domenica 30 novembre 2008

Aspettando il Natale.

Pubblicato l'8 dicembre 2008 da Corriere della sera FORUM
nella rubrica "genitori e figli" di Fulvio Scaparro
----------------------------------------------
La figlia trentenne di un’amica mi ha invitata a casa sua per un caffé e ho rivisto, in quest’ occasione, i suoi adorabili bambini. Un maschietto di sette anni ed una bimba di cinque. Sembravano usciti da un poster pubblicitario, entrambi bruni e disinvoltamente eleganti nei loro abiti griffati, mi accompagnarono gioiosamente nella loro stanza dei giochi.


Non posso dire di essermi stupita entrando in quel locale esclusivamente adibito al divertimento, letteralmente invaso da giocattoli di ogni genere, ma devo sinceramente ammettere che le consuete perplessità si sono riproposte. Mensole a due piani ospitavano animali di peluche ben collocati separati da un numero consistente di bambole e bambolotti che riproducevano un mondo multietnico ( il bambolotto nero, la cinesina, ecc,). A terra la tenda degli indiani, la cucina di Barbie, triciclo, trenini, animaletti di gomma, scatole e accessori per disegnare e altro ancora.


La giovane mamma (che chiamerò Edvige) si rammaricava però del fatto che nonni, zii e amici vari continuassero a sovraccaricare di giochi -spesso inutilizzati - i bambini che avevano perso la gioia di desiderare. E io aggiungo, di meritare. Edvige ricordava la sua infanzia gioiosa nel tempo in cui ogni giocattolo era una conquista e rappresentava il compensoa piccoli successi scolastici. Come arginare questo confluire di giocattoli che costituivano, ormai, solo un ingombro? E – soprattutto – come convincere i bimbi a liberarsene ? “Mi lasci provare?” Le chiesi ed Edvige, piacevolmente incuriosita, chiamò i bimbi che ci raggiunsero correndo.

Forse per istinto o forse perchè covavo da tempo pensieri e soluzioni per questo fenomeno non raro, le parole uscivano fluidamente e catturavano l’attenzione dei piccoli ascoltatori. Ho cominciato a parlare del Natale ormai prossimo ponendo l’accento sui problemi che angustiavano Babbo Natale che doveva accontentare un numero imponente di bambini, anche poverissimi, in tutto il nostro vasto mondo. Prospettai così l’opportunità di aiutare il Grande Vecchio nell’adempimento del gravoso compito. Nel mio progetto, ogni bimbo poteva privarsi di alcuni giocattoli in buono stato e consegnarli alla Parrocchia, all’asilo, alle Suore o a qualsiasi disponibile centro di raccolta dove Babbo Natale avrebbe potuto attingere per portare gioia là dove non c’era e dove, forse, non era nemmeno attesa.

Mi sono dilungata a descrivere lo stupore di bimbi che ignorano gli agi, soffermandomi sulla loro gioia paragonabile a quella che avrebbero provato, contribuendo, i piccoli donatori. Si allontanò per primo il maschietto che, tornando dalla stanza dei giochi posò a terra vicino ai miei piedi un camioncino, un trattore e una grossa palla. Mi guardò soddisfatto e ricambiò felice il mio abbraccio. Intanto anche la bimba si era allontanata per tornare con un grosso orso di peluche e due belle bambole.

Edvige reperì uno scatolone e i bambini vi collocarono i loro regali. Festeggiammo con gioia l’evento pregustando il compiacimento di Babbo Natale che si sentiva aiutato nel gravoso compito. Ci lasciammo, felici di aver dato una svolta positiva ad un incontro già di per sé affettuoso e lieto. Forse questa può sembrare la cronaca di un pomeriggio qualunque, ma sono certa che saranno in molti a coglierne il significato profondo che é quello di offrire davvero un Buon Natale a tutti bimbi del mondo. muccina

venerdì 28 novembre 2008

Staccarsi dolcemente.

------------------------------------------------
"E' importante staccarsi dolcemente dalle cose che ci stanno abbandonando."
Questa è la frase che Luciano Rispoli ha pronunciato quando, in una recente intervista, gli è stato chiesto il motivo della sua scarsa presenza in televisione . Bella vero ?
-----------------------------------------------

giovedì 27 novembre 2008

Valori !

pubblicato dal Giornale di Brescia il 4 dicembre 2008
----------------------------------------------
La scala dei valori ! C’è chi considera prioritaria la carriera, il successo, la solidità economica, chi privilegia la famiglia, chi l’altruismo, chi ritiene essenziale “cogliere l’attimo”, chi guarda alla cultura come unico appagamento. Insomma si tratta sempre di scelte soggettive, ma tutti ne abbiamo una.

Recentemente – sollecitata dalla lettura di una intensa poesia d’amore - io ho apportato una variante alla mia graduatoria che, da sempre, poneva come essenziali - “salute” – “coppia” - “lavoro” - posizionati in quest’ordine.
Non mi soffermo sulla salute perché ne conosciamo tutti l’importanza, ma tra coppia e lavoro davo priorità alla coppia perché se il lavoro è soddisfacente, ne beneficerà anche l’unione, ma se il lavoro è frustrante sarà la coppia a riequilibrare l’impostazione del vivere.

Quando i figli prendono la loro strada fuori dal nido, i due protagonisti rimangono, e se la tenerezza sarà subentrata alla passione, se gli angoli si saranno smussati e se ci sarà un patrimonio di ricordi comuni ai quali attingere... significherà che si è imparato ad amare veramente !

Però, ho constatato e concluso che l’amore ha una sua consistenza e un’appagante riscontro anche se non è riferito alla coppia. Una persona sola, può essere comunque piena d’amore e può considerare imprescindibile l’amore per la vita, per la natura, per il prossimo per tutto ciò che esalta questo sentimento.

Quindi, ho apportato un lieve ritocco alla mia graduatoria che trovo così più equilibrata e realistica. Dirò dunque : “salute” – “amore “ - “ lavoro”, con la sensazione di aver rimesso l'amore al posto a cui aveva sacrosanto diritto. r.m.
------------------------------------------------

martedì 25 novembre 2008

Un po' d'aria buona ! E' possibile ? ? ?

--------------------------------------------------
pubblicata dal giornale di Brescia il 29 novembre 2008
pubblicata da Bresciaoggi il 2 gennaio 2009
---------------------------------------------------
Sono le 8. Sto per aprire la finestra e, invece, la richiudo avvilita. Il traffico è ormai intenso ed è sconsigliabile sostituire con aria inquinante, quella che c’è in casa. Che avvilimento però ! La televisione annuncia giuliva, in questi giorni, che il maltempo ha ripulito l’aria da quelle maledette, nocive polveri fini che guastano i nostri polmoni. L’annunciatrice è sorridente e noi ripieghiamo su di un mesto “meno male che ci pensa la natura” perché sull’uomo possiamo riporre soltanto caute, timidissime speranze. Non è insensato tutto questo ? Non li ho solo io i nipotini ! Questi poveri bambini e noi e l’umanità tutta....perché continuiamo a farci del male? Non c’è più nessuno che ricorda il tempo in cui l’acqua del mare era considerata il miglior disinfettante ? Nessuno ricorda di aver fatto scodella con le mani per bere l’acqua di qualche sorgente ? Nessuno ha nella mente la visione di quella pesche profumate che si staccavano dal nocciolo lasciandolo pulitissimo ? Pesche disuguali, piccolline o grandi che appagavano i gioiosi sensi. Belle da vedere, profumate e gustose. Ma cosa stiamo combinando ? Anticrittogramici, interventi intensi e perfino l'aria è passata in secondo piano rispetto alla lucrosità e ai vari interessi economici. Respirare, Signori ! Chiediamo di poter respirare ! Perché non consideriamo questo, un valido motivo per urlare BASTA. Per respirare decentemente, dobbiamo tornare ad invocare la pioggia...con una danza propiziatoria ? Qualcuno è in grado di rispondermi? Lei Direttore, vuol dare voce alla mia voce ? r.m.
-------------------------------------------------------------------------------------------------

sabato 22 novembre 2008

Donne.

--------------------------------------------------
"Una donna liberà è l’assoluto contrario di una donna leggera.”
(S.De Beauvoir)

giovedì 20 novembre 2008

Caffé corretto... lacrime !

Corriere della sera FORUM - Gianna Schelotto
nella rubrica "questioni d'amore"
----------------------------------------------
Nel Bar Pasticceria insolitamente deserto una giovane donna - appartata ad un tavolino in penombra - mescola continuamente il suo caffè, senza portarlo alle labbra. Bella, capelli lunghi nerissimi, vestita di scuro, sulla trentina, lo sguardo abbassato segue il movimento ossessivo, distratto, che mescola un caffè ormai freddo.

La percepisco chiaramente e sento l’intensità del suo dolore. So che non si accorge di me o di qualsiasi cosa al di fuori di lei. Mi siedo poco discosto e aspetto di leggere nel suo sguardo qualcosa che possa orientare le mie mosse successive. La sconosciuta ha le spalle accostate alla mensola sulla quale sono appoggiati i giornali e io mi avvicino per prenderne uno facendolo intenzionalmente cadere. Si china come prevedevo, prontamente a raccoglierlo e nel porgermelo mi guarda dritta negli occhi, con i suoi colmi di lacrime a stento trattenute.
Appoggio la mia mano sulla sua, con una lieve eloquente pressione e le dico senza parlare : “Non preoccuparti. Capisco. Ci passiamo tutti prima o poi !” Poi la lascio e torno al mio posto e apro il giornale in modo che la signora si senta libera. Quando lo ripiego le sorrido mormorando : “Capita !”
“Mi scusi!” sussurra lei asciugandosi frettolosamente gli occhi. Scuoto il capo per significare “Di cosa?” Dopo poco si alza, mi sfiora con lo sguardo e mormora “Grazie!” ed esce investita dal sole che splende alto. Io ? Rimango a riordinare le sensazioni .
Problemi di cuore ? se è così, so bene che alterano l'equilibrio. Li conosco e anche per me, bere fino all'ultima goccia dall'amaro calice dell'indifferenza, dell'egoismo è stato evento amarissimo e destabilizzante. Poi, un giorno, senza motivo apparente...”sono tornata a riveder le stelle”. Nella visione più nitida ho provato solo pena per chi mi ha fatto tanto male.
Altra acqua è passata sotto i ponti e quando la stazione è apparsa ormai vuota e tutti i treni erano partiti, ho accettato di capire e di rimanere in panchina per offrire il mio amore a chi lo desidera davvero. Anche a questa sconosciuta. La rivedrò? La rivedrò più serena? Lo spero tanto e sarete i primi a saperlo ! r.m.

lunedì 17 novembre 2008

Ancora per Eluana Englaro.

Pubblicato su LA STAMPA del 17 novembre 2008.
(lettere)

pubblicato da "Mister no" di Cesare Lanza 20/11/2008
e su Bresciaoggi del 22 nov.2008

---------------------------------------------------
Ascoltando ripetutamente sul tema, non sono riuscita a rimanere insensibile al grido di dolore di chi guarda a quest'ultima sentenza come ad una condanna a morte e Dio voglia che chi parla di ulteriori sofferenze per Eluana, abbia torto.
Ma quello che mi chiedo ancora è se prolungare quel tipo di sopravvivenza solo fisiologica (conquista dell'umana scienza e - checché se ne dica - innaturale) sia approvata da Dio oppure lasciata al libero arbitrio, assieme alle guerre e alle altre atrocità.
Domande angoscianti, intrise di un dolore in cui sono stata coinvolta al punto che non so più se sia giusto o meno il tristissimo epilogo.
------------------------------------------------------

sabato 15 novembre 2008

Imbranati se non si nasce...qualche volta si diventa.

Mi spiace ! Mi sono involontariamente sopariti tutti i Blog consigliati. Volevo inserire ilaria e cancellare un doppio e pluff...... Via tutto ! Piano piano rifo. Abbiate pazienza.

Abraham Lincoln - Non si può.

--------------------------------------------------
Il segreto degli uomini liberi.


Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l’impresa.

Non si può rafforzare il debole

indebolendo il più forte.

Non si può aiutare chi è piccolo

abbattendo chi è grande.

Non si può aiutare il povero

distruggendo il ricco.

Non si possono aumentare le paghe

rovinando i datori di lavoro.

Non si può progredire serenamente

spendendo più del guadagno.

Non si può promuovere la fratellanza

predicando l’odio di classe.

Non si può instaurare la sicurezza sociale

adoperando denaro imprestato.

Non si può formare carattere e coraggio

togliendo iniziativa e sicurezza.

Non si può aiutare continuamente la gente,

facendo in sua vece ciò che potrebbe e dovrebbe fare da sola.

Abraham Lincoln

venerdì 14 novembre 2008

12 novembre. Buon onomastico.

--------------------------------------------------
Mi è tornata tra le mani una poesia che mi è stata dedicata un....antina di anni fa in occasione del mio onomastico che cade il 12 novembre. Ve la offro più che altro per rendere omaggio all'amico che me l'ha dedicata per festggiare il primo onomastico da giovane sposa.

12 novembre. Santa Renata

Fecero i tuoi, chiamandoti Renata
a sacra fonte che la colpa lava,
palese error di strana discordanza
(posto che donna uscivi conformata
e certo chi ti vide lo notava
senza provar dubbiosa titubanza),
chiamarti si doveva Reginata
che è come quanto dir “nata Regina”.
Fosti sovrana, fino da piccina
nel cuor dei Mucci e diventasti
qui, dove regna Amore
....
senza corona, ancora più regina
-----------------------------------
A me sembra ancora, dopo tanti, tanti anni, gentile e dolcissima. Forse, perchè ho gli occhi annebbiati ? Chissà.
---------------------------------------------------------------------------------

giovedì 13 novembre 2008

Tutti da M!ka !

La lettera è stata integralmente pubblicata da Mister no- cesare@lamescolanza.com
il 20 novembre 2008
---------------------------------------------------
Mi permetto invitarvi tutti dall'amica blogger http://mikasonopazza.blogspot.com/ e per stuzzicare la vostra curiosità, trascrivo le prime righe della sua intensa lettera da Nairobi.
-------------------------
Mi sembra sia passato un secolo dall'ultima volta che ho scritto.. invece, solo un mese.
"solo". SOLO???
Altro che solo! in realtà mi sento addosso almeno 5 anni di più! E' strano poter avere, finalmente, a che fare con un sogno. Strano perchè un conto è pensarlo a casa mia, un conto è doverci avere a che fare qui. Sinceramente non credevo di dover andare incontro a tante cose.. non, perlomeno, a quelle che invece mi si sono "gentilmente" presentate davanti..
Vivere in un posto letteralmente sperduto tra i monti, dove sembra di essere in mezzo agli aborigeni, dove il più alto e ricco lavoro è il pastore, dove i bambini corrono scalzi sulle pietre senza piangere, dove ancora c'è chi muore per l'influenza e dove, ANCORA, sanno dire grazie. Anzi, sanno dire "Achèole!".
Vivere senza telefono, senza notizie dal mondo, senza sapere se e cosa mangiamo oggi, senza essere certi che stanotte dormiremo, perchè tanto al 90% ti bussano alla porta per chiedere aiuto, vivere in un posto dove nessuno parla la tua lingua.. e anche se tu ti sforzi di parlare il migliore inglese che è in te, ti accorgi che il loro è un dialetto e non ci capisci una mazza!! ..................
segue
--------------------------------------------
Ci sentiamo da M!KA, non ve ne pentirete. muccina

mercoledì 12 novembre 2008

Un gradito apprezzamento.

---------------------------------------------
Continuo il mio lavoro di cernita tra le carte accumulate nel tempo, ma confesso che mi costa separarmi da alcuni dolcissimi ricordi e, frequentemente, mi ritrovo a cambiare semplicemente collocazione.

E' il caso di questa testimonianza che trascrivo :

novembre 2003 : Intrattengo da qualche tempo un rapporto epistolare con un ragazzo (Ale) studente di ragioneria e cameriere in un Bar che frequento quasi quotidianamente. Mi esterna la sua ammirazione e la condivisione per il contenuto delle mie riflessioni che via, via vengono pubblicate sui quotidiani. Naturalmente ne sono lieta. Un giovane potrebbe sentirsi lontano da alcuni miei convincimenti, ma non è così e ciò mi gratifica particolarmente. In occasione della pubblicazione di una nota che verteva sul deprecabile ingresso della volgarità nella società giovanile, e in particolare in televisione cercava un modo per mostrarmi la sua approvazione.
Terminava pertanto così la sua lettera affettuosamente elogiativa:

“La saluto cara Signora Renata, ma non so cosa fare per ringraziarla per quello che fa per far emergere il meglio di noi. Anzi, sa cosa farò?....le manderò la foto della mia amata, fiammante Kavashaki ! E’ una moto splendida, vedrà!”.
--------------------------------------------

No, non mi separerò da questa letterà e avrò la massima cura della foto che mi ha successivamente inoltrato. Bellissima motocicletta! Mi auguro che Alessandro abbia tanta cura di lei...e di sé.

domenica 9 novembre 2008

I costi della politica.

----------------------------------------------
Ho deciso, con l’intento di rilassarmi, di vedere cosa potevo eliminare del cumulo di scartoffie che col tempo si sono accumulate. Altro che relax ! Mi sono incavolata parecchio perché, mi sono ritrovata tra le mani un articolo che riportava gli importi, a suo tempo versati ai Parlamentari uscenti a titolo di “reinserimento nella vita sociale”. La liquidazione, il T.F.R per intenderci. Con l'aggiunta, naturalmente, di vitalizi mensili di tutto rispetto.

In veste di volontaria portavoce di quegli italiani che si sentono presi per i fondelli da chi dovrebbe tutelarli, mi permetto manifestare la mia indignazione. La nostra Italia, indebitata in modo preoccupante, è costretta a subire l’arbitrio di politici, che si assegnano compensi e retribuzioni esorbitanti indebolendo un’economia già in affanno. E se le mie fonti sono attendibili gli importi dipendono soltanto dalla loro discrezionalità.
Ai limiti dell’assurdo !

E' vero che una drastica riduzione di compensi, rimborsi e privilegi, purtroppo non basterebbe a risolvere una situazione economica che peggiora ogni giorno ma, darebbe almeno un segnale rassicurante ! Non parlo politichese, parlo di gestione di risorse con la semplicità e la coerenza di una madre di famiglia. E parlo di debiti ! Di debiti, cari Parlamentari, Senatori, Ministri.

Debiti ! Nella gestione familiare, aziendale, imprenditoriale i debiti sono il tormentone, il giogo pesante, quello da togliere di mezzo al più presto, a costo di qualsiasi sacrificio. Sacrificio e rinunce da parte di tutti i componenti. Quindi non è tollerabile che mentre i contribuenti faticano a far quadrare i conti, i loro delegati si comportino come se rappresentassero il Paese di Bengodi!Sono sicura che qualsiasi contribuente condivide la mia esasperazione, ma mi scuso comunque per la veemenza che rappresenta solo vagamente l’amarezza che mi pervade. r.m.
------------------------------------------------------

sabato 8 novembre 2008

Il denaro..

-----------------------------------------------
Chi crede che con il denaro si possa fare ogni cosa,
sarà anche disposto a fare ogni cosa per il denaro.
-----------------------------------------------

venerdì 7 novembre 2008

Il principe azzurro.

---------------------------------------------------
Il principe azzurro, è imprescindibile nei sogni della donna E’ lei che aspira ad uno sguardo, una galanteria, un fiore anche se vibrano un lei naturali coinvolgimenti sessuali. E’ lei che sogna l’abito da sposa, la festa, l’apoteosi del sogno.

L’ uomo, fin dalle prime pulsioni, sogna una donna vera, dolce, magari gestibile, ma carnale e senza diademi e – in generale – si accosta di buon grado alle complesse esigenze femminili....senza capirle o condividerle fino in fondo !

E io, donna, lo capisco! Perché mi conosco, perché vi conosco, gentili signore. So bene quante contorsioni di pensiero si agitano in noi ! Quando soffrivo per quella che definivo carenza maschile capivo anche che la semplicità del pensiero maschile....poteva essere considerata un risorsa e un elemento equilibratore.

Queste embrionali constatazioni aiutano a prendere atto di alcune diversità che rendono provvidenziale la complementarietà. Mi aiuta anche il fatto di avere un figlio maschio al quale riconosco il merito di aver riportato qualche volta la calma nelle onde agitate dei miei pensieri.

Noi ragazze, chiamiamo sensibilità un contorsionismo dei pensieri che spesso complica le cose semplici. In genere, parlando con un uomo dovremmo apprezzare la mancanza quasi totale di “però” “ma” “se”.

Li incontriamo, li amiamo per come sono e – appena riteniamo di possederli – tentiamo di cambiarli. Ahi, ahi !
Riconosco nella donna una marcia in più rappresentata dal maggior spirito di sacrificio, dall’ecletticità, dalla viscerale tendenza ad accudire ma, se dovessi scegliere di vivere fraternamente con qualcuno...sceglierei un uomo.
A complicarmi la vita, basto io. r.m.
---------------------------------------------

martedì 4 novembre 2008

Nord-Sud

------------------------------------------------
Viaggiando, ho imparato due cose : nel sud del mondo
non bere acqua e nel nord non respirare. (anonimo)

domenica 2 novembre 2008

Ladra di ciliege.

-----------------------------------------------
Un’amica speciale, faceva riferimento (in un discorso più ampio) alla mia capacità di inventarmi le ali e ancora le rivolgo un grato pensiero perché riconosco qualcosa di vero nella sua affermazione. Anche oggi, due novembre, tranquillamente arenata davanti al computer ho contattato idealmente coloro che hanno fatto un tratto di strada al mio fianco, prima di allontanarsi per sempre.

Superfluo parlare dei familiari che – nella mia realtà – sono ancora e sempre presenti, ma guardo alla ormai folta schiera di amici, coppie e singoli personaggi che hanno animato e arricchito il mio percorso. Sono quasi una superstite della mia generazione, una ladra di ciliege, se paragono i mesi ai polposi frutti.

Molte volte il padrone del campo mi ha sorpreso a cogliere i rossi frutti e - forse per ricordarmi che sono fuori tempo massimo - mi ha inseguito e l’ha fatto l’ultima volta nell’agosto di quest’anno, ma ancora una volta gli sono sgusciata via di tra le mani. Fortunatamente mi sono anche ripresa velocemente, "falso allarme" mi sono detta facendo l’occhiolino.

Ma in questo momento vorrei rivolgermi ad un’altro tesoro di amica che mi “tira le orecchie” con garbate, affettuose sollecitazioni. Edvige, rileva, giustamente che un intervento giornaliero per 365 giorni l’anno nel mio Blog è troppo impegnativo. Come darle torto ?

Lei ha ragione se non tiene conto delle mie ragioni. La mia età è nota, ma...ho ancora vagonate di pensieri in lista d’attesa. E voglio porgerli ! Sono certa che festeggeremo assieme i miei cento, ma....se io fossi chiamata improvvisamente altrove ?!
Cosa me ne farei del “non detto” ? – r.m.

In corsa verso la Casa Bianca.

------------------------------------------------
Questa mattina, i miei pensieri sono volati oltre oceano, perché mi è sembrato di vedere un sorriso aleggiare sulle labbra di Martin Luther King che osserva OBAMA ! Un nero alle soglie della Casa Bianca ! ! !

Sorrido anch’io felice all’ idea che questo nostro pazzo mondo abbia fatto, pian, piano, conquiste tanto positive premiando il costante elogio alla speranza che ho sempre posto alla base del mio vivere.
E plaudo alla folta umanità nera che sta vincendo la sua battaglia, con risultati impensabili, soltanto trent’anni fa !

Ricordo ancora, nitidamente, la proiezione televisiva a puntate di Radici che descriveva situazioni in atto poco prima delle guerre di secessione, quando un bianco aveva diritto di vita e di morte su qualsiasi individuo di pelle scura.... SCHIAVO !

Ma oggi la parte migliore dell’umanità può essere fiera dei risultati raggiunti, indipendentemente dalla conclusione nella corsa al potere, perché il solo fatto di aver potuto intraprendere questa lotta politica è già prova concreta dei risultati raggiunti in tema di parità dei diritti umani.

Gli sbarchi a Lampedusa e in ogni costa del Mediterraneo parlano di un cammino ancora lungo e impervio, ma danno forza ai seguaci di Madre Teresa, Ghandi, Martin Luther King e a tutti quelli che si sono schierati dalla parte giusta. Io non smetto di sperare ! - r.m.

sabato 1 novembre 2008

Ponti d'oro alla fantasia !

----------------------------------------------
E’ palese che la tecnologia e le continue innovazioni, si sono inserite prepotentemente anche nel settore dello svago. Cassette per l’ascolto e per la visione, sloot machine e computer attirano i giovani. Anche le sale giochi dispongono di ogni adescante diavoleria.

Ma per il gioco e nei momenti di svago dei nostri figli, adoperiamoci invece affinché usino la fantasia ! Stimoliamoli, giochiamo con loro o semplicemente lasciamoli fare, togliendo di mezzo tutto ciò che li rende passivi.

Le mie pronipoti credono veramente che la mia borsetta me l’abbia regalata Mary Poppins e mi si accolgono ansiose perché da quella borsa esce di tutto. Ne traggo un foglio di giornale per costruire con loro un cappellino che si tramuta in barchetta. Oppure avvolgendo la parte superiore dell’indice e del medio faccio la piccola sceneggiata di Gigino e Gigetto, oppure, ancora insegno i giochetti che si fanno con le dita o le piccole commediole che esibisco con la mobilità dell’espressione. E l’attenzione è totale.

Ma qualche volta noto, in alcuni genitori, una condiscendenza di comodo, prevalentemente diseducativa.
Poi, d’un tratto vedo l’arcobaleno tra le parole di un giovane, attento papà. L’amico Massimiliano, mi scrive “Sia io che mia moglie vogliamo improntare l'educazione di nostro figlio tenendolo lontano dal consumismo il più possibile, cercando di fargli capire che il giocattolo più bello è la fantasia, ed è un dono che tutto l'oro del mondo non basterebbe a comprare e quando lo vedo creare gli aerei con i legnetti o dirmi "papà, facciamo finta che tu sei... e io sono...", ecco, penso che forse stiamo facendo un buon lavoro.”

Certamente caro Massimiliano, stai facendo con tua moglie un ottimo lavoro e fortunatamente lo fanno tanti bravi, collaborativi genitori. I risultati si vedranno oggi e soprattutto nella società di domani.

In attesa che quei fiori sboccino io, intanto, mi sento meno sola e immensamente più serena. Grazie a tutti i Max e alle loro spose. - r.m.