Giornale di Brescia - Martedì 29 aprile 2008
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Due passi al parco sotto casa nel tepido sole primaverile, la breve sosta sulla panchina e l’incontro con un’amica che mi apostrofa con una certa irruenza: «Ho letto le tue considerazioni sulla ricchezza e io, invece, vorrei chiederti di parlare della sincerità. Mia figlia, la "sua" sincerità me la sbatte in faccia in ogni occasione. Tu cosa ne pensi»?
La risata è spontanea, non mi sento un saggio santone. Cosa può - la mia personale opinione - influire su sua figlia o su chicchessia? «Ci proverò!» le ho risposto e mi accingo a farlo.
La sincerità è come un prezioso cristallo dalle mille sfaccettature e va maneggiata con cautela. «Che roba sarebbe, quella che hai addosso?» non è sincerità, ma cafoneria (anche se pronunciata tra coetanei) e in proposito, provo a inserire gli insegnamenti che mia mamma ci impartiva per orientare i rapporti tra me e mia sorella, consigliandomi. «Potevi dire "L’abito che indossavi ieri ti stava meglio ?" Oppure potevi tacere. La sincerità sfrontata si trasforma in difetto» mi diceva.
Questo è un esempio di villania grossolana che poggia però sul malinteso significato di sincerità. È già complicato essere sinceri quando si è di fronte alla domanda diretta e personalmente evito di intervenire quando sospetto di poter ferire la suscettibilità degli altri.
Un altro insegnamento materno che non ho dimenticato: «Osserva ma tieni per te le opinioni non richieste, specialmente se sgradevoli». Poi ho imparato che, infine, quando un’opinione è richiesta deve essere calmierata dal buon senso e fornita con tatto.
Questo mi è stato insegnato e questo - con totale condivisione - ho trasmesso a mio figlio. Esaminando i miei comportamenti attuali mi accorgo di fare una netta distinzione tra l’essere sincera e l’essere leale.
Lo so che complico le cose, ma vedrò di spiegare anche a me stessa. Essere leali - per me - implica l’essere di parola, mantenere fede agli impegni, e nei sentimenti dichiarare subito gli eventuali dirottamenti o cambiamenti che sono alla base del rapporto.
Sono per il «non ti amo più» piuttosto che per l’ambiguità o peggio «il tradimento». In amore, sul lavoro, in famiglia, insomma sempre la lealtà è la base. La sincerità nei rapporti superficiali non è sempre l’atteggiamento migliore. E ritorna in ballo l’opportunità del silenzio.
Talvolta se si sa di dare gioia si può dire qualcosa di carino, colorandolo di cortesia.
Se passiamo poi alla sincerità verso gli ammalati varchiamo la soglia della soggettività e di mille altre considerazioni.
C’è già molto da pensare, anche solo in quest’ ambito. Quindi vi lascio qualcosa su cui discutere. Se vi va! r.m.
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Due passi al parco sotto casa nel tepido sole primaverile, la breve sosta sulla panchina e l’incontro con un’amica che mi apostrofa con una certa irruenza: «Ho letto le tue considerazioni sulla ricchezza e io, invece, vorrei chiederti di parlare della sincerità. Mia figlia, la "sua" sincerità me la sbatte in faccia in ogni occasione. Tu cosa ne pensi»?
La risata è spontanea, non mi sento un saggio santone. Cosa può - la mia personale opinione - influire su sua figlia o su chicchessia? «Ci proverò!» le ho risposto e mi accingo a farlo.
La sincerità è come un prezioso cristallo dalle mille sfaccettature e va maneggiata con cautela. «Che roba sarebbe, quella che hai addosso?» non è sincerità, ma cafoneria (anche se pronunciata tra coetanei) e in proposito, provo a inserire gli insegnamenti che mia mamma ci impartiva per orientare i rapporti tra me e mia sorella, consigliandomi. «Potevi dire "L’abito che indossavi ieri ti stava meglio ?" Oppure potevi tacere. La sincerità sfrontata si trasforma in difetto» mi diceva.
Questo è un esempio di villania grossolana che poggia però sul malinteso significato di sincerità. È già complicato essere sinceri quando si è di fronte alla domanda diretta e personalmente evito di intervenire quando sospetto di poter ferire la suscettibilità degli altri.
Un altro insegnamento materno che non ho dimenticato: «Osserva ma tieni per te le opinioni non richieste, specialmente se sgradevoli». Poi ho imparato che, infine, quando un’opinione è richiesta deve essere calmierata dal buon senso e fornita con tatto.
Questo mi è stato insegnato e questo - con totale condivisione - ho trasmesso a mio figlio. Esaminando i miei comportamenti attuali mi accorgo di fare una netta distinzione tra l’essere sincera e l’essere leale.
Lo so che complico le cose, ma vedrò di spiegare anche a me stessa. Essere leali - per me - implica l’essere di parola, mantenere fede agli impegni, e nei sentimenti dichiarare subito gli eventuali dirottamenti o cambiamenti che sono alla base del rapporto.
Sono per il «non ti amo più» piuttosto che per l’ambiguità o peggio «il tradimento». In amore, sul lavoro, in famiglia, insomma sempre la lealtà è la base. La sincerità nei rapporti superficiali non è sempre l’atteggiamento migliore. E ritorna in ballo l’opportunità del silenzio.
Talvolta se si sa di dare gioia si può dire qualcosa di carino, colorandolo di cortesia.
Se passiamo poi alla sincerità verso gli ammalati varchiamo la soglia della soggettività e di mille altre considerazioni.
C’è già molto da pensare, anche solo in quest’ ambito. Quindi vi lascio qualcosa su cui discutere. Se vi va! r.m.
Cara Renata accolgo il tuo invito volentieri, perché mi stimola vorticosamente risponderti...Condivido a pieno ciò che hai scritto... preferisco la lealtà alla sincerità, forse perché io per prima qualche bugia benevola l'ho detta... ma della lealtà non si può fare a meno... io lo massa alla base del mio essere Jasna. (me stessa)... Se do una parola è quella cerco di essere sincera sempre... con gli anni ho imparato ad essere diplomatica con la sincerità perché a volte fa male sentirsela spiattellare a dosso senza un minimo di delicatezza. Credo basterebbe riflettere prima di aprir bocca... pensare, che forse con quello che si dice si può ferire una persona... tanto peggio se è una persona a cui vogliamo bene.
RispondiEliminagrazie per questa perla di saggezza.
Jasna ! Sono contenta. Purtroppo c'è ancora chi confonde. Dopo la pubblicazione sul quotidiano locale,i consensi più numerosi li ho ricevuti da persone che erano state ferite da pareri non richiesti e "troppo sinceri"!Grazie.
RispondiEliminaConcordo perfettamente e aggiungo qualcosa di mio.
RispondiEliminaTanta gente crede che sincerità sia dire TUTTO. L'importante è essere AUTENTICI, parlo quindi di qualità e non di quantità.
Sul dire le cose, qualche volta, anche a brutto muso....sono meno d'accordo.
Questa modalità permette di "rompere"
gli schemi e di fare chiarezza, nel senso che quelle due persone, se hanno valide motivazioni, saranno più amiche di prima, diversamente ciscuno andrà per la sua strada, ma il mondo è grande..c'è posto per tutti e non si deve piacere necessariamente a tutti.
Io, spesso, vado "contro" e non mi trovo male.
Un caro saluto.
Arianna
Arianna, hai detto bene "essere autentici" ma esprimersi con tatto ecco il segreto.
RispondiEliminaSincerità..mi chiedo cosa significhi..dire tutto ciò che senti? quello che hai in mente? impossibile...nessuno di noi lo applica..penso ad esempio in ambito lavorativo..se uno dicesse ciò che pensa..avrebbe mille problemi...quindi .meglio essere diplomatici o tacere..cosi in tanti altri ambiti ...quindi in noi esiste un filtro ..che si affina con l'esperienza..questo lo dico..questo no..questo so che darebbe fastidio e questo no..
RispondiEliminaIl confine tra sincerità e lealtà è minimo..leali vuol dire esser sinceri ..e siccome la sincerità è relativa..come scritto sopra..non sempre si è leali..esiste l'imperfezione, la manipolazione della verità ad uso e consumo della nostra coscienza. e del nostro coraggio..Mi viene in mente un articolo di giornale ..se tu scrivi la verità su un'avvenimento..ma lo evidenzi troppo rispetto ad un'altro oggettivamente più importante..beh sei sleale..eppure scrivi la verità..ciao Renata
Forse un'occhiata al dizionario della lingua italiana, fa bene a tutti.
RispondiEliminaI significati si assomigliano..ma non sono gli stessi..
SINCERITA':corrispondenza di un'espressione o di un comportamento all'effettivo modo di sentire o di pensare.
LEALTA': onestà dichiarata e ammirevole, costantemente, associata a franchezza o a sincerità.
AUTENTICITA':corrispondenza a verità, tale da escludere, ogni possibilità di smentita.
Meditate, gente, meditate..
Arianna
Ciao Renata.
RispondiEliminaInteressanti le riflessioni che fai fare e che sono emerse qui.
La bugia benevola di Jasna, in teoria la conosciamo tutti, ma c'è ancora chi non è in grado di addolcirsi un po' e di piegarsi verso l'altro, per non scaraventargli addosso una sua presumibile rabbia congenita ;)
Mi piace molto il termine AUTENTICITA' usato da Arianna.
La sincerità in ambito lavorativo, come dice Holden è praticamente inesistente o utopistico.
Mentre, secondo me, il giocare con le parole di tanta parte della
stampa è disonestà, un gioco sleale.
Ciao a tutti.
Un bacio Renata!
Holden - Arianna - Dama Verde - In concreto, assieme a Jasna, siamo tutti dello stesso parere e ognuno ha evidenziato sfumature diverse nello stesso tema. Mi avete fatto TUTTI molto piacere. Grazie.
RispondiEliminaSto leggendo il tuo blog e i commenti postati... "sinceramente" penso che la lealtà e la fiducia siano alla base di ogni rapporto, per quanto riguarda la sincerità c'è un punto in cui si deve mediare ed esprimersi con parole che non diano, anche se negative, un "dolore"... purtroppo con il mio partner sono sincera fino all'estremo e non mi limito, ma devo dire neppure lui, ci sbattiamo in faccia a vicenda le cose, ma è diverso, tra noi c'è l'amore... con gli altri resta sempre la diplomazia assoluta che non fa mai male, è anche indice di buona educazione...
RispondiEliminaSaluti, Valentina
Valentina, grazie per l'attenzione e per la sincerità.Non so se mi ascoltano ma, alle mie nipoti ho detto e ripetuto che in amore un po' di riservatezza giova. Dire TUTTO non sempre aiuta ma, il discorso è lungo. Ricordo solo che "nella guerra d'amor vince chi fugge". O almeno chi, un pochino, sfugge.Secondo me, naturalmente.
RispondiEliminaArrivo tardi ma dico la mia !
RispondiEliminaPer me non dire ciò che penso al mio interlocutore è un doppio tradimento,
in primo luogo per la mia onestà intellettuale di apparire e dire come sono e come ragiono,
in secondo luogo per la sensazione di sottovalutare la persona con cui dialogo, come insulto alla sua intelligenza nel capire che ciò che dico non è un attacco alla sua persona ma esclusivamente il mio modesto modo di interpretare i fatti.
Certo se il rapporto è superficiale si può tralasciare qualcosa che potrebbe esser "frainteso" ma passerebbe comunque il concetto di "svalorizzazione" dell'interlocutore.
E' vero che chi ha l'ardire di dire sempre la verità parte da una posizione di forza; al contempo è innegabile che se sorge il dubbio di prevaricazione dell'altro o la sensazione di poterlo ferire, meglio ritrarsi.
Resta il dubbio di occasioni mancate, nell'avvicinarsi a quella AUTENTICITA' così improbabile per un essere umano...
...a parer mio !
ByBy
Caro Lucignolo,dai, apriamo uno dei nostri caldi dibattiti! mi spieghi che bisogno c'è di affermare "Io sono sincero.? Io non ho mai sentito il bisogno di qualificarmi. Dico anch'io ciò che penso senza sbandierare una sincerità che dovrebbe essere sott'intesa.L'onestà intellettuale alla quale fai riferimento si palesa con il comportamento oppure, quando si intravede la provocazione -anche se benevola- E poi torno a dire (e credevo di essermi chiaramente spiegata nel post) che spesso TACERE è indice di delicatezza.E va valutata caso per caso. La sincerità non richiesta ha il sapore della prepotenza e del protagonismo.
RispondiEliminaL'AUTENTICITA' passa sempre attraverso la coerenza che emerge con la frequenza dei contatti e non - a mio avviso - con l'enunciazione vistosa.Quando affermi "sottovalutare la persona con cui dialogo, come insulto alla sua intelligenza nel capire che ciò che dico non è un attacco alla sua persona ma esclusivamente il mio modesto modo di interpretare i fatti." E' una affermazione discutibile. Certo che non è pensabile l'insulto alla persona ma, la diversa interpretazione di un contenuto! E' chiaro.E qui, nel mio spazio puoi affermare quello che vuoi perchè - in un certo senso - io stessa provoco e invito. ma il mio discorso era molto più generico.
Il mio post era (nelle mie intenzioniu) molto chiaro e se ti è piaciuto intervenire mi sta benissimo, ma l'intento mio si riferisce alla sfrontatezza, all'indelicatezza, alla cafoneria che CERTAMENTE non ti riguardano. Perchè non rileggi il mio post.?
Ciao Lucignolo, mi sono dimenticata di concludere con tutta la mia cordialità. Ci siamo già confidati che sosteniamo volentieri i nostri punti di vista, rafforzando (spero) la reciproca stima. A presto.
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