sabato 26 gennaio 2008

Vacanza - andarsene... restando!

Non importa chi sei, quali sono i tuoi sogni, quale la collocazione anagrafica perché – indipendentemente da ciò - la vacanza può significare per chiunque, “libertà!”. E andrebbe iniziata con un simbolico gesto: togliere l’orologio dal polso per seguire gli impulsi di fame, di sonno, d’amore. Sostare in un’oasi di benessere, di semplicità, dove il corpo si rigenera, il cuore si intenerisce, si commuove, si lascia andare! Vacanza! !
Per quanto un lavoro possa essere appagante, per quanta soddisfazione possiamo trarne... dobbiamo quotidianamente chiedere ristoro al sonno, per un fisiologico bisogno di ricarica.
Se poi il lavoro, la routine, le aspettative spesso coercitive ci trascinano in un ingranaggio troppo coinvolgente, diventa indispensabile evadere, anche solo temporaneamente. In ogni caso, può rivelarsi utile una vacanza per la mente che ci consenta di veleggiare verso mete liberatorie e rigeneranti. In fondo abbiamo bisogno di così poco!! In fondo... dobbiamo solo volerlo. Possiamo addirittura “andarcene... restando”. Avete mai provato? Vi è mai capitato di vagare con la mente fino a raggiungere dimensioni che appartengono solo a voi? Vagabondare con il pensiero anche solo per pochi minuti in una dimensione - senza data, senza tempo – da vivere quando vi va. È un po’ come riemergere dall’acqua, nuotando, per respirare... profondamente. Provate. Ve lo propone sottovoce, la vostra amica Renata Mucci

martedì 22 gennaio 2008

Un sentimento prezioso : l'amicizia

Questa volta mi hanno messo alle strette, ma ne sono particolarmente lieta perché ciò mi permette di dare una risposta anche a chi si pone lo stesso interrogativo. Qualcuno mi ha chiesto cosa potrei dire dell’amicizia e comincio con la precisazione più ovvia: è un sentimento gratificante e impegnativo in uguale misura. Richiede amabilità costante, propensione all’ascolto, partecipazione, disponibilità e allegria, anche se - talvolta - radica proprio nel dolore.
Ho sentito dire che “amico è colui che rimane con te anche quando vorrebbe essere altrove” , ma la definizione si riferisce ad occasioni particolari, perchè l’amicizia prevede essenzialmente il piacere del contatto. E' configurabile, infatti, con quella tonalità dell’amore che non congloba l’egoismo, tant’ è vero che se un amico è felice senza di te, tu ne sei virtualmente partecipe, se invece è la persona che ami ad essere felice senza di te e ti fa sentire escluso ne sarai comprensibilmente amareggiato. (Escludendo, ovviamente, i brevi dirottamenti sportivi o di tifo sportivo o altre legittime evasioni) Un’altra componente indispensabile è l’indulgenza perché – in concreto - se non ti perdona un amico... chi mai potrà farlo? E adesso parliamo dell’invadenza. Evitiamo di accogliere l’amico con frasi che sanno di risentimento: "Finalmente ti fai sentire!" - "Perché non mi hai richiamato?", ma rivolgiamogli invece quell’ espressione gioiosa che dovrebbe caratterizzare ogni incontro d’amicizia sincera. D’impulso, si dovrebbe accogliere sempre con piacere una voce amica e solo successivamente informarsi su eventuali intoppi perché sappiamo tutti che l’ingranaggio quotidiano, spesso s’inceppa, indipendentemente dalla nostra volontà. E allora? Anche l’amicizia ha come base il rispetto e va maneggiata con garbo, senza superficialità, così com’ è d’obbligo verso ogni cosa preziosa. È talmente bella e rara che vale la pena di impegnarsi per conservarla al meglio! Siete d'accordo ? r.m.

sabato 19 gennaio 2008

Il giorno della memoria

Lo sterminio nei campi di concentramento, l'orrore dell'olocausto vengono ricordati "nel giorno della memoria" per invitarci a non dimenticare e, mentre immagini strazianti tornano alla ribalta, l'angoscia si ripropone. Ma, per quella inesauribile magia che agita la mente sono tornata alle sensazioni che hanno animato questo inizio d'anno, alle strette di mano più calorose, agli auguri scambiati in un periodo (quello festoso di Natale e Copodanno) che, nel contempo, rende più amare esistenze squallide, miserie radicate, situazioni dolorose. Anche se, qualche volta affiora l'impulso di tendere una mano, di porgere aiuto (dai! è Natale!).

Strana l'atmosfera di questo periodo, che esteriormente si è riproposto con l'aspetto rassicurante di sempre. Questo nostro mondo inquieto, pieno di ricorrenti tragici eventi, ha dato spazio al disagio che ha trovato in noi stabile collocazione. Personalmente ho trovato conforto alla mia inquetudine leggendo il libro di Gabriele Nissim titolato "Il tribunale del bene" che ci introduce nel "giardino dei giusti" che hanno indicato, con l'esempio, il cammino verso un futuro migliore. Il testo ricorda che, anche nei giorni terribili dell'olocausto, l'altruismo e l'impegno di pochi è riuscito a riaccendere la speranza nello sguardo annebbiato di coloro ai quali era stata tolta perfino l'identità personale. Se l'altruismo ha saputo emergere da quel pantano permeato di sordida malvagità è evidente che ha in sé la forza sulla quale può saldamente ancorarsi la speranza.

Porsi - ad esempio - come traguardo l'immediata soluzione di problemi legati alla difficile convivenza tra i popoli è utopistico, ma a piccoli passi è possibile, invece, coltivare il prezioso seme della generosità di cuore, favorendone la crescita e l'espansione. Sarebbe bello dare un duplice senso al "giorno della memoria" ! Ricordare le vittime ed estirpare dal nostro intimo qualsiasi parvenza di prevaricazione di cattiveria, di ottusità, di odio. In conclusione servirci del ricordo per migliorare.

L'augurio è rivolto anzitutto ai giovani che gestiranno il futuro. Per chi è più maturo e fatica ad essere tollerante verso culture che non conosce, riporto un concetto espresso da Somerset Maugham (scrittore inglese 1874-1965 ) "I deboli, danno un'importanza esagerata al fatto di non cambiare idea". Modificarsi, aggiustare l'ottica è già vincere resistenze che precludono la speranza di un futuro di pace "per tutti" ! Tutto ovvio? Tutto scontato? Forse, comunque tutto appassionatamente sincero. r.m.

venerdì 18 gennaio 2008

Vi piacciono le coccole ?

Sediamoci vicini, per parlare o tacere, per condividere o confrontarci, per rilassarci un po'? Piove da giorni e il cielo sempre scuro invita a rivolgere un riconoscente ringraziamento alla luce elettrica che illumina gli angoli bui. E mi ricorda la mia mamma che, in giornate come queste, sentenziava : " Piove ? Inventerò un bel pranzetto !" Ed erano quasi sempre gnocchetti di patate, tenerissimi, profumati con burro e salvia e un po' (mai troppo) di grana grattugiato. E la nostra cucina......si inondava di sole. Un insegnamento che ha radici profonde in me. Oggi ho invitato una condomina di 96 anni e abbiamo gustato una bella polentina, gialla e caldissima, farcita con tutti i formaggi avanzati e sciolti nella caldissima amalgama. L'amica è tornata alla sua solitudine, meno triste, almeno per oggi. Cari amici vecchi e nuovi, vi annoio ? Spero di no perché anche questo é un positivo relax. Un abbraccio. Renata

sabato 12 gennaio 2008

Benvenuti

Una nuova, stimolante esperienza:

Porgere gioiosamente auguri di serenità a coloro che si affacciano a curiosare sul mio BLOG!


Anno 2008 – 365 pagine da riempire ! 365 giorni da vivere !

E già dal primo giorno ci predisponiamo a desiderare. Vorrei ottenere...vorrei avere....Aspirazioni legittime, ma per una volta sarebbe bello ribaltare la prospettiva e guardare il futuro da una diversa angolatura. Pronunciare un sincero “ vorrei dare”... anziché “ vorrei avere”, sarebbe un buon inizio. Regalare un sorriso, una carezza, un giudizio incoraggiante, un cenno di approvazione. Sono tutti aspetti di condivisione che gratificano chi dà e chi riceve.
Recentemente ha riscosso un commosso riscontro il messaggino che dal cellulare ho inoltrato ad un’amica “L’inattesa carezza del mattino può trasformare la palude in un giardino” Era fluita spontanea dal cuore perché, forse, ero io a desiderare la carezza che non era disponibile perciò......l'ho voluta regalare.

Piccole cose senza prezzo e a portata di mano alle quali potremmo aggiungere l’impegno di non limitarci a guardare distrattamente le persone. Guardiamole invece ! Scambiando uno sguardo attento, può capitare di sentirsi più ricchi, più sicuri, più appagati. Dentro, nel profondo, sento che non sono cose di poco conto ! r.m.