto quello che ho potuto con la disponibilità di cuore che la natura mi ha dato e che forse, può bastare perché io amo mio figlio e tutto ciò che lo riguarda mi riguarda. Ecco perché sono tranquilla. Io sono qui e ci sarò sempre. Pronta a riversare su di lui quello che a mia volta ho ricevuto dai miei genitori: l’affetto più grande e più disinteressato. Sono la sua mamma.
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domenica 19 luglio 2009

Lealtà - Sincerità - Verità.

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Ho sempre avuto molta cura delle sfumature che danno rilevanza al contenuto sostanziale delle parole.
Nel proporre il risultato delle mie osservazioni, conto di approfondire con il vostro aiuto.
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LEALTA' - attiene ai comportamenti e si identifica col non tradire. Vale in amore, nell'amicizia, nelle società di lavoro. Una persona è leale in quanto affidabile.

SINCERITA' - un lusso che sul lavoro o nei rapporti superficiali viene a volte taciuta o velata per quella sorta di diplomazia talvolta indispensabile.. Cioè a domanda diretta, la sincerità è d'obbligo. In mancanza di esplicita richiesta il silenzio è, anche, una forma di delicatezza soprattutto se la sincerità è spiacevole.

VERITA' - è soggettiva. Su di uno stesso fatto o situazione ognuno ha una sua verità. Sente vero anche ciò che ha soltanto percepito. Va al di là della parola o dell'atto e sconfina nell'intenzione.

Sui tre significati si può cavillare all'infinito. Ma per quanto mi riguarda, dalla lealtà non si prescinde. Il resto è opinabile.

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sabato 18 luglio 2009

Buon week end !

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Metto al bando oggi la noia, voglio un dì, pieno di gioia
e vi porgo la dolcezza di una tenera carezza.
Poi, vi voglio regalare tanti sogni da sognare.
Entro nella vostra stanza e la riempio di speranza.
Poso un fior, sul comodino e il mio affetto...lì sul cuscino!
renata
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giovedì 16 luglio 2009

Donne e donnine.

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Ho copiato per tutti noi : da La Stampa del 16 luglio 2009 , l'editoriale dei lettori nei suoi punti più significativi.

Se una donna diventa una finzione.

Una donna con capelli allungati dalle extension, occhi resi azzurri dalle lenti a contatto usa e getta, nasino «rifilato», labbra gonfiate dal silicone, così come gli zigomi e i prorompenti seni che escono dalla scollatura. Casomai addome e glutei scolpiti da liposuzione oltreché dal pilates. Ah, unghie posticce... e statura resa posticcia dal tacco 12.
Forse questa persona travestita da top model ha giocato, da bambina, a fare l’indossatrice, o l’attrice o qualche altro personaggio del jet set, così come un tempo si giocava alla casa, a mamma e bimbo, alla scuola, ci si travestiva con i vestiti della mamma e ci si ritrovava a fare poi, nella vita reale, le stesse cose che si erano recitate nei giochi, da bambini.
Oggi la recita si estende nel tempo, scavalca il reale, si sovrappone alla vita e non si sa più come siamo, come saremmo, sotto tutta questa finzione. Ci fingiamo belli, ricchi e felici, ostentiamo allegria, e per farlo meglio beviamo magari un po’ troppo, per dimenticare i nostri difetti cancellati con finanziamenti girati senza fattura a chirurghi, a parrucchieri che segnano «solo la piega» sulla ricevuta fiscale e noi, con rabbia contenuta, lasciamo fare... almeno ci siamo tolti uno sfizio.
Vestiamo e trucchiamo le nostre bambine come queste mamme, con lo smalto alle unghiette, le mêches ai capelli, le minigonne a vita bassissima da cui escono panciotte che hanno da poco abbandonato il pannolino. Incominciamo il travestimento, incominciamo l'inganno. Chissà però se si inganna di più la gente che ci osserva o si stordisce la nostra mente insoddisfatta e vuota?

GIANFRANCA FRA 59 anni, biologa in pensione, Torino
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martedì 14 luglio 2009

Viaggiando.

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Viaggiando, imparrerai due cose :

a) nel sud del mondo non bere acqua
b) nel nord non respirare .
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lunedì 13 luglio 2009

13 luglio 1943 - bombe su Brescia.

Giornale di Brescia - lettere -
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Perché, 65 anni dopo quella data, soltanto il ricordo, riempie di lacrime ancora brucianti i miei occhi ormai stanchi ?
Guardavo recentemente i reportage sul terremoto all’Aquila e le stesse lacrime, offuscavano la visione. E una riflessione rabbiosa, accorata, impotente, provocava un urlo senza voce.
Si, gli eventi naturali sanno essere sconvolgenti, ma quando è l’avidità e il crudele intervento dell’uomo a provocare distruzione e morte....tutto si ribella fin dal profondo dell’anima.
13 luglio 1943 ! Bombe a pioggia sulla nostra città. Detonazioni, urla, morti case sbriciolate, sgomento, lacrime, dolore. Scappavamo tutti con il fagottino delle cose più care per cercare rifugio nelle cantine umide e buie. Disorientati, impauriti. Tutto questo voluto coscientemente dall’uomo.

Nella tragicità degli eventi il dolore afferra e coinvolge, ma l’umanità non impara niente. Più forte di tutto si riaffaccia l’odio, la prevaricazione la crudeltà e tutto viene immolato sull’altare del falso idolo dei nostri giorni: il denaro.

Quelli che, come me, erano nel 1943, bambini o adolescenti sono ormai rimasti in pochi e i giovani non si avvalgono certamente delle esperienze altrui.

Eppure....queste righe sono per loro, per ricordare che in ogni tempo ragazzi che sbocciano alla vita vengono immolati anche se non intimamente partecipi provocando vittime quasi sempre inermi anche tra popolazioni civili.

Continuo a credere che la pace sarà meta possibile solo quando trattative forti, coraggiose, si contrapporranno alla violenza.
Ragazzi, non dimenticate che dopo ogni guerra restano sul campo cadaveri senza colpe, intorno ai quali si aggirano gli orfani, i mutilati straziati nel corpo e dell'anima. Ma il futuro, un futuro migliore è nelle vostre mani.
Recitava un bel poema di Giacomo Zanella :” Se schiavi, se lacrime ancora rinserra ... é giovin la terra.”

A voi, che siete giovani oggi , molti affidano le loro speranze di un avvenire migliore.
E voglio credere che non ci deluderete. Forza, ridateci la speranza !
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domenica 12 luglio 2009

Il cuore matto...

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Trastullo serena i pensieri
di sempre, di oggi e di ieri
sussurrano di cose remote
con suoni di semplici note.

Non evocano malinconie
ma parlano di dolci follie
di notti fin troppo stellate
fissate nel cuore,inviolate.


Rivivono di tenui dolcezze
passioni, risate e carezze
trastullo serena i pensieri
di sempre, di oggi e di ieri.

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venerdì 10 luglio 2009

Non basta un paio d'ali .

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Tutti hanno un paio di ali,
ma solo chi sogna impara a volare.

Jim Morrison
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La giusta ottica per guardarci intorno.

Salvatore Pollini l’ha ricordata su facebook e io la trascrivo per voi.
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Ricordate quando avevate piu' o meno cinque anni, andavate fuori al mattino e davate un'occhiata alla giornata, ed era una giornata meravigliosa.
Guardavate i fiori ed erano fiori davvero meravigliosi.

Venticinque anni dopo vi alzate al mattino,
date un'occhiata ai fiori...sono appassiti.
La giornata non e' una giornata felice.

Beh, che cos'e' cambiato?Voi sapete che sono gli stessi fiori, e' lo stesso mondo.
Qualcosa dev'essere cambiato. Beh, probabilmente siete cambiati voi."

LRH ("Scientology una nuova ottica sulla vita")
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mercoledì 8 luglio 2009

La forza del sorriso.

Copio da foglietto sbadito, senza fima.
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La gente sorride pochissimo e si vedono in giro molte più facce scure che volti sereni. Vecchi immusoniti, con l’aria di essere in eterno contrasto col mondo.

Perché non ricordare che il sorriso è l’espressione lieve che illumina un volto e lo fa apparire più bello e, rappresenta una buona disposizione d’animo ed una buona disposizione verso il prossimo.

La vita è una sfida continua per tutti, una corsa senza sosta. Comporta fatiche, anche se in misura inferiore rispetto ai tempi in cui l’uomo non disponeva di mezzi tecnici né tecnologici.
Ma la bellezza della natura, il volto di un bambino, il gioco di un cucciolo, sono sotto gli occhi di tutti, anche dei più indaffarati: quindi perché l’uomo è così poco capace di goderne?

E perché non sa apprezzare gli agi quotidiani? In parte li conquista con il proprio impegno, ma in gran parte sono doni. Doni di una famiglia, di un Dio benevolo, di un destino generoso. Anche risvegliarsi la mattina non è un diritto acquisito, ma un regalo grandioso. Perché allora l’uomo non gioisce del sole o anche della pioggia?

L’esistenza, anche quella più dura, non può non presentare attimi di luce. Il sorriso è uno di questi attimi che tutti possiamo offrire a noi stessi ed al nostro prossimo. Esso rende ogni cosa più facile e gradevole, così come una parola gentile ed un gesto educato.

Inoltre un volto sorridente è spesso l’unico sprazzo di sole nella giornata per i più deboli, per i meno fortunati, per i vecchi, per gli ammalati, per i mendicanti. Perché negare un sorriso dunque?
L’uomo deve esprimere sentimenti che non siano soltanto di prepotenza e competitività, ma, deve sorridere: non si tratta di debolezza ma di grande forza interiore e di civiltà.
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lunedì 6 luglio 2009

Carlo Giuseppe Lodonio

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Il buon senso è una dote naturale che supplisce
alla mancanza di molte cognizioni
e che non può mai essere supplita da queste.

Carlo Giuseppe Lodonio
(storico,economista,letterato (Milano 1780-1845)
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domenica 5 luglio 2009

Besame mucho.

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Ogni domenica mattina, alle h.10 o giù di lì, una tromba suona nella mia via le note di “Besame mucho” e qualcuno si affaccia butta una moneta e riceve un sorriso a basso costo.

Recentemente lo accompagna un bambino di circa 5/6 anni con una piccola fisarmonica. Il piccolo corre, raccoglie l’obolo e urla “grazie segnora”.

Dicono che il bambino rappresenti una tattica per aumentare il guadagno.

Sarà ! Ma lui, è così vero, così sporco, così fiducioso!
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Marco Tullio Cicerone

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Quando si ha in programma un conviviale incontro, dovrebbe interessare molto "con chi" e solo marginalmente "con che cosa".
Le seduzioni culinarie, non dovrebbero costituire la maggior attrattiva.

Ma ho recentemente scoperto che qualcuno più autorevole di me ha scritto :

"Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi."Marco Tullio Cicerone
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venerdì 3 luglio 2009

Alcool. Ciò che è bene sapere.

Il consumo di bevande alcooliche tra i giovani è molto diffuso e recentemente anche tra giovanissimi. Forse parlarne in casa, in famiglia, a scuola può aiutare. Soltanto "forse", perchè i giovani pensano di essere invulnerabili, ma almeno avremo fatto ciò che ci compete.Se aggiungeremo competenza e amore, avremo maggiori possibilità di buoni risultati.
E comunque..."S'ha da fà". renata mucci
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da Corriere della Sera del 1° luglio 2009.
Edoardo Boncinelli
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"L' alcol ci inebria e ci rallegra perché addolcisce e addomestica la nostra razionalità. Fa allentare la morsa della logica e del senso del dovere, ci rende più «liberi» e leggeri.
Non è un caso che ogni popolo abbia le sue bevande alcoliche, preparate dall' uva, dall' orzo, dal riso, dalla barbabietola e dalla canna, dai cereali e dai frutti più diverse, più o meno ricche di alcol, più o meno insaporite.

Se l' alcol mandato giù è troppo, il piacere si trasforma in disturbo, lieve o opprimente, passeggero o talvolta, purtroppo, anche cronico. L' alcol bevuto va nel sangue e da qui a tutte le cellule del corpo; in tutte fa qualcosa, ma quello che abbiamo descritto, di bello o di brutto, va attribuito alla sua azione sulle cellule nervose, vale a dire i neuroni, soprattutto nel cervello.
I neuroni sono cellule fatte per comunicare, e lo fanno «eccitandosi» e trasmettendo ad altri neuroni la loro eccitazione. Per farlo occorre che la loro membrana cambi ritmicamente configurazione, lasciando improvvisamente entrare ioni potassio all' interno della cellula o facendoceli uscire.

Questo meccanismo è tutta la vita dei neuroni e del nostro sistema nervoso. Ognuno di loro deve essere pronto all' occorrenza a fare entrare o uscire il potassio. Ciò è compiuto da speciali proteine dette «canali», che come veri e propri piccoli canaletti, fanno «accomodare» all' interno della cellula qualche ione potassio oppure lo fanno «sloggiare» da lì. Poi si richiudono quando l' episodio è finito. In una minuscola tasca di uno di questi canali, detto GIRK, si siede la molecola di alcol e lo tiene sempre aperto interferendo con la reattività del neurone stesso.

Questo è quello che abbiamo imparato in questi giorni da uno studio molecolare dettagliatissimo portato avanti in California al famoso Salk Institute. L' azione dell' alcol è quindi tutta qui: confonde le idee, poco o tanto, temporaneamente o per sempre, ai canali del potassio e allenta così, se non spegne del tutto, la reattività dei neuroni del cervello.
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Divulgate gente, divulgate ! la vostra amica renata lo sta facendo.
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mercoledì 1 luglio 2009

SSSssssss. Parla lo sguardo !

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Non sempre serve parlare, per farsi capire. r.m.
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