giovedì 31 luglio 2008

la frase del giorno.

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"L’uomo consiste di due parti : la sua mente e il suo corpo.
Solo che il corpo.....si diverte di più (W.Allen)

Nota.
Propongo a titolo provocatorio, ma non condivido. Vedi commento.
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mercoledì 30 luglio 2008

Differenziamo l'arte dal vandalismo.

Pubblicato su bresciaoggi il 13 agosto 2008
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Scritte di ogni genere imbrattano frequentemente muri di private abitazioni o di monumenti cittadini e stanno a dimostrare il lato incivile di individui che considerano la proprietà privata null’altro che terreno di sfogo per esigenze personali e vengono spesso stilati con una sorta di rabbia tesa ad evidenziare il dispregio verso la proprietà privata.
Questa deprecabile smania si concretizza e si palesa nel bisogno irrefrenabile di "lasciare un segno".
I contenuti, raramente spiritosi, oscillano tra l’allusione volgare, la sentenza saccente e spesso ripetitiva, l’oscenità palese, il messaggio amoroso oppure offensivo, quello dissacrante od espressione del fanatismo politico. Tutto, meritevole di più approfondita analisi,

Ma io vorrei – invece –stimolare un’analisi su graffiti, disegni, figure o riferimenti qualche volta anche pregevoli, stilati con una grafica talora attraente per stile e scelta di colore.
Proprio in riferimento a quest’ultimo aspetto mi è piaciuto titolare la presente, considerato che - con chiara evidenza - mi riferisco a dipinti murali di interessante fattura.
Differenziamo l’arte dal vandalismo è un’esplicita accorata sollecitazione meritevole di ascolto, anzitutto per ripristinare l’indispensabile senso civico che dovrebbe caratterizzare la sensibilità individuale e - in subordine - per indicare a potenziali artisti una strada non deturpante e più consona ad auspicabili sempre possibili sviluppi.
Quali ? Saranno le autorità preposte a riconsiderare il problema e ad adoperarsi per una idonea soluzione.
Lo sguardo di chi apprezza alcuni valori, elogia anche le effimere opere dei madonnari e gli affreschi – che ancora fanno bella mostra nelle Chiese o nelle antiche patrizie dimore - sono un monito che invita al rispetto per i numerosi pregevoli murales che lo meritano. r.m.
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martedì 29 luglio 2008

Dimmi con chi vai..........?

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"E’ sbagliato giudicare un uomo dalle persone che frequenta.
Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili."

(Marcello Marchesi)....

lunedì 28 luglio 2008

L'ostentata esibizione.....conviene ?

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Scorrendo le foto di un’amica blogger, che non conosco di persona, ho tratto le mie impressioni e le ho comunicate all’interessata, in questi termini.

Sei bellissima, radiosa e non sei zitella, ma single.. C'è una certa differenza. E sai qual' è :
la zitella era costretta ad ammettere che "nessuno la vò"
La single può affermare....................."la do a chi vò"
E sono anche convinta che non sei sola, ma libera. E anche qui la differenza è notevole

La risposta, argutamente scherzosa è arrivata a stretto giro :
“giusto, a chi voglio... il fatto è che ultimamente le richieste scarseggiano (colpa del caldo?)...”

Lo stimolante scambio di allegre facezie, conferma comunque un mio convincimento. Primo che scherzando si accenna sempre ad una qualche recondita verità e secondo che, nello specifico, questa verità è il prevedibile risultato dell’ offerta sovrabbondante.

Mi spiego, da qualunque parte i nostri uomini si girino vengono aggrediti da natiche e tette al vento. Fino alla nausea, penso. Sulle riviste, in televisione, in spiaggia e – ultimamente – anche al supermercato dei posti di villeggiatura dove (queste sono le news) alcune “signore” vanno a far la spesa in ridottissimi bikini.

In un post precedente parlavo di abbigliamento femminile e di eccessi diventati normali, anche nella quotidianità e a seguito di ciò si sono levate discutibili voci di protesta, ma mi permetto di sostenere che una delle negatività del movimento femminista è rintracciabile proprio nell’aggressività femminile che priva l’uomo della prerogativa più intrigante che è la conquista.

Parere troppo soggettivo ? Lo verificheremo con il tramite dei commenti. r.m.
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sabato 26 luglio 2008

Della "decorrenza dei termini"

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Ho l’abitudine di leggere alcuni quotidiani.... attentamente, ma quasi mai completamente. Li metto da parte e li sfoglio di nuovo prima di eliminarli. Ho appena rivisitato IL GIORNALE dell’11 luglio c.a. e mi ha lasciato, ancora una volta, basita un titolo :
Faida del Gargano – Accusato di 13 delitti: scarcerato.”
sottotitolo “Presunto sicario torna libero per decorrenza di termini”.
Un commento E’ chiaro che la giustizia, un questo caso non adempie al suo ruolo e offende il cittadino in quanto tale. La legge evidentemente prevede un periodo di tempo entro il quale si devono svolgere tutti gli adempimenti atti a confermare le accuse o sollevare l’inquisito da ogni sospetto e coinvolgimento.

Ma capita ahimè troppo frequentemente che i termini trascorrono senza esito alcuno con il risultato che assassini come Guido (quello del Circeo), Scattone e Ferraro sono liberi, mentre i parenti delle loro vittime si consumano nel dolore.

Dove sei “Giustizia”? Sei sempre stata in precario equilibrio, ma attualmente stai immergendoti nel limo profondo e la tua navicella è in pericolo. C ‘è – a difenderti - qualche ottimo Magistrato che ancora si ritiene “al servizio della Giustizia”, ma chi assume disinvolti atteggiamenti adatti a “vivre le jour” dovrebbe riflettere su questo colpevole comportamento.

Ingiusto, offensivo come l’esito della vana decorrenza dei termini. La mia, è la voce di una cittadina qualunque che si unisce e interpreta il disagio di molti.
r.m.
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venerdì 25 luglio 2008

Silvia dell'Isola

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L'amica Silvia dell'Isola nel suo commento al pensierino precedente riporta una frase pertinente, efficacie e geniale . La trascrivo per voi:

"I libri dovrebbero essere gratuiti, un servizio pubblico, come i lampioni delle strade." Sam Savage nel libro "Firmino"
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Pensiero del giorno.

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Una persona non si giudica per ciò che legge, ma per ciò che rilegge.
Si legge per curiosità e si rilegge per scelta ! r.m.
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giovedì 24 luglio 2008

Con l'abbigliamento .....ci presentiamo.

pubblicato su LIBERO del 9 agosto 2008
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Nelle case chiuse di buona memoria e oggi per le strade della prostituzione, l'abbigliamento di un certo tipo è sempre stato una componente dell'adescamento e della provocazione. Assimilato all’intento di “far vetrina” per vendere, proponendo come merce....il corpo !

Soltanto se questo principio è condiviso, posso proseguire quindi non mi resta che sperare che lo sia.

E affermo che l’eccessiva esibizione, nella quotidianità dovrebbe essere evitata. Pantaloni a vita bassa che appena coprono il pube, scollature che poco lasciano all’immaginazione li vediamo per strada in filovia, negli uffici, a scuola e suscitano comunque perplessità e in qualche caso e fortunatamente anche disapprovazione.

Penso che qualche “avance” indelicata è quantomeno prevedibile. E in discoteca dove i giovani cercano incontri facili ? Quale può essere l’effetto della provocazione?

Mi è stato rimproverato di usare frasi che evocano il malevolo “se l’è cercata” ! E a ciò mi ribello con forza, specie quando il prezzo pagato è la violenza che non si giustifica MAI.

L’aggressività, il sopruso, il dispregio, la violazione, la brutalità, sono chiari attributi della delinquenza e non hanno attenuanti.

Insisto invece sul fatto che tutto ciò che rasenta l’eccesso, nel comportamento, nel trucco, nell’abbigliamento può costituire turbativa e dovrebbe essere gestito con opportuni accorgimenti.

In Chiesa e a scuola, in ufficio o nel tempo libero ci si adegua. Sarebbe bene ricordarlo, ogni tanto.


La civetteria garbata, l’eleganza, la femminilità, la discrezione sono pregi che non hanno niente a che vedere con la sfrontatezza e con l’ostentazione.

Troverò qualcuno che condivide ?! r.m.
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mercoledì 23 luglio 2008

Guerra agli allucinogeni.

Pubblicato su La Stampa il 23 luglio 2008
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News! E' in arrivo una nuova micidiale droga che ha già cominciato a mietere vittime e la preoccupazione diventa angoscia. I nostri giovani, la parte più importante e promettente della nostra società, è in pericolo.

Per ingenuità , per naturale baldanza per curiosità per tutto ciò che correda l’età giovanile e che spesso si ammanta di incoscienza. Per questi motivi, quindi, oggi il problema richiede interventi forti.

Come sempre e ancora, a cominciare dalla famiglia perché è lì che si devono mettere
in luce i problemi, le insidie. E a scuola, naturalmente, insomma ovunque sia possibile aprire la mente dei ragazzi in ordine ai pericoli che queste sostanze contengono.

Rimanere istupiditi, col cervello in disordine o morire queste e solo queste sono le prospettive e non è allarmismo. Ne parlavo ieri con una diciassettenne che mi ha molto confortato.

Diceva giustamente Edvige che la prospettiva di vivere sensazioni che non lasciano traccia nei suoi ricordi, la allarma perché se è da criminali uccidere, lo è altrettanto annientare le personali facoltà migliori per assumere atteggiamenti incontrollabili.

Lei frequenta le discoteche, ma vi accede sempre e soltanto con un groppo di amici fidati, conosciuti, puliti. Ma paventa ancora l'eventualità che qualcuno le somministri bevande già alterate da sostanze allucinogene e di ciò si è convinta esaminando il caso della ragazza morta in Spagna.

Secondo Edvige una ragazza normalmente rigorosa nelle sue scelte, avrebbe dovuto accedere e rientrare con la sua amica e non allontanarsi con uno sconosciuto in macchina o in angoli solitari.

Cos'è avvenuto ad alterare il suo equilibrio?, Considerato che ha pagato a così caro prezzo la sua imprudenza, la mia interlocutrice voleva trarne un mònito.
Cautela, cautela e ancora cautela e porsi - inoltre -davanti alla realtà di quei centri di recupero dove alcuni ragazzi si aggirano confusi e fragili.

E' quella la prospettiva, quindi se vogliamo davvero trarre un mònito, facciamolo con Edvige e facciamolo subito - .r.m.
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martedì 22 luglio 2008

Pensiero del giorno.

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Una gentile amica mi passa, oggi, questo aforisma che mi piace
condividere con tutti voi. r.m.
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"I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono.
I falsi amici vedono allo stesso modo i tuoi errori
........e li fanno notare agli altri" (Fligende Blatter)
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lunedì 21 luglio 2008

Quel baffo con la biro.

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Ho un concetto in mente, ma sono in difficoltà per esprimerlo. Userò quindi la formula della parabola... per trarne una morale.
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Una mamma fiera della sua bella figlia si adopera con la mente e col cuore per il debutto della ragazza, in società.

Società è una parola grossa, comunque questa giovane diciottenne deve fare bella mostra di sé nella festa di compleanno che i genitori hanno predisposto.

Ci saranno gli amici di università, quelli del solito posto di vacanza, insomma un trentina di ragazzi in fiore.

Abito, acconciatura, scarpe intonate, coiffeur, gioiellini importanti e l’esito è soddisfacente La fanciulla è raggiante e i genitori l’ ammirano commossi.

Al trillo del campanello che annuncia l’arrivo dei primi ospiti, la festeggiata corre ad aprire e si trova di fronte ad un fattorino che consegna un vistoso pacco.

C‘è da firmare e la biro che il ragazzo, maldestramente le porge, sfiora il corpetto dell’abito rosa di Edvige. Una baffo nero deturpa l’insieme. Tutti si adoperano alla meglio, ma il baffo - un po’ sbiadito dai volonterosi trattamenti – rimane.

Quella sera e nel corso dei commenti successivi, si parlerà purtroppo e prevalentemente di quel baffetto nero. Un patetico atteggiamento che serve soltanto a restringere l’orizzonte.

Morale. Presa visione dello splendido insieme, sarebbe gentile, bello e gratificante che nessuno mettesse l’accento su quell’unico, piccolo, trascurabile dettaglio negativo. Glissando, andando oltre, si pone in essere quel gentile atteggiamento che migliora il quotidiano convivere. THE END
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sabato 19 luglio 2008

Amare...costa !

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Costa, dire “Hai ragione”
costa dire “Perdonami”
costa dire “E’ colpa mia”
costa dire “Ti perdono”
".......essere paziente
"...... dimenticare un’offesa
".......mantenere un tono pacato
".......essere sempre disponibili
"...... cercare di capire
".......ascoltare in silenzio
".......glissare, sorvolare
".......sorridere ai difetti
".......accettare opinioni differenti
".......superare la nube. e aspettare il sole
".......sopportare la lontananza
".......rinunciare, rinviare
".......talvolta, perfino essere fedele

amare....costa!
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venerdì 18 luglio 2008

Eluana Englaro. Quel che resta di lei

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Pubblicato su Bresciaoggi il 22 luglio 2008
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E’ inevitabile, la notizia rimbalza e la situazione, continuamente riproposta, coinvolge. Dopo diciassette anni di coma è giusto cessare questo accanimento terapeutico ?

Accanimento terapeutico che non è reale perché non viene attuata alcuna terapia, ma –soltanto- alimentazione forzata.

Pro/contro. Vorrei ricordare che, anche in osservanza di un noto precetto cristiano che recita

“non fare agli altri, ciò che non vorresti fosse fatto a te”

si dovrebbe dire “basta”.

Se è vero che dobbiamo rispettare la vita, resta da chiedersi se quella totale passività, priva di reazioni, senza nient’altro al di la di quel giacere immobile, sia vita.

Gia si è andati molto al di la di quelle che sono le esigenze naturali, nutrendo artificialmente Eluana in virtù di un speranza che si può ritenere definitivamente delusa.

La scienza aveva nuovi mezzi e li ha applicati. Ma i tempi riservati ad una ragionevole aspettativa, sono stati abbondantemente superati.

Cara Eluana, come donna e come mamma io vorrei che ti fosse data la possibilità di porre la parola fine su quel che resta di te. Perchè ne hai diritto.

E’ una forma di rispetto che ti è dovuta e che io invocherei per me stessa. Vorrei che qualcuno ti sussurrasse davvero e finalmente, dopo tanti anni

“riposa in pace Eluana”.

Prego intensamente per questo
. r.m.

giovedì 17 luglio 2008

Il reggiseno.

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Lo sapevate che il reggiseno adempie a nobili funzioni ?

Reprime i forti !
Sostiene i deboli !
Raduna i dispersi !

Y.....alegria para siempre !

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mercoledì 16 luglio 2008

Buone vacanze a tutti

Pubblicato da Il Giornale di Brescia il 19 luglio 2008
pubblicato da Bresciaoggi................ 1l 19 luglio 2008
pubblicato da IL GIORNALE........... 1l 2 agosto 2008
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Vorrei augurare buone vacanze a tutti voi perchè quest’anno io, invece, non lascerò la città. Per tanti motivi, ma il più indicativo è che

“or non è più...quel tempo e quell’età”


L'età in cui partivo con una valigia piena di sogni mentre, adesso, dovrei riempirla di medicine.

Al mare ? non mi metto in costume perché......quei pochi amici che ho...voglio tenermeli!

In montagna ? Gli ultimi soggiorni a Canazei sono stati disturbati da pioggia e freddo e, finiti i giorni prenotati (in genere una quindicina) tornavo in città a sorbirmi tutto il caldo residuo.

Quella deludente atmosfera fantoziana mi ha indotto a mettere la parola fine a spostamenti di scarso conforto.

Quando avevo qualche residua civettuola velleità passavo qualche ora alle Lampados per ottenere un colorito ambrato che mi “tirava su” almeno il morale. Adesso mi ritengo esonerata anche da questa afflizione.

Tra amici, non ci mostriamo più le foto delle vacanze, ma confrontiamo le nostre radiografie. C’est la vie ! Ma l’allegra mi viene da voi! Partite, tornate, a volte raccontate a volte enfatizzate gioie e disagi, rendendomi partecipe.

A me rimane da superare il periodo centrale del mese d’agosto che trascorrerò in preghiera. “Fa che non si fermi l’ascensore!” “ Che non mi venga un mal di denti.” E altre silenziose invocazioni.

Poi arriverà settembre e .....non troverò più un parcheggio, il caos, il rumore, le autovetture e le moto metteranno in pericolo la mia vita mentre attraverserò cautamente sulle strisce pedonali le strade cittadine e le vostre vacanze saranno un ricordo.

Comunque per questo 2008 auguro a voi, col cuore, buone vacanze, ovunque voi siate.
r.m.
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martedì 15 luglio 2008

Pensiero del giorno.

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Prestate ai poveri e chiedete prestiti ai ricchi.
Sarete presto liberati dagli uni e dagli altri.


Muscharrif al-Din saadi poeta persiano 1184-1290.
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lunedì 14 luglio 2008

Ma si può “riabilitare” chi uccide?

Pubblicata da IL GIORNALE domenica 13 luglio 2008
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E’ di questi giorni la notizia dell’ennesimo spietato delitto e del ritrovamento di un cadavere oltraggiato e “la domanda sorge spontanea”.Il colpevole ha confessato, ma la pena sarà esemplarmente attinente?

Una persona che uccide e occulta un cadavere, é da considerare una “mela marcia” da isolare e punire in modo esemplare oppure la società si deve adoperare per un recupero riqualificante?

Ho udito buone argomentazioni a sostegno del recupero in ogni caso. Buone argomentazioni che però non mi hanno convinta.

Forse perché privilegio il rispetto dovuto alle vittime che – mentre ci si impegna per offrire uno sbocco agli assassini - vengono dimenticate.

Anche dopo un approfondito esame , prevale in me il convincimento che chi spegne una vita non ha diritto ad una vita normale da vivere dopo un tempo relativamente breve.

L' inadeguatezza della pena offende i familiari delle vittime e la memoria delle vittime stesse. Un reinserimento talvolta prematuro ha già consentito, purtroppo, ad alcune “mele marce” che dovevano essere tolte dal cesto, di fare nuovi mortificanti danni.

E rimane senza risposta anche un’ultima domanda: chi é in grado di garantire che il temporaneo annebbiamento che ha provocato l’omicidio o la strage non si riproporrà anche dopo la riabilitazione?

Oppure c’é chi conosce la risposta? Cupi pensieri che tornano inevitabilmente, al riproporsi della malvagità umana.r.m.

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domenica 13 luglio 2008

Pensiero del giorno.

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Essere buoni è facile. Il difficile è d’esser giusti.

Victor Hugo
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sabato 12 luglio 2008

E' tempo di vacanza !

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Davanti a questo foglio bianco, vi penso. Dopo un breve tour tra i vostri blog e aver appreso che molti di voi sono già partiti o si accingono a farlo, mi sento partecipe e contenta!

Cambiare la cornice portando da casa un quadro già sereno è quanto di meglio ci si può augurare. Ma se dal quadro affiora una senzazione di blanda malinconia, cambiare la cornice può voler dire ....rinfrescare il contesto e guardarlo in una accattivante, diversa prospettiva.

Vi accompagno col pensiero,ma rimango qui, sulla mia seggiolina davanti allo schermo del p.c. e cerco il mondo. Questa notte,nella mia serena insonnia rivivo senza rimpianti i tempi in cui la giovinezza colorava i miei giorni.

"Ho avuto, avuto, avuto - ho dato, dato dato" ma non dico, come suggerisce la nota canzone napoletana "scurdammoce o passato".

Sono grata al passato che ha fatto di me quella che sono e mi ricorda le persone che ho amato. Il ricordo, non mi impedisce di andare gioiosamente incontro al futuro che mi arricchisce ogni giorno con nuove esperienze e nuovi incontri.

Previsioni ? Le lascio ai meteorologhi.(ghi o gi ?) Io apro la finestra ogni giorno e sorrido, quale che sia l'almosfera che mi si propone.

Vi aspetto, con il vostro fagottino di sensazioni, con il vostro sorriso e ben carichi per affrontare la ripresa.

Io mi riservo i quasi quotidiani accessi al Castello di Brescia, che in mezzo al verde e alla tranquillità, mi accoglie quasi ogni mattina per offrirmi - nell'accogliente Bar - un ottimo caffè, una fragrante brioche, qualche contatto umano e una dolce brezza.

Non dimenticate di togliere l'orologio! Ciao a tutti. A presto e buena vida! Renata

venerdì 11 luglio 2008

Litigare è un'arte !

-------------------------------------------------------------------------------------Liti di coppia - Litigare è un esercizio per l’intelligenza. Ci sono casi in cui basta un’inezia per far volare un piatto.

Casi in cui, anche di fronte a piccoli, ma cocenti drammi, si evita di parlare e si adotta la tecnica del gelido distacco. E’ quest’ultimo caso il più pericoloso perché il rancore resta dentro di noi e genera solitudine. In fondo la lite violenta è pur sempre un mezzo, anche se esasperato, di comunicazione.

Il dramma vero si delinea quando in una coppia diventa inutile parlare. Non verbalizzare il litigio significa non riconoscere il partner, in concreto “eliminarlo”. Un partner con cui non ci si confronta viene idealmente ucciso.

In fondo il silenzio, la lite interiorizzata rappresenta la totale sfiducia nella possibilità di cambiare qualcosa. E’ la sottolineatura di un situazione deludente (ma irrinunciabile) che non ci si dà più la pena di analizzare e correggere.

Bisognerebbe anzitutto essere capaci di rinunciare a volere il nostro partner come lo sognavamo. Rispettarne invece, i bisogni e la personalità e coltivare il desiderio di scoprire le cause profonde delle incomprensioni evitando di fermarsi alle ragioni più comode e superficiali.

Ciò per cui abbiamo, in silenzio, rinunciato a lottare potrebbe, senza il minimo fruscio, uscire definitivamente dalla nostra vita.

Chiediamoci, ogni tanto : “E’ questo che vogliamo ?”.
Se la risposta è no, ricordiamo che litigare è una prova d’amore.
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giovedì 10 luglio 2008

Grandi verità

-------------------------------------------------------------------------------------E' tornata una vocina per rallegrare la mattina.
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"Le cose più belle della vita sono immorali, sono illegali, oppure....fanno ingrassare...."r.m.

Giovani a rischio. Cosa insegna quel delitto?

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Pubblicato da Bresciaoggi domenica 13 luglio 2008.
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Vorrei parlare, brevemente, dell'ultimo delitto inspiegabile, avvenuto in Spagna.Crimine che si avvia a collocarsi nell’indifferenza dovuta – secondo me – all’impotenza.

Si dice : “D’altronde, questi giovani....non possono rinunciare a tutto !” . “Insomma, una va in vacanza per divertirsi, Queste sono cose imprevedibili!” Poveri genitori” “Povera ragazza” e tra pochi giorni ascolteremo distrattamente l’iter delle indagini. Poi il silenzio. Fino alla prossima vittima.

Ma, mi domando, non è meglio parlarne soprattutto in casa, per far presente che, tra noi si aggirano personaggi senza scrupoli, violenti a cominciare già dai banchi della scuola?

Perché non approfittare di questi eventi per sentire, in concreto, cosa ne pensano i nostri ragazzi, le nostre figlie? Abbiamo provato a chiedere a loro quale insegnamento ne traggono, ammesso che ne traggano!

Le discoteche, questi locali assordanti, dove si balla da soli, dove ci si diverte a provocare, dove le ragazze sperimentano il loro potere di seduzione, che cosa nascondono, oltre a ciò?

Perchè non parlare di cautela o addirittura di moderata diffidenza. La giovinezza dà la sensazione dell’invulnerabilità, ma sono questi tragici eventi che dovrebbero insegnare qualcosa.

Io ci perdo il sonno, perché vorrei sapere cosa è possibile fare. Mi sento torcere l’anima quando sento parlare di brave ragazze, normalissime giovani che diventano oggetto di sfogo nelle mani di individui perversi che spengono brutalmente il loro sorriso.

Preferisco pensare a fanciulle timorose, ma vive, piuttosto che a fiduciose ragazze morte!

Che fare ? Ho cominciato oggi a scriverne consapevole del fatto che non ci sono regole magiche, ma voi ragazzi, non rimanete sgomenti davanti a fatti che potrebbero ripetersi ?

Qualcuno che versa qualcosa nel vostro bicchiere, per vincere le vostre resistenze, qualche altro che le vince – invece – in fasi successive, senza esclusione di colpi !

Non vi spaventa tutto questo ? Non spingono alla riflessione...questi tragici eventi? Sono proprio inutili le mie parole ? Cadranno nel vuoto ? – r.m.
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mercoledì 9 luglio 2008

Pensierino del mattino.

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Mentre il sole tutto indora, e programmi ogni tua ora
guarda bene tutto intorno e più proficuo sarà il giorno;
prova a scendere giù dal fico, per sorridere a un amico !
Tu puoi porgergli conforto e se non sei troppo contorto
tu già sai che un bel sorriso schiude in terra il paradiso.

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Con il " buon giorno" di Renata, è più bella la giornata ?
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martedì 8 luglio 2008

Prenez le temps

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Prenez le temps de jouer,
c’est le secret de l’eternelle jeunesse.

Prenez le temps de lire,
c’est la source du savoir.

Prenez le temps d’aimer et d’etre aimé,
c’est un grace de Dieu.

Prenez le temps de vous faire des amis,
c’est la voie du bonheur.

Prenez le temps de rire,
c’est la musique de l’ame.

Prenez le temps de penser,
c’est la source de l’action.

Prenez le temps de donner,
la vie est trop courte pour etre égoiste.

Prenez le temps de travailler,
c’est le prix du succès.

Prenez le temps de prier,
c’est une force sur la terre.


di autore anonimo

Prendetevi il tempo per giocare – è il segreto dell’eterna giovinezza
" " tempo per leggere – è la sorgente del sapere
" " tempo per amare e per essere amati –è una grazia di Dio
" " tempo per farvi degli amici – è la via per la felicità
" " tempo per ridere – è la musica dell’anima
" " tempo per pensare – è l’origine dell’azione
" " tempo per donare – la vita è troppo corta per essere egoisti
" " tempo per lavorare– è il prezzo del successo
" " tempo per pregare – è una forza sulla terra.
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domenica 6 luglio 2008

Pensierino della sera.

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"Amare è :
stare svegli tutta la notte,
accanto ad un bimbo ammalato
o, anche,
ad un adulto...molto in salute !
(
David Frost)
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sabato 5 luglio 2008

Da "Vaniglia e cioccolato"

Nel febbraio 2006 ho partecipato ad un concorso che si concluse con la pubblicazione di tutti i 400 elaborati. Si trattava di prendere, inalterate, le prime dieci righe di un romanzo a scelta e svolgere un tema conseguente con le caratteristiche di un racconto breve. Indetto “dalle donne del vino” nello svolgimento era d’obbligo parlare della bevanda di Bacco. Ve lo propongo per una lettura che spero si riveli piacevole:
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Da Vaniglia e cioccolato di Sveva Casati Modignani

Caro Andrea, disgrazia della mia vita, ho minacciato tante volta di andarmene e non l’ ho mai fatto. Adesso, me ne vado. Sai quanto sia lenta ma tenace nelle mie decisioni.
In diciott’ anni di matrimonio ho misurato il tuo egoismo, la tua capacità di mentire, le tue paure, il tuo infantilismo. Non voglio sapere come riuscirai a cavartela senza di me, visto che da solo non sei in grado neppure di aprire una lattina di birra.

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Penelope posò la penna, allontanò il foglio e scostò la sedia dalla scrivania. Estese il busto cercando di aderire con la schiena alla spalliera della poltrona e chiuse gli occhi. Sperava così di trovare le parole adatte a trasferire dal cuore al foglio l’intensità della sua sofferenza, ben sapendo che verbalizzare efficacemente l’angoscia sarebbe stato impossibile.

Cominciò con l’ammettere che Andrea aveva adottato l’irritante comportamento passivo che lei frequentemente gli rimproverava, facilitato in parte da lei che - cullandosi , ingenuamente, nella certezza che l’uomo che amava non si sarebbe mai infilato nel ruolo riduttivo del bambinone viziato - l’aveva accudito con la stessa amorevole sollecitudine che aveva in seguito riservato ai figli.

Questa la sua colpa, il suo peccato decisamente veniale, dettato dall’amore, ma Andrea ne aveva abbondantemente approfittato, assestandosi comodamente nel ruolo del sultano, lasciando affiorare imprevedibili, palesi indizi di superficialità e di egoismo.

Lentamente ma inesorabilmente l’amarezza, il dolore e infine la ribellione si erano di conseguenza instaurati nell’animo di Penelope ponendola disarmata di fronte alla deludente realtà dell’universo maschile. Sapeva che la fuga dall’approfondimento contrassegna spesso il comportamento dell’uomo che, ad ogni accenno di bufera si eclissa con un comodo “Passerà!”... ma sapeva anche, ormai, che Andrea non faceva eccezione.

Si era adagiato nelle sue rassicuranti certezze, sottovalutando il problema. Cento, mille volte aveva cercato di porlo davanti alla deludente realtà che connotava ormai costantemente il loro rapporto, ma lui rifiutava caparbiamente di vedere l’amarezza che si era instaurata ormai stabilmente il lei.

Rammentò che, anche durante l’ultima breve trasferta in montagna c’era stato l’ennesimo violento litigio contrassegnato da parole esasperate e graffianti, ma subito dopo Andrea con la consueta superficialità, si era inopportunamente apprestato a sturare una bottiglia con l’intento di ripristinare un’atmosfera almeno superficialmente serena.
Vini di qualità prodotti e invecchiati nella prestigiosa cantina di famiglia (nella quale lei stessa aveva profuso amorevole, entusiastico, proficuo impegno) avevano spesso siglato importanti eventi scanditi nel percorso familiare, ma consentirne l’uso in quella circostanza...le sarebbe sembrata una profanazione.

In quella sera lontana lei, avvilita e amareggiata, gli aveva tolto dalle mani quella stessa bottiglia e l’aveva riposta imponendo con fermezza :”Adesso basta. Torniamo a casa”. La decisione preludeva drastiche conclusioni, ma lui sulla sua nuvoletta personale, sembrò non accorgersene.

Penelope riaprì gli occhi e rilesse le poche righe appena tracciate. Con parole che la dilaniavano cercò di mettere la parola fine ad un rapporto ormai irrecuperabile, ben sapendo che non è facile soffocare l’amore. Non si estingue perché gli si contrappongono valide ragioni per farlo, non é così arrendevole!

Scorgeva davanti a sé un percorso difficile e doloroso ma, non intravedendo alternative, si sentiva ormai risoluta.
Niente lasciava quindi presagire che la totalità del contesto avrebbe potuto invece rimodellarsi proprio con il tramite dell’insperata presa di coscienza di Andrea e del tenacemente radicato amore di entrambi.

Quasi sempre, davanti ad esplicite ribellioni, l’uomo é preda di reazioni improntate allo stupore: “Non credevo che il tuo disagio fosse così profondo....!” oppure “ Pensavo tu fossi nervosa con i ragazzi...! e altre amenità. Fortunatamente, in Andrea – che incredulo e sbigottito si trovò tra le mani la lettera di Penelope – prevalse invece lo sgomento.

Gli sembrò di scoprire proprio in quel momento la profondità dell’amore che nutriva per la sua Pepe e all’idea di perderla si sentì smarrito e vulnerabile. Ebbe immediata la percezione delle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare ma, per recuperare l’amore di sua moglie, si sentiva pronto a impegnarsi traendo forza dalle sue stesse inequivocabili emozioni.

Il percorso fu ovviamente lungo, tribolato e sofferto, ma tra altalenanti dubbi e speranze, si concluse poi felicemente sfociando nell’imprevedibile alba nuova, che trovò Penelope supina nel lettone matrimoniale mentre assaporava la tenera percezione del calore del corpo di lui che, permeando le coltri, confluiva verso le sue membra.

Aleggiavano su di lei le sensazioni della sera prima quando erano giunti nel gelido appartamento in montagna, intabarrati e increduli per la gioia del ritrovarsi. Mentre attendevano che il riscaldamento prontamente avviato desse qualche risultato, avevano acceso il grande camino del soggiorno, poi in piedi senza parlare si erano stretti in un intenso, lungo abbraccio.

Ripensò al brivido di freddo e di forte emozione che la scosse e rivide lui che - senza parlare - la sospingeva verso il divano, dove la fece sedere e le pose il caldo plaid sulle ginocchia. La baciò lievemente e si diresse verso l’alta credenza, l’aprì e tornò trionfante verso di lei con la bottiglia tra le mani. “Ti ricordi?” mormorò.

Certo che ricordava ! Ma questa volta sorrise a se stessa, a lui e all’amore che aveva compiuto il miracolo riportandoli - più consapevoli e innamorati – proprio lì dove il colloquio si era interrotto. Lo rivide con gli occhi dell’anima mentre toglieva con calma il tappo alla bottiglia e versava nei tondi bicchieri a stelo, il liquido rosso come il rubino che siglava simbolicamente il loro consapevole ritrovarsi.

Mentre tutto riaffiorava nitido in lei colorando di tenui, adescanti colori il suo risveglio, protese la mano e cercò sotto le coltri quella di lui che l’accolse con subitanea, trepida tenerezza. r.m.
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venerdì 4 luglio 2008

Pensiero del giorno.

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"Ciò che è stato scritto senza passione, verrà letto senza piacere." (Samuel Johnson)

giovedì 3 luglio 2008

S A I D .

Per alleviare il calore estivo....vi offro una fresca risata !

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Said é un domestico nero, onesto, tutto fare, al servizio di un signorotto che gli ha concesso la sua totale fiducia. Dopo un trasferta all’estero il padrone telefona al fedele domestico per sapere se ci sono novità :

Allora Said, come va ?”
“TUTTO MALE PADRONE ! ”

Come, tutto male? Cos’é successo ?”
“ROTTO MANICO VANGA !”

Ma sei matto, Said ! Mi fai quasi prendere un colpo....e poi mi dici “rotto manico vanga” Che inutile spavento. Ma dimmi come mai usavi la vanga ?”
“SOTTERRAVO CANE !”

Cosa ? ! ? Il mio cane!Lo amavo come un figlio! Cosa gli è successo?
“CADUTO IN PISCINA. Morto sul colpo.”

Ma insomma Said, non é possibile! Un terranova! Un cane bagnino, non può annegare!”
“SI PADRONE, MA NIENTE ACQUA IN PISCINA. LUI BATTUTO TESTA. MORTO.

Niente acqua in piscina ? Come mai?”
“ ADOPERATA POMPIERI PER SPEGNERE INCENDIO CASA”

Pompieri? Ma é bruciata la mia casa? Spiegami Said!
“IN CAMERA ARDENTE SUA MAMMA, CADUTA CANDELA, BRUCIATO TENDONE,PRESO FUOCO TUTTO.”

Mia mamma é morta?! Aveva 70 anni, l'ho lasciata in perfetta forma. Cos’é successo?”
“SUA MAMMA NON DORMIRE. UNA SERA ANDATA IN CAMERA DI SUA MOGLIE. TROVATA A LETTO CON GIOVANOTTO. INFARTO. MORTA.”

Said, ma ti rendi conto? Sto lontano quattro giorni, muore il mio cane. Si brucia la casa, muore mia madre, mia moglie mi tradisce...ma non c’é proprio niente di positivo ?
“SI CAPO ! TU PRIMA DI PARTIRE FATTO TEST PER AIDS!?!? ECCO....QUELLO POSITIVO !”
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mercoledì 2 luglio 2008

Italo Calvino

Scricciolo, un'amica blogger ha commentato "Il bacio" riportando queste splendide parole.
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"Se infelice è l'innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore,
mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi.....
gli fu negato."
(Italo Calvino)
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Cos' è un bacio ?

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Ma poi che cos'è un bacio?
Un giuramento fatto un poco più da presso,
un più preciso patto,
una confessione che sigillar si vuole,
un apostrofo roseo messo tra le parole t’amo ;
un segreto detto sulla bocca,
un istante d’infinito che ha il fruscio di un’ape tra le piante,
una comunione che ha gusto di fiore,
un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore
e assaporarsi l’anima ...a fior di labbra !


Edmond Rostand da Le Cirano de Bergerac

martedì 1 luglio 2008

Voci dal passato e vecchi mestieri

Pubblicato dal Giornale di Brescia il 15 luglio 2008
a titolo di "Contributo dei lettori"

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All'ombra di un albero o in spiaggia, sotto l'ombrellone o nella quiete della vostra casa vi propongo la lettura di un breve racconto. Se vi annoio ditelo! Con garbo, ma...ditelo. Muchas gracias.Vi ho informato che sto sperimentando el lindo castellano ?
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La giovane donna camminava affrettatamente sul marciapiede gettando sguardi distratti verso le vetrine, quando un profumo invitante le carezzò le narici e inconsciamente sorrise. Lo stuzzicante effluvio annunciava che la sua meta era ormai prossima.

Si fermò ammirando la vetrina della bella forneria del centro dalla quale proveniva insinuante il profumo del pane, caldo e fragrante esposto, nelle forme più varie e - in grandi ceste - croissants, krapfen, biscotti caserecci, che invitavano a indulgere a veniali peccati di gola.

Entrò e la sorridente commessa le chiese: “Il solito?” “Si…ma vorrei anche una fetta di questo pane con i fichi, e anche di quello con l’uva”.

I due grossi pani, bene in vista sul grande bancone vennero presi, e mentre la commessa tagliava da ognuno una bella fetta, un chicco di uva sultanina si staccò da uno dei pani rimanendo in bilico sul bordo del bancone; la ragazza lo prese al volo e se lo mise in bocca guardando con aria
complice la cliente e allargò le braccia come per dire “Non avevo scelta!”.

Il pacco fu ritirato, pagato e la giovane uscì dal negozio. Guardò i rari passanti e a conclusione di un suo pensiero che classificava inelegante mangiucchiare per strada… fece spallucce e tolse dal pacco la fetta di pane, quella con l’uvetta, e camminando la gustò soddisfatta, a piccoli morsi.

Fatti pochi passi il profumo di caffè che usciva da un bar l’allettò con insistenza, ma decise che – per quel giorno – era già stata molto indulgente con se stessa e continuò la sua passeggiata .

Il suo passo agile la condusse nella via centrale dove si fermò ad osservare il tram che passava sferragliando sulle rotaie che si snodavano al centro della strada.

A breve distanza, un calessino attirò la sua attenzione perché il rubicondo conducente faticava un po’, tirando energicamente le briglie, a tenere a freno il cavallo.

La giovane si sentiva inspiegabilmente felice e assaporava l’atmosfera della bella giornata di sole cercando di cogliere, di ogni cosa, l’aspetto migliore sentendosi privilegiata per il solo fatto di appartenere a quella atmosfera che le sembrava stranamente irreale.

Il portone di una grande, bella casa era aperto e nel vasto cortile un materassaio era intento al suo lavoro : le mani abili ponevano sul ripiano di legno la lana arruffata e compatta mentre il piede muoveva ritmicamente un’asse chiodata, lievemente ricurva, posta a poca distanza dal piano di lavoro e restituiva la stessa lana divenuta soffice e più bianca che ricadeva in un capiente cesto.

Camminando si sorprese ad ascoltare divertita la voce di uno “strillone” che, per stimolare i pochi passanti ad acquistare i giornali , annunciava fortune e catastrofi con tonalità accattivanti e interruzioni argute: “Donna trovata nuda nel letto …del fiume!” stava urlando in quel momento cercando di sovrastare la voce sonora di uno straccivendolo che invitava le massaie a cedergli, ovviamente per pochi spiccioli, ciò che poteva essere divenuto inservibile.

Una donna si affacciò alla finestra di un piano rialzato facendogli cenno di avvicinarsi; parlottarono a lungo, accalorandosi nella laboriosa contrattazione giungendo ad un accordo che consentì lo scambio di poche povere cose (un ombrello rotto, scarpe inservibili, vecchi giornali e altro) in cambio di poche monete.

La passeggiata continuò tranquillamente mentre sulla strada alcuni passanti in bicicletta pedalavano verso le loro mete. Passo dopo passo giunse nei pressi della periferia cittadina e fu attratta dal parlottare di alcune donne che lavavano i panni ad un lavatoio ben attrezzato che consentiva la perfetta sciacquatura nella capiente vasca.
La faticosa operazione faceva parte del quotidiano e non la stupì. Si reputò però, riflettendo, molto fortunata perché disponeva della possibilità di lavare in casa la sua biancheria, nella vasca nel piano terra della sua piccola, confortevole abitazione alla quale giunse, quasi senza avvedersene.

In una stretta viuzza infatti, la giovane si fermò davanti ad un portoncino e, infilata la chiave nella toppa aprì : un breve atrio e una scala, non proprio agevole, la portò al piano superiore dove era la cucina fornita dell’essenziale: tavolo, quattro sedie, una credenza di proporzioni modeste, un’unica finestra con le tendine, a metà, candide.

Sul tavolo un vaso piccolo con un geranio rosso in piena, trionfante fioritura. La stanza era silenziosa e fresca; la giovane tolse il pane dal sacchetto e mise con cura amorevole in un piattino la fetta di quello con i fichi e lo portò nella moscaiola appesa vicino alla credenza pregustando il piacere di porgerlo a lui quando sarebbe rientrato stanco dal lavoro.

La loro vita era semplice e le conquiste verso il benessere, graduali e sofferte, ma erano entrambi sereni e appagati: erano sani … e si amavano. Lui aveva un lavoro sicuro e potevano carezzare l’idea di avere, in un futuro non lontano, un figlio.

Sorridendo entrò nella camera accanto e si sdraiò sul lettone matrimoniale, senza spogliarsi. Si addormentò sentendosi sproporzionatamente felice.

Si svegliò poco dopo improvvisamente colpita da un rumore assordante: un aereo solcava il cielo, automobili, motorini sulla strada le trasmettevano fastidiose sensazioni.

Si alzò, confusa e si guardò attorno : la sua camera era diversa, elegante, estranea! Nel recarsi in cucina avvertì chiaramente che l’agilità l’aveva abbandonata e prese atto di essere in un’altra realtà: un divano bianco, due poltrone dall’aspetto confortevole, un televisore e mentre il traffico incessante le ronzava nelle orecchie, turbata raggiunse la cucina e guardò la lavastoviglie, il microonde, un altro piccolo televisore.

Fugate le perplessità comprese: aveva sognato! Non le serviva uno specchio per capire che le avrebbe rimandato l’immagine di una donna con i capelli d’argento, molte rughe e tanti sogni intatti.

Quante conquiste! Il prezzo? Ripensò al recente sogno e avvertì, pungente, dolcissima e ineludibile...... la nostalgia dei suoi verdi anni! r.m.
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