Trascritta e inoltrata dalla preziosa amica Elena Alberti Nulli e parla di una coppia che forse non è la più famosa ma sicuramente è la più dolce e struggente:
Filemone e Bauci.
Due divinità, Giove e Mercurio, sono in vacanza sulla terra per vedere come vivono i comuni mortali: sono in incognito, travestiti da mendicanti; così conciati sono davvero irriconoscibili, e ricevono trattamenti non certo degni di due dei... La gente che incontrano è con loro sgarbata e irascibile, e soprattutto assai poco generosa: nessuno accetta di dar loro da mangiare, o di ospitarli per la notte. Finché un bel giorno arrivano a un'umile capanna, dove trovano una coppia di anziani, Filemone e Bauci; i due sono poveri, vivono di stenti, ma sono felici, si vogliono bene, sanno accontentarsi di quello che hanno e non hanno paura di condividerlo. Sono infatti gli unici che danno ospitalità ai due finti mendicanti, offrendo parte del loro semplice pasto: uova, legumi, miele. Caso strano, però, la giara del vino è sempre piena... così i due anziani mangiano la foglia, scrutano con attenzione i loro ospiti e alla fine li costringono a svelare la loro identità; quando Giove e Mercurio si presentano, Filemone e Bauci si dichiarano imbarazzati per aver offerto cibi così umili, e si offrono di cucinare un'oca, l'unico animale che tengono in cortile. Ma gli dei, commossi da tanta bontà d'animo e generosità, decidono di premiarli e insieme di punire tutti gli altri, che si erano dimostrati egoisti e insensibili: accompagnano i due anziani sulla cima di una collina e fanno cadere sulla regione una pioggia torrenziale, che allaga tutto... salvo la capanna di Filemone e Bauci, che viene trasformata in un enorme tempio di marmo e oro. Giove chiede ai due di esprimere un desiderio, e loro rispondono di poter essere custodi del tempio e soprattutto di non essere mai separati, nemmeno dopo la morte. E così, dopo aver vissuto serenamente il resto della loro vita nel tempio, Filemone e Bauci muoiono insieme, anzi, non fanno neanche in tempo a morire perché, con perfetta sincronia, si trasformano in una quercia e in un tiglio: due alberi con rami intrecciati, che saranno insieme per sempre.
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Che meraviglia:-) Soprattutto il potersi trasformare in alberi intrecciati per l'eternità:-)
RispondiEliminaBaci dolcissima muccina.
Grazie RIRI.
RispondiEliminaCara Renata , in questo periodo ho tanto da fare ma voglio lasciarti un carissimo saluto e un breve commento . Bellissima e delicata questa leggenda , ricca di bei valori e buoni sentimenti !
RispondiEliminaUn affettuoso abbraccio
Cara Paola, sei molto gentile a ritagliare un momento da dedicare a me. Mi fa molto piacere, grazie. Ti abbraccio forte, forte.
RispondiEliminaio sapevo ke il mito narrasse di Zeus ed Ermes..... sto facendo una ricerca x la scuola e......ho bisogno di essere aggiornata su tutto...qualsiasi informazione può essere necessaria... fatemi sapere.
RispondiEliminaGrazie.